Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Rowan936    16/11/2013    9 recensioni
Erano passati sei anni dal Cell Game e gli umani superstiti all’esplosione avevano ricostruito tutto ciò che era andato distrutto. […]
In quei sei anni, aveva cresciuto Goten come figlio suo, cercando di comportarsi come pensava che avrebbe fatto Bulma ma mantenendo tuttavia il suo carattere scorbutico. Goten, nonostante l’influenza di Vegeta, stava venendo su molto simile al padre naturale: ingenuo e sempre sorridente, quel bambino sembrava la gioia fatta persona. Era cresciuto senza una madre, eppure non ne sentiva la mancanza, gli bastava Vegeta, il suo papà.

***
« Vegeta! »
[…]
« K-Kakaroth? » domandò, pensando che fosse solo una proiezione della sua mente.

***
Una nuova minaccia incombe sulla Terra, ma questa volta il nemico è radicato nell’animo del Principe dei Saiyan. Riuscirà Vegeta a mettere da parte il suo passato intriso di sangue e a combattere i fantasmi che gli si presenteranno davanti? E che ruolo avranno Goten e Goku in tutto questo?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'My son'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Soliti missing moment:
(si consiglia di leggere prima il capitolo, aggiungerò i link mano a mano che pubblicherò le OS/flashfic, tra sta sera e domani)
 
- Ambientati tra il capitolo 8 e l’epilogo: Non lo chiamo “papà” ; Album di famiglia
- Ambientati tra il prologo e il primo capitolo: Non accettare caramelle dagli sconosciuti ; Uguale a papà ; I bambini cattivi

 
 
 
 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
___________________________________
 
 
ATTENZIONE: Goten potrebbe risultare piuttosto OOC, in questo capitolo. Questo perché odio alla follia che l’abbiano fatto diventare un ragazzino sempre a pensare alle ragazze, insopportabile come non so cosa -.- Diciamo che la morte di Vegeta lo abbia reso più maturo e gli abbia impedito di bersi il cervello, ecco u.u Spero che questa versione del Goten ragazzino non vi dispiaccia. Credete che debba inserire la nota?
 
 
 
Epilogo
 
Quella domenica faceva particolarmente freddo, per essere Marzo inoltrato.
Il sole splendeva pigro nel cielo, ma il vento era gelido e tagliente, sembrava conficcargli degli spilli sulla pelle al suo passaggio.
Il quattordicenne si mise le mani nella tasca della felpa, fissando dritto davanti a sé e sfilando in quel luogo sinistro, custode dei corpi di chi non c’era più.
Lo sguardo si posò sull’unica lapide di cui gl’importasse.
Si avvicinò a quell’austero pezzo di pietra, freddo come sembrava anche lui al primo attrito, leggendo l’incisione più per abitudine che per altro.
                                                                                             
Vegeta Brief, il Principe dei Saiyan
                                                              
La scritta incisa in caratteri bianchi sul grigio spento della roccia gli era tristemente familiare, viste tutte le volte in cui l’aveva letta.
Da quando il suo papà era morto, si recava tutte le domeniche da lui, sfidando qualunque intemperia, e gli raccontava quello che era successo durante la settimana, quasi avesse paura che potesse sentirsi escluso dalla sua vita. Gli raccontava di Valese, la sua ragazza, di Goku, che aveva preso a fare il padre, dei suoi amici e dei suoi interessi.
Tutto.                               
Come se lui fosse stato ancora lì, ad attenderlo ai fornelli come quando era piccolo e tornava da scuola, ansioso di raccontargli la sua giornata.
Riusciva ad immaginarsi perfettamente la sua espressione falsamente disinteressata, così come luccichio d’interesse nei suoi occhi che lo aveva sempre reso tanto felice.
Riusciva a sentire ancora il calore della sua stretta quando lo sollevava dopo un allenamento estenuante, a udire il rumore del suo respiro regolare che lo cullava durante le notti in cui faticava a prendere sonno, a odorare il suo profumo, che sapeva di casa…
                                                         
S’inginocchiò, sfiorando il suo nome con le dita e leggendo la scritta a pennarello poco più sotto.
 
Ti voglio bene, papà. Mi mancherai.
 
