Apathy.
Eiliash si trovava davanti ad un edificio di mattoni rossi con in mano l'indirizzo datole dall'avvocato Howard.
«Salve signorina Gray, Jim la stava aspettando. Entri pure..» le intimò mostrandole l'ufficio.
Eiliash avanzò titubante fino ad entrare nella stanza; in quel momento l'uomo, che la ragazza presupponeva essere Jim Howard, si girò verso di lei sorridendole.
Era un uomo sulla cinquantina e sembrava veramente una persona gentile, non una di quelle che fingono di esserlo per puro dovere vista la professione.
«Tu devi, proprio, essere Eiliash.. Devo dire che Ethan aveva ragione quando ti descriveva come una bellissima ragazza.. Oh, scusami io sono Jim.. Posso darti del tu, vero?» parlò talmente veloce che la ragazza fece quasi fatica a stargli dietro.
«Sì, non si preoccupi..» rispose lei semplicemente.
Eiliash ricordava come fosse ieri il giorno in cui Ethan scoprì di avere un cancro oramai allo stadio terminale.
«Cosa mi ha lasciato?» chiese quasi apatica, cercando di rimanere il più possibile distante da ciò che stava accadendo.
Aveva paura di farsi del male e in quel momento desiderò persino di essere ancora richiusa tra le mura della clinica. Lì si era sentita quasi una prigioniera, anche se poi lo era praticamente davvero, ma la maggior parte delle volte si sentiva al sicuro, desiderosa di scappare al di fuori, ma al sicuro.
«Immagino tu sappia che Ethan possedeva un pub e un appartamento a Notting Hill.. Al momento il pub è gestito da un amico fidato di Ethan ma tu ne sei la leggittima proprietaria.. Così come dell'appartamento al di sopra di esso.. Immagino tu stanotte abbia dormito in un hotel.. Bene, quella ora è legittimamente casa tua Eiliash. Inoltre devo darti questa busta» disse allungando un'anonima busta gialla verso di lei «All'interno della busta ci sono l'indirizzo di pub e appartamento, con relative chiavi, il denaro che Ethan possedeva al momento della morte e infine una lettera.. Ecco tutto abbiamo finito.. Devi solo firmare il consenso al trasferimento dell'eredità e possiamo salutarci..» concluse con un sorriso, stavolta più amareggiato, l'avvocato.
Eiliash, annuendo, firmò il consenso e, salutato e ringranziato l'avvocato, uscì dall'ufficio e poi, corredo, dall'edicio.