18/11/2013
2 recensioniEnd of time.
Prologo.Dark.
La London Accademy of music and dramatic art quell’anno compiva duecento anni d’insegnamento. Dal 1813 era considerata la più prestigiosa accademia di tutta Londra. Fondata da Juliette Wood nel centro di Londra, era sempre stata avvolta nel mistero. Nessuno poteva entrarci e uscirci esattamente come se non fosse successo nulla. Ti cambiava l’anima. Era l’anima, il cuore, della signorina Wood, che scomparve poco dopo il terzo annuale ballo di inizio anno. Nessuno sapeva dove fosse finita, se era morta, se era viva e chi fossero i suoi eredi.
Erano stati stanziati milioni per la festa che si sarebbe tenuta il 18 dicembre nella sede storica, da mesi anche i più illustri personaggi di Londra si contendevano il biglietto. Erano stati invitate le maggiori celebrità dell’epoca. Da cantanti ad attori, da ereditieri a critici d’arte. Tutti volevano essere a quell’evento. Era l’evento del secolo, irripetibile, sensazionale, unico. Qualcuno aveva persino osato a paragonarlo ad una delle feste di Gatsby nel romanzo ‘Il grande Gatsby’.
Quella scuola era potente, secolare, misteriosa. Vantava studenti vincitori di Grammy, Tony e Oscar. Era il sogni di tutti e l’incubo dei medesimi. Era nel puro stile londinese. L’edificio affascinava, invogliava le persone a visitarlo, a capire il suo enigma. Londra era magica e l’accademia era parte di essa, fatta della stessa sostanza della magia.
Trinity era annoiata mentre leggeva l’ennesimo articolo di giornale riguardante il grande ballo in maschera. Erano mesi che ne parlavano e la cosa iniziava a sembrarle sempre meno interessante. Era sì il decenario dell’accademia, ma nessuno riusciva mai a dare le vere notizie. Era un ballo in maschera stile ottocentesco, cosa c’era di così difficile da capire? Non era un evento, né una festa. Era un ballo.
«Lo sai che in quanto colonna portante di quella scuola, e che quindi non potrai mancare, vero?» Constance le ricordò con il suo odioso modo di fare. Non si erano mai piaciute le due. Trinity odiava quando qualcuno la trattava da bambina, e Constance era la tipica ragazza che voleva decidere tutto di tutti. Si sedette di fianco a lei e ordinò ad uno dei domestici una tisana con biscotti. La sua collana con il piccolo rubino rosso al centro splendeva alla luce artificiale della stanza.
Trinity trovava il suo comportamento troppo antico, nonostante la sua età. Andava bene essere elegante e sofisticata, ma lei tendeva a cadere nel banale il più delle volte.
«Questi giornalisti rendono questo ballo troppo futile» commentò Trinity iniziando a battere le unghie delle dita sul tavolo. Fuori pioveva forte contro la finestra della grande sala.
«Noi tre, la nostra famiglia, siamo le colonne portanti. Io sono solo una piccola pedina» concluse velocemente il discorso Penelope entrando nella stanza.
Calò il silenzio nella villa di campagna della famiglia Wood. Era avvolto nella nebbia della brughiera, isolato dal mondo, calato nel mistero.
Chi non ha mai amato gli intrighi di famiglia?
«Dite che siamo obbligati ad indossare lo smoking?» chiese speranzoso Niall, rileggendo l’invito di un ricevimento. Nella sala partì una risata generale, chiaro segno che aveva appena detto una cavolata. Era un dato di fatto che lui e i vestiti eleganti non andassero d’accordo. Preferiva di gran lunga una tenuta più informale.
«Qui c’è scritto che dovremmo usare una maschera» precisò Liam prendendogli di mano il biglietto. Lo rilesse velocemente soffermandosi sulle ultime due righe, poi sgranò gli occhi, quasi non volesse crederci. «Stile ottocentesco.»
Quella volta nessuno rise dopo la frase di Liam. Ci fu un silenzio di tomba mentre la pioggia batteva furiosa contro le finestre dello studio di registrazione.
«Scherziamo?! Io non mi metterò la calzamaglia» dal tono di Harry la sua affermazione era decisa ed irremovibile.
E pensare che con un solo sguardo sarebbe stato messo in ginocchio contro il suo volere.
«Avremo una maschera, nessuno saprà chi siamo e noi non sapremo chi saranno gli altri» mormorò Zayn guardando fuori dalla finestra.
«Le urla le sentiremo solo a cerimonia conclusa.»
Nessuno saprà mai il suo destino prima di compierlo.
Le antiche leggende sono più vere che i documenti scritti. C’è sempre una storia dietro la verità, perché solo gli stupidi credono nelle scienza. Hanno paura di capire la vera essenza delle cose. I patti con il diavolo sono quelli che distruggeranno intere generazioni.
Bisogna sempre ricordare che i misteri sono fatti per rimanere tali e l’amore è fatto per bruciare all’inferno.
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Spazio autrice.
Mi dispiace, ma sono di nuovo qua! HAHAHAH
Forse alcune mi conoscono per 'Madness', altre invece hanno avuto l'onore di non conoscermi proprio!
Anyway, sono di nuovo qui *cori da stadio*
L'ispirazione mi è venuta mentre ascoltavo 'Lana del rey' e non mi chiedete come, sono finita a scrivere questa storia. Ringrazio la mia Mich e Linda per aver letto in aticipo questa storia e per avermi
E' scritta in terza persona e il narratore è onniscendente, è molto stile Manzoni - Promessi sposi, ossia vi dovrete beccare le battute di pessimo gusto del narratore AHAHAH
Tornando alla storia: è breve come prologo ma spero che vi sia piaciuto lo stesso!
Vi invito a recensire perché non so se questo genere in particolare può piacere, starò a vedere c:
Per ora queste sono indicazioni generali, la vera storia inizierà al prossimo capitolo :)
Che ne dite?
Spero vi abbia interessato e che continuerete a seguire la storia c:
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Harriett xx