La ricalcò, come ogni volta.
Non gli portava fiori, sapeva che il suo papà non avrebbe apprezzato, si limitava a ricalcare quella scritta che aveva lasciato lì all’età di sette anni, un mese e mezzo dopo il funerale.
All’inizio, era stata dura riprendere a vivere.
Ricordava con assoluta chiarezza come, dopo la sua morte, avesse smesso di parlare. Non riusciva a crederci, gli risultava impossibile pensare che non avrebbe più rivisto il suo papà, che non avrebbe più sentito la sua voce profonda, che non si sarebbe più allenato con lui, che non l’avrebbe più abbracciato contro la sua volontà… Gli sembrava tutto un brutto sogno. Al funerale aveva iniziato a realizzare che fosse la triste realtà, ma aveva passato un altro mese e mezzo nel silenzio, chiuso nella camera del suo papà a stringere al petto una sua maglia, nella speranza di poter sentire il suo odore ancora una volta.
Inutili erano stati i tentativi di Goku – che era andato a vivere a casa sua – di farlo uscire, anche solo per mangiare. Si teletrasportava nella stanza tre volte al giorno per obbligarlo a consumare i pasti e Goten ubbidiva passivamente, facendosi imboccare e masticando a malapena.
Dopo un mese e mezzo, però, lo aveva sognato. Mentre di solito rivedeva il suo cadavere, il suo corpo martoriato, risentiva quel tocco gelido sulla guancia, quella volta gli era apparso vivo e vegeto, uno sguardo severo sul volto.
« Papà… » aveva mormorato, la voce rotta dal pianto.
« Mi deludi, moccioso. » aveva replicato lui, duro.
Il bambino aveva sgranato gli occhi, incredulo e ferito.
« C-cosa? »
« Mi deludi. Sei forte, nelle tue vene scorre il sangue dei Saiyan. Non puoi lasciarti andare così. Non hai un po’ di un orgoglio? Rialzati, Goten. Sei mio figlio. Rialzati. »
Lo aveva fissato per tutto il tempo, mentre quelle parole apparentemente dure ma che celavano la sua tristezza nel vederlo ridotto a quello stato di non-vita gli si radicavano nell’anima.
Si era ritrovato ad annuire.
« Lo farò, papà. Mi rialzerò. » aveva detto, in tono sicuro e maturo, così lontano dalla sua natura di bambino ingenuo e gioioso.
Quando si era svegliato, ricordando il sogno e il volto del suo papà, aveva deciso di ricominciare a vivere, di rialzarsi per davvero. Perché quello non era solo un sogno, lo sapeva. Si era asciugato gli occhi per poi alzarsi dal letto, infilando la maglietta che aveva tenuto stretta fino ad allora, anche se gli arrivava ben oltre le ginocchia, e si era diretto in cucina, gli occhi ancora rossi di pianto ma determinati.
La sorpresa e la gioia di Goku nel vederlo erano stati tangibili e il bambino si era sforzato di sorridergli, non riuscendo però a fare a meno di immaginare un altro Saiyan al posto di quello che aveva davanti.
« Ho fame, c’è qualcosa da mangiare? » aveva chiesto e Goku aveva capito: si era finalmente rialzato.
Quella domenica, il giorno della sua rinascita, aveva deciso di andare a trovare il suo papà, come per dimostrare a se stesso di aver accettato la realtà, finalmente.
Lì, su quella fredda lapide, aveva pianto tutte le sue lacrime e inciso la sua dedica. Il suo ultimo messaggio al suo papà.
 
