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Autore: izayoi007    27/04/2008    23 recensioni
Ed eccomi qui...alla fine sono riuscita a pubblicare anche su questo sito grazie ai preziosi consigli di una della autrici che ringrazio immensamente...Dunque, per quanto riguarda la storia vi dico che è una RyouxIchigo, nuovi nemici, una nuova missione e nuovi dilemmi amorosi, entreranno in scena anche i nostri tre alieni preferiti, in aiuto delle belle Mew Mew!
P.s. Aspetto tanti bei commenti!
P.s.2: Probabilmente dal cap.6 piacerà particolarmente anche alle fan di Kisshu e dei suoi due amici alieni...
baciotti Izayoi007
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP.16 “TRASFORMAZIONE GATTO?!”








“…Ichigo, dopo quello che il loro nemico aveva fatto, non ci aveva più visto.

Il suo istinto felino, sostenuto dalla rabbia, aveva preso il sopravvento, prevalendo anche sulla ragione.
Il vento attorno a sé crebbe di intensità, sollevandole violentemente e facendo danzare i lunghi capelli e gli abiti. Anche l’energia da lei stessa sviluppata si fece più intensa e densa.
Si portò una mano tremula davanti agli occhi velati di rabbia, avvertendone un cambiamento incredibile: le crebbero le unghie, fino a diventare artigli e la mano si ricoprì di peli, molto simili a quelli di un…gatto?!
L’ultima cosa che udì, fu il lamento soffocato e letteralmente shockato di Mew Retasu.
- Kami-sama…-…”





Il tempo parve fermarsi in quell’istante.

Nessuno di loro fiatava. Nessuno ci riusciva.
Tutto tacque e persino ogni rumore attorno a loro si annullò completamente.
Gli otto ragazzi, compreso l’alieno dai capelli argentati, guardavano la scena davanti a loro, completamente paralizzati.
Dal terrore? Dalla sorpresa?…O semplicemente dalla meraviglia?
Non sapevano cosa pensare.
L’unica cosa certa era che nessuno di loro avrebbe mai più scordato quel giorno: sarebbe rimasto impresso nelle loro memorie per l’eternità. Fino alla fine ed oltre.
Probabilmente nemmeno loro sapevano cosa fosse stato quello strano sentimento che gli aveva mozzato il respiro ed aveva impedito loro qualsiasi movimento.
Non capivano neppure se dovevano essere spaventati o felici da ciò che avevano davanti. Sapevano solamente che quella situazione, avrebbe cambiato radicalmente le sorti della battaglia.
Il problema era: a loro favore…o contro di loro?
Già, perché nonostante quella che avevano davanti fosse indubbiamente Ichigo, non potevano stabilire se fosse la loro Ichigo.
E loro? Loro cosa provavano davanti a quella visione?
Difficile stabilirlo.   
Impossibile dirlo.
La loro mente era vuota, completamente deserta ed occupata solamente da ciò che i loro occhi vi proiettavano all’interno.
Si sentivano come sospesi in una dimensioni di cui loro erano gli spettatori stessi delle loro vite. Intrappolati in un gioco crudele di turbinanti ed infaticabili emozioni.
Non c’erano una via di mezzo, solo opposti, così sarebbe stato il loro destino da quel momento in avanti: di bianco o nero, pieno o vuoto, dolce o salato.
Di vita o di morte.
Sì, vita o morte. Perché nessuno lo aveva detto loro, eppure tutti lo sapevano: quella era una questione di vita o di morte.
Testa o croce: era come una scommessa.
50% di possibilità: contro di loro. Altro 50% di possibilità: con loro.
Nel caso in cui fosse prevalso il primo, nemmeno da chiederselo: sarebbero sicuramente morti tutti. Nessuno escluso. Lo sapevano.
In cuor loro però, sapevano altrettanto bene che se fosse stava l’altra eventualità a risultare quella corretta…beh…neppure in quel caso il loro destino sarebbe stato completamente al sicuro.
Nessuno di loro parlava; ogni parola sarebbe stata vana, inutile, vuota.
Ogni respiro avrebbe potuto significare un attimo in più o in meno di vita.
Sarebbe potuto essere l’ultimo.
Qualcuno, non ha importanza chi, probabilmente più di uno, deglutì a vuoto più volte, ispirando ansiosamente e lentamente l’aria, sentendola graffiare rabbiosamente la gola e i polmoni, come se a farlo fosse stato un gatto dalle unghie ben affilate.
