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Autore: Prescelta di Poseidone    18/11/2013    3 recensioni
"...indossa il braccialetto e mettiti la collana. Poi schiaccia il centro dell’omega. Muoviti!!!
Eseguii i suoi ordini e… sorpresa!!! Il braccialetto era una spada!!!! E nella spada c’era scritto…"
l'ho appena scritta e spero che vi piaccia.
Sono molto gradite le recensioni, negative e positive!!
Baci!
Prescelta di Poseidone
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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• Forever...•
Erano le sei e mezza di mattina e noi stavamo viaggiando in aereo verso...Le Isole Cook.

Già, il paradiso in persona. O luogo.
Più che una missione sembrava una vacanza.

Eravamo su una specie di... boh, "furgoncino volante" donatoci da Apollo.
Facevamo fatica a spostarci, e di certo non avevamo i soldi per pagarci l'aereo.
Guidava Lio, con Annabeth accanto. Lio aveva dato il cambio ad Annabeth a metà del viaggio, in modo che lei si riposasse, o così dovevano fare.
Io avevo preso un sonnifero per paura del volo
Non tanto del mezzo o del volo in generale. Io avevo solo paura di cadere. Tutto qui. Così, avevo preso un sonnifero pesante.
Avevo dormito per tutto il viaggio.

Percy, Nico e Thalia, probabilmente avevano avuto più problemi di me.
Aprii gli occhi e subito un dolore allucinante mi avvolse la testa.
Cercai di non farci caso, prima o poi sarebbe andato via.

Mi girai. Accanto a me c'era Nico che dormiva, sudando freddo, appoggiato alla mia spalla. Dall'altra parte Thalia che guardava dritta davanti a se.
- Uhm... 'giorno - dissi con voce abbastanza assonnata - Ma.. Thalia, sei... sei li ferma da quando siamo partiti?
In effetti aveva due occhiaie enormi, e gli occhi rossi, segno che non aveva dormito per niente.
- Si - disse secca.
Mi aveva raccontato di aver una paura matta di volare.
Mi guardai intorno. Dietro di me c'erano Percy e Grover che dormivano (più o meno) beatamente e accanto a loro Unica, ormai già sveglia.
- Buongiorno - mi sorrise.
Osservai i suoi occhi violacei.
Erano proprio belli, riuscivano quasi ad incantarti.
Le ricambiai il sorriso.
Poi si avvicinò piano a me e mi sussurrò:
- Svegliamo Nico, dai.
E così facemmo.
Peccato che appena sveglio Nico fece un balzo sul sedile svegliando Grover e Percy.
- Aiuto! Stiamo precipitando! - urlò.
Gli misi una mano sulla spalla e l'altra sulla guancia.
- Fermo. Siamo in volo. Non ci sono state turbolenze, e siamo ancora tutti vivi credo, nessuno di noi è  finito a fare una visita al Divino Paparino. Calmo.
Prese il respiro e si rilassò.
- Nico, cavolo, stavo... non facendo incubi! - Percy voleva dormire, e si sentiva.
- Sbaglio o tu mi hai svegliato buttandomi dall'altra parte della tenda, quando è arrivato Ermes a dirci che dovevamo partire per New York?
E iniziarono a litigare.
Poi si aggiunsero tutti gli altri, tranne Thalia, troppo impegnata ad aver paura e Lio che stava guidando. Anche Annabeth si era svegliata.
- Ragazzi, basta!  - urlammo io e Lio.
- Ha iniziato lui! - disse Nico puntando il dito su Percy.
- Non è vero! - rispose lui.
Ah, i ragazzi.
- Sembrate due bambini! Dai, stiamo andando in un posto che potrebbe essere considerato l'ottava meraviglia del mondo e voi che fate, litigate? - dissi.
- E siamo quasi arrivati! - aggiunse Lio.
Nico e Percy si guardarono in cagnesco, ma smisero di litigare.
- Però ha iniziato lui - concluse Nico.
Eravamo finalmente arrivati.
Sentivo il sangue scorrermi più veloce nelle vene, come fosse ACQUA. Appunto.
Era il paradiso acquatico quello!
Scendemmo e... non saprei dirvi qual'era la sensazione più forte che ho provato in quel momento. Era un misto... mi sentivo più forte, più felice, più allegra, avevo voglia di correre a tuffarmi e non tornare mai più indietro. 