Sospirò pesantemente, fissando ancora quella scritta, poi mormorò: « Ciao, papà. »
Attese, come se pensasse che potesse giungere una risposta, e immaginò Vegeta dire, in tono scocciato: « Cosa vuoi, moccioso? »
« È stata una settimana piuttosto pesante, sai? La prof di matematica mi ha interrogato. Puoi immaginare come sia andata… » disse, sorridendo con aria imbarazzata.
Non si sentiva stupido a parlare col vento, perché era sicuro che il suo papà lo ascoltasse.
O, almeno, lo sperava.
Ancora una volta, immaginò la sua risposta: « Per forza lo immagino, hai i geni di Kakaroth! Possibile che tu non sia in grado di prendere più di quattro in matematica?! »
« Non è colpa mia se non ci capisco niente… E poi la prof mi odia. » si giustificò, spazzando via un rametto dalla base della tomba.
« Va be’, non mi interessa, finché ti alleni, puoi anche farti bocciare. » immaginò che avrebbe replicato, avviandosi verso il giardino, certo che lui lo avrebbe seguito. E Goten lo avrebbe fatto, desideroso di combattere con il suo papà.
« A parte la scuola, con Valese tutto bene. Abbiamo festeggiato tre mesi insieme, martedì. Le ho comprato una collana, avessi visto com’era contenta… » continuò a raccontare, armeggiando con la catenina che pendeva dai jeans.
« Tsk. Frivolezze terrestri. » avrebbe sicuramente commentato Vegeta.
Goten rimase in silenzio per un po’, seduto a gambe incrociate, ad ascoltare i sibili del vento gelido.
Quando sarebbe tornato a casa, ci sarebbe stato Goku ad attenderlo, una qualche pietanza bruciata sui fornelli. Avrebbero riso e ordinato della pizza. Avrebbe finto che il suo pensiero non corresse a un altro Saiyan, che, se fosse stato lì, gli avrebbe rudemente ordinato di andare ad apparecchiare la tavola, per poi preparare qualcosa di succulento per cena.
Avrebbe continuato a sorridere, di quel sorriso falso che Goku, nella sua ingenuità, non riusciva a classificare come tale. Anche lui era stato così ingenuo, come lui, ma la morte di Vegeta lo aveva fatto maturare tutto d’un colpo. Ci aveva messo un po’ per tornare ad essere allegro, ma dentro di lui quella ferita continuava ad essere aperta e sanguinante, non riusciva a cicatrizzarsi.
« Mi manchi, papà. » mormorò, sentendo le lacrime pungergli gli occhi.
Si trattenne, respirando profondamente per riprendere il controllo. Si sforzava sempre di trattenere le lacrime, almeno davanti alla sua tomba, ma di fatto lo faceva sempre. Aveva pianto talmente tanto durante il periodo immediatamente successivo alla sua scomparsa, che aveva deciso di aver consumato abbastanza lacrime. In parte, evitava di piangere anche per tenere vivo l’orgoglio Saiyan a cui il suo papà tanto teneva, in un disperato tentativo di sentirlo più vicino.
Voleva somigliargli, era il suo modello.
Forte e inattaccabile, non mostrava mai le sue debolezze, ma con le persone a cui teneva mostrava la sua dolcezza attraverso piccoli e discreti gesti.
Non ci era mai riuscito, non era come lui.
Lui era allegro, anche se a volte falsamente, gentile con tutti, altruista, orribilmente pigro, l’unica attività che amasse davvero era combattere. Forse perché, mentre si allenava, gli sembrava che il suo papà fosse lì con lui. Non si era mai allenato con Goku, quella era una cosa tra lui e il suo papà, non l’avrebbe mai condivisa con nessun altro. Si sentiva un po’ in colpa a tagliare fuori il padre naturale da alcune parti della sua vita, ma, anche se ora si comportava davvero come un genitore, non poteva cancellare quei sei anni passati con Vegeta, che lo aveva cresciuto ed era diventato il suo papà. Il Principe dei Saiyan era entrato nel cuore del bambino che, istintivamente, lo aveva etichettato per sempre come “papà”. E, per quanto si sentisse in colpa, Goten non lo avrebbe mai sostituito con Goku.
Lui lo sapeva e lo accettava, senza troppi problemi. E il ragazzo gli era enormemente grato per questo.
 
« Perché te ne sei andato? Avevi detto che non l’avresti fatto… Non così presto. » mormorò Goten, iniziando involontariamente a singhiozzare.
 
