Oggi vi posto una cosa che ho scritto. Non è per niente originale... vi spiego qual'è stata la mia idea.
In pratica ho voluto prendere l'extra che la Meyer ha postato sul suo sito, dove assistiamo alla telefonata tra Rosalie ed Edward, in New Moon.
Rosalie chiama Edward per dirgli che Bella è morta. Io ho ripreso i dialoghi e ho cercato di esprimere i pensieri di Edward in quel momento, con parole mie.
Spero vi piaccia lo stesso...
Ps. vi prego vi prego vi prego! Lasciate commenti... oramai che l'avete letta, cosa vi costa sprecare un minutino in più per farmi sapere che ne pensate? Grazie!!!
Last
Call
Stavo
per uscire da questa umida e sporca soffitta quando sentii il
telefonino vibrare nella mia tasca. Ero irritato, avevo esplicitamente
chiesto
a tutti di non cercarmi, di lasciarmi in pace. Sarei stato io ad andare
da loro,
quando fossi stato pronto. Non che credessi di potervi riuscire, mi
sentivo
vuoto, non ero più io. Ero totalmente inutile.
Rimasi
sorpreso vedendo il numero: Rosalie. Tra tutti lei era l'ultima
persona con cui avrei voluto parlare. Gettai il telefono sul pavimento
e mi
raggomitolai sulle fredde assi, osservando il nulla.
Più
mi sforzavo di non ricordare, più le immagini colpivano la
mia
mente. Vedevo ogni singolo attimo di felicità trascorso
insieme a lei. Stavo
giusto gustando il ricordo del suono della sua dolce risata quando il
cellulare
iniziò a vibrare nuovamente. Dannazione, pensai, non
potevano darmi tregua? Lasciare
che marcissi nel mio dolore?
In
un attimo scattai e risposi al telefono: "Che c'è?",
dissi, aspro. Ero impaziente di tornare ai miei ricordi. Solo, senza
interferenze.
"Oh,
wow. Edward ha risposto al telefono. Mi sento onorata",
non sopportavo il tono della sua voce, come se non ci fosse nulla che
andasse
male, come se fossi un bimbo capriccioso, come se lei
non fosse mai
esistita.
"Va
avanti", sibilai. Ogni attimo che passava mi portava
sempre più a volerle chiudere il telefono in faccia.
"Ho
pensato che volessi sapere che Alice è a Forks".
"Cosa?",
Forks, casa, vita. Bella.
"Sai
com'è fatta Alice... pensa di sapere tutto. Come te." Non
fui capace di risponderle, non sapevo che dire.
"Edward,
sei ancora lì?". Silenzio, la mia mente era in subbuglio.
Che cosa ci faceva Alice a Forks? Bella... no. Non dovevo pensarci, non
dovevo
cercare nemmeno una scusa altrimenti mi sarei precipitato a Forks.
Bella
meritava che io rispettassi la mia promessa. Sarebbe stato come se non
fossi
mai esistito. Niente ritorni. Niente Forks. Niente domande.
"Edward?
Non ti importa nemmeno di sapere perché Alice è
lì?".
"Non
particolarmente", bugiardo.
"Bene,
certo. Lei non ha proprio infranto le regole. Voglio dire,
tu ci hai solo avvisati di stare lontani da Bella, giusto? Il resto di
Forks
non importa", disse nervosa.
Bella
se n'era andata? Forse... beh non era questo quello che volevo?
Che mi dimenticasse e riuscisse ad avere una vita normale? Lasciare
Forks era
comprensibile, lei la detestava, lei meritava il sole, la vita.
"Perciò
non c'è bisogno che tu sia arrabbiato con Alice",
aggiunse Rose.
Volevo
restare da solo. "Allora perché mi hai chiamato, Rosalie,
se non per mettere Alice nei guai? Perché mi infastidisci?
Ugh!", stavo
per riattaccare ma lei mi fermò, di nuovo.
"Aspetta!
Non è per questo che ho chiamato", perché diamine
non potevo morire? O al massimo evitare di sentire ancora la sua
fastidiosa
voce.
"Allora
perché? Dimmelo velocemente, e poi lasciamo solo".
"Beh...",
esitava.
"Dillo,
Rosalie. Hai dieci secondi".
