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Autore: Hungergameslover    17/11/2013    2 recensioni
Ciao a tutti :) questa è una storia interattiva. Tuffatevi nella lettura della prima edizione degli Hunger games...chi sono i protagonisti? cosa gli succederà?
Se non vi piace il primo capitolo non soffermatevi perché via via i capitoli sono sempre scritti meglio. Recensite in molti, sapete sicuramente quanto è bello per un autore ricevere dei commenti ^.^
Bene, finisco augurando una buona fortuna a chi prova a leggere .<
Baooo
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mia mano tremava, dovevo avvisare il presidente dell'accaduto... ma non volevo che Pablo passasse guai, in fondo lo capivo!
2-1-8-6-4-3-1-9-0-2..........drin.....drin....drin.... il telefono squillava...
"Pronto Sharise. Che succede?" mi rispose la voce baritonale del presidente
"Pronto signor Presidente. Volevo solo avvisarla che..."
"Mi dica?"
"Per sbaglio, non l'ho fatto apposta, adesso le spiego..." la mia voce era tremolante ed insicura
"Che hai combinato?" mi chiese
"Ho fatto cadere uno scatolone" risposi mentendo
"Hai fatto cadere uno scatolone? Ma che dici! E scommetto pure che é morto qualcuno! invece di scherzare dovresti lavorare ed essere sincera" mi rispose il presidente ridendo.
"Ummm.. Diciamo che ha azzeccato per una parte" dissi facendo poi una risata nervosa
"É morto qualcuno?" il presidente era diventato improvvisamente serio
"Si purtroppo"
"Sei stata tu?" Disse con tono cupo e triste
"Si" risposi mentendo
Il presidente riattaccò. 'Chissà cosa mi succederà?' pensai tremante.
Saltellai, non perché ero felice ma per cercare di sentirmi in forma e allegra... poteva essere l'ultima volta.
Arrivai nel settimo vagone e sentii delle voci.
"Conosci quella piccola ragazzina che se la sente matta?" disse una voce maschile
"Si certo Sharise" rispose una voce zuccherosa da capitolina.
"Ecco, non mi sembra all'altezza del ruolo che generosamente gli ha affidato il presidente"
"Aspetta ho sentito un rumore" disse la capitolina e la vidi comparire dietro l'armadio.
Si stava affacciando e appena mi vide tirò uno strilletto.
"Cosa stava facendo dietro l'armadio signorina? E poi fatti vedere tu, so che c'è ancora qualcuno lì dietro!" dissi io mettendo le mani sui fianchi immaturi.
"Non c'è nessuno dietro l'armadio! e poi tanto per sapere anche se dovresti farti gli affari tuoi stavo solo raccogliendo il bracciale" mi rispose ella.
"Si certo" e mi avvicinai all'armadio.
Il Pacificatore, quel Pacificatore odioso, sbalzò fuori di colpo facendomi prendere uno spavento mentre la capitolina rideva.
"Non mi pare un comportamento molto degno quello che facevate, non credo siate in grado di rappresentare un distretto" affermai con grande audacia io
"Non si permetta" mi apostrofò la capitolina.
"Almeno le cose le dico in faccia" dissi con un tono della voce leggermente alto
Il Pacificatore mi mollò uno schiaffo talmente potente da farmi cadere.
Mi accasciai a terra portando la mano sulla guancia indolenzita e rimasi in silenzio.
Mi guardavano, si aspettavano una reazione ma non ci fu.
"Che bambina obbediente" disse ironicamente il Pacificatore
"Approfittiamone allora" sussurrò la capitolina.
"Allora... Diciamo che tu non hai visto ne sentito niente... Chiaro?"
"Vi sbagliate"
Il Pacificatore mi mollò un altro ceffone ma sull'altra guancia e stavolta emisi un gemito. Mi portai un dito al lato delle labbra, proprio dove avevo sentito che il sangue era iniziato a fluire fuori.
Il telefono del Pacificatore suonò e lui si affrettò a prenderlo.
Poco dopo se n'andò lasciando perplessa la capitolina.
Mi asciugai le lacrime e mi alzai. 
"Dove vai?" mi chiese con un sopracciglio alzato
"Dov'è il bagno?" chiesi
"Sulla sinistra"
Arrivata mi sciacquai il viso, tamponai la piccola ferita e presi un respiro profondo.
La porta di una delle stanzette con i bagni si aprì e rimasi pietrificata. Era Mikael.
"Che ci fai nel bagno dei maschi?"
"Mmm...non sapevo fosse quello maschi. Ora esco... e tu vieni con me"
"Ma sei una piccola pedofila?" mi chiese quel bel ragazzo ridendo.
"Ti pare? "chiesi io ridendo.
"Ma che ne so. Esco dal cesso e vedo una ragazzina nel bagno dei maschi ridotta piuttosto male che mi dice di seguirla e cosa dovrei pensare? Chi sei? Che ci fai qui?" tutte quelle domande erano assurde.
"Il tuo Mentore" risposi tagliando corto
"Sei tu allora Sharise" disse Liliane che comparve nel bagno con tutta la sua bellezza abbagliante .
"Si. Ora seguitemi ragazzi, meglio se parliamo di la"
"Ma che cambia?"
"Dai andiamo bro" disse Liliane dando una forte pacca sulla spalla di Mikael che ne rimase sorpreso.
"Eccoti qui Sharise ascoltami" mi venne incontro la capitolina "Ah ma ci sono anche loro" aggiunse vedendo i ragazzi 
"Si e li devo aiutare... quindi se mi deve dire qualcosa,me la dica ora e in fretta o mai più"
"Um..um... É importante che nessuno sappia quello che tu sai" disse portando un dito alle labbra con fare misterioso.
"Sta forse intendendo la sua relazione con il Pacificatore?" chiese Mikael.
La capitolina diventò bianca in volto e le mancò l'aria.
"Co...come fa...fai a sa...sape...perlo" 
"Non esiste privacy in questo treno... lo sanno tutti" borbottò Liliane divertita
"Non a caso questo è il treno dei tributi degli Hunger Games, show televisivo in diretta in tutta la nazione, ci controllano in ogni momento" disse Mikael. La capitolina era agitata, si stava quasi tirando i capelli mentre io ripensai subito al presidente, gli avevo mentito e lui probabilmente lo sapeva.
"Che ti prende Sharise? Sembri quasi la capitolina! Sei uscita con un Pacificatore di nascosto per caso?" disse Liliane con aria interessata e sospetta.
"No no. Ti pare?! Comunque ora vi devo spiegare come..."
Mi interruppe la voce al microfono, la voce del presidente.
"La signorina Sharise Powell é desiderata nella sua stanza"
"Ma ho da fare" urlai
"É un ordine cara" mi rispose la voce. Che cosa comica.
Si sentì al microfono la voce di una schiava "il signorino Coriolanus sta piangendo a dirotto, che fare?"
"Per ora anche io ho da fare, quindi mi raggiunga quando ha finito" disse infine il presidente e ci fu silenzio.
"Spiegaci un po' come funzionano questi giochi e come prepararci" ruppe il silenzio Liliane.
Spiegai tutto e me ne andai.