Un gatto dalle unghie ben affilate…che curioso paragone…
Sicuramente però, nessun altro sarebbe calzato a pennello altrettanto bene, in quella situazione.
Già, perché davanti a loro non avevano che quell’immagine.
Certo, forse quello… - quello in cui si era trasformata la loro amica - non era altro che un gatto dalle unghie ben affilate…
Certo, un micione bello grosso ed imponente…Non come quei piccoli batuffoli pelosi che ti ispirano tanta tenerezza…no!
Quello, o quella, come dir si voglia, ispirava tutto tranne che tenerezza…
Il gatto, anzi, il grosso o meglio ancora, l’enorme gatto dalle dimensioni spropositate, con zanne ed artigli così lunghi ed affilati che avrebbe fatto impallidire la più temeraria e la più potente della tigri o qualsiasi animale dall’aria pericolosamente feroce, che si ergeva davanti ai loro occhi esterrefatti, appariva come una figura minacciosa ed imponente ma elegante e bellissima.
Era…fine, incuteva timore e rispetto ma emanava un incredibile fascino animalesco…come la più illustre delle creature…
Aveva l’aspetto e la solennità di una fiera tigre bianca, ma allo stesso tempo riportava i tratti fini ed eleganti tipici dei felini di piccole dimensioni, come i comuni gatti o le linci.
Ma non era tutto, nella sua figura dal manto lucente e nero corvino, eretta sulle robuste quattro zampe si notava la fierezza e il rispetto che solitamente veniva attribuito al più nobile tra i felini, al re della foresta: il leone.
Inoltre, dai suoi occhi scarlatti, ormai privi di quella luce di allegria e spensieratezza da cui prima erano animati, trapelava tutta la furia e la rabbia della bestia.
Sembravano mandare lampi d’odio ardenti come lapilli incandescenti.
Fiammeggianti e saturi, come le rapide e violente cariche di energia che ancora, ogni tanto, squassavano l’aria rosata che l’avvolgeva.
Improvvisamente il silenzio fu rotto.
L’animale ruggì, muovendo sinuosamente la coda e scotendo nervosamente il capo.
E fu come se la terra tremasse.
Ognuno di loro si risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto.
Tornarono a respirare, traendo un grosso sospiro, accorgendosi solo allora di aver trattenuto il respiro fino a quel momento…
E fu come averlo fatto per la prima volta.
La grossa bestia fece un passò in avanti e il terreno intorno alla sua zampa fu schiacciato dal suo potere e ridotto in polvere così sottile da essere quasi invisibile.
Avanzò lentamente e ad ogni suo passo la terra tremò e pezzi di cemento sotto le sue zampe volavano via al contatto dell’arto con il pavimento. Volteggiavano per aria, sostenuti dalla sua sola energia.
Gli artigli affondavano nella superficie fangosa, resa tale dalla pioggia, segnando forte l’impronta, come a volerne sottolineare il passaggio.  
Ad ogni passo che la creatura faceva in avanti, loro ne facevano istintivamente due indietro.
Improvvisamente si bloccò. Un altro ruggito e nemmeno un batter di ciglia che la videro spiccare un grosso balzo, a fauci spalancate e zampe protese in avanti verso il loro nemico.
Ringraziarono con tutto il cuore ogni divinità che conoscevano.
Perché?
Beh…se foste stati al loro posto, probabilmente avreste fatto la stessa identica cosa.
Il terrore che comparve sul volto di Raven nel momento in cui aveva realizzato di essere lui l’obbiettivo di quella creatura, non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che albergava nel suo cuore.
Non seppe nemmeno bene lui come, ma per un soffio, per un solo alito di vento, riuscì ad evitare di finire tra le sue fauci, lanciandosi disperatamente di lato.
Il tutto era avvenuto ad una velocità inaudita, ma per loro fu come vedere la scena a rallentatore.
Intuite le intenzioni della bestia, appena in tempo,  Ryou, Zakuro e Pai spronarono gli altri a mettersi al riparo con grida allarmate.
Purin fu tratta in salvo da Taruto ancor prima che la giovane se ne rendesse conto mentre Pai e Kisshu si allontanarono in volo, il primo, trascinando con sé la Mew verde e il secondo afferrando saldamente quella blu per un braccio e portandola con sé in aria.
Zakuro e Ryou, con ancora Hana tra le braccia, spiccarono un lungo balzo appena qualche secondo prima dell’impatto.
