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Autore: Jackie_    18/11/2013    0 recensioni
Questa storia è ambientata nel 2029, Jack -diventato padre a 25 anni- ha deciso di tornare a Baltimora dopo sedici anni di assenza per sistemare i conti col passato. Che cosa ne è stato degli All Time Low? Come se la caverà April Barakat nella nuova città? E riuscirà Jack a far pace con i propri rimpianti?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo otto
 
April’s pov
 
Dopo aver visto quella foto sono letteralmente scappata al piano di sopra, nella mia stanza d’albergo. I letti sono sfatti, le nostre valigie sono state portate via e quella vuota desolazione sembra rispecchiare perfettamente il mio stato d’animo.
Mi sembra di non aver mai conosciuto mio padre e questa consapevolezza mi distrugge. Io e lui siamo sempre stati una squadra, siamo legati da qualcosa di speciale e scoprire che mi ha nascosto una parte così importante della sua vita mi fa male.
Mi lascio cadere sul pavimento, le mani strette sul viso mentre cerco di capirci qualcosa. Perché non me ne ha mai parlato? Afferro il telefono dalla tasca dei jeans e faccio qualche ricerca su internet. Scopro che faceva parte di una band assurdamente famosa ma che esattamente diciassette anni fa si è sciolta. Proprio quando sono nata io. Guardo alcune foto e mio papà ha un sorriso speciale, un sorriso che esprime quanto sia felice della sua vita. Dunque sono io la causa dello scioglimento della band?
Bussano alla porta e io sussulto per lo spavento. Mi alzo in piedi ma non dico nulla, non so se voglio affrontare i miei amici. Ora come ora mi sento vulnerabile, debole e non so davvero cosa pensare.
“April…” –quella voce, l’unica che avrei voluto sentire, mi chiama attraverso la porta- “Ehi, sono io. Aprimi.”
Non riesco a dire di no a quella richiesta. Sento che lui sia l’unica persona che possa farmi stare meglio in questo momento, l’unica che vorrei al mio fianco. Così apro la porta.
“Ehi, che succede?” ha lo sguardo preoccupato e la voce bassa, calda.
Si chiude la porta alle spalle e io non resisto più, con un sospiro gli stringo le braccia intorno al collo. Lui ricambia l’abbraccio accarezzandomi piano la schiena con una mano e io mi sento immediatamente meglio.
Lo lascio andare e gli mostro il telefono.
“Non ne sapevo niente. Non so come, ma mio padre mi ha sempre tenuta all’oscuro di questa parte della sua vita.” Sussurro cercando di tenere a bada tutte le emozioni che cercano di sopraffarmi.
Lui alza lo sguardo su di me, è dispiaciuto e io vorrei solo abbracciarlo di nuovo.
“Se non te ne ha mai parlato avrà i suoi motivi, April. Magari sta solo aspettando il momento giusto.”
“Perché? Non capisco, davvero. Cos’è successo di così terribile?”
Lui scuote la testa senza sapere cosa rispondere. Tutta questa situazione è frustrante. Mi porge una mano sforzandosi in un sorriso.
“Andiamo a scoprirlo. Torniamo a casa.”
Indugio qualche istante e poi gli stringo la mano.
“Ma io ho paura.” –ammetto abbassando lo sguardo- “Non so se voglio sapere.”
Dopotutto se mio padre mi ha tenuto segreta tutta questa storia per diciassette anni un motivo dev’esserci.
“Tu sei forte, April. È per questo che mi piaci. Da quando ci sei tu nella mia vita sembra tutto più facile perché so di poter contare su di te. Insieme possiamo sopportare di tutto.”
A quelle parole mi sento travolgere da una cascata di emozioni. Non riesco più a trattenere le lacrime e non so se piango per la paura, per la delusione, perché mi sento tradita o per quello che lui ha appena detto.
Nel vedere le mie lacrime lui si avvicina preoccupato e le asciuga velocemente con la mano.
“Andrà tutto bene, April. Ci sono io con te.”
E come se volesse in qualche modo dimostrarlo mi lascia un leggero, dolce bacio sulle labbra infondendomi tutto il coraggio di cui ho bisogno.
Finalmente riesco a sorridere di nuovo. Mi stringo al suo petto chiudendo gli occhi e so che ha ragione. Con lui al mio fianco sarà tutto più facile.
“Grazie, Josh.” –sussurro con ancora gli occhi chiusi- “Sono pronta per andare a casa.”
 
