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Autore: P h o e    17/11/2013    6 recensioni
[STORIA SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
L'amore profumava di rosso, come i suoi occhi. | Prologo.
«Dal modo in cui ti guarda, lascia chiaramente sotto intendere che tra di voi non c'è nessun filo rosso ad unirvi» ammise risoluto.
La principessa, abbattuta, abbassò lo sguardo.
«...Ma un intero spago.»

Quando Fine, principessa e futura regina del Paese di mezzo, scopre di essere stata promessa in sposa ad un completo estraneo a soli pochi mesi prima della nascita, la sua vita svolta non una pagina, ma un intero capitolo, capovolgendo tutta la sua piccola realtà.
Su ordine, quindi, parte con sua sorella (anch'essa vittima della stessa sorte) per un Regno lontano, completamente catapultata in un'accademia dove i giudizi sono all'ordine del giorno e le regole regnano sovrane.
La principessa si ritroverà quindi a lottare con dedizione e coraggio contro quella tradizione in vigore da più di mille anni e contro un amore orgoglioso che profumerà di rosso, proprio come i suoi occhi.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Enchanting 
Atto XI Una lieve melodia.








Fine fissò per qualche secondo la mano tesa verso di lei di Jared.
Non aveva idea di quello che passasse per la mente del giovane, ma qualcosa nei suoi occhi le suggeriva di fidarsi e lasciarsi guidare. In fin dei conti, anche se avesse ballato con lui, che cosa ci sarebbe stato di male? Assolutamente niente, nessun professore l'avrebbe ripresa e si sentiva assolta da ogni questione setimentale, Shade le aveva dato libero arbitrio.
E dopo tutto, si sentiva anche un po' stanca di essere l'unica a rispettare le regole, se a Shade fosse importato qualcosa di lei, sarebbe già venuto a cercarla.
Quindi accettò di buon grado l'invito, senza poter evitare di imbarazzarsene. La mano di Jared si chiuse attorno alle dita di Fine e la pricipessa avvertì un calore estraneo attraversarle il braccio.
Le sue dita, constatò Fine, erano molto diverse da quelle di Shade: sottili e delicate, ma grandi, così da non tradire i tratti maschili. Nonostante questo, però, esse riuscivano ad intrappolare le dita della fanciulla come una morsa indistruttibile.
Jared la invitò a seguirlo e Fine abbassò il capo, sorridendo, libera come mai si era sentita da quand'era arrivata in quell'Accademia. Non indossando un abito da sera, alzò lievemente la gonna della divisa scolastica, provocando la risata divertita del ragazzo che nel frattempo l'aveva condotta in centro sala, sotto lo sguardo attonito dei presenti.
Notando le occhiate curiose di Madame Price Taylor, Jared le si avvicinò, sussurrandole qualcosa all'orecchio. La madre storse il naso e Fine si domandò se quello che stesse facendo fosse giusto, forse era proibito, però non se la sentiva proprio di ballare con Shade, non dopo quello che era successo, non sentendosi in difficoltà fra le sue braccia.
Contro ogni suo principio morale, lo cercò con gli occhi e dopo aver passato ogni viso conosciuto in quella sala, lo trovò. Era in piedi, di fianco a Marie e i suoi occhi cobalto le penetrarono senza pietà il cuore, così violentemente che Fine fece mezzo passo indietro, abbassando lo sguardo. Non avrebbe dovuto sentire quel senso di colpa sovrastarla e tentò invano di ricacciarlo, ma fu del tutto inutile, l'unica cosa che riuscì a fare fu girarsi nuovamente, in attesa di Jared.
Perché doveva sempre farla sentire come uno straccio? Era come se fino adesso fosse stata lei a fare tutto quello che più preferiva, come se non avesse mai dato retta ad una regola e tutto questo l'aveva percepito solo da una semplice occhiata ricevuta da Shade.
Shade riusciva a farla sentire uno zerbino anche quando la colpa ricadeva su di lui.
Madame Price Taylor sorrise comprensiva, annuendo e Fine capì che per questa volta avrebbe chiuso un occhio. Grazie al cielo che all'Accademia c'erano anche professori come lei.
«Coraggio ragazzi, formate delle coppie, ripeteremo l'esercizio di ieri!» battè nuovamente le mani, come seguita da un ritmo e poi rivolgendosi a sua figlia aggiunse: «Marie, per oggi ballerai con Shade.»