Era una spiaggia stupenda. Il mare a dir poco cristallino, la sabbia bianca e sottile e una leggera brezza fresca mattutina che riempiva l'aria.
Mi girai verso il nostro caro amico furgoncino e vidi Thalia scendere, verde come non mai.
- Thalia, ma stai bene? - le chiese Unica.
- C-certo. Dopo un viaggio aereo durato tutta la notte, ora mi ritrovo nel paradiso delle acque. Ci manca solo che debba andare agli inferi. - disse.
Trovammo subito ad accoglierci due ragazze del posto.
Quella che sembrava essere "il capo" tra le due era bionda, slanciata, con gli occhi azzurrissimi, quasi color ghiaccio. Probabilmente non era del posto, perchè le persone di solito, nelle isolette Polinesiane, erano il suo esatto contrario.
L'altra ragazza era mora, sempre con gli occhi azzurri, ma un po più bassa e robusta.
Vidi Unica allarmarsi.
- Unica? - Lio stava guardando Unica.
- Sono... Empuse...
Rabbrividii al ricordo. Pensai che forse, portando i ragazzi da un altra parte saremmo riusciti ad evitare disastri.
Così mi avvicinai alla bionda e le parlai.
- Piacere, Marina. Le dispiace indicarmi - e sottolineai questa parola - i bagni? Sapete, dopo un viaggio lungo, i ragazzi hanno bisogno di andare a svuotare le botti, come si dice, eheh! 
Cercai di sembrare il più simpatica possibile.
- Certamente - disse seccata. - Di la prego! 
Indicò una piccola struttura in legno, in messo alla spiaggia.
Prima di andare con loro, passai da Annabeth, e le sussurrai "Ti prego uccidetele tutte, se no si fan disastri".
E ci incamminammo verso i bagni.
- Ma perchè ci hai portato qui? - disse Lio.
- Infatti! Ci porti via da due ragazze più belle del sol... ehm... bellissime! - continuò Nico.
- Esatto! Un occasione così non si perde! - rigurdo quest'ultimo commento... non ero molto d'accordo.
Andai davanti a Percy e guardandolo gli tirai una sberla.
- Ahi! Ma cosa ti ho fatto? 
- Punto uno: tu hai Annabeth. Hai pagato oro per averla, e un'altra ragazza come quella non la trovi da nessun' altra parte! E da quel che mi dice l'hai già fatta soffrire troppo con la Dare e con tutte le ragazze del campo. Punto Due... vuoi finire nello stomaco di una mezza asina? - dissi guardandolo negli occhi.
Subito la sua espressione si fece triste.
- Quindi... ci hai portato qui per non farci stare con le empuse? - chiese Nico.
- Esattamente. 
Aspettammo una decina di minuti e arrivarono le ragazze e Grover.
- Fatte fuori tutte e due? - chiesi.
- Ehm... no.
Guardai male Thalia.
Non ci potevo credere, perchè non le avevano uccise? Avremmo fatto prima!
- Beh, non ci hanno attaccato, e poi ci hanno offerto di fare un bagno con loro questo pomeriggio.
Sbuffai e iniziai a camminare, alla ricerca della pietra d'acqua.
Avevamo pensato tutti quanti a quel posto, era uno tra i posti che si potevano definire "Regni acquatici" con la R maiuscola, forse pure il più bello.
Cercammo per un quarto dell'isola.
In quel che avevamo "Esplorato" avevamo cercato ovunque, dappertutto, qualsiasi cosa vedessimo era un possibile luogo dove andare a cercare la pietra.
- basta cercareeeee ho fameeeeee - si lamentò Lio.
In effetti anche il mio stomaco brontolava da un po.
Andammo in una piccola casetta in legno, quello che doveva essere il ristorante dell'isola.
Mangiammo e continuammo a cercare per tutta l'isola. Ma niente. Avevamo cercato ovunque, ma non c'era traccia di pietre azzurre in giro.
- Ragazzi, ragazzi ragazzi! - strillò Lio ad un certo punto.
Mi girai e lo vidi con una pietra azzurra in mano.
Mi avvicinai e gli chiesi di passarmela.