Aveva quattro anni e stava giocando in giardino.
A un certo punto, fu attratto da un paio di squittii acuti alla sua destra. Si voltò, gattonando in quella direzione, e tra i cespugli trovò un topolino ferito e agonizzante, che squittiva sempre più debolmente, a terra.
Dispiaciuto per la sorte dell’animaletto, fece per alzarsi e andare a chiamare il suo papà – che certamente avrebbe saputo cosa fare – ma il topolino smise di muoversi, rimanendo immobile a terra.
« Perché non si muove più? » domandò ad alta voce Goten, infilandosi le manine in bocca con fare confuso.
« Che combini, moccioso? »
La voce del suo papà, seguita dalla comparsa un’ombra alle sue spalle, attirò la sua attenzione, facendolo voltare di scatto.
« Papà, perché non si muove? » chiese di nuovo.
Vegeta si inginocchiò, non capendo a cosa si riferisse, ma quando vide il topolino insanguinato corrugò le sopracciglia con aria severa.
« Sei stato tu? » domandò duramente. Sembrava arrabbiato.
Il bambino si affrettò quindi a scuotere la testa, in attesa che il genitore rispondesse alla sua domanda.
Il Saiyan parve rilassarsi, poi scosse la testa, come per cacciare qualche cattivo pensiero, e si alzò in piedi.
« È morto. » disse semplicemente.
Goten lo fissò con aria stralunata.
« C-come morto? » domandò, gli occhietti sgranati.
Vegeta sbuffò.
« Morto come morto. Tutti muoiono, moccioso. »
Il bambino lo fissò per qualche istante, poi grossi lacrimoni iniziarono a colargli lungo le guance e, prima che il più grande potesse fare qualcosa, gli si aggrappò a una gamba.
« Quindi anche tu, papà? Ti prego, non lasciarmi solo, ti prego! » piagnucolò, disperato.
Vegeta lo fissò, attonito, per alcuni istanti, poi incrociò le braccia e asserì: « Certo, anche io morirò, prima o poi. Ma stai tranquillo, penso proprio che tu faccia in tempo a riempirmi la casa di mocciosi prima che tiri le cuoia. »
Goten non aveva capito molto della risposta del padre, tranne che non lo avrebbe lasciato.
« Me lo prometti? » mormorò, stringendosi ancora di più a lui.
« Se ti stacchi dalla mia gamba. »
 