L’attacco di Ichigo, andato a vuoto, la fece atterrare pesantemente sulle quattro zampe e slittare per diversi metri sull’asfalto. Creò un gran polverone.
Quando la polvere si diradò, un lungo solco di terreno devastato, costellato di ciottoli più o meno grossi di cemento distrutto, percorreva il terreno dal punto in cui lei era atterrata a dove si era fermata.
La bestia, ancora piegata sugli arti, per attutire l’impatto e messa di traverso, a causa della scivolata, si rialzò emettendo un grosso ruggito infastidito.
Si scrollò la polvere di dosso e si riportò nuovamente in posizione eretta, puntando gli occhi rubino in quelli, ancora spaesati per l’attacco improvviso, dell’avversario.
Raven aveva il respiro corto per lo spavento e lo scatto.
Si piegò sulle ginocchia, tentando di riprendere il controllo di sé.
La voce stridula di Minto fu la prima, dopo un po’ di tempo, a riempire l’aria.
- Ma si può sapere cosa sta succedendo a quella stupida?! - gridò, dall’alto della sua postazione.
Era una domanda generica, rivolta a nessuno in particolare, comunque il suo sguardo cadde sul biondo americano.
Il giovane non rispose ma fu attirato dalla voce allarmata di Keiichiro, proveniente dal microfono di Masha.
- Ryo! Ryo! Mi senti?! È una cosa incredibile!!! - Shirogane affidò momentaneamente Hana a Zakuro di fianco a lui ed afferrò bruscamente il piccolo robottino tra le mani portandoselo davanti al viso.
- Ti sento Keiichiro! Che sta succedendo?! - domandò, gettando occhiate preoccupate ai due avversari che continuavano a studiarsi a vicenda, senza dar segno di volersi muovere.
- È assurdo! Il Dna felino di Ichigo sembra impazzito! Ha completamente surclassato quello umano!!! Non era mai successo prima! Ed inoltre i livelli di attività cerebrale sono bassissimi! Sembrano quasi quelli di…di…-
- Un animale privo di ogni ragione e sentimento, guidato solamente dall’istinto - proruppe la mew viola, non distogliendo lo sguardo dalla battaglia di occhiate che si svolgeva davanti a loro.
- Esatto!! State attenti ragazzi: non so di preciso cosa sia successo alla nostra amica, ma state pur certi che non avrà particolari premure verso di voi…ora è solamente un animale assetato di sangue che cerca prede da conquistare…è solamente un caso che per ora se la sia presa solamente con il nostro nemico, ma temo che non appena avrà finito con lui…beh…cercherà altre prede…e non guarderà in faccia a nessuno: amici o nemici che siano… -
Ryou strinse convulsamente tra le dita il piccolo robottino rosa, spostando lo sguardo davanti a sé.
- Dobbiamo cercare di fermarla…a qualunque costo…- affermò, stringendo i pugni e tremando lievemente. Retasu gli si avvicinò con la bocca spalancata e una mano davanti ad essa.
- Shi-Shirogane-san…come come…-
Purin si gettò in avanti interrompendo l’amica impossibilitata a continuare la frase.
- Shirogane onii-san noi non potremmo mai fare del male ad Ichigo onee-chan!!! - gridò concitata.
- Purin ha ragione! Come puoi chiederci una cosa simile?! - sbottò Minto, con le lacrime agli occhi.
Improvvisamente, Ryou si sentì afferrare per il bavero della camicia e si ritrovò un viso dagli occhi ambra a pochi centimetri dal suo.
Era furioso.
- Non dire sciocchezze!! Non ti permetterò di farle del male!! Non ti permetterò di farle pagare i tuoi errori di calcolo! È colpa tua se è diventata quello che è ora! Se tu e il tuo amico pasticcere non vi foste divertiti a giocare agli scienziati da quattro soldi, a quest’ora lei non sarebbe ridotta a quel modo!!! - gridò Kisshu furioso. Il silenzio calò sul gruppo.
Zakuro percepì che le parole dell’alieno l’avevo scosso. Aveva notato il fremito nei suoi occhi di ghiaccio.
L’americano abbassò lo sguardo, non permettendo più loro di guardarlo negli occhi e con un movimento secco se lo scrollò di dosso.
- Noi, se posso usare le tue parole, non avremmo mai giocato a fare gli scienziati da quattro soldi, se voi non ci aveste costretto, attaccando la Terra…- mormorò, alzando finalmente gli occhi di ghiaccio su quelli dell’alieno.