- Dove l'hai trovata? - gli chiese Unica.
- Dentro al cespuglio.
- E perchè eri  a guardare dentro il cespuglio? - chiesi.
- Beh, una volta, in America ci ho trovato 20 dollari, in un cespuglio, vedi te se non bisogna dare importanza anche ai cespugli.
Subito Grover fu d'accordo con lui:
- Esattamente, è da una vita che lo ripeto.
Feci per metterla nello zaino, ma Percy mi bloccò.
- Aspetta, non sono comparse le scritte come con le altre.
Guardai meglio.
Aveva ragione, non c'erano segni, ne scritte.
- No! Non può essere, abbiamo cercato per una giornata intera e.. niente! 
Annabeth era disperata.
E la capivo. Ormai eravamo stanchissimi, non ne potevamo più di camminare per tutta l'isola.
- Va beh, ragazzi, vediamo domani. Sono le... - guardai l'orologio. - uhm... le quattro e mezza quasi. Continuiamo domani, non ce la facciamo a star svegli tutta la notte per una stupida pietra.
Sorrisi a tutti.
- Venite qui dai - e li abbracciai tutti.
Dei ragazzi proprio speciali. Gli unici che potevano farsi ore e ore di ricerca per me, e per una stupida pietra, gli unici che erano li con me in quel momento.
In poco tempo avevo imparato a conoscerli e ad apprezzarli per quello che erano e questo mi rendeva veramente felice.
Andammo in spiaggia e ci mettemmo (chi poteva) i costumi portati, da Thalia e Unica.
Care degli dei, avevano pensato pure a quello.
Appoggiammo le armi in riva al mare, proprio per avercele a portata di mano.
Mi tuffai.
Era bellissimo riavere l'acqua salata scorrere sulla pelle, una cosa che ho sempre adorato.
Anche Percy era contento. Solo Nico era fuori dall'acqua, non aveva voluto venire a divertirsi (al solito).
Così, andai da Percy e ci mettemmo d'accordo per dar fastidio a Nico.
- Ehm... tu la testa, io i piedi, ma poi ricordati di fare in modo che i vestiti non si bagnino, altrimenti ce le suona veramente.
Uscimmo dall'acqua, e andammo da Nico.
Mi sedetti accanto a lui.
- Ehi!
- Ciao Marina - abbozzò ad un sorriso.
- Che ci fai qui, fuori dall'acqua, quando tutti stanno lì a divertirsi?
L'acqua era abbastanza fresca, e limpidissima.
- Uhm... non mi piace fare il bagno - ammise.
Io e Percy ci scambiammo un vecole sguardo, io lo presi per i piedi e lui per le braccia.
- Ehi ehi! Aaah! Lasciatemiiiii! - e si dimenava.
Ci avvicinammo all'acqua.
- Uno... - disse Thalia.
- Due.. 
- Trè! - urlammo insieme, e intanto il povero Nico faceva un volo in acqua.
Appena riemerse lo vidi guardarci male.
- Oh oh... - dissi.
Si avvicinò lentamente, uscendo dall'acqua.
Era completamente bagnato, Percy si era dimenticato di fargli la bolla d'aria per i vestiti.
- Oh oh! - confermò quest'ultimo.
Nico era davanti a noi, con i capelli corvini attaccati al viso, la maglietta a maniche corte attaccata al corpo mettendo in risalto gli addominali.
Anche i pantaloni avevano fatto una brutta fine.
Guardò Percy e gli disse:
- Con te facciamo i conti dopo Jackson.
Detto questo si avvicinò pericolosamente a me. 
Indietreggiai con un sorrisino complice in faccia.
- Ehm... - dissi.
- Un corno Ehm...
Ero addosso ad uno scoglio più alto di me, con Nico davanti.
Mi guardò sorridendo e mise le mani sui miei fianchi.
Inutile dire che arrossii di colpo.
Pian piano era sempre più vicino alla mia faccia.
Prima di "coprire" gli spazi rimasti, sentii la sua mano fredda sulle giocchia e in un secondo mi ritrovai a pancia in su tra le sue braccia.
Mi accorsi solo dopo che non stava camminando verso il mare.
- Che fai? - dissi preoccupata.
- Ti porto a fare un bagnetto, tesoro.