Goten sentì una lacrima ribelle colargli lungo la guancia sinistra.
« Bugiardo. Non ho fatto in tempo a “riempirti la casa di mocciosi”, mi hai lasciato prima. » singhiozzò.
Altre lacrime seguirono la prima e in poco tempo il ragazzo proruppe in un pianto disperato. Cercava di smettere, asciugandosi il viso con la manica della felpa, ma ogni volta che si liberava dall’acqua salata le sue guance ne erano nuovamente piene dopo pochi secondi.
« Papà… Perché? Perché mi hai lasciato? » mormorò tra le lacrime, i pugni convulsamente stretti.
« PERCHÉ?! » urlò, mentre la sua aura s’incrementava, i suoi capelli si tingevano d’oro e gli occhi divenivano smeraldini.
Da quant’era che non piangeva così? Più o meno… Da quando aveva sette anni e il suo papà era scomparso da poco.
Non gl’importava che qualcuno potesse vederlo, non gl’importava di nulla, nemmeno di quell’orgoglio che aveva cercato di preservare, impedendosi di piangere. Rivoleva il suo papà e basta.
« Smettila di frignare, moccioso, sei un Saiyan, non una donnicciola. »
Goten s’immobilizzò. Se l’era sicuramente immaginato, non poteva essere altrimenti.
Come immaginava delle risposte ai suoi racconti, adesso si era immaginato che il suo papà lo consolasse a suo modo. Non c’era altra spiegazione.
Respirò profondamente, tornando allo stadio normale, per poi alzarsi in piedi e asciugarsi le lacrime, deciso ad andare via.
« Ciao, papà… » mormorò, sfiorando la lapide con una mano e voltandosi.
Quello che vide, però, lo lasciò a bocca aperta.
Vegeta era in piedi a poca distanza da lui, le braccia incrociate e un’aureola sulla testa. Lo fissava con aria severa, ma le labbra erano lievemente incurvate all’insù, quasi impercettibilmente.
« P-papà? » mormorò, non osando muovere un passo nella sua direzione, quasi avesse avuto paura che quell’immagine potesse svanire al minimo spostamento d’aria.
« No, tua madre. Chi ti sembro, scusa? » rispose, seccato, il principe.
Gli occhi di Goten si riempirono di gioia e altre lacrime, questa volta di felicità.
« PAPÁ! » urlò, saltandogli al collo.
Si stupì nel trovarlo consistente, come una persona vera.
Vegeta rimase rigido, ma batté un paio di pacche sulla schiena del ragazzo, con aria imbarazzata, indubbiamente rosso in viso.
« Papà, non sai quanto tu mi sia mancato! » esclamò Goten, bagnando il genitore con le sue lacrime di gioia. Aveva sperato tanto di poterlo rivedere…
« Credo di averne una vaga idea. Allora, questa Valese bacia bene? Non me l’hai mai detto. » osservò il principe, una nota maliziosa nella voce.
« Ma… Allora ascoltavi tutto per davvero! » esclamò Goten, incredulo ma felice che le sue speranze non fossero vane.
« Tsk… Non c’è molto da fare nell’aldilà… La pace eterna è noiosa. »
Il ragazzo allargò il proprio sorriso, stringendosi ancora di più al petto del padre.
« Devo andare. » disse quello, freddamente.
Goten lo strinse più a sé, in un gesto istintivo.
« Sei appena arrivato… Aspetta ancora un po’… » mormorò, in tono capriccioso.
« Non dovrei nemmeno essere qui, se è per questo. » rispose Vegeta, allontanandolo rudemente.
Lo fissò con aria scettica, da capo a piedi, quasi si aspettasse che Goku lo maltrattasse, poi gli regalò un piccolo, minuscolo, sorriso. Come se fosse stato soddisfatto di quello che era diventato.
« Buona fortuna, moccioso. » disse, allontanandosi e svanendo all’orizzonte con un lieve cenno del capo.
Goten rimase a osservare la sua schiena fino a quando fu visibile, cercando di imprimersi a fuoco nella mente quell’immagine.
« A presto, papà. » mormorò, consapevole che fosse sempre con lui e lo vegliasse in continuazione.
Rimase immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi e lo sguardo perso nel vuoto, per non seppe quanto tempo, quando una voce familiare lo riscosse.
« Ehi, Goten! » lo chiamò il Saiyan dai capelli a palma, appena teletrasportatosi a qualche metro da lui.
« Goku. » disse il quattordicenne, stupito « Pensavo mi aspettassi a casa. »
Il Saiyan si portò una mano dietro la testa, ridacchiando in modo infantile.
« Infatti, ma ho visto che eri in ritardo e mi sono preoccupato. »
Goten estrasse il cellulare e controllò l’ora. Erano le nove meno dieci, era in ritardo di quasi un’ora.
« Scusa… Mi sono… Distratto. » disse, con un sorriso contento.
Goku notò la sua palese felicità e, confuso, domandò: « È successo qualcosa? »
Di solito, quando tornava dalle sue visite a Vegeta, pur sorridendo lievemente, aveva uno sguardo tremendamente serio.
« Sì. » rispose Goten, senza smettere di sorridere « Finalmente è tornato. »
 
