Fanfic su artisti musicali > Bruno Mars
Segui la storia  |       
Autore: HooliganStory    17/11/2013    1 recensioni
"Viviamo in una giungla, Destiny. In questa giungla ci sono prede e predatori e, ti dirò, se non impari a cacciare, rimarrai per sempre una preda. Ma in questo caso, solo in questo caso, ti assicuro che saper cacciare non ti basterà. Sei nella giungla, nella mia giungla. E in questa giungla non puoi fuggire."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-"Che succede?"
-"Che succede? Hai il coraggio di chiedere cosa succede? Tu, tu sei la mia rovina, porca puttana. Sei la mia fottutissima rovina!- Lo spinse, non fermando il pianto che le stava di nuovo salendo in gola e si stava manifestando attraverso le lacrime salate che stava ingerendo nell'urlargli contro -"Dal primo momento che mi sono fidata di te, tutto quello che hai saputo fare è stato distruggermi. Mi hai distrutta, stronzo, mi hai distrutto la vita. Adesso che c'è? Non accetti che un ragazzo possa prendere il tuo posto? Hai bisogno di farlo picchiare da qualcuno? Non l'hai picchiato tu, non ne hai le palle! E' questa la verità, Shane, tu non hai le palle di fare un bel niente!- Una folla di ragazzi accerchiò i due, ascoltando la ragazza dare in escandescenza, facendo cadere la propria borsa e continuando a spingerlo e prenderlo a colpi sul petto -"Tutto quello che sai fare tu è cercare troiette, sparare un po' di cazzate e portartele a letto, fottendotene delle persone che ti amano sul serio, che ti aspettano, che ti vogliono. Poi appena però quelle persone se ne vanno, tu le cerchi, le pretendi. Adesso che vuoi? Beh, che vuoi? Mi hai avuta, mi hai avuta per così tanto tempo e non te n'è mai importato, ma adesso che c'è Peter tu mi vuoi? Sei fuori strada, Cristo, sei completamente fuori strada. Sappi che anche se lui dovesse scomparire, con te non ci tornerei mai. Mi fai schifo, sei solo un coglione che non accetta di andarsene perché ha bisogno di un cagnolino che gli vada dietro. Cresci Shane, cresci, non mi avrai mai. Non mi avrai mai più perché mi fai schifo."

Shane serrò le labbra, afferrandola da un polso e bloccandola, a denti stretti e con la rabbia negli occhi.

-"Sei solo una puttanella che si scopa uno sfigato."

Disse, sorridendo in modo beffardo e continuando a stringere. Lei lo fissò senza spiccicare una parola e restando ferma.
Poi d'un tratto alzò di scatto un ginocchio, puntandolo in mezzo alle sue gambe e facendolo cadere a terra per il dolore.
Gli sputò successivamente addosso, quando fu presa dal suo professore e scortata direttamente dalla preside.

Insieme alle numerose punizioni ricevute dai genitori, si meritò anche due settimane di sospensione.


*****
Dovette raccontare a Ginny ciò che ormai stava succedendo da troppo tempo, lasciandola senza parole, nonostante lei già avesse immaginato tutto.
Così trascorse la prima settimana dentro la sua stanza, non uscendo nemmeno per i passi, che le venivano portati dalla madre in camera.
La seconda settimana, però, dopo che i suoi genitori furono usciti, sentì suonare alla porta e pensò che fossero loro che si fossero dimenticati qualcosa. Così scese le scale annoiata ed andò ad aprire cominciando a pronunciare l'inizio della frase
"Cosa vi siete dimenticati?" fermandosi alle prime tre parole. Di fronte a se comparve Peter a testa bassa e con le mani in tasca come al solito, chiedendo se potesse entrare.

Lei annuì in silenzio, chiudendo la porta dietro di se. Lui si guardò in giro, complimentando con un filo di voce la casa ed indicando soprattutto il lampadario, non si sa esattamente per quale motivo.


-"V-vuoi qualcosa?"- Chiese lei cercando di essere ospitale ed elencando poi una serie di bevande che gli avrebbe potuto offrire. Lui rispose di no, facendo segno con la mano e rimanendo in piedi.
Lei gli disse di sedersi e così fece, sprofondando in maniera composta sul divano ed aspettando che lei lo raggiungesse.
Si sedette vicino a lui, posando i piedi sul tavolino posto di fronte ad esso e chiedendo cosa ci facesse lì.

Lui prese un profondo respiro, guardandola ed unendo le mani in un pugno, come se stesse pregando.


-"Mi manchi.." - Pronunciò con un sorrisino accennato agli angoli, che lasciava intravedere le sue fossette.
Lei sorrise, dandogli uno schiaffetto alla nuca e rimproverandolo scherzosamente per non essere tornato prima.
Lo abbracciò, stringendolo forte a se. Poi si staccarono, rimanendo a fissarsi per un po' a pochi millimetri di distanza l'uno dall'altra.
Erano felici, non aspettavano altro che rivedersi ed abbracciarsi di nuovo.