Freddo. Indifferente. Come se quelle parole non l’avessero mai toccato.
Il braccio di Kisshu si levò nell’aria e un attimo dopo il suo pugno si abbatté sulla guancia del biondo, così forte da fargli voltare la faccia di lato.
Se Pai non fosse intervenuto a trattenere il suo compagno, gli sarebbe sicuramente saltato addosso e non si sarebbe limitato ad un semplice pugno.
Pai sapeva che l’umano era in grado di difendersi, ma aveva capito anche che probabilmente in quell’occasione si sarebbe limitato a subire senza una parola.  
- Non è il momento di litigare fra di noi, ora. - affermò sicuro, trattenendo Kisshu da sotto le braccia.
Il giovane si agitò nella sua presa, tentando nuovamente di saltare addosso all’umano davanti a sé.
Un altro rumore catturò la loro attenzione e tutto il gruppo si voltò nuovamente verso  la battaglia in corso.
Ichigo, come se si fosse improvvisamente risvegliata, scattò nuovamente in avanti, verso Raven e percorse la distanza che li separava a grandi falcate.
L’alieno, terrorizzato, tentò di fermarlo lanciandogli addosso una miriade di chimeri, con furia cieca.
Tutto inutile.
Solo venendo a contatto con la sua aura rosata, le piccole creature si disintegravano ancora prima di potersi trasformare effettivamente.
Non riuscendo assolutamente a prevedere una tal cosa, l’alieno questa volta, non riuscì a scansarsi e la bestia lo spedì a sbattere contro una delle pareti in rovina dell’edificio.
Il suo corpo rimbalzò contro il cemento e ricadde dolorante al suolo.
Si mosse a fatica, non riuscendo neppure a rialzarsi.
La creatura gli si avvicinò lentamente.
Quando gli fu praticamente davanti, abbassò il capo e si piegò in avanti.
Schioccò la coda sul terreno, come una grossa frusta e aprì le fauci: uno spaventoso ruggito uscì da essa, facendolo impallidire pericolosamente, più di quanto già chiaro non fosse di natura.
Raven deglutì e si ritrasse quanto più poté, appiattendosi contro il cemento alle sue spalle.
Non aveva paura.
Era fottutamente terrorizzato.








A pochi metri da lì, il piccolo gruppo formato da quattro sconvolte mew mew, un imperturbabile umano e tre alieni completamente atterriti.

- Faremo come ha detto Shirogane-kun…-  affermò sicura Zakuro, guardando di sottecchi l’americano -…non abbiamo altra scelta…non possiamo permetterle di fare dal male a qualcuno…nemmeno Ichigo se lo perdonerebbe mai. -
Il giovane Taruto si fece avanti, era ancora più pallido e shockato di quanto si potesse immaginare.
- Già…e come pensate di fare?! L’avete vista? È…è…terribile!!!Sembra invincibile!!! - esclamò indicandola.
- Non essere sciocco, Taruto! È pur sempre una creatura di questa terra…non può essere indistruttibile. - lo contraddisse sicuro il fratello maggiore.
- Ah sì?! - pigolò lui, tremando visibilmente - e allora occupatene tu!! - affermò guardandolo storto.
- Ce ne occuperemo tutti insieme!! - intervenne Purin - Ichigo è una nostra amica e non la lasceremo in quello stato!!!- strillo, con le lacrime agli occhi. Anche Minto parve molto decisa e si avvicinò loro con pugni stretti e gli occhi scintillanti di determinazione.
- Già, faremo di tutto per farla tornare come prima!!! Perché può tornare come prima…vero Shirogane-san? - si voltò verso il compagno che ricambiò il suo sguardo con uno leggermente indeciso.
- Non lo so…ma possiamo provarci…- ammise, tornando a guardare lo scontro poco lontano da loro.
Si sentiva così inutile.
Ancora una volta non serviva a nulla e la vita della donna che amava era appesa ad un filo.
Anche se prima non era sembrato, le parole dell’alieno dai capelli verdi lo avevo colpito come un pugno in pieno stomaco.
Era vero: era colpa sua se ora Ichigo era ridotta in quello stato.
Strinse forte un pugno, facendo quasi sbiancare le nocche  e si concentrò sull’azione davanti a sé.
Non sapeva davvero se Ichigo avrebbe potuto tornare come prima ma naturalmente se lo augurava con tutto il cuore.
Tutto quello non era previsto dalle sue ricerche. Non avrebbe mai dovuto accadere!!