-
Vegeta si ritrovò davanti al viso contratto dall’ira di Re Kaio.
« Vegeta! » disse quello, in tono di rimprovero.
« Sì? » fece il Principe dei Saiyan, indifferente, avviandosi verso il punto in cui aveva scorto la figura di Bulma.
« Dove credi di andare?! Un conto è farti apparire nei sogni di Goten per consolarlo, ma non puoi viaggiare liberamente tra l’aldilà e la Terra! Se ti vedessi fare cose del genere dovrei prendere provvedimenti! » sbottò la divinità.
« Ma lei non ha visto niente, giusto? » sogghignò Vegeta, girandosi verso di lui con uno sguardo soddisfatto.
« Potrei… Essermi distratto. » sospirò Re Kaio, facendogli cenno di andare.
Il Saiyan si allontanò senza ringraziare – d’altronde, non ci si poteva aspettare nulla di diverso da lui – e la divinità lo osservò raggiungere Bulma, che gli diede un bacio a fior di labbra, subito ricambiato, anche se con un certo disappunto che tradiva la sua opinione circa le “smancerie in pubblico”.
« Come sta Goten? » domandò Chichi, quasi urlando.
Vegeta storse il naso a causa della sua voce irritante, a suo dire, e rispose: « Come vuoi che stia? Bene, per quanto si possa stare bene vivendo da solo con Kakaroth. Come se poi non passassi la giornata a chiedere a Kaio cosa succede sulla Terra. »
Chichi arrossì e l’interpellato lo corresse, irritato: « Re Kaio. »
Vegeta ghignò.
« Quando lei inizierà a chiamarmi “Principe Vegeta”, io userò il suo, di titolo. »
Bulma sorrise, la mano intrecciata a quella del Saiyan. Il suo Vegeta non sarebbe mai cambiato.
« Vegeta! »
La voce infantile di Gohan li raggiunse e il bambino, che si stava allenando con Junior e Mirai Trunks, raggiunse il Saiyan.
« Sei stato da Goten? Come sta? » domandò, sorridendo.
Vegeta sbuffò.
« Ancora? Ho detto che sta bene. Perché non chiedete a Kaio, anziché stressare me? » disse, insofferente.
Gohan non si fece scoraggiare dal suo tono burbero – in fondo, se era riuscito a sciogliere il cuore di Junior un motivo doveva pur esserci – e lo invitò ad allenarsi con loro.
Il principe fu tentato di rifiutare, giusto per fare un dispetto al bambino, ma aveva proprio voglia di un sano combattimento e quel marmocchio, in fondo, gli stava piuttosto simpatico. Sempre meglio che combattere con Testa Pelata o il Mollusco che Bulma aveva scaricato per lui, comunque.
« Va bene. » acconsentì, ma prima che potesse andare Bulma gli depositò un fagotto urlante in braccio.
« Prima vedi di occuparti un po’ di tuo figlio! Dobbiamo passare l’eternità con un neonato e non ho nessuna intenzione di fare tutto da sola! » asserì, voltandogli le spalle per non dargli modo di replicare.
Il principe, tuttavia, non si fece problemi ad urlarle dietro: « Cosa?! Bulma, non penserai sul serio che smetta di allenarmi per occuparmi di questo moccioso! Io non ci so fare con i bambini! »
La donna si voltò verso di lui, con una risatina soddisfatta.
« Mi sembra che tu te la sia  cavata piuttosto bene con Goten, o sbaglio? »
Vegeta ringhiò.
Faceva la sua prima buona azione e gli veniva rivoltata contro. Fantastico.
« Appunto, ne ho avuto abbastanza di mocciosi per tutta la vita! » urlò ancora.
Sul volto della donna dai capelli turchini si dipinse un ghigno che Vegeta avrebbe potuto benissimo spacciare per suo.
« Infatti sei morto, tesoro. » replicò, allontanandosi e lasciandosi alle spalle il marito con una grossa vena pulsante sulla fronte e Crilin che ridacchiava poco più in là, affiancato da Thensing e Rif.
Quando Bulma fu abbastanza lontana, il Saiyan si affrettò a ricomporsi e mollare il fagotto in braccio a Chichi, che stava per raggiungere l’amica.
« Che fai? » domandò quella, confusa.
« Sei in debito di un moccioso, donna! Tienilo tu, io vado ad allenarmi. » disse, sbrigativo, affrettandosi a raggiungere Mirai Trunks, che stava combattendo contro Gohan e Junior.
Re Kaio non aveva distolto lo sguardo dal Principe dei Saiyan per tutto il tempo, un lieve sorriso sulle labbra.
Non avrebbe mai creduto che una persona potesse cambiare così tanto, ma quello che vedeva non era lo stesso Saiyan che era stato ucciso da Freezer su Namecc, né lo stesso che aveva permesso a Cell di completare la sua trasformazione. Era cambiato, aveva imparato ad amare per davvero e a mettere la vita di qualcun altro prima della propria, aveva imparato a non combattere per se stesso, ma per le persone amate. Aveva dato la propria vita per salvare quella di un bambino che aveva cresciuto come figlio suo e questa era la prova del suo cambiamento.
Ora, osservandolo combattere con quel sorrisetto sereno sul volto, non poteva fare a meno di pensare che quel Saiyan, più di tutti, si meritasse finalmente un po’ di pace e serenità.
 