Marie lanciò a Shade un rapido sguardo d'intesa e senza dargli il tempo di porgerle la mano, la ragazza si diresse da sola al centro della pista, voltandosi una volta al centro, per sorridergli. E Shade la seguì, senza però riuscire a contenersi dall'addocchiare malamente Fine, che nel frattempo aveva già imitato un legiadro inchino, elegante come pochi.
Shade avvertì il remoto fastidio al pensiero della naturalezza di Fine che riusciva a sbocciare con chiunque, escluso lui. Tante volte aveva visto Fine ridere e scherzare insieme a Noche, il ragazzo seppur conoscedola da poco tempo era riuscito a guadagnarsi la sua spontaneità e fiducia, era riuscito dove nemmeno Shade era ancora arrivato e questo non poteva che irritarlo, considerando che le donne con lui avrebbero attaccato bottone con qualsiasi insulso pretesto.
Lo sapeva, l'aveva visto guardando gli occhi sognanti di Mirlo mentre parlava e gesticolava animatamente con lui, raccontandogli delle solite vecchie storie da principessa innamorata qual'era. Lo vedeva in quel momento dal sorriso nascosto di Marie, notava il modo in cui le donne gli lanciavano segretamente messaggi provocatori, anzi, glielo facevano notare.
E spesso questo costituiva un problema. Ma Fine...era come se ergesse uno scudo invisibile solo ed esclusivamente per lui, come se avesse paura di innamorarsi.
Non riusciva proprio a leggere attraverso i suoi occhi scarlatti, non capiva quale comportamento avrebbe dovuto usare con lei.
Non la capiva e basta.
Ed era per questo motivo che in quel momento non riusciva a togliere gli occhi di dosso a lei e a Jared, non capiva proprio come facessero gli altri a guadagnarsi la sua inaccessibile fiducia, che sembrava così incustodita per gli altri e così preziosa per lui.
Assottigliò lo sguardo quando la mano di Jared scese, all'insaputa di Fine, dal fianco alla schiena, quasi sulla fine di essa. Mentre Fine continuava a sorridere nell'incoscienza, probabilmente il ballo nascondeva ciò che erano gli evidenti pensieri del ragazzo.
Shade trovò la calma necessaria per non reagire, nonostante tutte le donne che avrebbe potuto avere, non si era mai permesso di mancare di rispetto a nessuna, trovava ripugnante che un uomo approfittasse del corpo di una donna.
Soprattutto se quella donna era ingenua come Fine.
Fortunatamente il ballo terminò presto e Shade sciolse ogni contatto con Marie, che rimase immobile a fissarlo. Con una rapida scusa si dileguò, dirigendosi verso Fine. Non poteva permettere che Fine continuasse a sorridergli in quel modo, non dopo quello che aveva letto negli occhi di Jared.
Senza nemmeno darle il tempo di slegarsi dal ragazzo, né di voltarsi, l'afferrò saldamente per un polso e la trascinò con sé.


I corridoi brulicavano di insegnanti con il loro caffè tra le mani e il quotidiano, non ancora letto a causa delle lezioni. Alcuni studenti si trascinavano stancamente verso l'ala nord, dove c'era la biblioteca, con una decina di libri in bilico tra le braccia.
Shade comprese che iniziare un discorso -che si sarebbe sicuramente trasformato in discussione- nel bel mezzo dei corridoi non avrebbe fatto altro che attirare occhiate curiose, così si diresse verso la porta più vicina, senza sapere bene come cominciare la conversazione che a breve si sarebbe tenuta.
«Shade lasciami, mi stai facendo male!» si lamentò Fine, cercando di aprire la morsa avvolta attorno al suo polso, molto diversa dal tocco delicato che aveva usato Jared mentre la conduceva in pista.
Fine fu sopraffatta dalla paura, da quando era arrivata lì non aveva mai visto Shade perdere il controllo in quel modo, almeno non da portarlo ad interrompere un'intera lezione, qual'era il problema? Non le sembrava di aver fatto nulla di male, non se la sentiva di ballare con lui e quindi?
Non capì il motivo di quell'interruzione, non era forse lui quello che le aveva garantito via libera? 
Nonostante questo, non trovò la forza di ribellarsi, anche perché sarebbe stato del tutto inutile.
