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Autore: samubura    16/11/2013    4 recensioni
Ho pensato per molto tempo a cosa potessi scrivere come fanfiction di un libro di cui mi sono innamorato.
Alla fine ho pensato potesse essere interessante riscrivere la storia dagli occhi di Peeta, personaggio che personalmente ho adorato, e penso sia impossibile non farlo.
Spero veramente molto che vi piaccia e in caso di farmelo sapere con una recensione o un messaggio per consigliarmi su cosa potrei migliorare. Buona lettura!
(p.s. se la storia vi piace, passate sulla mia pagina! https://www.facebook.com/samubura)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Peeta's Hunger Games'
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-Allora qual è il programma? – chiede Katniss come se nulla fosse.
-Farete quattro ore ciascuno con Effie per la presentazione e quattro con me per i contenuti. Tu cominci con Effie, Katniss – risponde Haymitch al volo senza neanche doverci pensare. Probabilmente si aspettava che prima o poi sarebbe successo.
Katniss e Effie si spostano e lasciano me ed Haymitch soli. Mi invita a seguirlo nel salotto. Non ho idea di cosa significa lavorare sui contenuti, ma dal modo in cui mi guarda pare che lui stia già ragionando su come potrebbe vendermi al pubblico.
-Avevi già in mente qualcosa? – chiede dopo parecchi minuti di silenzio.
Effettivamente no, ma mi sembra brutto rispondergli così, magari devo dargli qualcosa da cui partire.
-Voglio essere quello che sono, e basta.
-E quello che sei piace alla gente? Peeta, non si tratta di chi sei, ma di come la gente ti vede. A loro non importa nient’altro che se sarai divertente, se saprai coinvolgerli, chiunque tu sia ti manderanno a morire. Lo capisci?
Le parole di Haymitch sono dure, ma so già quello che intende e c’ho già pensato. Non mi importa, non so se piaccio alla gente, ma quello che mi importa e mantenere una dignità, così come mi ha detto mio padre. Sii orgoglioso di essere un Mellark. E lo sono. Non permetterò che loro facciano di me quello che non voglio.
-Lo capisco – dico serio – ma non mi importa.
L’espressione che si dipinge sul volto di Haymitch è di reale stupore, pensava di avermi fatto un discorsetto che mi avrebbe invogliato a cambiare idea.
-Questo rende tutto più difficile. O più facile forse… - dice con fare enigmatico dopo essersi ripreso dalla risposta a sorpresa. Mi guarda ancora per un po’, quando capisce che non c’è niente da fare per farmi cambiare idea decide di assecondarmi.
-Ok, quindi mi pare che non ci sia bisogno di dirti che voglio che tu e Katniss passiate come una coppia giusto? Amici, compagni di distretto, quello che vuoi. Ma questo è abbastanza chiaro – i suoi occhi si fissano sui miei per cercare l’effetto desiderato.
Ovviamente ha centrato in pieno la questione. È furbo, probabilmente è stato questo che ne ha fatto un vincente. Ma non devo pensare a lui, devo concentrarmi su me stesso. Sono qui per questo, per questo ho chiesto una seduta separata, per non dover pensare a Katniss, o alla ragazzina del distretto 11, solo a me stesso. Non sono un bravo egoista.
-Quella è la strategia di fondo – rispondo senza sbilanciarmi, anche se so che Haymitch ha capito più di quanto vuole dire – adesso voglio costruirci sopra qualcosa solo per me. Come pensavi di procedere? Cosa mi consigli.
-Non lo so Peeta, non ti conosco, ma sei un bel ragazzo, sembri simpatico, forse potresti giocartela alla grande solo con qualche battuta al momento giusto. Parli poco e dici molto. Hai una dote in questo.
-Grazie – a quanto pare il mentore non ha avuto occhi solo per Katniss come pensavo. La cosa mi dà una maggiore fiducia.
