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Autore: Giulia102    18/11/2013    0 recensioni
Ogni sogno merita un occasione, ogni sogno vuole la sua dose di coraggio...non avevo più niente da perdere qui.. presi un sospiro, tre valigie e altrettante borse e atterrai a Londra. Beh questo era ciò che desiderava e non potevo fare altro, non potevo essere in qualsiasi altro luogo se non qui per realizzare il suo sogno. " tu mi hai salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tra qualche mese sarebbe stato il compleanno di mia sorella, partivo sempre in anticipo per fare i regali, mi piaceva avere tutto sotto controllo per organizzare tutto nei minimi dettagli. La mia sveglia quella mattina non suonò e quando mi alzai era quasi l'ora di pranzo, cavolo! Era tanto che non facevo una bella dormita come questa! Mangiai un boccone veloce, controllai nell'Ipad la foto delle Vans che gli piacevano e andai.Non avevo detto niente a Niall ne l'ora, ne dove andavo di preciso , non ci avevo pensato anche perchè il mio cervello si era rifiutato di ripondere ai miei comandi in quel momento, ed aveva preso l'iniziativa da solo; mi troverà ne ero convinta. Mi fermai all'edicola a prendere VOGUE, il mio giornare preferito di cose che non avrei mai potuto avere, ma guardare non costava niente, sfogliai qualche pagina fino a che non arrivai alla fermata di Candem Town. Mi divertiva, non so perchè, quel quartier,e era così colorato e alternativo, certo ero un po' fuori luogo li, le mie scarpe rosse e il mio Vogue sotto il braccio non si intonavano del tutto, ma vabbè. Comprai le scarpe a mia sorella e continuai a fare un giro per gli stravaganti negozi, mi fermai al tavolino di un un caffè per prendere qualcosa da bere e per sfogliare la mia amata rivista.

“ti ho trovata, finalmente”

Avevo ragione. Sollevai lo sguardo per vederlo, rimasi un po' delusa quando vidi che i suoi occhi blu erano nascosti da un paio di Rayban neri, mi ripresi all'istante quando un secondo dopo li tolse.

“Cosa stai leggendo?” mi disse afferrando una sedia per mettersi accanto a me

VOGUE, le ultime sfilate, cose che non avrò mai..tipo queste scarpe dalla suola rossa che amo alla follia”

mi guardava incuriosito, era bello come il sole. La sua canotta con una stampa lasciava i suoi bracci e le sue spalle muscolose in bella vista, la sua pelle così chiara lo faceva sembrare di porcellana.

“Hai comprato un paio di Vans?! Esistono anche scarpe senza tacco nel tuo mondo?” disse in modo scherzoso.Sorrisi. “sono per mia sorella, e comunque penso di avere qualche scarpa sportiva per andare a correre”

“ah perchè corri te?”

“si, almeno in Italia lo facevo” mi guardava con aria strana

“Sei Italiana?!”

“ non mi pare che abbiamo li stessi colori io e te” avvicinai il mio braccio accanto al suo, la sua pella bianca contrastava con la mia che era un po' ambrata dall'abbronzatura dell'ultima estate.

“Grazie a Dio, mi hai tolto un peso, credevo fosse abbronzatura spray” scoppiò a ridere di gusto “ nemmeno tra un milione di anni!” risposi sgranando gli occhi.

“Senti Sele ti volevo chiedere scusa per quella festa, per il soprannome e per Addison, mi rendo conto che non siamo stati così tanto simpatici, sopratutto Ad, ti guardava in un modo un po' minaccioso, ma quello è un po' il suo modo di fare” appoggiò la sua mano sulla mia e la strinse. Ero sorpresa, non me le aspettavo queste scuse sinceramente non le aspettavo nemmeno.

“Grazie Niall per avermi det..” mi interuppe

“oh merda”

“che succede!?” il suo viso ero sconvolto

“Niall va tutto bene?”

“Corri”

“C-Cosa??!!”

“Corri adesso!” alzò la voce, mi prese con forza per un braccio strattoandomi via dal tavolino e cominciò a correre.

“Niall fermati! Non vedi che tacchi ho?” si fermò

“No Sele, devi correre” mi disse mentre guardava al di la delle mie spalle, mi voltai per vedere da cosa stavamo scappando. Un uomo dalla grande stazza stava infierendo contro di lui. Girai di scatto la testa e guardai Niall con gli occhi sbarrati in attesa di una spiegazione.