"Penso
che tu debba tornare a casa. Sono stanca di vedere Esme
addolorata e Carlisle che non ride mai. Dovresti vergognarti per quello
che gli
hai fatto. Emmett sente molto la tua mancanza, tutto il tempo, e mi da
i nervi.
Tu hai una famiglia. Cresci e pensa a qualcosa che non sia te stesso".
"Consiglio
interessante, Rosalie. Lascia che ti racconti una
breve storia di un barattolo e un bollitore..."
"Io
sto pensando a loro, al contrario di te. Non ti interessa
almeno quanto hai fatto soffrire Esme? Lei vuole più bene a
te che a noi altri,
e tu lo sai. Torna a casa". Fece una pausa ed io non risposi.
"Ho
pensato che una volta che tutta questa questione di Forks
fosse finita, tu saresti andato avanti".
"Forks
non è mai stata il problema, Rosalie, solo perché
Bella è
andata in Florida, non vuol dire che io sia capace... Guarda, Rosalie.
Mi
dispiace davvero, ma, credimi, non renderebbe felice nessuno se io
fossi lì
ora".
"Uhm...",
di nuovo esitava, nervosa.
"Che
cosa c'è che non mi stai dicendo Rosalie? Esme sta bene?
Carlisle..."
"Stanno
bene. E' solo... beh, non ho detto che Bella si è
spostata. Loro non volevano dirtelo, ma io penso che sia stupido. Prima
lo
supererai, più in fretta le cose torneranno ad essere
normali. Perché lasciarti
deprimere ai confini scuri del mondo quando non ce n'è
nessun bisogno? Puoi
tornare a casa ora. Possiamo essere di nuovo una famiglia. E' finita".
Che
cosa voleva dire? Non capivo. Quelle parole non avevano alcun
senso per me.
"Edward?"
"Non
ho capito cosa hai detto, Rosalie".
"Lei
è morta, Edward". No.
"Mi...
dispiace. Tu hai il diritto di saperlo, credo. Bella... si
è gettata da una scogliera due giorni fa. Alice l'ha visto,
ma era troppo tardi
per fare qualsiasi cosa. Penso che sarebbe intervenuta però,
infrangendo le
regole, se ci fosse stato tempo. E' tornata indietro per fare quel che
poteva
per Charlie. Sai come si è sempre preoccupata per lui..."
Silenzio.
Avevo interrotto la telefonata.
Lei
è morta.
Morta.
Non
esiste più.
Non
aveva senso. Quelle parole non avevano alcun senso.
Lentamente
presi di nuovo il cellulare.
"Casa
Swan", rispose una voce maschile non famigliare.
"Sono
il dottor Carlisle Cullen, potrei parlare con
Charlie?", dissi imitando la voce di mio padre.
"Non
c'è", rispose l'uomo bruscamente.
"Dov'è?",
chiesi impaziente.
"E'
al funerale".
Silenzio.
Il telefono era morto. Scaraventato contro la parete.
Lei
è morta. E' davvero morta.
Crollai
sul pavimento di legno. Sentivo le assi ruvide contro la mia
guancia. Non potevo chiudere gli occhi. Non potevo muovermi di un solo
millimetro.
Non potevo respirare. Era peggio di morire.
Lei
è morta.
Non
c'è più.
Bella!
La mia Bella! Dio che
dolore anche solo pensare il suo nome! Perché?
Perché è morta? Non può essere
vero. Non ha senso. Non è reale.
Lei
è morta.
Non
posso credere che quegli occhi... non posso pensarlo. Non posso
sopportare l'idea.
Morta.
Non tornerà. Non sorriderà più. Non
vivrà. Non potrà mai più...
Sentivo
un dolore soffocante al petto ed alla gola.
Volevo
morire.
Volevo
solo morire. Non volevo pensare, né soffrire.
Non
volevo respirare nemmeno un singolo soffio di aria in un mondo
dove lei non esisteva più. Lei non esisteva più.
Io non dovevo esistere più.
Non
riuscivo a muovermi dal pavimento. Purtroppo la mia mente non era
morta. Bella non era più qui. Bella non...non avrebbe mai
potuto fare qualsiasi
altra cosa. Mai. Era finita. Non avrebbe avuto un futuro. Non c'era
più.
Pregai
Dio di lasciarmi morire subito. Volevo solo morire. Solo
questo.
Volevo
essere morto. Non potevo sopportare il dolore, la voragine.
Uccidimi.
Ora. Per sempre.