Proviamo con una serie di botte e risposte. Sembra compiaciuto, le sue domande sono semplici, ma cerco di rigirare la risposta per mettermi in luce. Haymitch ride alle mie battute compiaciuto. È soddisfatto.
-Può bastare – dice ripresosi da una grossa risata – Abbiamo ancora del tempo a nostra disposizione, c’è qualcosa che vuoi chiedermi?
Immagino alluda al discorso di questa mattina. Dovrei approfittarne, non so quando mi ricapiterà di passare del tempo da solo con lui?
-Per la strategia, dentro l’arena… cosa mi consigli. Penso che tu sappia quali sono le mie effettive potenzialità. E anche le mie idee.
-Non vuoi morire, non vuoi uccidere, le due cose non si conciliano bene negli Hunger Games. Il mio consiglio è questo: vai lontano da tutti e tieniti alla larga dai guai, se ci riesci vivi abbastanza a lungo da far cambiare le tue priorità.
-Vedremo… - rispondo per non dargliela vinta. Non voglio cambiarmi, non voglio che mi cambino. Non mi importa che siano le circostanze, la capitale. Non voglio. Ma non riesco a rispondere con tutta la rabbia che ho dentro ad Haymitch, perché lui sa meglio di me, che nell’arena tutto può cambiare –Con i Favoriti, stamattina avevi accennato qualcosa…
-Sì, te l’ho detto. Saranno loro a cercarti. Non preoccuparti di loro, stanne alla larga e ti lasceranno in pace almeno fino a che non sarete rimasti talmente in pochi che avrai qualche possibilità di batterli.
Rimango un po’ perplesso sull’ultima parte, speranze di batterli? Non credo proprio, magari lo fa soltanto per darmi un briciolo di speranza. Poco mi importa, non voglio sperare, rende tutto solo più doloroso.
Passiamo il resto del tempo che ci rimane prima di pranzo, non molto, a parlare e a rivedere la mia intervista, Haymitch ride sempre alle mie battute e lo fa in modo sincero, mi piace la nuova intesa che si è creata tra noi, spero possa essermi d’aiuto.
Quando arriviamo nella sala da pranzo è ancora deserta, escludendo i quasi invisibili senza-voce che sembrano ovunque, vestiti tutti allo stesso modo, immobili e, ovviamente, silenziosi.
-Credi che dovremmo aspettarle? – chiedo a Haymitch.
In tutta risposta inizia a riempirsi il piatto, lo seguo.
Katniss entra nella stanza furiosa, cosa che non mi fa ben sperare per le seguenti quattro ore con Effie su non so che cosa. Indossa un vestito elegante, tiene la gonna alta fino alle ginocchia ed è scalza. La faccia inorridita di Effie che arriva subito dopo di lei mi fa intuire che siano proprio i comportamenti che le ha criticato.
Per tutto il pranzo non dice niente, si limita a fissarmi da sopra il piatto ogni tanto. Effie intanto cerca a stento di intrattenere una conversazione piacevole.
Quando ci separiamo di nuovo la tensione scende. Effie mi invita a seguirla nella mia camera mentre borbotta qualcosa sulle reazioni sempre esagerate di Katniss. Mi fa ridere, ma mi trattengo perché non sarebbe educato e Effie mi lacererebbe con lo sguardo.
Mi fa accomodare sul letto mentre tira fuori dall’armadio una serie di completi abbinati perfettamente spiegandomi attentamente le regole per associare i colori tra loro. Non serve scegliere quello che indosserò stasera perché Portia ne ha già preparato uno appositamente per l’occasione.
