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Autore: Dalhia_Gwen    17/11/2013    8 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Nonostante l’orario inoltrato, le auto circolavano tranquillamente lungo le strade di Pembroke, noncuranti dei semafori lampeggianti di arancione, suggerendo così di prestare comunque attenzione.
Per questo motivo Geoff, buon guidatore qual’era, aveva la vista concentrata sulla strada, cercando però invano di non farsi distogliere dal pianto ininterrotto della gotica che, da quando entrò in macchina accompagnata da Bridgette, cominciò a piangere come non mai, distrutta e completamente spaesata da ciò che le preservò quella stupida festa.
Ogni tanto il biondo dava un’occhiata allo specchietto retrovisore, colpito dai singhiozzi dell’amica, per poi tornare velocemente a guardare di fronte a sé, preoccupato più di prima.
A contornare tutto vi era inoltre il cielo, completamente privo di stelle in quanto coperto dalle grosse nuvole grigie che lo sovrastavano. In quel momento cominciò a piovere, prima piano, poi la pioggia si fece sempre più insistente, fino a diventare costante.
Gwen, avvolta dalle braccia di Bridgette, avvertì le gocce d’acqua picchiettare violentemente i finestrini dell’auto, e solo in quel momento si rese conto che la pioggia era davvero forte.
Mai come in quel preciso istante sentì la pioggia essere più solidale con i suoi sentimenti.
 
Ovviamente Gwen arrivò a casa in uno stato indescrivibile, e ciò fece allarmare non poco la madre che, non appena vide la figlia tornare in quelle condizioni, venne investita da milioni e milioni di preoccupazioni.
“OH CIELO G-GWEN?! C-COSA’HAI! COSA T’HANNO FATTO?!” urlò la donna istintivamente abbracciando la figlia. Bridgette si sentì in dovere di intervenire.
“N-no no signora,stia tranquilla. G-Gwen sta bene…cioè..più o meno..” la ragazza, malgrado volesse mettere una buona parola, era visibilmente in difficoltà, ma lo sguardo confusionario di Margaret l’incitò a tagliare corto.
“Non si preoccupi. Le spiegherò tutto non appena metteremo Gwen a dormire.” Margaret non se lo fece ripetere due volte così, aiutata dalla bionda, mise sotto le coperte la gotica.
 
Restò ancora in casa di Gwen il tempo necessario per descrivere ciò che era successo quella sera alla donna che, non appena finì di udire il racconto, ebbe una pugnalata al cuore quando capì che le sue speranze nel vedere la figlia tornare con Duncan vennero stroncate per l’ennesima volta.
“N-Non ci credo..è impossibile..” disse sottovoce e visibilmente scossa la donna, per guardare poi con occhi lucidi la biondina.
“Abbiamo fatto il possibile..anzi, HA fatto il possibile per tornare con Gwen..” disse amaramente Bridg, che si fece scappare uno sbadiglio.
Notando la stanchezza, Margaret si intenerì e decise di lasciar andare l’amica: l’accompagnò alla porta e le augurò la buonanotte ringraziandola più volte per essere stata così gentile con Gwen, ma sapeva che quella notte nessuno sarebbe riuscito a chiudere occhio, soprattutto lei.
 