Dannazione!!!
Quando aveva affermato che avrebbero dovuto fermarla a tutti i costi, aveva sentito le parole che gli uscivano dalla bocca, graffiargli la gola nel momento stesso in cui le aveva pronunciate.
Le sue riflessioni furono interrotte dal grido di Hana, tra le sue braccia, che scalciava per poter scendere.
- Che succede Hana?! - gli domandò preoccupato, cercando di trattenerla senza farle male. Ma la bambina si dimenava troppo e quell’attimo prima di distrazione gli costò caro.
Hana riuscì a scivolargli via.
- No mamma!!! - aveva gridato, un attimo prima di mettersi a correre, per quanto gli fosse possibile, verso Ichigo. Non voleva che la sua giovane mamma facesse del male a qualcuno!!
Per lo stupore e per il fatto che ognuno di loro era concentrato sulla battaglia in corso, nessuno di loro riuscì a fermarla.
La bambina si bloccò solamente quando arrivò dalla madre e gli si attaccò ad una delle zampe anteriori, stringendola terrorizzata.
- HANA!!! - l’urlo terrorizzato dei suoi compagni, distrasse Ichigo dall’alieno davanti a sé che stava per essere colpito dalla zampa libera che l’animale teneva ancora levata per aria,  e che spostò la sua attenzione sulla bambina abbrancata all’arto libero che ancora aveva a terra.
Immediatamente, e senza esitazione, Ryou e il resto del gruppo scattò in avanti, per cercare di recuperare la bambina ma Ichigo, accortasi del loro tentativo, alzò il capo verso di loro e ruggì minacciosamente, facendoli arrestare di colpo.
La testa si mosse in un movimento leggermente ondulatorio e le fauci si spalancarono a dismisura.
Approfittando di tutta quella confusione generale, Raven attinse alle sue ultime forze e si smaterializzò davanti ai loro occhi.
- Sta scappando!! - gridò Kisshu furioso, scattando in avanti, nel tentativo di fermarlo.
- Che vuoi che importi adesso!!! Dobbiamo pensare ad Hana!! - lo rimproverò Minto, accompagnando le sue parole con un occhiataccia che arrestò la sua corsa.
Tutta l’attenzione si spostò nuovamente su Ichigo e Hana.
La creatura chinò il capo osservano la piccola in lacrime, ancora avvinghiata alla sua zampa, nel tentativo di fermarla.
- Mamy…- pigolò quella, aprendo lentamente gli occhi e puntandoli in quelli della giovane mamma.
La mew rosa piegò lievemente il capo da un lato, e lentamente la sua coda andò a circondare la vita della piccola bambina, sollevandola delicatamente da terra e portandosela davanti al muso incuriosito.
Trattennero il fiato per la preoccupazione, Mew Retasu fece un lieve passo in avanti, ma il braccio teso del biondo la bloccò.
- Ferma…non credo che abbia intenzione di farle del male…- affermò, studiando il comportamento della creatura davanti a sé.
La mew verde annuì lentamente, rilassando lievemente i muscoli.
- Credi che l’abbia riconosciuta…? - chiese Zakuro, con un filo di voce.
Ryou tacque qualche istante.
- È possibile… sembrerebbe…- sussurrò poco dopo, più a se stesso che a lei.
Pai gli si avvicinò lentamente, cercando di non farsi notare da Ichigo che ancora guardava la figlia.
- Umano…credo che ci sia una minima possibilità che la vostra amica non abbia del tutto perso la ragione…forse può tornare come prima…ma dobbiamo comunque bloccarla…non si sa mai…- gli disse, non appena fu ad una distanza sufficiente da consentirgli di farsi sentire senza attirare troppo l’attenzione.
Ryou annuì lentamente, senza spostare lo sguardo da Ichigo.
Decise che era il momento di agire.
- Io provo ad avvicinarmi, cerco di distrarla…voi provate a bloccarla…ma solamente al mio segnale. - stava per avanzare, quando si sentì afferrare per un braccio.
Si voltò ed incontrò gli occhi pieni di lacrime di mew Retasu.
- Shirogane-san…è pericoloso! Non andare! - mormorò, con voce tremula. Lui le sorrise lievemente e appoggiò la mano a quella della ragazza ancora sul suo braccio.
- Starò attento. Non preoccuparti. Voi fate solo quello che vi ho detto. - le disse e lei annuì timidamente, lasciandolo lentamente andare.