Pv neutra 
La ragazza sputò violentemente a terra e si sedette a gambe aperte sulla sedia appoggiando le mani sulle ginocchia.
"Questi non sono modi che ti si addicono! Hai un bel aspetto femminile, ma dei terribili modi maschili, tutto questo mi sembra contraddittoria come cosa" disse la capitolina acidamente.
"Sono fatta così che ti piaccia o no"
Il ragazzo tirò un calcio al tavolo.
"Che ti prende?" chiese allora la ragazza
"Niente e tu che fai?" grugnì
"Sto pensando...che credi di fare?"
"Che pensi che te lo vado a dire a te!" stava per scoppiare una lite.
"L' unione fa la forza"
"Non sono fatto per stare in squadra" rispose il tributo
"Ok... peccato"
"Mi dispiace per te, ma io me la cavo pure da solo" disse il ragazzo con superiorità
"Non ti preoccupare caro" aggiunse la ragazza con un sorrisetto beffardo
"Non mi mi sto mica preoccupando?! Chi credi di essere? Qui non siamo nel distretto e non sei speciale"
"Gli Hunger Games mi renderanno solo più perfetta e speciale di quanto già lo sono" disse Liliane cercando di autoconvincers.i
"Nessuno é perfetto, scommetto che tu nascondi qualcosa"
"Invece no" disse alzandosi e avvicinandosi a Mikael 
"Come Sharise tu nascondi qualcosa"ed arrivarono a toccarsi le punte dei nasi
"Sharise non nasconde niente allora"
"Non ti credo. Ma ora non voglio perdere tempo" disse e girò i tacchi.

