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Autore: TheSlayer    18/11/2013    1 recensioni
Kat Moore è nata e vissuta a Los Angeles finché non è arrivato per lei il momento di trasferirsi a Londra per cambiare completamente la propria vita. In Inghilterra incontra nuovi amici e trova l'amore, ma il suo misterioso passato torna a tormentarla influenzando irrimediabilmente il presente. Quella partenza da Los Angeles sarà stata una fuga? Da cosa starà scappando Kat? A cosa andrà incontro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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(Un)broken - Le Ali della Farfalla

Capitolo 5
 
“Sembrava che tu avessi visto un fantasma.” Commentò Sarah quando tornammo al mio appartamento dopo la cena con i ragazzi.
Sì, quello della mia vita passata, pensai.
Per tutta la cena con Tommy e i suoi compagni di band non ero riuscita ad essere di grande compagnia e non avevo trovato il coraggio di parlare con il ragazzo. Non avrei mai potuto umiliarlo davanti ai suoi amici in quel modo.
“Mi hanno spaventata.” Dissi. Dopo esserci struccate e cambiate ci eravamo infilate nel mio enorme letto matrimoniale e stavamo chiacchierando con la TV accesa in sottofondo.
“Anch’io sono rimasta un po’ scioccata quando li ho visti fuori. Ho sempre visto le foto paparazzate delle celebrità ma non avevo idea di cosa si provasse ad esserne il soggetto!” Esclamò Sarah. Sembrava quasi esaltata da tutta quella storia e potevo capirla. Anzi, la capivo fin troppo bene.
“Non avevo la minima idea che fossero così famosi.” Mormorai, stringendo il piumone tra le mie mani e appoggiando la testa al muro.
“Non lo sapevi davvero?” Mi chiese Sarah con un’espressione allucinata. Sembrava quasi che le avessi detto che non avevo mai bevuto acqua o qualcosa del genere.
“No, in America non sono famosi.” Replicai. “Avevo già dei dubbi sul fatto che Tommy fosse un musicista, ma adesso…” Aggiunsi.
“Oh no.” Mi interruppe la mia amica. “Non dirmi che adesso che sai che è famoso non vorrai più uscire con lui.”
“Non funzionerà mai.” Dissi, scuotendo la testa. Non potevo andare in giro con una persona che veniva fotografata e finiva sui giornali e su tutti i siti di gossip.
“Qual è la tua paura? Pensi che sarà troppo impegnato per continuare a uscire con te?”
“Anche. E poi i musicisti sono famosi per avere mille ragazze.”
“Da quello che ho letto in giro Tommy sembra un tipo fedele. Dicono che sia finita con l’ultima ragazza perché lei ha tradito lui e gli ha anche mentito!” Disse Sarah, abbassando la voce come se qualcuno potesse sentirla mentre spettegolava.
“Non lo so.” Dissi. “E poi non mi piace il fatto che, uscendo con lui, le mie foto potrebbero finire in rete. Ti immagini i suoi fan? Mi odierebbero.”
“Perché non parli con lui di queste tue paure? Potreste trovare un compromesso, come tenere la vostra relazione segreta. Credo che capirà.” Replicò Sarah.
“Dici?”
La mia amica annuì e recuperò il telecomando per spegnere la TV.
“Parlaci. So che siete attratti l’uno dall’altra e questa potrebbe essere la tua possibilità di vivere una favola.” Disse la ragazza, cominciando a sistemarsi di fianco a me e chiudendo gli occhi.
“D’accordo.” Concordai alla fine. Tommy mi piaceva e, se avessimo mantenuto la nostra relazione segreta, le cose avrebbero potuto funzionare. Forse. Avevo già avuto la mia possibilità di vivere una favola e si era trasformata in un incubo. Non ero sicura di meritarmi una seconda chance. Come avrei fatto a dormire con tutti quei pensieri che vorticavano nella mia mente senza fermarsi?
“Buona notte, Kat.”
“Buona notte, Sarah. Grazie per i consigli.”
“E di che? Figurati.”
La mia amica spense la luce sul comodino di fianco a lei e mi sistemai anch’io sotto le coperte, pensando a tutti i motivi per cui avrei dovuto dire a Tommy che tra di noi non avrebbe mai funzionato.