Shade aprì la porta e una vasta distesa di strumenti musicali -grandi e piccoli- gli si parò davanti. L'aula di musica.
Fece entrare Fine e si richiuse la porta dietro, lì nessuno li avrebbe disturbati.
Fine, esasperata, diede un violento strattone al braccio, liberandosi. Fece qualche passo indietro, sotto lo sguardo imperturbabile di Shade e lo fissò come solo una madre infuriata col figlio poteva fissare.
«Si può sapere perché?!» urlò, puntandogli il dito contro «Perché prima mi dici una cosa, poi ne fai un altra? Che c'è sei gelos-»
«Prima di tutto freniamo l'immaginazione, bambolina» precisò Shade, con un autocontrollo che avrebbe prima o poi fatto impazzire Fine. «Non mi stupisce che tu non ti sia accorta di come Jared abbia palesemente avuto un contatto diretto con il tuo didietro, chissà a che pensavi, come al solito d'altronde.»
Fine scattò immediatamente all'indietro, con la bocca spalancata tanto da formare un perfetto ovale. Non riuscì a formulare un pensiero coerente, non voleva credere che quel ragazzo tanto gentile che l'aveva invitata alla lezione, avesse approfittato di lei.
Non riuscì nemmeno ad immagiarsi la scena descritta da Shade.
«Non è vero» sibilò scrutandolo per bene, nella speranza di trovare qualcosa che tradisse la sua irremovibile aria sicura. «Stai mentendo.»
Shade sciolse la braccia che prima teneva incrociate ed assottigliò lo sguardo «Non mi credi?»
«No.»
«Non avrei nessun motivo per essere geloso, te l'ho garantito ieri. Quindi perché dovrei mentirti per una cosa del genere?» domandò cambiando tono ed espressione, quasi come se volesse cercare il filo che l'avrebbe condotto alla fiducia di Fine, a quella che non era riuscito nemmeno ad intravedere. «Non posso sopportare che un uomo approfitti di una donna, per questo sono qui, altrimenti non avrei interrotto la lezione inutilmente.»
Fine si rilassò, portandosi una mano sulla fronte. A chi doveva credere? Jared era stato così gentile che non avrebbe potuto nemmeno dubitare per un secondo di lui, però era anche vero che lo conosceva da solo mezz'ora, che cosa le garantiva che quella che indossava non fosse solo una maschera per far cadere ai suoi piedi le donne per poi approfittarsene?
Shade, inoltre, sembrava così sincero. 
Sembrava quasi che i suoi occhi stessero scavando faticosamente un buco attraverso il suo cuore, per portarla alla verità.
Fine si sentì mancare, da un po' tutto. Dallo sguardo straziante di Shade su di sé, dall'ansia per tutta questa faccenda del matrimonio e dalla fatica che stava dedicando alle lezioni.
Avvertì il nauseante bisogno di rigurgitare quello che si era tenuta dentro da settimane, ma si trattenne. Con grande sforzo si appoggiò al pianoforte a coda, di fianco a lei e si sedette.
«Non lo so, Shade...è tutto così confuso...» flebili singhiozzi rupperò la voce di Fine «...non so più a cosa pensare, non so più a cosa credere
Si portò le mani davanti al viso, vergognandosi delle sue stesse lacrime. Si era ripromessa che non avrebbe più pianto, che non avrebbe mai pianto, eppure eccola lì, di fronte a qualcuno che conosceva soltanto da poche settimane, a sfogare un pianto per troppo represso.
E si maledì mentalmente, avrebbe potuto aspettare, avrebbe potuto reprimere ancora una volta le lacrime e andare da Rein per sfogarsi, lei era l'unica che riuscisse a capirla, era sua sorella.
Ma era come se qualcuno avesse tagliato la corda che teneva racchiuse in un sacco tutte quelle lacrime e l'effetto che ottenne, fu soltanto di scoppiare come un vulcano, spento per troppi anni.
Si sentì terribilmente egoista per non essere riuscita a trattenersi, tutti gli studenti in quell'Accademia erano lì per il suo stesso motivo, eppure non aveva mai visto nessuno di loro scoppiare, come invece stava capitando a lei in quel momento. Non di fronte al proprio futuro marito, che probabilmente ora doveva sentirsi in colpa come pochi.