pv Sharise

Avevo il magone, chissà cosa mi avrebbe fatto il presidente. Meglio non pensarci.
Perché non mi aveva detto niente quando gli avevo mentito? Che ancora non sapesse niente mi pare poco probabile, in effetti aveva un'aria triste... ma non capivo il perché.
'Che vuole da me questo Presidente? Non so neanche come si chiama se ci penso, Snow ma questo é il suo cognome' pensai grattandomi la nuca
"Sharise calma, ti manca meno della metà" mi dissi ad alta voce.
Con calma mi ritrovai di fronte alla bambola capitolina che era piantata davanti alla porta.
"Ei Sharise la bugiarda" disse la capitolina tutta finta
"Io...." quella sua frase mi aveva spiazzata.
"Approfittatrice e bugiarda"
"A Capitol gli insulti partono subito... ma guai a farne uno a loro" dissi più che altro a me stessa.
"Esatto. Comunque tu sei complice della morte di una capitolina, tu semplice ragazzina del distretto 1, mi fai ribrezzo" disse facendo finta di piangere ed allontanandosi da me.
Cercai di tenere i nervi a freno, già stavo nei guai ed era meglio non influire maggiormente.
"Mi faccia passare ora" dissi con tono freddo, e mi pareva strano perché non lo avevo mai usato prima di all'ora.
"Sai che passerai dolorosi guai mocciosa"
Mi faceva paura quella tizia, e lo si vedeva dalla mia espressione facciale.
"Fai bene a preoccuparti bimba e pensa che a Pablo invece non gli cambierà niente questa sua svista... intanto già deve morire, e invece per colpa tua morirà qualcuno a te caro... o forse una punizione su te stessa, non saprei, dipende dall'ispirazione del presidente quando ti punirà" mi disse ridacchiando.
"Il presidente non mi punirà" dissi fermamente
"Perché? tu credi questo,ma non sei speciale cara mia..."
"Perché..." le parole non mi venivano in mente.
"Ti sbagli Sharise" si sentì da un aggeggio tecnologico che mi stava accanto, era il presidente.
Queste parole mi ferirono e non capivo il perché.
Dopo aver goduto della mia sofferenza la capitolina disse "Odio essere comune, quindi adesso tu farai esattamente quello che ti dico"
"Sono io il mentore"
"Ancora per poco ahaha" 
Un odio profondo mi stava prendendo il cuore e avrei voluto mollargli un ceffone.
"Tu dovrai dire ai tributi dell'Otto il contrario di quello che devi dire, in poche parole devi ingannarli dicendogli menzogne" mi disse giocando con i suoi boccoli perfetti.
"Ma questo non é giusto" dissi io mentre pestavo un piede sul suolo.
"Non importa... tu farai quello che ti ho detto io, con le buone o con le cattive, sen sarà necessario"
Il sorriso della bambola malefica era diventato terrificante.
"Ok" e abbassai la testa.
"Bene, adesso possiamo andare" e il suo tono tornò falsamente dolciastro.
Alyson era in piedi affacciata al finestrino e una lacrima copriva il suo volto, che era veramente dolce.
Appena ci vide si asciugò in fretta la lacrima e si sedette sul divano.
Guardai la capitolina: era evidente che era pronta per divertirsi, mi immaginavo quanto si sarebbe divertita nel vedere i giochi veri e propri, ma era troppo inquietante per provare a pensarci.
Arrivò poi Caleb un po' spaesato e impaurito, si guardò intorno e poi si sedette accanto ad Alyson.
"Um..am...um ... Siamo nel mondo del contrario, ricordato che qui tutto è al contrario!" canticchiai in modo stupido mentre tutti gli sguardi erano puntati su di me, quello di Caleb interrogatorio, quello di Alyson sorpreso e in cerca di spiegazione e quello fulminante della capitolina.
"Vede di essere seria per favore" disse la capitolina mostrandosi falsamente tranquilla
"Seria o bugiar..."
"Faccia quello che le conviene" mi disse interrompendomi.
I due ragazzi non ci ascoltavano, erano immersi nei loro pensieri e si scambiavano fugaci sguardi timidi.
"Bi...biso...sogna, quando vi troverete nell'arena, accendere un fuoco per riscaldarvi"
E continuai esitando a dire cavolate, mentre il mio cuore piangeva... stavo per mollare ma la capitolina mi cacciò a calci con la scusa che il tempo era scaduto, e casualmente il tempo era davvero scaduto.

Pv neutra
Dopo l'uscita sofferta di Sharise la capitolina li squadrò ridendo sotto i baffi e poi li lasciò soli con la coscienza sporca.
Gli sguardi dei ragazzi si rincontrarono, e per un po' non si lasciarono.
"Perché?"disse timidamente ed a bassa voce il ragazzo
"Perché cosa?"
"Perché ti....ti sei.....offerta"
"Sinceramente non lo so" rispose la ragazza con un leggero sorriso
"Non trovi che Sharise si sia comportata in maniera strana?" riattaccò dopo un po' il ragazzo
"In effetti si, voglio dire... quella sua titubanza.. la capitolina... la frase che ha detto all' inizio!"
"Secondo me c'é qualcosa di strano. Se tutto quello che ci ha detto fosse falso?! Infondo metà delle cose non avevano senso"
"Giusta osservazione, ci ha detto esattamente il contrario della verità secondo me"
"Oh tutto questo é molto plausibile, si spiega perchè ha detto allora 'Siamo nel mondo del contrario'"
"Si, hai ragione" rispose con un sorriso.
I ragazzi risero, erano complici e per un momento erano davvero felici, era una vera sintonia.
Quando si rifece silenzio Alyson aveva un aria un po' cupa.
"Cos'hai?"
"Ti confesso che ho paura" disse lei.
"Non devi averla. Ti proteggerò io"
Gli occhi nella ragazza si illuminarono, era commossa e questa frase le aveva stravolto il suo dolce cuore.
"Perché?"
"Perché te lo devo"
"Ah solo per quello" la ragazza sembrava delusa
Il ragazzo era rosso come un peperone in faccia... qualcosa di strano gli succedeva, lui che credeva di essere di un diverso orientamento sessuale, adesso si sentì come se non lo fosse mai stato.