 
“Kat, per me va benissimo tenere la nostra relazione per noi.” Disse Tommy il giorno successivo quando riuscii a trovare il coraggio di parlare con lui. L’avevo chiamato e mi aveva detto che sarebbe passato da casa mia, così l’avevo aspettato con un’orribile sensazione di ansia. Il ragazzo non solo si era presentato con un sorriso che mi aveva fatta rilassare immediatamente, ma mi aveva portato anche una pizza, perché era ora di cena e sapeva che dopo il lavoro ero stanca.
“Davvero?” Domandai.
“Ma certo! Capisco che per te sia strano che i paparazzi ti facciano foto o che i giornalisti scrivano articoli su di te. Onestamente preferisco che la cosa rimanga tra di noi perché la gente ha la tendenza a inventarsi di tutto quando una persona diventa famosa.” Replicò Tommy, abbassando lo sguardo. Già, i giornalisti si inventavano qualunque cosa per vendere qualche copia di qualche giornale scandalistico o per attirare persone sui loro siti.
“Grazie. Anche per la pizza, non avevo la minima voglia di cucinare questa sera.”
“Figurati.” Replicò. “A proposito, avevo intenzione di chiedertelo prima che tu mi facessi questo discorso…” Cominciò a dire il ragazzo.
“Cosa?” Domandai prima di addentare una fetta di pizza.
“Vorrei invitarti ad una festa.”
“Che tipo di festa?”
“Una che ci permetterà di stare insieme in pubblico, anche se nessuno saprà chi sei.”
“Interessante.” Commentai. “Vai avanti.”
“Venerdì è il compleanno di un amico un po’… particolare.” Disse Tommy e si interruppe per ridere, come se il solo pensiero lo divertisse. “Diciamo che tutti aspettiamo quel giorno dell’anno con ansia perché organizza le feste più spettacolari. Questa volta ce ne sarà una in maschera in un hotel a cinque stelle.”
“Sembra interessante, verrò volentieri!” Esclamai. Poi chiusi gli occhi per pochi istanti, maledicendo la mia stupida impulsività. Le ragioni per cui non sarei dovuta andare a quella festa erano tantissime, ma l’attrazione che provavo nei confronti di Tommy aveva vinto sulla ragione, come al solito.
“Sarà fantastico! Pensa che l’anno scorso ha affittato tutto il London Eye per il compleanno.”
Una festa su una ruota panoramica? Quel tizio era geniale.
Il telefono di Tommy suonò e il ragazzo si allontanò per rispondere, dandomi la possibilità di riflettere su quello che era appena successo. Okay, quella di dire di sì era stata una decisione impulsiva, ma in fondo si trattava di una festa in maschera. Nessuno mi avrebbe mai riconosciuta. In quel modo avrei potuto passare una bellissima serata con Tommy senza aver paura che qualcuno potesse scattarmi delle foto e farle finire in rete. Era perfetto.
“Mi hai appena dato un’ottima scusa per andare a comprare qualcosa di nuovo!” Esclamai soddisfatta quando il ragazzo tornò a sedersi di fronte a me. “Verrà anche Evan?” Domandai dopo qualche secondo.
“Sì e inviterà Sarah.” Replicò Tommy, come se mi avesse letto nel pensiero. Volevo proprio sapere se avrebbe partecipato anche la mia amica per portarla a fare acquisti con me. Ne avevamo bisogno entrambe.
“Non vedo l’ora!”
 
Il venerdì successivo, dopo un’intensiva sessione di shopping con Sarah, che mi aveva fatto scoprire tutti i negozi di abiti a prezzo ragionevole di Londra, Tommy passò a prendermi per portarmi alla festa di compleanno del suo amico. All’ingresso dell’hotel c’era un tappeto rosso su cui passavano tutti gli ospiti. Arrivati alla fine un uomo scattava qualche foto ufficiale e augurava una buona serata a tutti.
“Wow.” Sussurrai quando entrammo nella sala dedicata all’evento. Tutti i partecipanti stavano indossando abiti eleganti e avevano i volti coperti da maschere di tutti i tipi. La mia era nera, di pizzo fitto e copriva gran parte del mio viso, mentre Tommy ne stava indossando una bianca da Fantasma dell’Opera. Era vestito elegante e stava davvero bene. Ero felice di essere al suo fianco e per la prima volta in tantissimo tempo non stavo pensando a nulla se non al presente.