Si scambiò uno sguardo d’intesa con Pai e lentamente, cominciò ad avanzare verso il suo obbiettivo.
Tutti osservavano la scena con il fiato sorpreso ed i muscoli tesi, pronti a scattare al suo segnale.
Quando fu sufficientemente vicino, Ichigo si accorse della sua presenza e si voltò di scatto verso di lui, facendolo sussultare.
Dalla sua bocca, come un avvertimento, uscì un basso e minaccioso ringhio. Il pelo gli si rizzò su tutto il corpo, le orecchie si appiattirono sul capo, tendendosi all’indietro e digrignò i denti fino a mostrare la fauci.
Una goccia di sudore freddo scivolò giù per la tempia del ragazzo e si bloccò a pochi metri da lei.
Con un movimento veloce, Ichigo riportò la piccola dietro la propria zampa, ponendosi in posizione di attacco, ma non si mosse.
Sembrava che stesse cercando di proteggerla.
Allora ci avevano visto giusto: l’aveva riconosciuta in qualche modo, anche se non sembrava riconoscere lui.  
Ancora adagio, avanzò verso di loro ma improvvisamente la grossa creatura scattò lievemente in avanti e con una zampata lo mandò ad impattare dove poco prima era atterrato il loro nemico.
L’atterraggio fu doloroso, tanto da mozzargli il respiro e risvegliò anche il dolore al polso.
Prima che se ne accorgesse, nuovamente Ichigo gli fu addosso.
Questa volta, si ritrovò schiacciato sotto il peso della stessa zampa che prima l’aveva colpito.
Ancora una volta il respiro gli si bloccò e fitte lancinanti gli esplosero dal ventre.
Sentì persino le costole scricchiolare pericolosamente.
Non fece in tempo a realizzare la situazione che Ichigo esercitò una maggiore pressione sulla zampa, facendolo affondare ancora di più nel terreno fangoso sottostante.
Lanciò un piccolo gemito soffocato e strabuzzò gli occhi.
Sentì persino la piccola Hana chiamarlo con voce preoccupata e pregare la madre di lasciarlo andare, ma lei non le diede retta.
Lentamente, con fatica, afferrò con entrambe le mani la zampa sopra di lui e cercò di levarsela di dosso, naturalmente senza successo.
- Ichigo…- mormorò, cercando di respirare sotto quella morsa d’acciaio.
Le orecchie della mew mew si mossero lievemente e lei chinò il muso su di lui, guardandolo intensamente per qualche istante, ma prima che potesse compiere una qualsiasi mossa, una lunga frusta viola le si avvolse intorno al collo e la tirò indietro con tale forze da ribaltarla all’indietro e spedirla a terra qualche metro più in là.
Retasu si avvicinò velocemente al ragazzo, aiutandolo ad alzarsi mentre tossiva nel tentativo di liberare i polmoni.
- Shirogane-san! Stai bene?! - gridò preoccupata. Lui annuì lentamente, nonostante sentisse distintamente dolore su tutto il ventre ed al polso.
Con la coda dell’occhio vide Hana rialzarsi dopo essere scivolata a terra mentre lo liberavano e cercare di correre nuovamente verso Ichigo a terra, ma questa volta lui fu più veloce e l’afferrò per la vita, prima che si allontanasse troppo.
- Stai calma! Ci pensiamo noi alla mamma!! - affermò e lei scosse affermativamente il capo, nonostante il labbro inferiore le tremasse nel tentativo di trattenere i singhiozzi e avesse gli occhi acquamarina pieni di lacrime.
Prima che Ichigo potesse rialzarsi, intervenne Taruto che si avvicinò velocemente e poggiò una mano a terra. Subito dopo, una moltitudine di rami, radici ed arbusti spuntò a velocità sorprendente dal terreno, afferrando Ichigo da ogni parte e schiacciandola nuovamente a terra, trattenendola con forza.
La mew mew si dimenò a lungo, ruggendo e frustando l’aria con la lunga coda nera ma alla fine parve arrendersi e si abbandonò a terra.
- Mamma!!! - gridò preoccupata, la bimba dai boccoli rossi e finalmente Ryou, vedendo oramai Ichigo bloccata a terra, decise di lasciarla andare, visto che, ad ogni modo non aveva mai mostrato di volerle fare del male.
Preoccupata, Hana si precipitò da lei e abbracciò stretto il suo muso intrappolato da una lunga liana che la costringeva ad aprire la bocca solo di poco.