pv Sharise

'Che maniere! Che odio! Giuro che la prossima volta non mi lascerò fare, che vergogna! Che stress!' nella mia testa frullavano mille pensieri
Mi stavano a male due cose, quella bambolaccia e la frase del presidente "ti sbagli Sharise".
Ero distrutta fisicamente e moralmente.
Aprii la porta malgrado io non volessi e suonò una campanella leggera.
La capitolina che stava leggendo si alzò saltellando verso di me.
"Come mai quel viso lungo cara?" mi chiese dolcemente
"Finalmente qualcuno che si preoccupa per me"
"Portate un bicchiere di succo e una caramella alla bambina"
"Siii" risposi saltando su e giù.
"Come mai i ragazzi non sono qui? Lii avevo chiaramente pregati di venire appena avrebbero sentito la campanella"
"Li vado a chiamare io"
"Uhh grazie, che a me non mi ascoltano"
Mentre mi assaporavo la caramella capitolina mi avviai nella stanza di Artiënne, aprii la porta ma la stanza era vuota, andai in cucina ma non c'era, e poi nella stanza di Elijah. ma anche quella era vuota.
Dov'erano finiti?
Cominciavo a preoccuparmi quando mi confermò il dramma un Pacificatore che mi venne incontro di corsa.
"I tributi sono scappati"
Il pacificatore aveva un livido in viso ed era seriamente preoccupato, decisi di non dirgli e chiedergli niente, ma che fare?
Il pacificatore sperava che io trovassi qualcosa ma arrivarono altri pacificatori che lo presero.
Lui sudava e faceva resistenza perché sapeva che cosa gli sarebbe successo. 
"Che succede?" urlai spaventata.
"Lo stiamo per frustare e questo potrebbe succedere anche a te"
"Ma perché qui davanti a me?" mi chiesi
Mi avviai verso la porta più vicina ma un pacificatore mi fermò "tu resti qui"
Panico totale, una paura immaginabile mi condusse alla disperazione.
Cominciai a frignare come una bambina capricciosa prima che gli facessero qualcosa, volevo scocciarli a tal punto che per fermarmi farebbero di tutto, pure lasciarmi andare via.
Fu inutile, un pacificatore lo spogliò e lo frustò violentemente.
La scena era orribile, mi è ancora impressa oggi con un segno indelebile. Fu la prima volta che vidi una cosa del genere.
Due uomini, due pacificatori in situazioni opposte ma tutti e due sudano, il primo per lo sforzo il secondo dal dolore.
Urli di dolore mi riempirono le orecchie e facevano battere forte il mio cuore.
Chiusi gli occhi, ma non si possono chiudere le orecchie.
Dopo un po' ci fu silenzio e i Pacificatori se ne andarono e quindi aprii gli occhi e vidi il corpo della povera vittima, non era ancora morto, ma direi quasi. 
Respirava affannosamente e alla vista della sua schiena mi sentii male che svennii. L'odore del sangue era forte.

Pv neutra 
La ragazzina bussò alla porta nel compagno di sventura, ma lui non sembrava voler aprire. Lei insistette, e comincio a bussare violentemente come una matta.
Il ragazzo aprì scocciato la porta.
"Che ci fai qui?"
"Ti va di scappare?!" chiese la dodicenne
"Sei matta! É inutile!"
La ragazza sbuffò offesa "É una buona idea invece. Potresti tornare dai tuoi cari fratelli... e poi non mi lasciare da sola, sono piccola pure io" e fece la faccia più docle che potesse fare.
"Furbetta e persuasiva la ragazza. hai toccato la mia parte dolente"
"Lo so" rispose consapevolmente
"Come pensi di fare?" chiese il ragazzo
"é un si, quindi, vero?"
"Si"
"Yuppi nananana" Enne saltellava e canticchiava
"Lo sai che ci osservano continuamente e quindi non credo potremo scappare"
La ragazza tirò fuori dalla tasca una telecamera sradicata, e fece un sorrisetto furbo.
"Wow" fece il ragazzo veramente colpito
"Bene seguimi"
Lo prese per mano e lo trascinò in una stanzetta.
"E ora?"
"Vedi quel sportello li sopra? dobbiamo aprirlo e uscire"
"Ma poi ci ritroveremo sopra il treno a velocità massima, rischiamo la vita"
"Ma no fifone" disse e poi prese una scala impolverata.
"Sali" disse ancora lei e lui le obbedì.
Elijah aprì lo sportello e uscì.
Artiënne stava per salire quando la porta si aprì e comparve il Pacificatore. In pochi minuti si ritrovò davanti a lei e lei d'impulso gli mollò un potente pugno da rimanerci secco.
Non perse tempo e in un batter d'occhio era su e chiuse lo sportello.
"Vieni qui e al tre buttati"
"No"
"Invece si altrimenti resti bloccato qui ahaha"
Il ragazzo si rese conto che non era stata una buona idea seguirla.
"1...2...e...3"
I ragazzi si buttarono. Si erano tuffati, ritrovandosi in un laghetto.


Pv Sharise

Mi risvegliai due ore dopo su un lettino di un'infermeria.