Uscimmo dalla spiaggia, eravamo sulla terra normale, non sabbia.
guardai davanti a noi. C'erano due alberi e...
- No... nonononono, non credo proprio. Tu NON mi porterai lì, vero Nico? - gli feci gli occhioni da cerbiatta.
- Oh, invece si cara. Un bel bagnettino non te lo toglie nessuno. - sorrise malizioso.
Sbuffai e iniziai a pregare mentalmente gli Dei che non lo facesse veramente.
Eravamo lì, davanti al mio "bagnetto":
Prima che mi buttasse dentro a quel... lerciume che avevamo davanti, mi strinsi forte a lui e, invece di cadere da sola, cademmo in due.
- Bleah, che schifo! - urlai. 
Sentii Nico ringhiare. Era, oltre che bagnato, pieno di cacca, perfino sui capelli.
Perchè si, perchè la cosa dove eravamo appena caduti era cacca. Cacca mista a fanghiglia.
Dopo esserci guardati un attimo scoppiammo a ridere. 
Eravamo interamente coperti di letame, o sterco, come preferite.
Dopo esserci schizzati un po "fanghiglia" addosso, decidemmo di tornare indietro, alla spiaggia.
Vidi Annabeth correrci incontro a braccia aperte, ma appena si accorse di come eravamo conciati le abbassò.
- Uh... ehm.. bello? - commentò schifata.
Iniziammo a ridere. Io corsi verso il mare e mi tuffai.
Appena riemersi ero abbastanza pulita. 
- Scusa papà... - dissi rivolgendomi al mare.
In risposta, ricevetti un ondata di acqua calda.
Uscii dall'acqua, e dissi a Percy e gli altri di iniziare ad incamminarsi verso il posto dove avremmo dormito. Io avrei aspettato Nico.
- Su, forza! Che aspetti a buttarti? - chiesi.
Di sicuro non poteva andar a dormire ricoperto di cacca.
- Non... non mi piace. - fece una faccia disgustata.
Lo spinsi in avanti, in modo da farlo entrare in acqua.
Dopo averlo aiutato a pulirsi un po, uscimmo, ancora completamente bagnati.
- Nico? Mi aspetteresti un attimo? Devo cercare una cosa.
Lui annuì e io mi immersi in acqua.
Non rimasi a pensare di dover trattenere il respiro, perchè non ce n'era bisogno.
Cercavo una conchiglia. Quando andavo al mare con mia madre ne trovavo sempre una di particolare.
Strana, spesso anche molto colorata.
Dopo una ricerca di qualche minuto la trovai.
Era bellissima, molto grande, blu oltremare con alcune striature di azzurro e grigio.
Riemersi, e mi accorsi che mi ero allontanata un po.
Arrivai alla spiaggia e... beh, non posso proprio dire che quel che avevo davanti era un bellissimo spettacolo.
Nico, stava baciando appassionatamente la biondina che ci aveva accolti.
Sembrava quasi incantato, ammaliato da quell'empusa.
A passo svelto andai a prendere la spada.
Andai dietro alla tipa e la trafissi.
Questa dopo un gemito di dolore si dissolse in una nuvola dorata.
Nico, ancora preso dal bacio dell'empusa (senza accorgersi che ormai non era più davanti a lui) cadde a terra, baciando la sabbia.
Dopo qualche secondo iniziò a tossire e a sputacchiare, girandosi a pancia in su e mettendosi seduto.
Ripresi in mano la conchiglia, che prima avevo appoggiato a terra e mi diressi nell'alloggio dove ci aspettavano gli altri.

• Nell'Alloggio per i sette...
Era un piccolo "appartamento", non molto grande. C'erano cinque letti, dei quali due matrimoniali, in quattro stanze diverse. Solo quello.
Ne cucina, ne salotto ne niente. Solo uno spazioso corridoio e quelle quattro grandi stanze.
Sistemammo i borsoni nelle nostre stanze. Percy e Annabeth avrebbero dormito in una camera con letto matrimoniale. e Thalia e Bianca nell'altra.
Nelle camere con i letti separati invece, c'eravamo (o meglio, si erano) divisi in Lio e Grover in una e Io e Nico nell'altra.
Sbuffai.