Comunque me ne fa indossare uno per prendere confidenza coi movimenti che dovrò fare con addosso quei vestiti. Mi loda per il portamento eretto che ho naturalmente, mi critica solamente di gesticolare troppo quando parlo. Mi fa provare almeno una ventina di volte come fare il mio ingresso, salutando un pubblico immaginario –Sorrisi ragazzo! Sorrisi! Sono la chiave per il successo. Voglio che ogni adolescente di Capitol City appenda un poster con il tuo sorriso in camera sua! – L’idea è buffa, ma la accontento. Camminare senza fretta, prendersi il tempo di studiare il pubblico. La sto ad ascoltare volentieri perché non capita spesso di trovarsi davanti a tanta gente nel Distretto 12 quindi sono tutte cose nuove per me e, anche se mi serviranno solamente per una sera, potrebbero comunque essere importanti per garantirmi una sopravvivenza più lunga nell’arena.
Non so perché mi preoccupi tanto di prolungare la mia agonia come preda della capitale, ma l’attaccamento alla vita è forte per tutti, me incluso. In un modo o nell’altro è troppo duro accettare il proprio destino senza far nulla per cambiarlo.
Alla fine della mia preparazione mi fanno male i muscoli della faccia per tutte le espressione che Effie mi ha fatto provare, sorpresa davanti a una domanda, fingermi pensieroso prima di dare la risposta giusta, sorridere in modo affabile mentre faccio una battuta. La rendo pienamente soddisfatta del suo lavoro.
Per quel poco che conosco Katniss immagino che avrà reso l’opera di Effie un inferno.
La sera Katniss sceglie di mangiare in camera da sola. Non so il motivo, Haymitch sceglie di evitare l’argomento, sembra che sia anche mezzo brillo, non ho idea di cosa possa essere successo nella loro sessione privata. Passiamo la cena principalmente in silenzio. Tutto è delizioso come sempre, ma c’è un’atmosfera terribile.
Effie si lascia scappare un gridolino acuto quando si sente rumore di piatti che si infrangono sul pavimento provenire da camera di Katniss, ma nessuno dice niente e non mi va di essere io a tirare fuori il discorso evidentemente poco gradito. Mi congedo prima del solito giustificandomi con una scusa che nessuno ha bisogno di ascoltare capendo a pieno le mie ragioni.
Ammiro la capitale che splende come sempre mentre tiro le tende prima di coricarmi. Scivolo sotto le coperte e quando riesco a prendere sonno dormo tranquillo fino al mattino dopo.
Il mio staff di preparatori mi dà un buongiorno alquanto brusco. Sono tutti molto eccitati per questa sera e ciarlano su quali tributi sembrano loro più interessanti, ma nessuno chiede la mia opinione, come quasi se non ci fossi. Trattano la mia pelle fino a farla diventare liscissima, si lamentano di quanto poco mi sia curato dal loro ultimo intervento e vorrei quasi rispondergli di essermi lavato più questi giorni che in tutta la mia vita, ma evito e mi abbandono in una sorta di coma cosciente finché non hanno finito. Il risultato mi piace tutto sommato. Il tempo è volato ed è già tardo pomeriggio quando entra Portia con il mio completo appeso ad un attaccapanni.
Lo indosso, è fatto su misura ed è comodissimo. Una giacca con dei motivi rossi e arancioni che adornano le maniche risaltando sul fondo nero. Nel complesso è molto elegante e mi trovo a mio agio quando mi guardo allo specchio. Sorrido a Portia che mi guarda soddisfatta.
-Grazie – le dico. Il lavoro che ha fatto è grandioso, mi fa apparire molto più adulto di quanto realmente sia, più forte, determinato.
-Ti sta meglio di quanto avessi mai potuto desiderare – risponde soddisfatta del suo lavoro – Cosa hai deciso con Haymitch?
-Sarò semplicemente me stesso, dice che ho un’ironia innata.
-Sono proprio curiosa di scoprirlo.
Mi accompagna fino all’ascensore dove dopo qualche minuto ci raggiungono Katniss e Cinna.