Ero fradicia di sudore e il cuore mi batteva ancora forte.
"Ah ti sei svegliata, meno male"
Mi girai di colpo, era il presidente e la sua presenza mi faceva uno strano effetto, era chiaramente preoccupato per me, piccole gocce di sudore le aveva pure lui.
"Sono stato troppo duro mi dispiace ma io dovevo..."
"Stronzo" sputai velenosamente quella parola come avrebbe fatto una vipera.
"Me lo merito" disse, e sembrava davvero pentito ma non potevo perdonarlo, lui era la colpa di tutta la mia sofferenza.
"Sono viva non ti preoccupare... torno a lavorare al più presto" dissi ancora molto freddamente
"Ma...ma io ero davvero preoccupato per te" aggiunse lui aggrottando le sopracciglia.
"Che vuoi dire? Senso di colpa per caso?"
"Si ma anche qualcos'altro"
"Cosa?" chiesi scetticamente incuriosita 
La porta si aprì ed entrò un uomo.
"Ah, è qui Maximus Rufus. Che ci fa qui?"
"Oh signore! Mi stavo solo assicurando che la signorina torni a lavorare al più presto, le mancano ancora tre paia di tributi da visitare"
"Lo sapevo" urlai con rabbia.
"Lo so. E cosa facciamo con gli evasivi? E che prende alla bambina?"
"Seguimi in ufficio" disse il presidente di cui avevo appena scoperto il nome.
"Ok subito"
"E tu signorina segua le indicazioni di K" concluse prima di uscire di scena.
Una signora non tardò ad arrivare con una vassoio pieno di dolcetti di ogni genere, una pioggia di colori e gusti erano mischiati in un piccolo vassoio d' argento. Assaporai amareggiata i dolci sapori.
"É fortunata cara, lo sa?" disse la cameriera dai tratti orientali
"Perché fortunata? Ho subito una violenza visuale"
"Di solito non tratta così bene le persone" disse, riferita al presidente.
'Che mostro' pensai.
Quel presidente mi faceva impazzire, da un lato sembrava buono dall'altro un vero e proprio mostro.
K mi viziò in tutti i modi ma passata una mezz'ora mi portò nella sala principale del vagone del distretto 10.
Non potevo sottrarmi al mio dovere, l'unico modo era la morte, ma ero troppo giovane per morire.
"Bene, le consiglio di fare in modo che non succeda più niente... direi che per oggi ne ha combinate abbastanza, quindi veda di lavorare seriamente" disse K prima di andarsene.
'Facile da dire!' pensai ' Non é colpa mia se i tributi fanno delle stupidaggini'. 
Aprii la porta di malavoglia e trovai Pauleen che stava fissando il suo orologio da polso.
"Non sono abituata a lavorare in ritardo e tu, il mio coach, hai fatto un ritardo notevole, cosa é successo?" mi chiese la ragazza, che aveva cambiato i suoi abiti da mietitura con un completo sportivo che faceva trasparire i suoi muscoli.
"Beh c'è stato un imprevisto"
"Era immaginabile ma cosa esattamente"
"Sono stata punita" dissi con l' amaro in bocca
"Ma é vero che é morta una capitolina?" mi domandò incredula
"Si"
"E tu centri qualcosa?"
La porta si aprì, era Seth e pareva piuttosto arrabbiato.
"Finalmente ti sei degnata di venire" mi urlò avvicinandosi fin troppo a me, ma Pauleen intervenne staccandolo.
"Seth calmati é venuta il prima possibile" disse difendendomi
"Non mi pare" sembrava ringhiarmi contro
"Si invece, il presidente l'ha punita e..."
"Bella scusa! Tutti sappiamo che sei la cocca del presidente"
"Ma non é vero !"
"Non sempre i gossip sono veri" disse Pauleen
"Bugiarda! Razzista! Il distretto dieci vale come il tuo cara ficcatelo in testa"
"Non sono razzista" dissi, colpendo involontariamente i miei bellissimi capelli biondi, in quel momento lerci e sudati.
"Certo e scommetto che non sei Sharise, e che non vieni dal distretto 1, come hai appena dimostrato mostrando i tuoi capelli biondi!"
"Razzista o no é il tuo coach e senza di lei siamo spacciati" disse Pauleen
"Io detto quello che penso... ora ho finito e a lei gli tocca aiutarci" sputò velenosamente Seth
"Se mi va" risposi
"Ti tocca e basta"
"Ok allora aspetto che il tempo passa e poi me ne vado" dissi con un sorriso furbetto
"Un soldato ha bisogno di istruzioni per combattere però" disse Pauleen in maniera naturale.
"Eccomi ragazzi" disse la capitolina appena sbarcata nella stanza.
"Mancava una bella presenza femminile nella sala" aggiunse e la guardai male mentre Pauleen non ne fu colpita.
"Allora Sharise aiutali"
"Ummmm"
"Dai coraggio" mi stava quasi supplicando
"Ok" e spiegai tutto.
La capitolina portava una costosa pelliccia autentica e se la accarezzava soddisfatta, mi dava il nervoso il rumore che faceva.
"Capito?"
"Si signore" rispose sull'attento Pauleen mentre Seth accennò un si con la testa.
"Se ha del tempo libero potrebbe venire qui da me per fare lavoro extra" disse poi Pauleen 
"Non ho tempo libero"
"Ti prego. Possiamo aiutarci a vicenda"
"Come puoi aiutarmi tu?" chiesi curiosa
"Beh é sempre bello avere qualcuno su cui contare e confidare"
"Ummm passerò se posso"
"Grazie coach"
"Tu Seth vuoi allenarti con me?" chiese Pauleen
"Non mi serve. Sono spacciato lo stesso" il suo sguardo era rivolto vero il basso e io me ne andai prima che potesse succedere qualcosa.

