Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: ventunogrammi    18/11/2013    1 recensioni
"La voce tremava, gli sguardi si intrecciavano, i loro corpi erano talmente vicini che Sebastian potè sentire il cuore dell'ispanica battere"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Pianeta terra chiama Santana, ripeto terra chiama Santana!!- la voce stridula di kurt faceva da sottofondo ai mille pensieri che si susseguivano nella testa della Lopez a velocità supersonica. Non era ancora riuscita a elaborare l'accaduto.  Aveva baciato Sebastian Smythe? Beh, in teoria era stato il ragazzo a baciarla, lui l'aveva ipnotizzata con quello sguardo ammaliante, aveva posato per primo quelle abili labbra sulle sue, era stato lui a cingerle la vita…  ma lei si era lasciata andare, aveva ceduto aveva approfondito quel contatto tanto bello quanto strano. Le era piaciuto, e questa era l'aspetto che più la preoccupava... se fosse stato l'anno scorso probabilmente avrebbe preso quel verme a schiaffi e sarebbe corsa a sterilizzarsi la bocca e invece era li imbambolata a giocherellare con il piatto di pastasciutta che Rachel aveva preparato. Quegli attimi , eppure ne aveva dati di baci, erano un pensiero fisso, le immagini di loro due avvinghiati l'uno all'altro la tormentavano. Lei era lesbica, lui gay perché avrebbe dovuto baciarla? Perché mettere in discussione loro stessi e tutto ciò in cui credevano? Erano un po' come Harry e Voldemort, Batman e Joker... Nemici giurati che però necessitavano dell'altro per sopravvivere, stesso polo di due calamite diverse unite da uno strano magnetismo che li stava avvicinando. D'altro canto Kurt e Rachel, vedendo l'amica alzarsi e, senza proferir parola dirigersi verso camera sua, si guardarono tra loro allarmati, certi di essersi persi qualche passaggio.
 
Avrebbe voluto correrle dietro ma le sue gambe glielo impedivano, era fermo all'ingresso, come incollato al pavimento, gli occhi sbarrati, il volto proteso in avanti quasi ad aspettare che lei tornasse...-SBAM- lo sbattere della porta pose fine a quel suo stato di trance, seguirono una manciata di interminabili secondi durante i quali l'usignolo ricompose quanto accaduto prima. Il cuore di Sebastian sembrò fermarsi, uno strano sorrisetto si impossessò del suo volto: l'aveva baciata. Non era un'allucinazione né un'immagine prodotta dal suo subconscio ma la verità. Solitamente ogni azione di Sebastian aveva secondi fini ma questa volta era diverso. Questa volta non c'era un perché, aveva ceduto ad un impulso talmente forte che il suo cervello non era riuscito a controllare, come mai prima si era lasciato trasportare dalle emozioni che quel momento gli suscitava e l'aveva baciata. Non aveva mai provato nulla di simile per una ragazza, era fuori da ogni logica, da ogni ragionamento eppure desiderava riavere Santana tra le sue braccia più di ogni altra cosa in quel momento.
Tre giorni dopo Sebastian si ritrovava di nuovo su quello stesso letto con il pensiero fisso a quella stessa cosa. O meglio a quella stessa persona. Ma che stava facendo? Santana Lopez? Una ragazza ispanica di Lima Heights? Una di quelle che i suoi genitori avrebbero definito una clandestina? No, non poteva davvero essere interessato a lei. Non poteva innanzitutto perché lui era gay. E Santana era lesbica! Ma Santana era bellissima, eccome se lo era ! E i suoi occhi erano due calamite nere come il fumo. Doveva risolvere questa situazione al più presto.
Cause your sex takes me to paradise, yeah, your sex takes me to paradise…
"Pronto." Rispose nervoso.
" Smythe!"
"Ciao trent."
 Il suo amico usignolo aveva una voce inconfondibile.
 "Come te la passi? Ti sei già sbattuto qualche newyorchese gay?"
Sebastian sudava freddo. Non avrebbe mai detto la verità! Si sarebbe fatto asportare un rene piuttosto.
"Certo Trent, che domande! Ehi, ho molto da fare ora -mentì spudoratamente- ti richiamo io più tardi."
"D'accordo, ciao Seb!"
Riattaccò. Aveva mentito ad uno dei suoi migliori amici. Si sentiva un po' in colpa a dire il vero. Passarono pochi istanti prima che il cellulare si rimettesse a squillare. Sebastian pensava si trattasse di qualche altro compagno della Dalton e rispose infastidito "Cosa c'é?"
 "Salve signor Smythe, chiamo da parte della Shubert Organization."
 Smythe si fece viola dall'imbarazzo.
"Volevamo comunicarle che é stato scelto per prendere parte al musical e che la settimana prossima cominceranno le riprese."
La notizia era clamorosa! Il suo primo ruolo a Broadway! E per di più da protagonista! Fu tentato di chiedere chi altro ci fosse nel cast e si sorprese nello sperare che la risposta includesse Santana Lopez. Spaventato dall'idea che non fosse così si limitò a ringraziare velocemente la signora dalla voce meccanica che parlava al telefono e riattaccò. Provò una gioia indescrivibile che quasi cancellava la confusione e il disagio di pochi minuti prima. Pensò che l'unica cosa che in quel momento avrebbe potuto farlo sentire di nuovo sé stesso sarebbe stata vantarsi con i suoi compagni ex usignoli della notizia, proprio come faceva ai tempi del liceo, quando il suo unico scopo ea catalizzare tutte le attenzioni su di sé. Così richiamò Trent.
C'era riuscita, aveva sfondato. O almeno stava per sfondare. Quando aveva ricevuto la notizia che avrebbe preso parte al musical nel ruolo di Satine aveva festeggiato in grande con Rachel e Kurt. Erano andati in uno dei locali più in voga di Manhattan, su consiglio di Kurt, ovviamente.
Ora era davanti alla sua borsa chiedendosi se ci aveva ficcato dentro tutto. Prese le chiavi della macchina, ancora leggermente graffiata sul cofano e si chiuse la porta dell'appartamento alle spalle. Quando fu bloccata nel mezzo del traffico newyorchese cominciarono a salirle tanti pensieri alla testa, quei pensieri che fino a un giorno prima avevano tormentato il suo stomaco. E se avesse incontrato Sebastian? Cosa avrebbe fatto? Quel viscido verme lo aveva fatto apposta! Ne era sicura! Voleva solo scombussolarla e confonderla a tal punto da farla ritirare dal musical. Non aveva ancora capito di avere davanti Santana Lopez. Non avrebbe mai rinunciato a quell'opportunità, nemmeno se fosse stata Paula Abdul in persona a chiederglielo. Figuriamoci quell' usignolo stonato di Smythe!
Arrivò con un notevole anticipo al teatro. Non era da lei. Salì i gradini che precedevano l'imponente struttura. Aprì la porta. E si diresse verso le porte dei camerini. Stava per abbassare la maniglia quando una paura folle le salì alla gola. E se lì dietro ci fosse stato Smythe? E se fosse stato lì proprio per aspettarla? E se invece non ci fosse stato? Forse temeva più la seconda che la prima cosa. Ma perché? Che gli importava di quel figlio di papà? Tirò un respiro profondo e spalancò la porta con decisione.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: ventunogrammi