- Scusa Marina, ma a parte per i letti matrimoniali, abbiamo fatto ad estrazione. Scusa. - si giustificò Lio.
- Parlando di Nico... dov'è? - chiese Unica, guardandosi in giro.
Ridacchiai e le risposi:
- E' ancora in estasi dopo il bacio dell'empusa, ma niente di che. Vado a prepararmi la roba, a dopo. -
Dopo alcune risate, e commenti generali, mi diressi verso quella che sarebbe stata la nostra camera.
Era (relativamente alla grandezza della casa) abbastanza grande. Le pareti di mattoni erano ricoperte da lastre di legno, come tutto il resto della casa.
Il legno era chiaro, si intravedevano alcune striature, di colore leggermente più scuro rispetto al resto della lastra.
I due letti, ancora senza coperte e cuscini erano grandi abbastanza, non si poteva di certo rotolare giù da lì!
In fondo alla stanza c'era una grande finestra che dava sul mare.
Mi piaceva.
Peccato che, per una notte, avrei dovuto condividerla con chi aveva baciato un'empusa, così, tanto per fare.
Mi costava ammetterlo, anche a me stessa, ma mi aveva fatto male.
Vederlo così... avvinghiato ad un'altra ragazza... mi faceva male, non mi piaceva per niente.
Cercai di non pensarci.
Tirai fuori dal borsone le coperte che mi ero portata, nere, giusto per precauzione.
Avevamo realmente portato di tutto. Dalla cosa più importante alla cosa più inutile. Coperte, spazzolini e dentifrici compresi.
Iniziai a metter su le leggerissime lenzuola, quando senti un tonfo provenire da poco dietro me.
- Io, non, ce, la, faccio. - Nico mi indicò.
Subito quel sorriso che mi si era formato sulle labbra, mentre ero tranquilla, da sola in camera, si spense.
- Perchè te ne sei andata? Perchè mi hai lasciato con la bocca piena di sabbia, per terra, bagnato fradicio li, in spiaggia? - aveva la maglia e i pantaloni attaccati alla pelle. Piccole goccioline d'acqua gli scorrevano dalla guancia al mento. Non potei fare a meno di sentire un brivido corrermi per la schiena.
Mi rigirai verso il letto.
- Mah... così. Avevo voglia di tornare dagli altri. Non sei sempre tu quello che mi ripete "so cavarmela da solo"?
Inclinò la testa da un lato, inarcando le sopracciglia.
- Seh. Ok.  Non è vero, dimmi la verità. - mi ordinò.
Lo sentivo avvicinarsi dietro di me.
Cercai di mantenere uno sguardo fermo, mentre facevo il letto.
- Si da il caso che tu... - mi girai lentamente, trovandomi a pochi centimerti dal suo viso. Poggiai il mio indice sul suo petto. - ... sappia perfettamente come tornare qui. E posso anche aggiungere che avevo fame. Se tu non ti fossi dilungato con la sgualdrina ormai morta in spiaggia, ti avrei aspettato.
Gli sorrisi, e sul suo volto si formò un ghigno strano.
Io alzai gli occhi al cielo (o al soffitto) e tornai a mettere le coperte sul letto.
Lui sospirò e iniziò a tirar fuori cose dal suo zaino.
Avevo finalmente finito! Le coperte erano al loro posto, e i vestiti per il giorno dopo anche.
Feci per uscire dalla stanza e andare dagli altri ma mi bloccai.
Si, c'era Nico senza maglia che ne cercava un'altra nel suo borsone.
Avvampando mi girai.
Probabilmente, il figlio di Ade se ne accorse e ridacchiò.
- Guarda che siamo cugini alla fine. Poco mi importa se mi vedi in mutande.
Io riuscì a rispondergli, balbettando:
- Non mi pare il caso. Ti devi cambiare anche i pantaloni?
- Già.
Sempre più rossa, gli sbottai un:
- Allora muoviti!
Lui rise.
Anche se non lo vedevo, sentii che si stava togliendo i pantaloni.
Picchiettando nervosamente sul braccio, aspettando che finisse, diventavo sempre più rossa.
Pregai mentalmente gli Dei che nessuno se ne accorgesse.
- Ho finito. - mi disse.
Mi girai lentamente.
Cercai di rimanere il più fredda possibile mentre lui ridacchiava osservandomi.