Pv neutra
"Non dire così. Se ti alleni chiunque c'è la puoi fare"
"No, non é vero. La sfortuna é dalla mia parte" urlò con disperazione e per sfogo
"Ehy amico tranquillo c'è la caveremo"
"Io non dovrei neanche stare qui" disse il ragazzo.
"Sei stato coraggioso infatti... non mollare, a casa ti aspettano"lo incitò Pauleen.
"Lo so ma...niente lascia stare e scusa per il disturbo" 
"Fa niente" e si piegò sulle ginocchia iniziando a fare degli esercizi ginnici.
"Sei una brava persona. Cam mi parlava di te" il suo viso era coperto da una lacrima quasi invisibile
"Non lo sono. Cam lo é invece ed é tanto insicuro hai fatto bene a sostituirlo tu sei in gamba"
"Come fai a dire questo"
"Beh per quello che fai in macelleria e per la famiglia"
"Parlavate spesso tu e Cam?"
"Abbastanza. Ma niente di organizzato. Cam va sempre ai campi il pomeriggio e io sto li vicino per allenarmi"
"Cam Cam Cam, il piccolo Cam"
"Che ti prende?" domandò Pauleen
"Cam é sempre stato al centro dell'attenzione di tutti e tutti lo considerano il più piccolo nonostante siamo gemelli"
"Ma ora basta parlare di lui. Io vado a preparami" aggiunse Seth
"Pure io"
"A domani allora"
"A domani"