La ragazza in fiamme, letteralmente, splende. L’abito ideato da Cinna per lei è cosparso di pietre preziose rosse arancioni e bianche con qualche punta di blu per evidenziare la sommità del fuoco. A ogni movimento della gonna larga sembra che Katniss sia avvolta da un alone di fuoco. Il trucco le marca i lineamenti. Gli occhi mandano lampi di luce ogni volta che batte le palpebre e la sua pelle è cosparsa di polvere d’oro, sotto i riflettori del palcoscenico brillerà come una stella. I tacchi la slanciano ed è quasi alta quanto me. Evita il mio sguardo, ma quando sorride ai complimenti di Effie il freddo che sento dentro si scioglie.
Vedendola accanto a me ogni giorno, più come una nemica che altro mi ero dimenticato di quanto fosse attraente. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso, ma mi costringo a farlo per evitare di sembrare uno stupido. Non voglio che lei capisca la mia più grande debolezza e devo cercare di tenerla nascosta a tutti.
Le porte dell’ascensore si aprono sulla schiera dei ventidue tributi silenziosi. Ci faranno sedere in semicerchio sul palco e come sempre io e Katniss saremo gli ultimi. Questa volta prima le signore quindi il gran finale è lasciato a me e spero di giocarmelo al meglio. Dover sentire tutti gli altri tributi prima di me mi preoccupa, ma confido nella mia strategia e devo solo cercare di non farmi prendere troppo dall’ansia. Poco prima di salire sul palco Haymitch ci arriva da dietro e bisbiglia – Ricordatevi che siete ancora una coppia felice. Comportatevi di conseguenza.
Nulla di nuovo per me, ma credo che Haymitch abbia, volontariamente o no, dimenticato di dirlo a Katniss, che rimane per un attimo stupita, ma poi si ricompone e segue la fila di tributi davanti a noi.
Il palco dà un effetto strano, l’Anfiteatro è illuminato da fari enormi puntati su di noi. In una tributa sopraelevata siedono tutti gli ospiti di prestigio tra cui ho il tempo di notare Cinna e Portia fianco a fianco, sorridono. Rispetto agli altri tributi facciamo anche questa volta un’impressione completamente diversa, specialmente Katniss che è semplicemente stupenda.
Caesar Flickerman, il conduttore da più di quarant’anni degli Hunger Games salta sul palco. Ha sempre lo stesso aspetto, grazie ai miracoli della chirurgia plastica di Capitol City, ma ogni anno sceglie un colore diverso per vestirsi e tingere i capelli. Quest’anno è l’azzurro. Sfodera un sorriso di plastica alla folla che lo applaude mentre fa grandi inchini. I balconi dell’anfiteatro sono quasi tutti occupati dalle troupe televisive, la gente è in piedi lungo la strada per guardare le interviste nei maxischermi ed emozionarsi per i loro tributi.
Iniziano le interviste, ognuna dura solamente tre minuti, ma Caesar è geniale. Riesce a mettere a proprio agio ogni tributo e tutte le risposte sembrano più interessanti dopo i suoi commenti.
La ragazza del distretto 1 deve rompere il ghiaccio. La sua mentore non deve aver pensato molto a quale parte assegnarle e anche il vestito del suo stilista fa la sua parte, è in stoffa dorata come i suoi capelli e semi trasparente. Fa certamente la sua bella figura, ma anche se è bellissima per me sembra solo una bambola.
Lentamente ognuno ha il suo momento, i Favoriti, specialmente il ragazzo del 2, sono spavaldi e sicuri di sé come sempre. Anche i tributi che durante l’addestramento mi erano sembrati mediocri recitano la loro parte alla perfezione. Persino Rue, la ragazzina dell’11 che ha sorpreso tutti con il suo punteggio cattura l’attenzione. Ha un abito corredato di piccole ali che la fanno sembrare una fatina, fa tenerezza. Ottima mossa per conquistare il pubblico.
Quando Caesar le chiede qual è il suo punto di forza risponde sicura di sé – Prendermi è molto difficile. E se non mi prendono, non mi uccidono. Quindi non datemi per spacciata.
Dalla folla si solleva un boato. Per ora è stata la migliore, ha fatto proprio un buon lavoro.