Per fortuna il mattino seguente era domenica, e tutti gli studenti avevano modo di poter riposare sufficientemente per riprendere poi il solito e monotono ritmo scolastico.
Anche Gwen ringraziò profondamente il cielo per averle concesso quel giorno di festa, in quanto non aveva la forza neanche di reggersi in piedi. Ma soprattutto non aveva alcuna intenzione di incontrare qualsiasi studente di quella dannata scuola, troppo disagiata da ciò che accadde durante la festa della sera precedente.
Si concesse il lusso di dormire sino all’ora di pranzo, per poi essere svegliata dalla madre che la invitò a pranzare.
“Ehi Gwen, su alzati..è ora di pranzo.” La voce squillante che si aspettava Gwen era stata improvvisamente sostituita da una moderata e decisamente priva di sentimento. In un primo momento rimase perplessa, ma poi pensò di sorvolare, così si diresse verso la cucina per andare a mangiare.
La famigliola era riunita intorno al tavolo, ma nessuno osava fiatare, permettendo così al telegiornale dell’ora di poter essere ascoltato senza interferenze.
La gotica mangiava con gli occhi bassi, chiusa nei suoi pensieri e riflessioni, ma non riusciva a reggere quel silenzio assolutamente anomalo della madre, che si limitava semplicemente a dare dei piccoli sguardi alla TV, facendo finta di ascoltare. In realtà era arrabbiata, delusa, addolorata con la figlia.
Come si poteva essere tanto cieche di fronte ad un amore così incondizionato?
Sapeva che Gwen era testarda ed orgogliosa, ma non fino a quei livelli. Non poteva essere così infantile.
Il racconto della bionda riaffiorò improvvisamente fugace nella mente della donna, e in quel momento istintivamente fece più pressione nel boccone di pennette al sugo che aveva preparato, facendo spaventare i due ragazzi.
A quel punto Gwen non ce la fece più.
“M-mamma? Cos’hai?” chiese la figlia visibilmente preoccupata.
In tutta risposta la donna alzò gli occhi dal piatto per poi forarle lo sguardo con il suo cupo e colmo di rabbia.
“Io non ho proprio niente. Piuttosto tu! TU COS’HAI IN QUELLA TESTA! Non so, devo portarti da qualcuno per farti controllare Gwen?” chiese Margaret come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
“M-mamma ma..ma cosa stai..” provò a dire la figlia scioccata dalla reazione della madre, ma venne preceduta.
“Gwen non fare la finta tonta! Pensi che io non lo sappia?! Pensi che io non sappia quello che hai fatto ieri sera a quel poveretto? Ma cosa deve fare un ragazzo per farti capire che ci tiene a te!?”  stavolta la donna urlò, incapace di reprimere quella rabbia che aveva accumulato quella notte. Gwen sbatté la forchetta sul tavolo.
“Mamma se permetti questi sono affari miei! E tu non devi..”
“IO INVECE POSSO DIRE QUELLO CHE VOGLIO! POSSO INTROMETTERMI NELLA TUA VITA SE STAI FACENDO LO SBAGLIO PIU’ INFANTILE DELLA TUA VITA!” QUESTO E’ UN ESEMPIO! Margaret si alzò da tavolo guardando truce la figlia che si spaventò leggermente per la reazione della madre.
Quelle parole ferirono non poco la gotica, facendola rimanere per qualche secondo senza risposte.
Lo sapeva, l’aveva capito, e se sarebbe stata un giudice si sarebbe punita severamente.
Ci volle un bel po’ per capirlo, tuttavia ci era arrivata.
Ma era ancora in grado di riparare?
Sarebbe stata ancora all’altezza di lui?
Deglutì rumorosamente, avvertendo le guance arrossire leggermente.
La madre aveva ragione, da sempre, ma armarsi del coraggio necessario per darle ragione proprio non ce l’aveva.
“Ma cos’è? Un complotto contro di me? Andate al diavolo! So io come comportarmi!” decise di chiudere lì la conversazione, andandosi a rinchiudere in camera come suo solito.
Margaret si fece scappare una risatina.
“Rinchiuditi dove vuoi tesoro, ma sappi solo una cosa: dall’amore non si può scappare.” Concluse poi incrociando le braccia vittoriosa.
L’unica cosa che udì fu la porta della camera della ragazza che venne chiusa violentemente, forse troppo.
 
Il pomeriggio provò a passarlo sui libri, cercando di distrarsi e di concentrarsi sulle materie che avrebbe portato l’indomani, ma con scarsi risultati, mentre la notte si girava e rigirava più volte con l’intento di prendere sonno, ciò che avvenne solo alle prime ore del mattino.
 