pv Sharise

Meno due, non vi credevo, ma era così. E poi la cosa positiva era che non erano successi casini nel precedente distretto.
Ero sfibrata e l'idea di poter aver qualcuno con cui parlare umanamente mi piaceva per questo avevo diciamo accettato la proposta di Pauleen, ma era lecito? Ne avevo le forze e la voglia?
Era pomeriggio inoltrato e dalla mattina di quel preciso giorno erano successe davvero troppe cose, mi pareva almeno una settimana di vita.
Mi venne in mente la mia famiglia, Wilkie! Era vero, chissà se lo avevano liberato. 
Lo dovevo scoprire, ma come?
"Ummm buongiorno ragazzina" disse Dan interrompendo i miei piani
"Uh! Ciao"
"Scommetto che sei Sharise! Comunque che ti prende?"
"Si sono io. no, tranquillo, non ho niente..."
"Ma dai... te lo si legge in faccia che stai pianificando qualcosa!" e fece un sorriso che non riuscii a decifrare.
Althea sbucò dalla porta incuriosita dal sentire parlare esterno, e ci guardò senza aprire bocca.
"Allora?" disse Dan
"Vorrei scoprire una cosa" confermai io.
"Cosa?" chiesero in coro i ragazzi
"Niente che vi riguarda"
"Per favore" disse Althea con una voce così tenera che mi convinse a dirle quello che era successo
"Devo, anzi voglio scoprire che fine ha fatto mio fratello e come sta, insomma ho bisogno di andare nell'ufficio del presidente"
"Ohhh questa potrebbe essere una missione" pensò ad alta voce Althea, congiungendo le mani e portandole al mento
"MISSIONE!? Si si una missione. Ti aiutiamo noi!" disse Dan, estremamente eccitato.
"Si era una missione ma non pensavo farla sul serio"
"Perché no?!" chiese il soldato
"É troppo rischioso" disse Althea rimpiangendo di aver dato l'idea
"Ma dai. Io ci vado con o senza di voi. Ho un mio motivo, anch'io devo scoprire qualcosa"
"In effetti anche io avrei qualcosa da fare" disse Althea, facendo per un momento un sorriso che mi parve molto furbo ma anche perfido, prima di tornare al suo solito sorriso dolce.
"Ragazzi calma. Meglio lasciare stare le nostre curiosità e non cacciarci nei guai, io ci sto già fino al collo" dissi io rimpiangendo la mia lingua lunga.
"Che ti frega allora? Uno in più o uno in meno non cambierà la tua situazione"
Si sentì la voce della capitolina, che ci chiamava. La porta stava per aprirsi, quando Dan ci prese e finimmo dietro la porta. Trattenemmo il respiro mentre la capitolina spaesata e preoccupata ci cercava.
"Azione" disse Dan quando la capitolina sparì.
"Sharise conducici tu, noi non sappiamo dove si trova il nostro obbiettivo" disse Althea con una voce che non sembrava nemmeno la sua.
"Ok capitano" dissi ingenuamente
"Dan non é il capitano. Sei tu Sharise" mi corresse Althea
"Ha ragione il tributo F11" Dan guardò Althea
"Non mi chiamare così" gli rispose lei mettendo su un piccolo broncio
"Silenzio" sussurrai quando ci avvicinammo all'ingresso.
'Perché mi caccio sempre nei guai? Questo me lo chiedo sempre' pensai.
Camminavo sulle punte con passo felpato, quando la porta si aprì prima che io potessi fare niente per aprirla. Ovviamente per mia sfortuna vi era dentro il presidente.
"Sharise?! Che ci fai qui?" mi chiese 
Mi girai e i tributi erano spariti.
"Ummm..."
"Hai bisogno di aiuto? Qualche problema?" mi domandò facendomi un sorriso che mi fece arrossire per un piccolo momento.
"Si. Diciamo che..."
"Dai entra nel mio ufficio" mi disse gesticolando.
Lo seguii nel suo lussuosissimo comparto fino ad arrivare al ricercato ufficio.
Il telefono squillò ed il presidente lo prese. Dopo qualche minuto riattaccò e mi disse "Senti sono un attimo occupato, questione di qualche minuto, se vuoi aspettami qui altrimenti torna a fare il tuo lavoro se non é urgente"
"Ok grazie"
E filò fuori dopo avermi sorriso.
Ero nel luogo della missione, da sola, ma non riuscivo a muovermi, un forte senso di colpa mi bloccava.
Mi sbloccò l'entrata di un senza voce che lasciò una lettera sul tavolo.
Quando se n'andò lanciai un'occhiata alla lettera e c'era scritto "per Sharise". Lo presi subito e lessi, erano Althea e Dan che mi ricordavano la missione. Per mio fratello: dovevo farlo per lui, e non volevano essere dimenticati fuori. Aprii la porta ed entrarono velocemente
"Finalmente" disse Dan sospirando.
"C'è qualcuno?" chiese Althea guardandosi velocemente intorno.
"Per ora no ma non si può mai sapere" risposi io.
"Andiamo soldati" disse Dan precipitandosi su dei documenti mentre Althea su altri.
"Ragazzi per favore fate in fretta e silenziosamente"
"Si si non ti preoccupare tu pensa al tuo obbiettivo" rispose Dan mentre Althea trafficava con il computer.
"Guarda questo documento e poi ti lascio il computer" mi disse Althea e io mi misi frettolosamente a cercare il numero del capo dei Pacificatori del 12.
La mia ansia e paura erano al massimo, quello che stavo facendo era illegale e ingiusto... e si pagano sempre gli errori.
"Fatto" ridacchiò Althea e mi chiese l'email del Pacificatore e poi fece tutto lei.
Era passato un quarto d'ora e ancora non c'era l'ombra di nessuno ma lo stress saliva.
Si sentirono dei passi e la porta si aprì, i ragazzi ebbero giusto il tempo di buttarsi a terra così da non essere visti in lontananza, ma sentivo arrivare il peggio.
"Ah sei ancora qui cara" disse il presidente chiudendosi la porta dietro.
Mi guardava con occhi dolci, ma mi immaginavo i suoi occhi come quelli di un lupo affamato ancora mansueto, ma pronto all'attacco.
Volevo morire subito sul colpo, la tensione era massima e vedevo attraverso lo specchio a parete le facce preoccupate di Dan e Althea.
"Ah aspetta mi sono dimenticato una cosa" disse il presidente e uscì velocemente dalla stanza.
Non ci potevo credere ma fu così, il destino mi voleva ancora in vita. Tirai un sospiro e il mio cuore si calmò.
"Ok sgommare" dissi 
Althea si alzò subito, raccolse la cartella appena stampata, correndo leggermente e velocemente fuori dallo studio, mentre Dan riprese a guardare fra i documenti.
"Dan: fuori" sussurrai con autorità.
"No. Non sono riuscito a trovare il mio.... Quello che cerco" e mi guardò supplicante.
Gli presi dalle mani i documenti e lo guardai fisso con severità.
Tirò un calcio e sospirò qualcosa che non ricordo, facendo cadere una pila di libri e poi scappò.
Raccolsi e sistemai tutto cercando di renderlo come se nessuno fosse passato per di qui, e ricomparve il presidente.
"Che stai facendo Shari?"
Shari? "Niente signor presidente! Per sbaglio ho fatto cadere dei libri e li stavo raccogliendo"
"Per te sono Max cara" mi disse lui.
Max? Cos'è tutta questa confidenza? 
"Oh certo signor presid.... Max"
"Mi dica cara"
"Allora io volevo....- cosa mi invento....panico totale ...che dire?-...ringraziarla per essersi, insomma, preoccupato per me e per..."
"Ah sei venuta qui solo per questo! Sappi che l'ho fatto per piac... Perché era giusto così" e il ventenne si sedette su una poltrona.
"Ho apprezzato anche i dolcetti" dissi diventando rossa
"Um um um" sembrava in imbarazzo "ora vada pure a lavorare"
"Si si certo signor presidente" dissi scappando dalla sala.