Jack’s pov
 
“E lui è Peter.” Dice Alex mostrandomi una foto dal suo IPhone.
Osservo un Alex in mignatura che dorme pacifico con un fumetto sul petto.
“Non ama farsi fare foto, per questo gliene faccio quando dorme.” Si lascia andare ad un sorriso mentre si passa una mano tra i capelli.
Sembra così vulnerabile. Quasi non riconosco il mio amico di un tempo, siamo cambiati tanto.
Gli porgo un’altra birra mentre accendo il forno intenzionato a mangiare una pizza. Potrebbe sembrare una sera di tanti anni fa: Alex nella mia cucina con una birra in mano pronto a passare una bella serata mangiando pizza e parlando del più e del meno.
“Sono stanco, Jack. Stanco di provare rancore nei tuoi confronti, di odiarla, di odiarmi. Tutto questo…mi sta consumando.”
Rimango con lo sguardo fisso fuori dalla finestra. Quelle parole avrei potute dirle io. Io e Alex siamo stati feriti allo stesso modo, dopo diciassette anni forse siamo finalmente pronti a dare una svolta alle nostre vite.
“Mi dispiace così tanto.” Riesco a dire con un filo di voce.
Alex annuisce e prende un sorso dalla sua bottiglia.
“Non era proprio così che immaginavo il mio futuro.” Dice con un mezzo sorriso e scuotendo la testa.
Ormai ho capito che lui non ce l’ha più con me. Forse perché ha scoperto la verità o forse perché è davvero stanco, come me, di questa lontananza. So solo che non mi sentivo così leggero da tanto tempo.
“Dovremmo farli incontrare. April e Peter.”
Appena finisco la frase la porta di casa si spalanca, andando a sbattere contro il muro.
April cerca subito il mio sguardo e io la raggiungo lasciando Alex da solo in cucina.
“Ehi, cosa ci fai già a casa?”
“Siamo tornati prima.”
C’è qualcosa che non va nella sua voce. È fredda e distaccata, il suo sguardo diffidente.
“Perché non mi hai chiamato? Sarei venuto a prenderti.”
“I genitori di Josh mi hanno riaccompagnata.”
Mia figlia fa un passo avanti e solo ora noto la sua mano stretta in quella di un ragazzo.
“Josh?” e indico il ragazzino accanto a lei.
April annuisce convinta e gli stringe più forte la mano.
Sono sconvolto. Non perché mia figlia mi sta palesemente comunicando di avere un ragazzo –bè, anche per quello– ma soprattutto perché da dietro di loro fa capolino un viso accigliato: Alex in mignatura.
“Quella nel vialetto…” –farfuglia- “È l’auto di mio padre?”
Tutti ci voltiamo a guardarlo, compreso Alex che mi ha seguito in salotto. Ci scambiamo uno sguardo e capiamo che il momento di dire la verità è arrivato.
Fortunatamente questo Josh si rivela essere più intelligente di quanto sembri, perché lascia un bacio sui capelli di April e si congeda educatamente. Lei non vorrebbe lasciarlo andare, ma probabilmente il mio sguardo preoccupato la frena e così ci ritroviamo in quattro in quel salotto forse troppo stretto.
 
“Cosa significa questa foto?”
April mi allunga l’immagine più che famigliare degli All Time Low e mi rassegno al fatto che non avrei potuto nasconderglielo per sempre.
“È una lunga storia. La verità è che non so da dove cominciare. Mettiamo da parte gli All Time Low per un momento, okay? Vorrei parlarti di tua madre.”
Guardo Alex in cerca di supporto e lui prende un grande respiro.
“In realtà vorremmo parlarvi di vostra madre.”
 
 -----

Peter e April non hanno preso molto bene la notizia di essere fratelli. Questo è stato il periodo più difficile che io abbia dovuto affrontare, dopo Clara. La differenza è che adesso non sono da solo. Il mio rapporto con Alex non è tornato quello di un tempo, credo che non sarà possibile, però ci siamo riavvicinati molto e ci sosteniamo a vicenda.
È passato solo un mese da quando abbiamo raccontato tutto ai due ragazzi e anche se stento a crederci le cose stanno migliorando. Loro due sono così simili e si vogliono un gran bene.
Per una volta sono sicuro che presto staremo bene. Staremo bene sul serio. E Alex qui al mio fianco intento a firmare il contratto con la casa discografica mi rassicura.
Gli All Time Low sono tornati, finalmente ho ripreso in mano la mia vita.
 




 
Author's corner
Ehilà! Bè, e anche questa storia è finita. Non sono convintissima del finale, ma la mia musa ispiratrice sembra essersi persa da qualche parte e non riesco proprio a trovarla, quindi mi spiace ma questo è tutto quello che sono riuscita a scrivere!
Spero la storia vi sia piaciuta almeno un pochino e se vi va potete dare un'occhiata all'altra FF che ho cominciato: Between Heaven and Hell.
Grazie a chiunque abbia letto, recensito e quant'altro. Grazie davvero.
Alla prossima! :)

 
  
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