-Non lo farei neppure in un milione di anni – risponde Caesar sempre con la battuta pronta e adatta alla situazione. Non è difficile capire perché è sempre lui a tenere le interviste.
Dopo di lei si alza Tresh, l’enorme ragazzo dell’11. È uno dei più spaventosi, temo più il suo sguardo rabbuiato che quello fiero dei Favoriti. Nella sua intervista non brilla, anzi si rinchiude in un guscio di silenzio e monosillabi. Chissà, magari il suo essere rustico è una strategia come le altre.
Chiamano Katniss, si alza e sembra frastornata. Stringe la mano a Caesar e si siede. Non vedo che la treccia che le ricade sulla spalla destra. Sono proprio curioso di vedere come se la cava, le reazioni di ieri sera non promettono bene, ma il vestito di Cinna le dà nuovamente un enorme vantaggio.
-Allora Katniss, Capitol City dev’essere un bel cambiamento rispetto al Distretto 12. Cos’è che ti ha colpito di più da quando sei arrivata qui? – chiede il conduttore. Katniss non risponde e c’è un momento di silenzio prolungato fino a che Caesar non ripete la domanda. Ansia da palcoscenico per Miss Everdeeen.
-Lo stufato di agnello – risponde. Banale, ma efficace e certamente sincero. Caesar come sempre riesce a far apparire la risposta migliore di quanto sia realmente. Fa una battuta sul fatto che anche lui lo adora e il pubblico ride in segno di approvazione.
-Ma passiamo ad altro, Katniss. Quando sei apparsa alla Cerimonia di apertura, mi si è fermato il cuore. Cosa hai pensato di quel costume?
-Vuoi dire dopo che mi è passata la paura di bruciare viva?
Arguta, non me lo sarei aspettato da lei. Non è un disastro come credevo. Il pubblico ride di gusto.
-Sì dopo – risponde Caesar.
-Ho pensato che Cinna era fantastico e che quello fosse il costume più spettacolare che avessi mai visto e che non potevo credere di essere io a indossarlo. Non riesco nemmeno a credere di essere io a indossare questo. Insomma guardatelo!
Si alza in piedi e fa una piroetta. Probabilmente era qualcosa che lei è Cinna avevano studiato insieme perché appena inizia a girare sembra che un vortice di fuoco la avvolga da testa a piedi. Fa sicuramente il suo effetto sul pubblico che esclama sorpreso e meravigliato.
-Oh, fallo ancora! – dice Caesar. Katniss ripete il gesto e poi si aggrappa al braccio di Caesar perché probabilmente le gira la testa e non è molto stabile sui tacchi alti.
-Non fermarti! – esclama nuovamente Caesar.
-Devo fermarmi, mi gira la testa – risponde Katniss con una risatina. Non so se abbia studiato una parte di testa sua, ma, anche se il pubblico la acclama, a me sembra una sciocca ragazzina. Lei non è così.
-Non preoccuparti. Ti tengo. Non posso permettere che tu segua le orme del tuo mentore – risponde Caesar pronto suscitando l’ilarità del pubblico. Questo sì che è un bel colpo.
-Va tutto bene, è al sicuro con me – dice rivolto al pubblico – Allora, parliamo un po’ del tuo punteggio dell’addestramento. Un-di-ci. Dacci un piccolo indizio su quello che è successo.
-Mmm… posso solo dire che credo sia stato qualcosa di nuovo.
Gli Strateghi, nel balcone a loro riservato ridacchiano in approvazione.
-Ci stai facendo morire. Dettagli. Dettagli – dice Caesar.
-Non mi permesso parlarne, giusto? – chiede Katniss rivolta agli Strateghi stessi.
Un uomo si alza e urla – Certo che no! Non può dire una parola!
-Grazie – risponde – Spiacente. Le mie labbra sono sigillate – dice in tono malizioso voltandosi di nuovo verso Caesar.
Ovviamente non poteva mancare una domanda su Prim. Quando Katniss parla di sua sorella tutto l’Anfiteatro ammutolisce.