 
 
FINE
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice (discorso depresso/commovente *pfft*)
 
Allora.
Ecco.
Credetemi se vi dico che non so davvero da che parte cominciare questo angolo autrice… L’ultimo angolo autrice di questa long, ad essere precisi.
Sono una persona che passa da un’ossessione compulsiva all’altra, quindi non ho mai finito una long, prima di questa, sebbene ne abbia cominciate alcune (no, non ne vado fiera).
Insomma, questa situazione mi è nuova.
Non so bene come sentirmi, sapendo di aver finito questa long: da una parte mi mancherà avere Vegeta e Goten per la testa (potrebbe anche scapparmi qualche OS, ogni tanto), dall’altra sapere di aver concluso mi dà molta soddisfazione.
Ho letto e riletto questo capitolo fino alla nausea, quindi credo di non poterlo migliorare in nessun modo, anche se sono sicura che, rileggendolo tra qualche giorno, cambierò idea.
Niente… è finita. E un po’ mi dispiace.
Ci sono così tanti ringraziamenti da fare… Io sono dell’opinione che ogni autore debba scrivere innanzitutto per se stesso, ma una buona parte del “coraggio” per portare avanti una long viene dato dai lettori, che ti incoraggiano a ogni capitolo, nonostante i ritardi e i problemi.
Non so come ringraziarvi per aver seguito questa storia, per avermi incoraggiata e per essere arrivati fin qui, senza scappare dopo che ho ucciso Vegeta *sensi di colpa*
Non voglio limitarmi a un “GRAZIE” (sì, maiuscolo) generale, ma farò il nome di ognuno di voi, perché ognuno di voi ha avuto la sua importanza. Vorrei conoscere tutti i nomi anche di chi ha solo letto, senza preferire, ricordare o altro, ma non posso, quindi per voi mi limito a un enorme ringraziamento generale ^^
 
In primo luogo, grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:
Topesia – grazie mille per avermi seguita nel corso di tutta questa long, per avermi incoraggiato con le tue recensioni. Grazie.
Zappa – Grazie per la tua recensione, sapere di averti commossa è una bella soddisfazione :)
Silver saiyan – Grazie anche a te per avermi seguita nel corso di tutta la long, commentando ogni capitolo e condividendo le… Ehm… Strane coincidenze XD
Shora – Anche a tu mi hai seguita nel corso di tutta la long, ti ringrazio per non aver mai mancato di esprimere la tua opinione e per aver sopportato ogni mia sparizione con pazienza incredibile. Spero che la tua sete di vendetta si sia attenuata un po’ XD
 
Ora, grazie a tutti coloro che hanno recensito gli altri capitoli (non ripeto i nomi di chi è già stato nominato sopra, spero di non aver dimenticato nessuno ^^):
_unknown_
MegaMary
khaleesi_saiyan
margulka93
Triz
love_vegeta96
GindelDeserto
Alessia ViVi
SkyDream
countrygirl_90
 
Grazie anche a chi ha inserito questa long tra i preferiti:
ghiaccioomega
mikypika
Shora
 
Chi tra le ricordate:
khaleesi_saiyan
Spring_
 
E chi tra le seguite:
BakaBlaire
C h i a
conni
countrygirl_90
ErinThe
GindelDeserto
Katun92
lamagica91
margulka93
Mars_16
Mary DB
MegaMary
panSS3
panSSJ2
Sayra
Shora
Silver saiyan
Stefy Pan
Taylor_28
Teen_Gohan_And_Pan_Fan_97
tigre
Triz
Zappa
_unknown_
 
Wow, siete davvero in tanti o.o
Non pensavo che questa storia avrebbe avuto tanto seguito, grazie davvero.
Penso di poter concludere qui, spero di non aver dimenticato nessuno, ma nel caso mi scuso.
Spero che non ci siano errori ortografici in quest’ultimo capitolo (avvisatemi, nel caso) e… Niente, sono certa che mi risulterà molto strano vedere la scritta “completa” nello stato di questa storia.
Potrei passare la serata a ringraziarvi, ma evito, mi limito a un grosso abbraccio virtuale per tutti, spero che questa storia vi sia piaciuta e… Niente, solo grazie. 
 
 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Rowan936