I primi giorni della settimana passarono velocemente, e la data della finale di atletica leggera era ormai alle porte.
Decise di andare più frequentemente in palestra, anche sotto consiglio di Luigi, con l’intento di poter essere in forma per la gara, ma qualcosa la turbava, o meglio la preoccupazione stava avendo il sopravvento su di lei.
Non per la gara.
Non per il dubbio di non farcela.
No per un compito in classe o per un’interrogazione.
Bensì per una persona, per Duncan.
Sì, perché da quando era iniziata la settimana erano passati tre giorni consecutivi in cui non lo vide o non lo incontrò neanche una volta. Tra l’altro non vedeva neppure la sua moto parcheggiata fuori dall’istituto, e ciò fece scatenare in lei un sovraccarico di paure e preoccupazioni che non riusciva a reprimere.
Lo cercava, è vero. Voleva chiedergli scusa per la reazione che ebbe quella sera, doveva chiarire.
Glielo doveva, se lo meritava.
O perlomeno era quello che si era prefissata di fare.
Neanche in palestra lo vedeva, tanto che anche Luigi si allarmò per le sue strane e prolungate assenze.
                                        ***
“Duncan non farebbe mai così tante assenze..neanche se gli avrebbero fissato tre compiti consecutivamente..” si ritrovò a pensare la gotica mentre poggiava i libri contenuti nella cartella per disfarla.
Guardò il display del suo cellulare, spento, ed istintivamente lo prese in mano, mentre un’idea le balenò in mente.
E se gli fosse successo qualcosa di grave? A chi poteva chiedere?
La prima persona che le venne in mente fu Bridgette, ma conoscendola avrebbe sicuramente nascosto l’eventuale gravità, rassicurandola per non affliggerla  ulteriormente. E questo era una delle cose che Gwen non riusciva proprio a digerire. Ad un tratto le venne in mente Geoff.
‘Ma certo! Lui è il suo migliore amico! Chi meglio di lui può fornirmi indicazioni?’si ritrovò a pensare la gotica e, senza pensarci due volte, cercò il suo nome tra i contatti, per poi pigiare il tasto che avrebbe fatto partire la chiamata. Il cellulare squillava, ma l’amico si faceva attendere, e per il nervosismo la ragazza cominciò a ticchettare le dita sulla scrivania su cui con una mano era poggiata. Finalmente il biondo rispose, scatenando così l’imbarazzo della ragazza.
“Pronto?” disse una voce squillante al suo orecchio destro.
“Geoff? Sono io, Gwen. Disturbo?” chiese timidamente la gotica.
“Ehi Gwen! No assolutamente! Dimmi tutto!” la incitò Geoff con la sua solita e contagiosa allegria che la fece sorridere.
“Ehm..a-ascolta, è dall’inizio della settimana che non vedo a scuola Duncan. Cosa gli è successo? No!Cioè…sta bene?” chiese frettolosamente lei imbarazzata più che mai, tanto da torturare una ciocca di capelli verde petrolio.
Nell’udire la domanda passarono alcuni secondi in cui il giovane non rispose per ragioni a lei sconosciute.
“Beh, come vuoi che stia un ragazzo che ha passato la sua festa a be…AHI!” Geoff imprecò qualcosa non potendo così finire la frase.
“C-Come?” chiese Gwen, immaginando il continuo di una verità che non avrebbe mai voluto accettare.
“Volevo dire che dopo la festa si è preso un brutto raffreddore! Sìsì, ehehe! Mannaggia!” si corresse il biondo massaggiandosi la nuca nel punto dolente.
“Ha la febbre?” chiese la gotica alquanto dubbiosa.
“Sì! Dopo che te ne sei andata ha avuto un problema alla macchina, e per ripararla è stato tutto il tempo sotto la pioggia! Sai com’è fatto, no? Ahahahah!” affermò spaesato l’amico.
“Già…conosco quanto sia testardo…” osservò lei sussurrando tra sé.
“O-Okay..allora..digli che Luigi lo ha cercato e che spera di vederlo gareggiare alla finale tra qualche giorno…salutamelo. Ci risentiamo Geoff.” Disse avvertendo le guance riscaldarsi, per poi chiudere la chiamata e sedersi sul letto.
Fissò il soffitto su di sé, totalmente persa nel pensare alle parole di Geoff. Sentendo che le lacrime avevano necessità di scorrere sulle sue guance, tirò su col naso cercando di rimandarle indietro.
Era chiaro: lo stava difendendo.
Non ci poteva credere, non poteva credere che l’avesse fatto.
Duncan si era ubriacato dopo che lei lasciò il luogo.
Quanto aveva bevuto? Tanto, troppo, considerando i parecchi giorni di festa. Il pensiero del ragazzo ridotto a condizioni deprimenti dovute alla sbornia la fece rabbrividire, ma rendersi conto che la colpa di tutto ciò fosse da attribuire solo a sé stessa la uccideva. Chiuse gli occhi, rimembrando le dolci parole cantate nell’ultima canzone da parte del punk, avvertendo il dolore invaderle l’animo. Portò le mani tra i capelli colorati sprofondandole per poi scuotere il capo lentamente.
Cosa avrebbe potuto fare, ora?
Il cuore lo sapeva, e cercava in tutti i modi di far adeguare una mente ancora scettica.
                                       ***
“Ma sei impazzito o cosa?!?!?! Mi hai fatto male!” la voce di Geoff dolorante echeggiò nell’aria della stanza in cui era presente, rivolgendosi rabbioso al suo interlocutore alquanto violento.
“Non è colpa mia se ho un amico ancora più impazzito di me!!  Hai la vaga idea di quello che stavi dicendo?!” chiese il ragazzo con la cresta verde dal suo letto. Il biondo fece spallucce.
“Mi spieghi perché glielo vuoi nascondere?” chiese lui esasperato.
“E me lo chiedi pure? A cosa serve?! Anche se sarebbe venuta a sapere la verità  non le sarebbe importato nulla perché le sono totalmente indifferente oramai!!” disse Duncan infastidito sia per la situazione che per l’ingenuità del suo migliore amico. A quelle parole il biondo rise spudoratamente, irritando ancora di più il punk, per poi avvicinarsi lentamente al letto su cui era steso.
“E allora perché ha chiesto di te se ‘le sei totalmente indifferente’?!” chiese Geoff imitando la sua voce scherzosamente, guardandolo con aria di sfida. L’espressione di Duncan mutò improvvisamente facendo posto ad una sorpresa. Rimase a pensare per un po’, trovandosi senza parole di fronte ad una realtà che non avrebbe mai considerato prima d’ora. Incrociò gli occhi azzurrissimi del biondo, che era impaziente di ottenere una risposta la quale però non arrivò mai. In compenso, sviò lo sguardo altrove, affermando le tesi di Geoff.
“Il tuo silenzio parla chiaro amico mio. Le donne sono complicate da capire, lo so, ma lei ti ama, e questo è sicuro.. Ma considera questo suo gesto come l’occasione veramente giusta per ricominciare.”gli spiegò dandogli una pacca su una spalla.
“Te lo dice un fratello che di donne ne capisce più di te, se permetti..Pensaci.
Beh adesso vado! Ci si becca amico!” e così dicendo lo salutò per poi lasciarlo nella sua stanza con una delle peggiori compagnie: l’insicurezza.