-Cosa ti ha detto? Dopo la mietitura intendo – aggiunge Caesar quando Katniss ha finito di parlare. Tutti pendono dalle labbra di Katniss, ottimo lavoro Caesar.
-Mi ha chiesto di fare di tutto per vincere.
-E tu cosa le hai risposto?
-Ho giurato che l’avrei fatto – risponde Katniss in tono lugubre probabilmente studiato per dare enfasi.
-Ci scommetto – commenta Caesar stringendola a sé. Il segnale acustico determina la fine della sua intervista e l’inizio della mia.
Katniss torna a prendere posto accanto a me e gli applausi continuano anche dopo che si è seduta, quando mi chiamano mi alzo in piedi cercando di ricordare tutti i consigli che mi sono stati dati. Haymitch mi ha lasciato praticamente carta bianca.
Cammino con calma fino alla mia poltrona accanto a quella dove siede Caesar. Saluto il pubblico con un gesto ampio della mano e sorrido. Ottengo un bell’applauso di incoraggiamento.
Poi stringo la mano a Caesar – Bella stretta! – commenta prima di prendere posto.
Mi siedo anche io comodamente sulla poltrona mantenendo il busto dritto ma senza sembrare rigido come Effie mi ha insegnato. Tutta la gente che vedo oltre il bordo del palco mi mette un po’ di agitazione, ma per ora è come se ci fossimo solamente io e Caesar.
-Allora Peeta, è raro vedere un ragazzo robusto come te dal Distretto 12. Parlaci un po’ di te. Cosa facevi a casa?
-Decoravo torte – rispondo con tono ironico.
-Non sapevo che fosse così tonificante – risponde Caesar facendomi l’occhiolino ed essendo attento a farlo notare anche alla folla che trattiene le risate per quella che deve essere la battuta conclusiva – Forse dovrei iniziare a farlo anche io, mi assicuri che mi farà ottenere una forma fisica come la tua?
-Oh assolutamente! – il pubblico ride e anche Caesar che ha capito il mio gioco.
-Quindi fammi indovinare, il figlio del fornaio, giusto?
-Giusto – rispondo nel breve tempo che mi lascia per avere una conferma di cui non ha bisogno realmente.
-Quindi sarai un esperto di pane! Come hai trovato il pane della capitale?
-Come ho già accennato a Katniss, ogni distretto ha un pane diverso, mio padre me ne parlava sempre e mi aveva anche insegnato a farli e saperli riconoscere. Quello di Capitol City è sicuramente più raffinato, come i suoi abitanti…
Ottima domanda, mi permette di tenere un buon discorso e far riferimento anche a Katniss come Haymitch mi aveva chiesto.
-Così ci lusinghi! – interrompe Caesar per coinvolgere il pubblico.
-Non avevo mai visto persone degli altri distretti, ma appena ho incontrato gli altri tributi ho saputo dire a quale distretto appartenessero, prova a indovinare come.
-Non saprei… non vorrai mica dirci dal pane!?
-Proprio così Caesar. Proprio così – ripeto con enfasi – è sorprendente come ognuno assomigli al pane del proprio distretto.
Continuo per un po’ facendo qualche paragone divertente sugli altri tributi e le pagnotte, il pubblico ride di come mi prendo gioco dei miei avversari. È quello che volevo mostrare senza essere arrogante o spavaldo come i Favoriti.
-E così, ragazzo del pane hai ottenuto un otto? Non mi sorprendo di come mai gli Strateghi ti abbiano notato – dice Caesar per cambiare discorso, il mio tempo è limitato e deve parlare un po’ di tutto.
-Purtroppo non c’era un forno – dico con tono triste – ma me la sono cavata lo stesso.
-Alla grande! – ride Caesar – sono sicuro che avresti preso un dodici se ti avessero fornito una torta.
-Lo chiedo anche a te, come hai trovato Capitol City? Non dire sulla mappa – il pubblico si esalta alla sua trovata geniale.