“ io e gli altri siamo scappati dal suo ristorante,ehm.. senza pagare il conto, ma ora devi correre Sele. Corri!” mi girai prima di cominciare a correre e vidi quell'uomo che si incamminava a passo svelto verso di noi, poi cominciò a correre.

“Corri Niall, corri” gli dissi. La mia mano teneva saldamente la sua, urtammo involontaiamente alcune persone che camminavano tranquillamente sul marciapiede, era come una corsa ad ostacoli, avevamo dato un bel po' di distacco a quella figuara che ci inseguiva quando a un certo punto la mia gamba destra andò giù; il tacco delle mie scarpe rosse porta fortuna era diviso in due, Niall continuava a dirmi di correre invece mi fermai.

“oh nooo Niall le mie scarpe rosse, si sono rotte, erano le mie preferite..come faccio adesso!!”

“levale” mi urlò, non pensai feci come mi disse e con le scarpe in mano continuai a correre scalza. La folla che c'era ci nascondeva da quegli occhi che ci inseguivano, fino a che Niall non entrò in un vicolo stretto, con il braccio mi spinse verso il muro facendomi appoggiare di schiena mentre lui faceva da scudo umano davanti a me, con una mano mi teneva indietro per non farmi sporgere mentre continuava a dirmi di stare zitta.

“eccolo” sussurò “ci ha persi, siamo stati bravi..se ne è andato Sele”

mi lasciai scivolare con la schiena fino a che non mi sedetti per terra e lui fece lo stesso sedendosi accanto a me. La fatica era evidente, il mio petto faceva su e giù velocemente, non ero abituata a correre così da un momento all'altro, continuavo a guardare le mie scarpe distrutte cercando in qualche assurdo modo di accomodarle, Niall appoggiò la sua testa sulla mia spalla.

“mi dispiace per le tue scarpe Sele”

Ci guardAmmo intensamente per qualche secondo, potevo leggere nei suoi occhi tutte le emozioni che provava in quel momento. Era come un libro aperto.

“tu sei un pazzo” gli dissi scuotendo la testa “ e anche un po' delinguente” sorrisi.

Io non so veramente cosa mi faceva, cosa mi accadeva tutte le volte che mi guardava, volevo solo stringerlo forte e non lasciarlo andare via, quel ragazzo di cui non volevo saperne era li davanti a me e mi stava ridando tutti i colori che non avevo più da anni, per quanto non volessi, per tutta la paura che avevo era il raggio di sole che aveva illuminato la mia stanza buia. Mi avvicinai e gli diedi un timido bacio sulla guancia.

“anche se non te lo meriti” dissi e lui scoppio a ridere, era bello il suono della sua risata, la musica più bella che le mie orecchie avessero mai udito.

“dai Sele andiamocene di qui, ti porto in un posto più tranquillo”

Ci incaminnammo verso la sua macchina, quando tirò fuori dalla tasca dei jeans le chiavi e con il telecomando la aprii, i fari di una range rover nera opaca si accesero. Era la sua. Accidenti! Aprii la bauliera per metterci dentro il mio sacchetto con il regalo di mia sorella e le mie scarpe rotte, vidi in fondo un guscio di una chitarra..wow sa suonare, pensai. Mi aprii la portiera per farmi salire.

“Madame” disse, porgendomi la mano per aiutarmi a salire, comiciai a ridere

Attaccato al cambio c'era un portachiavi con la bandiera Irlandese con scritto sopra Horan, avevo notato il suo accento strano.

“sei Irlandese?” chiesi

“ebbene si, abbiamo qualcosa in comune Baby, siamo entrambi londinesi adottati”

“dove mi porti?” sorrisi

“in un giardino tranquillo, ti piacerà ,così possiamo riposarci” Era vicino al negozio dove lavoravo, non lo avevo mai visto..ero piccolo e così tranquillo.

“Niall ma sono ancora scalza!” gli ricordai

“Vieni sali”

si mise davanti a me di schiena e aspettava che salissi, non me lo feci ripetere due volte. Strinsi le mie gambe intorno al suo bacino lascai le braccia ricadere morbide sul suo petto appoggiando la testa nell'incavatura del suo collo, il suo profumo era proprio come me lo ricordavo, strinse più forte le mie coscie e poi girò la testa per cercare il mio viso, sorrise. Varcò il cancello e si fermò davanti ad una panchina per farmi sedere, un timido sole si faceva largo tra le foglie dell'albero dietro le mie spalle, mi scaldava battendo sulla mia pelle; tirai fuori dalla borsa Vogue e mi sdraiai di schiena sull panchina alzando il giornale sopra la mia testa all'altezza degli occhi.