“Fantastico, vero?” Domandò Tommy, rivolgendomi un sorriso. Mi guardai intorno ancora una volta, estasiata. Era come se entrando in quell’enorme salone fossimo stati trasportati in un altro mondo. Le luci erano abbastanza basse e tra i partecipanti alla festa spiccavano i camerieri: gli uomini erano vestiti di rosso accesso, mentre le donne avevano abiti bianchi e tutti trasportavano vassoi con bicchieri colmi di bibite dai colori brillanti. La band suonava su un palco al centro della stanza e anche i musicisti indossavano maschere e completi eleganti. La loro musica era lenta e aveva delle sfumature elettroniche che erano perfettamente in linea con il tema della serata.
“E’ magnifico!” Commentai. Tommy mi guidò in fondo al salone, verso il bar e mi offrì da bere.
“Te l’avevo detto che questo mio amico è un po’ eccentrico.” Disse Tommy.
“Sì, ma non pensavo così tanto!” Esclamai. Riuscivo a vedere Sarah ed Evan a pochi metri di distanza da noi. La ragazza stava indossando un abito lungo rosso scuro con il corpetto ricoperto di pizzo nero e aveva una maschera in pendant, mentre Evan aveva un completo nero con una camicia bianca e un fiore dello stesso colore del vestito di Sarah appuntato alla giacca. Erano bellissimi entrambi e sembravano anche molto felici.
“Cosa ti aspettavi da uno che ha affittato l’intero London Eye per i suoi ventitré anni?”
“In effetti…” Commentai, brindando con Tommy e bevendo un sorso dell’acqua tonica che mi aveva appena preso. “Ti sei ricordato!” Esclamai con stupore.
“Non conosco tante ragazze che non bevono.” Replicò lui con una scrollata di spalle.
“Tommy… quanti anni hai?” Domandai improvvisamente. “Mi sono appena resa conto di non sapere nulla di te. Cioè, a parte quello che mi hai detto durante la cena con Evan e Sarah.” Arrossii e mi sentii in colpa. Quelle non dovevano essere informazioni da scambiarsi durante il primo appuntamento?
“Ne ho fatti ventiquattro un paio di mesi fa.” Disse Tommy senza perdere il sorriso.
“Io ne ho venti.” Replicai. Sapevo tantissime cose sulla sua famiglia, sulla sorella che aveva appena avuto un figlio e sui suoi gusti, ma non ci eravamo scambiati le informazioni base. Scossi la testa al pensiero, divertita. Come al solito mi stavo fiondando in una storia a tutta velocità.
“Cosa ti ha portata a Londra, Kat Moore?” Mi chiese Tommy, scrutandomi. I suoi occhi erano di un verde abbastanza scuro che sfumava quasi nel castano. Mi sorpresi a pensare che sarei stata a guardarli per ore.
“Voglia di cambiare vita.” Risposi. Era la verità, quello era il motivo principale per cui mi ero trasferita e mi ero lasciata alle spalle tutto. Avevo solo omesso il motivo per cui volevo cambiare vita, ma magari un giorno avrei avuto il coraggio di rivelarglielo. Non mi sembrava una storia da raccontare ai primi appuntamenti. “Comunque hai un modo di dire il mio nome che mi fa impazzire.” Aggiunsi dopo qualche istante per cambiare argomento. Ci stavamo avvicinando troppo ad una conversazione che non volevo assolutamente avere.
“Kat?” Mi chiese il ragazzo con aria sorpresa.
“Anche il cognome.”
“Kat Moore.” Disse Tommy con il suo affascinante accento londinese.
Sospirai e mi avvicinai per dargli un bacio sulle labbra.
“Chissà quanti cuori hai spezzato con quell’accento, Thomas Parker.”
Tommy rise e mi diede un altro lieve bacio.
 
La festa continuò per parecchio tempo prima che il festeggiato si decidesse a comparire sul palco. Il cantante della band lo annunciò con entusiasmo e tutti i partecipanti applaudirono e urlarono il suo nome.
“Jason Campbell!”
“Tommy…” Richiamai l’attenzione del ragazzo, che si girò verso di me. “Chi è precisamente questo Jason?” Domandai.
“E’ il re della vita notturna qui a Londra. E’ il proprietario di tantissimi locali dove vanno persone importanti e celebrità ed è un pazzo.”
“Ha già così tanto successo a ventiquattro anni?”
“E’ ricco di famiglia. Il primo locale gliel’ha regalato suo padre per i diciotto anni e non si è mai fermato.” Spiegò Tommy.