Piano, tutti loro si avvicinarono cautamente, tirando sospiri di sollievo.
- …è finita? - mormorò Taruto, accostandosi lentamente. Pai scosse la testa.
- No, dobbiamo trovare il modo di farla tornare come prima! - esclamò piatto, sospirando stancamente -…qualche idea?-  chiese, voltandosi verso il biondo.
Lui parve pensarci su qualche istante poi scosse il capo.
- Per ora no…dovremmo portarla in laboratorio…ho bisogno di lavorarci su con calma…-
- E come pensi di portarcela genio? - intervenne Kisshu, guardandolo con aria di scherno - ti vorrei ricordare che se provassimo solo a sfiorarla ci divorerebbe senza pensarci due volte ed, inoltre, come pensi farcela entrare in laboratorio?! -
Prima che il biondo potesse in alcun modo replicare, un sussurro lamentoso di Minto lo interruppe.
La mew blu si portò le mani tramanti alla bocca, tramando lievemente.
- Cielo…- mormorò, guardando in direzione dell’amica intrappolata.
- Sta piangendo…- constatò Purin, guardando la creatura che guaiva e versava grosse lacrime.
Pai inarcò un sopracciglio avvicinandosi appena.
- A quanto pare ha conservato una parvenza di umanità…- mormorò, fissando le lacrime scendergli giù dagli occhi.
- Non possiamo trattarla così! Taruto-chan….ti prego…liberala!! -lo pregò Retasu, stringendosi le mani al petto, tremante.
Zakuro fece un passo avanti, bloccando il piccolo alieno.
- No! - affermò perentoria, afferrandolo per una spalla - non lo fare, non sappiamo ancora come si comporterà! - il piccolo alieno si bloccò di colpo: la mew mew aveva ragione.
Se non poteva evitare alla sua amica di soffrire a quel modo, almeno poteva evitare che la piccola Hana vedesse sua madre ridotta  a quel modo, quindi Retasu decise di avvicinarsi per allontanarla, ma non appena lo fece, Ichigo ringhiò pericolosamente e si agitò nel tentativo di liberarsi.
- No, Mew Retasu non farlo! È l’unica cosa che al momento la tiene buona!! - gridò Zakuro.
Troppo tardi.
Ichigo si agitò talmente tanto che le liane intorno a sé si spezzarono e lei riuscì a liberarsi.
- Dannazione!! - sbottò Ryou, afferrando la mew verde per un braccio ed allontanandolo repentinamente da lì, come facevano tutti gli altri.
- Retasu si può sapere che diavolo ti è saltato in mente?! - gridò Mew Minto, volando agitata sopra le loro teste.
La mew mew si sentì incredibilmente in colpa e le lacrime le salirono agli occhi.
- Io volevo solamente che Hana non vedesse Ichigo ridotta in quel modo…-
- Beh…la prossima volta pensaci un paio di volte prima di combinare simili disastri!!! - strillò l’altra in risposta.
- Non rimproverarla. Le intenzioni di Retasu erano buone! - intervenne Mew Zakuro.
- Scusatemi… - pigolò la mew verde, guardandole angosciata.
Ryo le appoggiò una mano sulla spalla, tentando di rassicurarla.
- Non preoccuparti, ora però aiutaci a rimediare…- le disse conciliante, cercando di farla calmare. La ragazza annuì sorridendo e richiamò le sue armi.
- Allora…che facciamo? - domandò Mew Purin, saltellando per evitare gli attacchi dell’amica.
- Non lo so…non credo che lo stesso giochino funzionerà due volte…- mormorò Zakuro, evitando una zampata.
Continuarono così per diverso tempo, evitando gli attacchi della grossa creatura e nel contempo cercando una strategia di contrattacco efficace ma non letale.
Con il passare dei minuti però, cominciarono ad accusare la fatica e la stanchezza e uno ad uno, quasi tutti finirono a terra.
Alla fine, in piedi rimasero solamente Zakuro, Kisshu, Pai e Ryou.
- Ma che cavolo! È impossibile!!! Così non ce la faremo mai!!! - gridò Kisshu, al limite della sopportazione.
Pai gli lanciò un occhiataccia - Stai zitto, sto cercando di trovare una soluzione!!! - ringhiò.
Sia lui che Ryou avevano cercato di individuare il suo punto debole, ma che diamine!! Quella bestiona sembrava non averne!!!
Serrò i pugni e digrignò i denti, spremendosi le meningi.