-È diversa. Molto diversa dal mio distretto.
-In che modo diversa, facci un esempio.
-Ehm…ok, qui le docce sono strane – rispondo dopo un’esitazione studiata alla perfezione.
-Le docce? – annuisco – Abbiamo delle docce diverse.
-Vorrei farti una domanda Caesar. Ti sembra che io profumi di rose? – all’inizio mi sembra perplesso poi mi sporgo verso di lui e lo invito ad annusarmi.
Un po’ titubante si avvicina – Mmm.. sì, e io? Io profumo di rose? – questa volta è il mio turno per annusare. Il pubblico esplode in una risata. Con la coda dell’occhio noto la scena su un maxischermo e farebbe ridere anche me.
-Hai un odore migliore del mio – affermo.
-Ho vissuto qui più a lungo!
-Mi sembra giusto – rispondo mentre le risate del pubblico coprono le mie parole. Fantastico, tutte quelle persone stanno con gli occhi fissati su me e il conduttore, le gag ci vengono spontanee e sembra quasi che siamo d’accordo.
Poi Caesar decide che è ora di un momento più serio, qualcosa che vada oltre qualche risata.
-Dunque, dimmi. C’è qualche ragazza che ti aspetta al distretto?
Non me lo aspettavo, non avevo calcolato qualcosa di così personale. Errore. Scuoto la testa poco pensando tra me e me, cosa che mi fa apparire poco convinto.
-No? Non la bevo neanche per un secondo. Un ragazzo bello come te! Ci deve essere una ragazza speciale. Coraggio, su, come si chiama?
E adesso? Che faccio? Poi sento un brivido che mi sale dalle punte dei piedi e mi pervade tutto facendomi rizzare i peli. E all’improvviso so cosa devo fare.
Prendo un po’ tempo per far finta di non voler rispondere per timidezza. Quando il pubblico inizia a mormorare prendo la parola.
-Be’, in realtà c’è una ragazza per cui… per cui ho una cotta praticamente da sempre – Caesar si lascia sfuggire un mormorio di approvazione – Ma non penso che si sia mai accorta di me prima della mietitura.
Dal pubblico, fino a quel momento ammutolito, sale un brusio di solidarietà che non mi sarei aspettato, chissà magari la cosa potrebbe giocare a mio favore.
-Ha un altro compagno? – chiede Caesar per fare un po’ di gossip che i cittadini della capitale adorano.
-Non lo so, ma piace a molti ragazzi – rispondo sinceramente.
-Non c’è problema, ti suggerisco io cosa puoi fare. Vincere e tornare a casa. A quel punto, non potrà respingerti, no? – poi spalanca le braccia verso il pubblico che loda il suo consiglio con un grande applauso.
-Non credo che funzionerà – dico io in tono sconsolato, il pubblico torna a dare a me l’attenzione – Vincere… non servirebbe nel mio caso.
-E perché mai? – chiede Caesar incuriosito e stupito.
Mi immagino Katniss alle mie spalle che sta guardando la scena, mi chiedo se abbia capito quello che sto per rispondere, e come reagirà, come la prenderà Haymitch, che sicuramente ha già intuito tutto, come la prenderanno gli spettatori, se potrebbe essere a mio favore o contro di me. O contro di lei. Penso che potrei aspettare, lasciare tutti nel dubbio lasciando il segnale acustico suonare senza dare una risposta, avvolgermi nel mistero e restarci per tutto il corso dei giochi.
-Perché… perché… - balbetto indeciso – Lei è venuta qui insieme a me.



Ciao a tutti, eccovi un nuovo capitolo che segna la fine della prima parte del libro! Gli Hunger Games si avvicinano...
Questo per me è un capitolo molto importante e spero di averlo reso nel migliore dei modi.
Possa la fortuna essere sempre a vostro favore!

Fatemi sapere cosa ne pensate :)
-samubura-

 
   
 
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