“Capisco.” Dissi.  
“Grazie a tutti per essere qui questa sera! Quest’anno ho pensato di fare qualcosa di tranquillo e di trattenermi un po’ perché… la festa dell’anno prossimo per i miei venticinque anni sarà epica! Preparatevi da ora!” Esclamò il ragazzo sul palco e la folla ricominciò ad urlare e ad applaudire. Jason aveva i capelli cortissimi, quasi rasati, gli occhi azzurri e il fisico atletico. Sembrava quasi che passasse tutta la sua giornata in palestra ed era estremamente strano per un uomo dal suo stile di vita. Brandon Barker, per esempio, era il re della vita notturna a Los Angeles e sembrava quasi un vampiro: era sempre pallido, aveva i capelli castani abbastanza lunghi e perennemente spettinati e passava le sue giornate a dormire, perché rimaneva sveglio di notte per controllare tutti  i suoi locali. Certo, Brandon aveva anche quasi il doppio dell’età di Jason.
Il cantante della band sul palco riprese possesso del microfono e intonò la canzoncina “Tanti Auguri” a Jason. Tutti i partecipanti alla festa si unirono al coro e il festeggiato stappò una bottiglia di champagne sul palco e lo versò nei bicchieri delle persone più vicine a lui.
“Visto? E’ eccentrico.” Ripeté Tommy.
“E’ un pazzo.” Dissi. “In senso buono, però! Adesso capisco perché tutta questa gente partecipa alle sue feste.”
“Oltre ad essere un genio e a riuscire a trasformare qualunque locale in un successo, Jason è un ragazzo fantastico. Sembra assurdo, ma la maggior parte delle persone che ci sono in questa stanza sono davvero sue amiche e lui aiuta sempre tutti.”
“Si vede.” Dissi, osservando il re della vita notturna londinese mentre si buttava sulla folla e si faceva trasportare dal palco al bar. Rideva come un bambino e si vedeva che era felice. Jason atterrò a pochi metri da noi, si sistemò il completo elegante e si precipitò ad abbracciare il ragazzo di fianco a me.
“Tommy P!” Esclamò, dandogli il cinque. “E chi abbiamo qui?” Mi chiese, prendendomi per una mano e facendomi fare una piroetta sul posto.
“Kat Moore.” Risposi. Era impossibile trattenere un sorriso di fronte ad una persona del genere.
“Enchanté, mademoiselle Moore.” Disse poi Jason, facendo il gesto di baciarmi la mano. “Oddio, perché non ci ho pensato prima?” Esclamò improvvisamente.
“Che cosa?” Domandò Tommy.
“Devo fare una festa in costume e il tema sarà l’epoca di Maria Antonietta!” Disse il ragazzo, estraendo lo smartphone dalla tasca dei pantaloni e cominciando a digitare sui piccoli tasti neri. “A proposito, Tommy-bello, ho una cosa per te.” Mormorò poi abbassando la voce e trasferendo qualcosa dalla sua mano a quella del mio accompagnatore.
“Grazie, Jason. Ti devo un favore!” Esclamò Tommy. Il ragazzo annuì e gli rivolse un cenno della testa, poi mi salutò fingendo di baciarmi di nuovo la mano e passò ad abbracciare una ragazza poco lontana da noi.
“Elizabeth, ti hanno mai detto che staresti benissimo con un costume da Jasmine? Come non sai chi è? Una delle principesse di Disney!” Lo sentii esclamare.
“Non si può non volergli bene.” Disse Tommy, alzando le spalle e sorridendo. Cercai con tutta la mia forza di volontà di smettere di pensare al gesto un po’ misterioso di Jason di pochi minuti prima, quando aveva trasferito qualcosa dalla sua mano a quella di Tommy, ma non riuscii. E se il ragazzo gli avesse procurato della droga?
“Già.” Dissi distrattamente.
“Ehi, Kat. Vieni con me, devo farti vedere una cosa!” Esclamò improvvisamente Tommy, prendendomi per mano e trascinandomi verso un portone.
“Cosa?”
“E’ una sorpresa, vedrai.” Rispose il ragazzo. Arrivammo ad una scalinata che portava ad un piano più in basso, la percorremmo e ci trovammo davanti a una porta chiusa con un cartello che diceva “Vietato l’accesso non autorizzato.”
“Cosa c’è lì dietro?” Domandai un po’ in ansia. Mi erano sempre piaciute le sorprese, ma non avevo mai avuto pazienza.