- Pai, fai lavorare i circuiti del tuo cervello più in fretta!!! Comincio ad essere stufo!! - gli gridò il fratello, evitando per un soffio gli artigli della giovane.
- La nostra unica speranza è di riuscire ad immobilizzarlo nuovamente, ma come? - suggerì Zakuro, mentre si fermava a riprendere fiato: ormai anche lei era allo stremo delle forze.
- Che ne dite di riprovare con quella piccola umana? Sembra che sia l’unica di cui gliene importi seriamente qualcosa…- mormorò Pai pensoso, guardando la piccola tra le braccia del padre. Ryou esitò un attimo ma poi si dovette arrendere all’evidenza dei fatti.
- E va bene…- sussurrò accondiscendente.
- Ok, ragazzi, bene. Siete geniali, sul serio! Ma….c’è un piccolo problema…come?- intervenne Kisshu. Tre paia d’occhi lo fulminarono all’istante.
- Perché non ci pensi un po’ tu! - lo rimproverò il fratello e lui sbuffò contrariato.
Prima che potessero arrivarci da soli, la soluzione arrivò da sola.
A causa della loro distrazione, non si accorsero del nuovo attacco di Ichigo e quindi quando quello avvenne, lo evitarono per un soffio, ma Ryou e la piccola si separarono nell’impatto con il suolo e la mew stava nuovamente per attaccare, quando la bambina gli si pose davanti, cercando di difendere il padre.
Ichigo si bloccò a mezz’aria, guardando la bambina confusa.
Fissò alternativamente lei e il giovane a terra, senza accennare a nessuna azione.
- Mamy…please, leave us alone!* - mormorò piano, cominciando ad avanzare verso la madre.  
Ichigo concentrò la sua attenzione interamente sulla bambina, ignorando tutto il resto.
Tutto il resto del gruppo rimase a guardarli con il fiato sospeso, senza muovere nemmeno un muscolo.
Non un solo battito di ciglia ruppe quel momento.
Improvvisamente, un rombo di tuono proruppe nel cielo e un fulmine si abbatté su di un cumulo di macerie, proprio dietro il biondo americano ancora bloccato a terra.
Un grosso e pesante blocco di cemento armato, già in precario equilibrio, crollò sotto la potenza della folgore.
Gli sarebbe caduto addosso, era inevitabile. Non avrebbe avuto il tempo di alzarsi e schivarlo e nessuno avrebbe potuto salvarlo.
Chiuse gli occhi e si preparò al crollo.
Sentì i suoi amici gridare il suo nome e una goccia di sudore freddo gli corse giù lungo la fronte.
Attese, ma nulla avvenne e fu così che, molto lentamente, riaprì gli occhi cerulei e la scena che gli si presentò innanzi glieli fece strabuzzare dalla meraviglia.
Sopra di lui, zampe piegate e tremanti per lo sforzo, muscoli tesi e zanne digrignate, Ichigo, o meglio, la creatura in cui si era trasformata, sorreggeva il grosso blocco di cemento armato, impedendo che gli finisse addosso.
- I-Ichigo…- mormorò perplesso, quasi in trans.
Restò così, a guardarla sbalordito per qualche istante finché un grosso ciottolo si staccò dal blocco e finì a pochi centimetri da lui, risvegliandolo dallo stato di catatonia momentanea in cui era caduto.
La creatura, con grande sforzo, gli ruggì contro, come ad intimargli di allontanarsi.
Ryo non se lo fece “ripetere” due volte e così si allontanò velocemente.
Ma prima che si fu allontanato a sufficienza, si accorse di un particolare che lo stupì notevolmente: sulla fronte della creatura, qualcosa era emerso e quel qualcosa, era proprio la spilla mew che le ragazze usavano per la metamorfosi e che solitamente durante quest’ultima portavano legata al collo.
Non fece però in tempo a meravigliarsene a sufficienza che un accecante bagliore partì da essa e lo investì in pieno, facendogli perdere i sensi.





* Mamma, per favore, lasciaci in pace!



Salve carissimi!,
Allora, piaciuto il chap? A me no. Uffa, non vengono mai come vorrei! Va beh...accontiamoci per ora...è anche passato molto tempo, lo sò...ma non ho proprio tempo, mi dispiace!
Chiedo perdono ma non ho il tempo di rispondere e salutare ciascuno di voi commentatori uno per uno, quindi mi limiterò ad un enorme ringraziamento ed a un saluto generale! Bacioni ed alla prossima, Izayoi007







  
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