- Sei tutta rossa. - osservò, squadrandomi.
- Si, e allora? - lui rise, di nuovo. - Problemi?
Ormai era interamente asciutto, a parte i capelli ancora umidi dopo tutta l'acqua che si era beccato prima.
Mi invitò con un cenno della mano ad andare dai ragazzi. In casa non c'era nessuno, forse erano fuori.
Uscimmo, e chiudemmo la porta a chiave.
Io ero ancora vestita come questo pomeriggio. La solita maglietta bianca a pois neri, e i pantaloncini corti di jeans.
Non avevo avuto bisogno di asciugarmi essendo figlia di Poseidone. I vestiti si asciugavano da soli se lo volevo.
A pochi metri da noi c'erano i ragazzi che ci aspettavano.
- Ooooh, finalmente! - ci gridò Grover. - Che fine avevate fatto?
- Nico voleva fare lo spogliarellista. - mi giustificai.
Lui mi guardò male.
- Non è vero! Non sono figlio di Poseidone, avevo bisogno di cambiermi! - urlò, con voce strozzata.
Mi accorsi che ormai era tardi, quasi le otto di sera, così, decidemmo di andare a mangiare.
In quell'isola c'era di tutto.
Da hotel vari a semplici casette. Piscine, terme, di tutto.
Andammo alla "reception" dell'isola, dove si pagava per avere un posto per dormire, o per il ristorante.
Il bello è che l'empusetta bionda che ci aveva accolti, ci aveva dato il posto gratis. Cibi, bevande, letti... tutto gratis.
Ci dirigemmo al ristorante e prenotammo un tavolo da sette.
Questa sera, sotto consiglio/ordine di Percy, avremmo mangiato pizza!

• Dopo cena...
Erano ormai le undici passate, e decidemmo di andare a dormire.
Entrai in camera, chiedendo a Nico di rimanere cinque minuti fuori, aspettando che mi cambiassi.
Presi una maglia grande il doppio di me, mi arrivava a metà coscia.
Mi tolsi i vestiti e la indossai, insieme ad un pantaloncino bianco corto, che superava solo di qualche centimentro la lunghezza della maglia.
Era carina. Blu notte, probabilmente raffigurava un cielo stellato. Davanti, c'era scritto in corsivo bianco "Forever...".
Mi sciolsi i capelli, prima legati in una treccia mordìbida , e li pettinai un po.
Andai alla porta, la aprii e trovai Ncio seduto, con la schiena appoggiata al muro, e la testa sulle ginocchia.
- Oh. Eccomi, vado.
Entrò per andare a cambiarsi.
Io intanto andai da Percy e Annabeth, che erano ancora svegli, come noi, mentre tutti gli altri dormivano, ad augurare loro la buona notte.
- Allora a domani Marina. Ricordati che domani, primo pomeriggio partiamo verso le Praterie, dato che... la pietra l'abbiamo trovata. - Annabeth mi indicò la conchiglia appoggiata sul comodino accanto al letto.
Era quella la pietra, era comparsa sopra la conchiglia la scritta "Acqua" in greco.
Dovete sapere che Annabeth aveva già fatto tutti i suoi calcoli e i suoi schemi, così, sapeva già, circa, dove si trovavano le varie pietre.
Annuii e le scoccai un bacio sulla guancia.
Mi incamminai verso la mia camera mentre Percy e Annabeth, ridevano sottovoce, per una battutina stupida, fatta da lui.
Subito trovai Nico che mi aspettava, appoggiato allo stipite della porta.
Mi lasciò entrare.
Lui aveva una maglia nera molto larga, con un teschio davanti. e i pantaloni, che gli arrivavano sopra al ginocchio, anch'essi, abbastanza larghi.
Mi sedetti sul letto, legandomi i capelli in una semplice crocchia, fatta con due elastici.
Feci per infilarmi sotto per le coperte ma Nico mi bloccò.
- Aspetta. Alzati un attimo.
Obbedii, e lui mi guardò la maglia, sorridendo.
Prima che potessi chiedere spiegazioni, lui mi rispose.