“Vedrai.” Rispose Tommy, rimanendo sul vago. Estrasse qualcosa dalla tasca interna della giacca, lo stesso posto in cui aveva messo quello che gli aveva dato Jason, e si avvicinò alla porta. Ma certo, era una tessera! Pochi secondi dopo la porta si aprì con un lieve “bip”. Tommy mi prese per mano e mi accompagnò all’interno della stanza che conteneva una piscina riscaldata.
“Ma possiamo essere qui?” Domandai.
“In teoria no, perché l’accesso è riservato ai membri del club privato dell’hotel, ma noi abbiamo questa.” Rispose Tommy, mostrandomi la tessera. “Quindi possiamo.” Aggiunse.
Alle pareti erano appese lucine decorative bianche, mentre dal soffitto, per tutta la lunghezza della piscina, scendevano piccole lanterne di carta di riso colorate.
“Questo posto è bellissimo.” Dissi. “Grazie per avermi portata qui.”
“Era da tutta la sera che volevo rimanere da solo con te e ho pensato che questo fosse il posto giusto.”
“Così porti qui tutte le tue conquiste?” Domandai, prendendolo in giro. Tolsi le scarpe con il tacco, alzai la gonna in modo che non toccasse il pavimento e cominciai a camminare sul bordo della piscina.
“In realtà sei la prima ragazza che porto qui. Jason è il proprietario di questo hotel e mi ha parlato di questo posto ieri, così ho pensato di condividerlo con te.” Spiegò il ragazzo. Anche lui si era tolto le scarpe e aveva arrotolato i pantaloni eleganti fino al ginocchio. Si sedette sul bordo della piscina e immerse i piedi nell’acqua. Lo raggiunsi e imitai il suo gesto, appoggiando la testa alla sua spalla e osservando le lucine accese che rendevano l’atmosfera quasi magica.
In lontananza si sentivano le note della canzone che stava suonando la band nella sala principale. La musica era più veloce e si sentiva molto la batteria, che sembrava andare a ritmo con il battito del mio cuore. Decisi di togliere la maschera e la abbandonai sul pavimento di fianco a me. Aiutai anche Tommy a togliere la sua e lo osservai per qualche secondo.
“Vuoi fare il bagno?” Mi chiese il ragazzo.
“Sì.” Risposi, senza nemmeno pormi il problema del costume. Sorrisi e mi rialzai immediatamente. “Mi aiuti con la cerniera?” Domandai. Tommy mi raggiunse e abbassò la zip del corpetto del mio vestito. Me ne liberai e lo abbandonai su una sdraio, rimanendo in biancheria.
“Sei già pronta?” Mi chiese, ridendo.
“Dovevo solo togliere un vestito, sei tu quello che ha addosso tredicimila cose!” Lo scherzai.
“Aspetta solo che riesca a liberarmi da questa camicia infernale e poi vedrai!”
“Oh, sto tremando di paura! Cosa mi fai?” Chiesi, avvicinandomi. Tommy fu più veloce di me, si tolse l’indumento, rimanendo in boxer, e si buttò in piscina, trascinandomi con lui.
“Tommy! Tommy, aspetta! Non so nuotare!” Urlai. Il ragazzo mi guardò con terrore e strinse la presa sui miei fianchi per non farmi affondare. Non che la piscina fosse tanto profonda, nel punto in cui eravamo riuscivo a toccare senza problemi.
“Scusa, Kat! Non lo sapevo! Perché non me l’hai detto subito?”
“Perché non è vero!” Esclamai e lo spruzzai.
“Ah, è così? Allora ti meriti tutto quello che sta per arrivare!” Replicò. Cominciammo una lotta all’ultimo spruzzo, finché non fummo entrambi completamente bagnati. In quel momento non mi interessava il fatto che la pettinatura elaborata che avevo chiesto al parrucchiere quel pomeriggio fosse completamente distrutta o che il mio trucco stesse probabilmente colando sulle mie guance. L’unica cosa che importava era che in quel momento mi sembrava di essere tornata una ragazza della mia età e mi stavo divertendo. Era come se tutte le mie preoccupazioni avessero deciso di lasciarmi in pace per una serata.
“Okay, tregua.” Dissi, avvicinandomi a Tommy e dandogli un bacio.
“Non so perché, ma non mi fido.” Rispose lui, guardandomi di sottecchi.
