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Autore: Drewsmarie    17/11/2013    1 recensioni
"Per noi donne è davvero facile guardare un uomo e pensare che sia un idiota, ma a me non successe con lui.."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: PWP
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"È un idiota. Non fa mai niente dalla mattina alla sera, e poi mi chiede di fare sesso.. Come se fosse un premio per ricompensarlo.." si lamentò mia sorella, tagliando una carota, riferendosi a suo marito. "Come biasimarti.." commentai io. "Insomma, tu lo sai meglio di me, Mag. Gli uomini sono tutti degli idioti." "Lo penso anche io, Amy. Però almeno David non ti ha tradita." "E chi può dirlo?" "Non essere sciocca, non ti tradirebbe mai. Ti ama, e tu lo sai." "Anche io lo amo, però quando fa così mi sta davvero sulle palle." Risi. "Era così anche per me, quando stavo con Jonathan.. Con la sola differenza che io lo amavo. E lui no." "Grazie di tutto, sorellina." "Oh, di niente." Mi diressi verso di lei, abbracciandola. Oh, a proposito. Sono Meg Anderson, ho trentuno anni, ma quando tutto successe ne avevo appena venticinque. Avevo i capelli biondi, lunghi fino sotto al sedere. I miei occhi erano celesti, brillanti. Ero magra, alta. Le uniche persone alle quali tenevo davvero erano mio figlio Jason e mia sorella Amy, che allora ne aveva ventitré, ed era sposata. Esatto, avevo anche un figlio, che allora aveva sei anni. Ero rimasta incinta di un cretino a diciannove anni. Mi ero sposata qualche mese prima, e ci amavamo. O almeno ci amammo finché lui, un giorno, esattamente il giorno in cui io gli annunciai di essere incinta, non mi confessò di avermi più volte tradita con la fidanzata del suo migliore amico. Beh, a quel punto lo rovinai. Andai, dopo averlo insultato in tutti i modi possibili, dal suo migliore amico, e lo informai di quanto avevo appena saputo. Dio, si infuriò da morire. Andò da quella puttan.. Emh, dalla sua fidanzata, e la mollò, poi successe quello che successe. Il mio ex andò via con la puttana, il suo migliore amico trovò una ragazza di cui poteva fidarsi, e io.. Beh, io non trovai nessuno. "Il fatto, è che ogni fottuto giorno, io cerco di essere carina e gentile con lui, ma lui non cambia. Mi chiede solo sesso." si lamentò Amy, di nuovo, riprendendo l'argomento. "Amy, parlaci." "E cosa gli dico?" "Digli 'Ehi, amore, mi aiuti a fare questo?' oppure 'Tesoro, facciamolo insieme'..." "Forse hai ragione." "Amy, scusa, ma devo scappare. Ho lasciato Jason dalla mamma, ma lei tra dieci minuti deve andare dal medico per un controllo, quindi devo andarlo a prendere." "Okay, ci sentiamo. Volete venire qui a cena stasera?" "Certo. A dopo. Magari ordiniamo una pizza?" "Sì. Passi tu a prenderle? Le ordino io per telefono, casomai." "Okay. A me prendi una margherita. Per Jason lascia stare, porto io qualcosa da casa." "Va benissimo. Passa alle otto in pizzeria a ritirarle. A dopo." Afferrai la mia borsa e mi alzai dalla sedia della cucina di Amy, incrociando David. "Ciao, Meg." mi salutò. "Ehi, David. Scusa ma devo scappare. Ci vediamo dopo, siamo a cena qui." "A dopo, allora." Raggiunsi la porta della loro casa, e poi uscii. Una volta fuori, salii in macchina e misi in moto, dirigendomi verso casa dei miei. **** "Ciao, Margaret." mi salutò mia madre chiamandomi col mio vero nome. "Mamma, puoi chiamarmi 'Meg' come fanno tutti, per favore?" le chiesi alzando gli occhi al cielo. "Okay.. Meg." "Grazie. Dov'è Jason?" "È