Shade si abbassò alla sua altezza, come avrebbe fatto qualunque padre protettivo nei confronti della figlia e la fissò con due occhi consapevoli del danno che avevano appena provocato, anche se Shade costituiva per Fine un 40% dei problemi che erano arrivati insieme alla notizia del matrimonio.
Nonostante questo però, non l'aveva abbandonata. Probabilmente qualcun'altro se ne sarebbe andato di fronte a questa scenata, invece lui era...rimasto.
«Ehi» sussurrò sottovoce, cercando il viso della principessa, aldilà delle mani e dietro ai capelli. «Ehi, non piangere, guardami.» 
Un umido occhio scarlatto comparve da dietro le mani della fanciulla e Shade approfittò del momento per sorriderle. «Mi dispiace, Fine. Avrei dovuto essere più delicato, il fatto è che non posso sopportare di vedere un uomo che approfitta di una donna, men che meno di te, che sei più ingenua di una bambina. Mi perdoni?»
Fine a quel punto spostò entrambe le mani, fissandolo con gli occhi gonfi e sgranati, mai l'aveva visto mostrarsi così vulnerabile, fu come scoprire qualcosa di nuovo, non ancora inventato e fu una sensazione magnifica.
Gli concesse finalmente un sorriso, un sorriso che Shade aspettava da quando era arrivata in quell'Accademia, uno di quei sorrisi che regalava spesso a Noche o a Rein, anzi fu il sorriso più luminoso che fin ora le aveva visto in viso.
Se lo annotò mentalmente, avrebbe voluto farne un ritratto e appenderlo a muro, ma probabilmente come richiesta sarebbe stata troppo strampalata.
Così si alzò, posizionandosi di fianco a Fine, che si spostò perplessa.
«Shade, cosa stai fac-»
Fine non fu in grado di terminare la frase, poiché Shade le intimò gentilmente il silenzio, alzando il coperchio tastiera del pianoforte a coda che avevano davanti. L'innumerevole fila di tasti che si parò davanti agli occhi della principessa, la lasciò completamente senza fiato.
Non era mai stata una grande amante della danza, ma la musica l'affascinava. Quando suo padre o sua madre suonavano a lei o a Rein una melodia, anche semplice, lei ne rimaneva catturata e quella miriade di tasti bianchi e neri fu come un tuffo nel passato.
Tuttavia non aveva mai imparato a suonare nemmeno un breve assolo, nonostante i continui richiami di Camelot.
Shade appoggiò delicatamente le mani sui tasti, muovendo le dita nella più legiadra danza, ma questa volta fu la musica a muoversi per comando delle mani, anziché il contrario, come invece accadeva nella danza, dove i corpi si muovevano per comando della musica.
Lentamente la melodia si distese e Shade continuò a suonare con assoluta sicurezza dei suoi movimenti, componendo una dolce sinfonia che entrò nel cuore della principessa, racchiudendole l'anima.
Fine chiuse gli occhi, inebriandosi di quel momento come se una volta terminato, anche il suo respiro sarebbe cessato.
Quanto detestava se stessa per aver anche solo lontanamente pensato di poter sostituire le mani di Shade con quelle di Jared, non c'erano altre dita che avrebbe voluto sentire sulle sue guancie, sulla sua schiena o tra i suoi capelli, se non quelle di Shade.
Così poco le aveva percepite e così tanto ancora le desiderava.
Non sogava su di sé altri occhi se non quelli penetranti e fissi di Shade, avrebbe preferito i suoi ad un paio di occhi sempre allegri, con il rischio di essere felice anche solo per un suo sorriso.
Fine si appoggiò alla sua spalla, aspirando il suo profumo di menta forte e neve.
«Non sapevo che sapessi suonare il pianoforte» mormorò.
Shade sorrise «Questa melodia è del tutto nuova, ho improvvisato pensando a te. »
E per la prima volta, Fine avvertì un nuovo, estraneo sentimento farsi largo nel suo cuore, a cui non seppe dare un nome.






 

N/A
Ragazuole!
Ri-eccomi con il nuovo capitolo :)
Scusate il ritardo, ma i capitoli di Enchanting sono molto lunghi, quindi ci impiego un po' a scriverli.
Va beh, spero che come sempre vi piaccia!
Un bacione da Alice!
  
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