“Mi rovini gli attacchi migliori!” Scherzai, spruzzandolo ancora un po’. Dopo un’altra breve lotta, che finì quando il ragazzo mi bloccò contro la parete della piscina, ci ritrovammo entrambi con il fiato corto. Sentivo un lieve dolore alla mascella per quanto avevo sorriso, anche se in quel momento, con Tommy di fronte a me che mi guardava negli occhi, ero tornata seria. Rabbrividii, sapendo che in pochi secondi ci saremmo baciati e chiusi gli occhi quando sentii il contatto tra le sue labbra e le mie.
“Credo di aver vinto.” Disse Tommy dopo essersi allontanato da me di pochi centimetri.
“Ho questa impressione.” Risposi con un sorriso. “Ho anche un’idea su quale potrebbe essere il tuo premio.” Sussurrai.
“Anch’io.” Mormorò Tommy contro le mie labbra.
“Andiamo a casa tua?” Proposi.
“Sì.” Rispose il ragazzo, dandomi un ultimo bacio prima di uscire dalla piscina e aiutarmi a fare lo stesso. Mi porse un asciugamano, che avvolsi intorno al mio corpo prima di rivestirmi.
Era da parecchio tempo che non provavo quelle sensazioni. I brividi risalivano la mia schiena e avevo le farfalle nello stomaco. Il cuore batteva veloce e anche il respiro era accelerato. Sapevo che quella notte l’avrei passata con Tommy e non vedevo l’ora. Sapevo anche di essere stata impulsiva e sfacciata, ma avevo deciso di smettere di nascondermi, almeno per quel momento. Volevo che vedesse la vera Kat. Non volevo che si innamorasse della maschera che stavo indossando.
 
“Ti dispiace se vado a fare una doccia?” Domandai, mettendomi a sedere e coprendomi con il lenzuolo. Avevo appena passato una serata stupenda, ma sentivo il bisogno di restare da sola per qualche minuto. Avevo troppi pensieri in testa e non volevo che Tommy mi chiedesse qualcosa.
“Il bagno è di là.” Rispose lui, indicando una porta semichiusa alla sua destra. Mi abbassai per dare al ragazzo un bacio sulle labbra e poi mi alzai.
L’acqua scorreva calda sulla mia pelle ma non mi permetteva di rilassarmi. Passai una mano tra i capelli bagnati e poi sul viso per lavare via i rimasugli del trucco di quella serata. Scossi la testa. Volevo che i pensieri che stavano affollando la mia mente in quel momento sparissero. Volevo che smettessero di tormentarmi.
Che cos’ho fatto? I sensi di colpa mi facevano sentire come se stessi soffocando e non volevo più sentirmi in quel modo.
Pensai a Tommy, nella stanza di fianco. Le lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance, mischiandosi all’acqua calda della doccia. Avevo vissuto una serata da film, ma mi sentivo peggio di prima. Non meritavo nulla di quello che mi stava succedendo. Non meritavo Tommy, Sarah… niente.
I miei pensieri si soffermarono sulla mia vita a Los Angeles, sulla prima volta che avevo fatto una doccia a casa di Derek. Le lacrime si trasformarono presto in singhiozzi silenziosi e mi ritrovai rannicchiata su me stessa nella vasca da bagno. L’acqua mi colpiva dall’alto, portando le mie lacrime con sé.
No, dovevo smettere di pensarci. Dovevo chiudere quei ricordi in un angolo della mia mente e cercare di impedire che tornassero a tormentarmi.

 

Buongiorno! Ecco il nuovo capitolo di (Un)broken. In realtà ho unito il quinto e il sesto perché rileggendo mi è sembrato inutile dividere la scena della festa.
In questo capitolo volevo esplorare l'attrazione innegabile tra Kat e Tommy e volevo che la festa in maschera rappresentasse quello che sta succedendo nella vita della protagonista. Perché lei ne indossa una tutti i giorni per nascondere il suo passato, ma quando è con Tommy tende a toglierla, rivelando inconsciamente lati della vera Kat.
Inoltre ho aggiunto un paio di cose e la scena finale, che mi sembrava perfetta per far capire un po' meglio cosa sta provando la protagonista. Ormai siamo vicinissimi ai capitoli inediti e vi prometto che manca poco alla rivelazione del segreto di Kat!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e grazie per aver letto! Il prossimo lo posterò giovedì :)

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