“vado a prendere una cosa in macchina, torno subito” lo guardai mentre si allontava..mamma mia se non era perfetto,la perfezione fatta in persona! tornai con lo sguardo sull'articolo che stavo leggendo. Ero completamente concentrata in quello che stavo facendo che non lo avevo visto ritornare, afferò il mio braccio e mi tirò giù verso il prato dove era seduto, aveva preso la chitarra. Sorrisi. Mi sedetti per bene accanto a lui e appoggiai la testa sulla sua spalla mentre stava incominciando a suonare “Wonderwall” degli Oasis, la canzone preferita di Julie, chiusi gli occhi e ascoltai ogni singola nota provenire dalla sua chitarra, era rillassante...mi tornò in mente l'ultimo che viagggio che avevo fatto con lei a Parigi, sulla scalinata davanti al Sacro Cuore c'era un artista di strada con la chitarra che suonava proprio questa canzone, come stava facendo Niall in questo momento, rividi nella mia testa quella scena di Julie che cantava ogni singola parola senza mai sbagliare; non esisteva giorno in cui non pensassi a lei, quasiasi gesto spontaneo mi riportava indietro da lei, era triste. Un tenero bacio si posò sull'angolo della mia bocca solo allora riaprii gli occhi, avevo la testa appoggiata sulle sue gambe mentre faceva scorrere le dita tra i miei capelli accarezzandoli con cura. “Buongiorno bella addormenta” mi disse teneramente mentre mi guardava

“quanto ho dormito? Perdonami”

“eri tenera” sorrise, parlammo per circa un ora del più e del meno, mi raccontò la vicenda del conto non pagato, quante risate!la mia schiena era appoggiata al suo petto e le sue braccia intorno alla mia vita, mi stingeva forte a se ogni tanto appogiando la sua testa sopra il mio orecchio destro e annusava il profumo dei miei capelli, ogni volta che mi sfiorava sentivo le farfalle che svolazzavano impazzite nel mio stomani, non ricordavo che questa sensazione fosse così bella..era la mia luce nel cielo.

“dobbiamo andare Sele o ci chiuderanno dentro”sussurò.

Mi riaccompagnò a casa dopo la bellissima e bizzarra giornata, recuperai le mie cose dalla bauliera, anche le mie scarpe rotte che continuavo a guardare con un po' di tristezza. Era in piedi davanti a me, le persone che passavano sul marciapiede mi guardavano in modo strano, forse perchè ero scalza.

“mi dispiace ancora per le scarpe” mi accarezzò una guancia, tolsi lo sgardo dalla mie scarpe che tenevo in mano e lo guardai nei suo bellissimi occhi. “sei davvero bravo a suonare, sono stata bene oggi. Grazie Niall” mi abbracciò forte appoggiando la testa nell'incavatura del mio collo, ricambiai quell'abbraccio stringendolo più forte che potevo vicino a me.

“Grazie a te, ci vediamo presto principessa” sussurò, mi buttò un bacio metre saliva in macchina prima di chiudere lo sportello e partire. Il mio ragazzo Irlandese preferito. Mi fermai a pensare sulla soglia del portone prima di infilare la chiave nella serratura per entrare in casa, sorridevo fra me come un ebette con aria sognante, cercando di ricordare la piacevole sensazione delle sue braccia intorno a me. Cosa mi stava succedendo? Cosa stava Succedendo?



Ed eccomi qua! allora in questo capitolo abbiamo la nostra protagonista, Sele, che per quanta paura abbia, non riesce più a connettere ogni volta che  guarda negli occhi oceano il nostro Niall, tanto che il suo cervello, anzi il cuore, decide di parlare al posto della sua testa. Hanno appena trascorso una giornata alcuanto bizzarra correndo una "maratona" molto improvvisata per Candem Town a causa dei guai in cui si era cacciato il ragazzo, senza però farci mancare un romantico finale fra i gesti premurosi e delicati di Niall. Cosa potrà nascere fra questi due "neo piccioncini" ? vi lascio con le domande interiori di Sele..troverà mai una risposta?
Baci G.
 

  
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