-------------------------°°°Angolo dell'autrice°°°-------------------------

Ma salve!!!! :D
Ci si rivede! ^-^
Beh ecco a voi il nuovo capitolo! :'D
Contenti? Spero di sì *-*
Abbiamo: una Gwen consumata dai sensi di colpa, un Duncan insicuro e un Geoff saggio....vi starete chiedendo "E adesso cosa succederà?"
Eheheh ovvio che non vi anticipo nulla! Ma vi invito a continuare a leggere! <3
Spero di non aver fatto significativi errori: in caso affermativo, mi scuso a priori, il capitolo è stato scritto in un momento veloce! T.T
Provvederò ad aggiornare presto, per quanto mi è possibile!
Ci risentiamo, a presto! <3

Se volete seguirmi anche col disegno, ecco a voi due siti su cui mi potete trovare ^-^
1. Facebook --------> https://www.facebook.com/pages/Dalhia-Creazioni/243291869107251  
2. DeviantART ---------> http://dalhia-gwen.deviantart.com/
GRAZIE A TUTTI! <3

P.S Da non perdere la storia del mio amico Clif (caro scusami per non aver ancora recensito..ma ti GIURO che sto leggendo tutte le storie, mi farò perdonare!)
 
"A tutto reality: efp
Siete pronti per un nuovo reality? Ancora di più se questa volta si svolgerà su una nave? Alcuni dei nostri concorrenti + altri 4 nuovi concorrenti si affronteranno in un reality mai visto prima d'ora! Da una nazione all'altra, pronti sempre a fare le peggiori sfide! Divisi in "Squali" e "Delfini" i nostri amici saranno pronti a passare sconvolgenti settimane nell'Oceano, costretti a stare con i loro peggior nemici! Poi, per chi si è perso qualcosa, non preoccupatevi: Ci sarà il dopo show di Dalhia_Gwen, condotto da Bleinley e Josh a tenervi informati su tutto e sempre pronti alla risata! In questo fantastico reality voi e ripeto voi potrete scegliere infine il vincitore!
Cosa manca per renderlo perfetto? Ah, è vero! Mancate voi! Cosa aspettate?
"Clif's story" vi augura: Buona lettura"


Devo ancora rispondere ad alcune vostre meravigliose recensioni del capitolo precedente, lo farò l'indomani non appena posso! :3
GRAZIE A TUTTI, DAVVERO! NON AVREI MAI CREDUTO CHE SAREI ARRIVATA A QUESTO PUNTO!
GRAZIE PER SEGUIRMI DA SEMPRE! <3



Dalhia_Gwen
  
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