- Quella maglia era di mia sorella. Ce l'avevo io. Mentre Percy, lei e gli altri erano in missione per ritrovare Annabeth, io ero al Campo. Mi aveva lasciato quella maglia, consapevole che lei non sarebbe tornata indietro. E' la sua maglietta preferita. Io a quel tempo non avevo neanche immaginato che potesse morire. Pensavo me l'avesse data, insieme al suo berretto preferito, solo perchè non glielo rubassero o.. cose così. Quando seppi della sua... mo-morte, la diedi a Chirone... i-in modo che.. in un futuro potesse servire a qualcuno, volevo dimenticare Bianca... Ero piccolo e... - tante piccole goccie salate gli ricaddero sulle guance.
Abbassò la testa girandosi.
Mi avvicinai e, da dietro, lo abbracciai.
- Tu... le somigli così tanto... Hai lo stesso viso... gli stessi lineamenti dolci... - riuscì a balbettare.
Appoggiai la testa sulla sua schiena, magra e fredda.
Lo girai verso di me, in modo che potesse guardarmi negli occhi.
Cercai di togliere alcune lacrime dal suo volto.
Gli sorrisi.
Lui si avvicinò e mi abbracciò, stringendomi, quasi da soffocarmi.
Scoppiò in un pianto, silenzioso, ma doloroso, stringendomi a se.
Si inginocchiò a terra, ed io con lui.
Rimanemmo così per un po, fino a quando smise di singhiozzare, aveva gli occhi chiusi, ancora bagnati.
Decisi di alzarlo da terra e trasportarlo di peso fino al suo letto.
Feci una fatica immonda, però ci riuscii. Un po dolorante, gli misi le coperte e lo accarezzai.
- Buonanotte Nico... - sussurrai.
- M-marina? - mi chiamò.
Mi voltai.
- G-grazie. - mi sorrise.
Gli feci l'occhiolino e avvicinai il mio letto al suo, unendoli.
- Per oggi si dorme così - dissi, infilandomi sotto le coperte.
Lo vidi addormentarsi subito, ranicchiato su se stesso, con faccia d'Angelo.
A quel punto potevo lasciarmi prendere dalle confortevoli braccia di Morfeo.



•Angolo AutriciaH• (?)
IO: Buonasera a tutti e benvenuti al Costanza's Show!
NARRATORE: La troupe dello show applaude, nel resto della stanza cala il silenzio.
IO: Grazie, grazie...
NARRATORE: si inchina, raccogliendo le rose lanciate dalla troupe.
IO: troppo gentili.
NARRATORE: Le arriva un pomodoro in faccia da parte di un telespettatore.
IO: No! ehi, ehi! Basta! Ue!, Ragazzi, bastaaaaaaa pomodoro!
NARRATORE: le arrivano altri pomodori addosso, e scappa.

.....
NARRATORE: Dopo essersi rifugiata in una caverna, trovata Nella Polifemo&Co. City, ricomincia a respirare.
IO: Bene, so che il capitolo vi piace talmente tanto che mi lancierete tutti gli ortaggi del vostro orto addosso... lo so, lo so, sono un genio.
Passannnnnnnnnnndo all'angolo autrice "normale" percosìdire (?)....
Il capitolo è stato una tragedia greca. Letteralmente.
Se il capitolo precedente era stato una cavolata da scrivere, questo è stato un macigno.
Veramente, poca immaginazione, grammatica scarsa, e di nuovo poca immaginazione.
Le frasi sono tutte ingarbugliate, e la storia che si racconta in questo capitolo fa schifo di per se ç____ç
Che dire, spero non mi manderete al Tartaro per questa schifezzuola, se vi dico che ho il nuovo capitolo già iniziato! Yeaaaaaaaaah.
Detto questo, direi che mi posso dileguare.

Ah già, un ultima cosa: non posto il nuovo capitolo se non mi arrivano minimo due recensioni u.u Eh già, ho fatto tanta fatica a scriverlo, e pretendo di essere ricompensata u.u
Scherzi a parte, lo dico veramente. Chiedo solo 2 recensioni, perchè la fatica l'ho fatta, e tanta. So che c'è chi scuola, chi medie, chi liceo, chi superiori, chi università, chi lavoro, chi elementari e chi asilo (?) ma se dico di volere 2 recensioni non chiedo troppo eh...
Basta, ora vado sul serio (:
A presto ^^




  
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