di là, sta mangiando una fetta della torta che ho preparato." Andai in salone e lo trovai lì. Il mio piccolo ometto dai capelli biondi e gli occhi verdi, come quelli di quello stronzo, Jonathan. "Ciao tesoro della mamma." esclamai richiamando la sua attenzione. "Mamma!" esclamò, venendo ad abbracciarmi. Mi diede un bacio sulla guancia col la bocca ancora sporca di cioccolato, e si accoccolò sulla mia spalla, venendomi in braccio. "Sei stato bene con nonna Clare?" gli chiesi. "Sì." rispose sorridendo. "Forza, andiamo. Stasera siamo a cena dalla zia Emy, sei contento?" "Sì!" esclamò. Pensò subito al suo cuginetto più piccolo di un anno. Lo aveva sempre adorato; amava stare lì con lui. "Io vado, mamma. Salutami papà, ci sentiamo domani." "Ciao, Margar... Meg. Ciao, piccolo." "Ciao nonna!" Uscii dalla porta, e lo caricai in macchina, mettendolo seduto sul sedile accanto al mio. Mi misi al posto del guidatore e arrivai fino al nostro bar preferito. Si chiamava "Freedom" e faceva i cappuccini più buoni di tutta Los Angeles. "Ti va un latte caldo?" chiesi a Jason. "Freedom." disse. "Sì, freedom." "Sì, mi va il latte caldo." Entrammo nel bar, che era davvero pieno. "È pieno di persone, piccolo. Credo che dovrai aspettare almeno un quarto d'ora." dissi mettendomi dietro di lui, portandolo dietro alla fila. "Aspetterò." Davanti a noi, c'era un ragazzo che indossava una camicia blu, il colore preferito di Jason, che credette bene di tirare la camicia al tizio. "Jason!" lo richiamai. "Ma cosa fai?" Intanto il ragazzo si era girato. Dio, se era bello. Capelli color grano, bocca a cuoricino, labbra altamente baciabili, occhi color nocciola, alto, magro. Un Dio. Il Dio del sesso, probabilmente. Mi sorrise. Uh, e che sorriso. "È tutto okay." disse. "No, sul serio, lo scusi." "Dammi del tu." "Oh, beh, allora scusalo. Jason, chiedi scusa." "Scusa.." disse Jason, abbassando lo sguardo. Il ragazzo rise. "Tranquillo, piccolo." disse abbassandosi all'altezza di Jason, dandogli un piccolo schiaffetto sul naso. Si rialzò. "Spero di non essere stato troppo invadente." "Affatto." dissi incantata da quegli occhi. "Comunque, io sono Justin." sorrise. "Piacere, Meg." sorrisi a mia volta. "Meg. Bel nome." Mi sentii arrossire. "Facciamo una partita a biliardino?" gli chiese Jason. "Perché no.. Sempre se la tua mamma è d'accordo." "Beh, in realtà.." "Ti prego, mamma." "Va bene. Solo cinque minuti." **** "Ho vinto!" urlò Jason. "Sei un mito, piccolo." "Tesoro, dobbiamo andare." dissi guardando l'orologio. "Aspetta. Justin, possiamo lasciarti il nostro numero di telefono?" Justin rise. "Potrei lasciarvi io, il mio." disse guardandomi in modo sensuale. "Mamma, segnati il numero." "Scrivilo qui." gli dissi dandogli un pezzo di carta e una penna. "Okay." Justin impugnò la penna con la mano sinistra. Era mancino. Come Jason. Anche in questo, aveva preso da Jonathan. "Ecco qui. Chiama quando vuoi." disse facendomi l'occhiolino. "D'accordo. Ciao, Justin." "Ciao, Splendore." SPLENDORE. 'Okay, Meg, calmati.' Il mio cuore batteva. Molto forte. Troppo forte. Quel tizio ispirava sesso. Sesso violento. A quanto ricordo lo chiamai presto, molto presto. #ANGOLOAUTRICE CIAAAAO BELLEEEE c: Come state? Beh, questo è il primo capitolo della mia terza fan fiction. Se la storia avrà successo continuerò a scrivere i capitoli con questa lunghezza, altrimenti continuerò la seconda storia, e questa la eliminerò. Baci, vi amo. Camilla <3
  
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