Entrambi fremevano al pensiero di un nuovo bacio, di una nuova carezza.

-"Peter..?"
-"Dimmi.."
-"Credo di essermi innamorata di te."
-"No, non può essere." 

Peter spalancò gli occhi, scuotendo la testa e serrando leggermente le labbra.
Guardò Destiny la quale era perplessa e credeva di aver detto qualcosa di sbagliato.
Lei assunse negli occhi la forma di punto interrogativo, nel chiedersi cosa ci fosse di così sbagliato.


"Destiny, io tra due settimane vado via."

*****
Lei si bloccò, osservandolo a bocca aperta e allontanandosi lentamente da lui, lasciando la stretta delle sue mani.
Poi posò i gomiti sulle proprie ginocchia, sprofondando il viso tra le mani e scuotendo il capo, senza parole.
Peter rimase in silenzio, scavando nella sua mente e cercando qualcosa da dirle per rassicurarla, per renderla felice, per evitare che stesse male per lui.
Si era innamorata del rivale di sarcasmo, si era innamorata del compagno di divertimento.
Lei si era innamorata solamente di Peter Hernandez, il tizio dai capelli afro.
Ma era amore? Dopo così poco tempo poteva essere definito tale?
Lei non ne aveva idea, disse ciò che in quel momento le percorse la mente, ciò che si sentiva di poter dire.
Non sapeva se poteva definirlo amore, ma sapeva che quello che Peter era riuscito a farle provare in poche settimane, Shane lo aveva distrutto.

E si sa, quando si perde un amore, serve il doppio di quello perso per colmare il vuoto.

Ed è così che lui era riuscito a riempirla, con l'amore inteso anche come affetto da parte di una persona che aveva paura di perderla.
Quindi, era amore?
Era affetto?
Era una cotta?

Cosa importava, se lui tra due settimane sarebbe andato via.
Le si avvicinò, stringendola mentre una lacrima le rigava il viso.
La cullò accarezzandole i capelli con una mano, mentre cercava di non farla singhiozzare.
Poi lei alzò gli occhi, asciugandoseli e guardandolo, con le labbra tremanti e allacciando le sue dita a quelle del ragazzo.


-"Dove vai..?"

Chiese con un filo di voce, abbassando lo sguardo ed evitando che altre lacrime potessero evadere.

-"Los Angeles... Destiny, ho scritto così tante canzoni, solo tu sai quanto sia importante per me provare ad entrare nel mondo musicale... ed io, insomma..-"
-"Hai ragione. Devi, devi assolutamente.. Hai un gran talento, non puoi sprecarlo solamente per rimanere qui con una ragazzina.."

Poi si alzò, dirigendosi verso la cucina con lui al suo seguito ed aprendo il frigo, prendendo una bottiglia d'acqua ed un bicchiere da uno degli sportelli. Lo posò sul marmetto di uno dei banconi, svitando il tappo e versandone un po'. 
Peter inarcò le sopracciglia ed allargò le braccia, posando poi una mano sulla superficie marmorea e prendendola da un braccio delicatamente poco dopo che ebbe finito di bere.


-"Mi spieghi cosa stai dicendo? Non sei una ragazzina ed io non ho assolutamente sprecato tempo fin'ora. Non potrei mai aver perduto tempo, se l'ho trascorso con te..."

Lei si voltò, alzando le spalle e continuando a sorseggiare l'acqua fino all'ultima goccia, per poi posare il bicchiere dentro il lavello.
Cercava di dimostrarsi fredda, si era esposta troppo con le lacrime.
Sapeva che se avesse fatto capire quanto dolore stava provando, lui si sarebbe trattenuto, avrebbe evitato di partire e sarebbe rimasto con lei.
Non poteva impedire alla persona più importante della sua vita di essere felice, solamente per esserlo lei.
Non voleva vederlo rinunciare al suo sogno per realizzare il proprio ed avere finalmente qualcuno di davvero interessato a lei accanto.

Forse era davvero amore, pensava.
Forse era davvero amore perché, alla fine, stava ponendo la sua felicità prima dei propri bisogni, perché nulla valeva quanto il suo reale sorriso ed i suoi occhi pieni di speranza.

Ma Peter lo sapeva che stava fingendo, capiva che lei in realtà aveva una gran voglia di supplicarlo di restare, di provare a costruire qualcosa, di aspettare che fosse grande abbastanza da partire con lui ed aiutarlo a realizzare il suo sogno.
Gli bastava guardarla negli occhi per capire che il suo cuore in quel momento andava molto più veloce di quello che lei si ostentava a voler dimostrare. 


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bruno Mars / Vai alla pagina dell'autore: HooliganStory