Pv neutra
Dan correva nel corridoio facendo attenzione a non farsi scoprire quando raggiunse Althea.
"Aspetta" disse 
Althea si girò e lo guardò con i suoi bei occhioni.
"Sei riuscita a fare quello che dovevi?" chiese freddo Dan
"Si e tu?" rispose lei tutt' altro che fredda, anzi, molto confidenziale.
"Non é giusto maledizione!"
"Direi che questo significa un no"
"Brava" disse prendendola in giro
"Che cercavi?" chiese quindi Althea 
Dan la guardò storto e non rispose, il suo era un segreto ben custodito.
La ragazza abbassò lo sguardo 
"terribile il destino" sospirò la tredicenne.
"Si é vero" rispose invece il soldato
"La vita al distretto non é facile se in più ci si mette..."
"Capitol" disse sfuriando Dan
"Si e la sua maled...."
"Guerra" finì la frase Dan.
"Sai cosa sono riuscita a fare oggi?" iniziò Althea, assumendo quell' aria furba che stonava sul suo viso angelico.
"Cosa?" chiese incuriosito il quindicenne.
"Beh ho potuto vendicarmi di chi ha sempre approfittato di me"
"Un Pacificatore scommetto" provò Dan.
"Esatto"
"Io cercavo invece informazioni su di me e la mia famiglia ... ma non ho trovato niente"
"Ah capisco" rispose Althea, che assunse un' aria che sembrava seriamente dispiaciuta

pv Sharise

Sentivo le farfalle nello stomaco e il cuore che mi batteva a mille, che mi succedeva? Corsi e arrivai in un batter d'occhio nella sala principale del vagone del 12.
"Oddio che schifo!" urlò la capitolina che sembrava una barbie
"Oddio che c'è?" chiesi spaventata.
"Sei TUTTA sudata" disse schifata, quasi sembrando che si stava sentendo male
"Oh my god!" dissi con tono tragico per imitarla, mettendomi le mani fra i capelli.
"Fai a farti una doccia" mi disse indicandomi il fondo del vagone.
"Non se ne parla" disse Jolanda comparendo nella sala seguita da Samuel.
"Sono le 7.30 direi che non c'è tempo da perdere" disse Samuel cercando ammirazione nello sguardo di Jolanda.
"Cercherò di sopravvivere" dissi scherzando mentre la capitolina uscì disapprovandomi.
Jolanda mi guardava impaziente con sguardo freddo mentre Samuel guardava lei.
"SHARISE vuoi dirci quello che cazzo ci devi dire o aspetti che si faccia notte?!" urlò
"Giusto che aspetti?" fece eco Samuel
"Calma"
"Calma a chi?" urlò Jolanda
"La cena é servita" disse una serva dalla carnagione chiarissima e la stavo perseguire quando Jolanda mi afferrò per un braccio "ferma qui! Nessuno mangerà quella merda capitolina"
"Io si poi tu fai come vuoi" dissi sedendomi
"Tu farai quello che ha detto" e mi prese per l'altro braccio
"Non é giusto" protestai pestando i piedi.
La capitolina riapparì e si diresse verso la sala pranzo, camminava come una papera e disse strillando "per me il menù super light, devo perdere un chilo e mezzo!".
Sull'orlo della porta si accorse di noi e ci disse "ragazzi che ci fate qui? Venite a mangiare"
"Non ne abbiamo voglia" rispose Jolanda mentre Samuel mi tappava la bocca
"Neanche tu Sharise?"
"Neanche lei" rispose di nuovo Jolanda 
Quando se n'andò spiegai tutto e alle otto precise finii e Jolanda scappò via chissà dove seguita da Samuel, mentre io mi avviai finalmente verso il mio compatimento.
Mi sdraiai sul letto morbido, la stanza profumava di lavanda e si sentiva il rumore delle ruote sulle rotaie quando fu soffocato da un rumore assordante, un fischio.

Pv neutra
"Che fai? Mi stai seguendo per caso?" chiese Jolanda piuttosto scocciata 
"Ti pare?" rispose Samuel
La ragazza avanzò di un passo e lo fece anche Samuel.
"Mi pare proprio"
"Lo sai che mi sono offerto solo per te" disse il ragazzo guardandola con i suoi bellissimi occhi.
"Non é vero! Vuoi solo darmi la colpa"
"Si che é colpa tua"
"No"
"Si"
"No"
"Si"
"No ho detto di No"
Samuel si zittì.
"Basta seguirmi e basta parlarci"
"Perché? Che ti ho fatto di male?"
"Ho i miei motivi" disse lei.
"Io ti amo"
"Non sai il significato di amare... come puoi allora provare questo sentimento? Per favore smettila... e buona fortuna per i giochi" disse Jolanda correndo via e questa volta Samuel non la seguì.
  
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