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Autore: Lucash99    19/11/2013    1 recensioni
Arriva finalmente il prequel di Un lato oscuro, che svelerà a tutti voi lettori il vero passato di Jonathan e Nél. Un lato oscuro - Le origini sarà l'ultima storia della serie, detto questo buona lettura a tutti!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un lato oscuro'
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“Mamma... papà... adesso voglio conoscervi.”

Nél quella sera uscì ancora di casa, mentre Jonathan dormiva, percorreva ancora quella strada che oramai conosceva meglio di casa sua, ma quella volta non era come tutte le altre, l'evento che stava per accadere avrebbe modificato radicalmente l'andamento della sua vita, nulla sarebbe stato più come prima, erano passati 5 anni dalla prima osservazione ai Coynborough, aveva appreso un alto numero di nozioni, Jonathan oltre ai panni del padre aveva indossato anche quelli dell'insegnate, aveva dedicato tutto se stesso al suo bambino, ma nonostante ciò non era soddisfatto del suo operato, era convinto che avrebbe potuto portarlo a conoscerlo il mondo esterno per fargli condurre una vita normale, come quella di chiunque altro, ma la paura e la preoccupazione l'avevano fermato; Nél, in quei 60 mesi aveva deciso di farlo da sé, anche se aveva esplorato esclusivamente quel sentiero, non andando oltre. Adesso, però, era pronto, pronto a fare la conoscenza di coloro che l'avevano ripudiato, vale a dire i suoi genitori; osservò dalla finestra la situazione di quel momento: in casa c'era soltanto una donna, sua madre, impegnata in alcuni lavori di pulizia, probabilmente aspettava il ritorno di Nel e di suo marito, era rilassata e allegra, ma quando vide il piccolo entrare dalla finestra si fermò.

«Mamma!»

I suoi dubbi si sciolsero, si era resa conto di chi era la persona che aveva di fronte, cominciò a tremare, lascio cadere la scopa, il suo volto era terrorizzato, ma volle reagire:

«Mi hai chiamato mamma...? Questo vuol dire che sei...»

«Mamma, sono Nél, vieni da me e da Jon, e porta con te papà e il mio fratellino.»

Era un essere innocente, la sua voce era dolce e gioiosa, ma agli occhi di sua madre appariva come un mostro, un demone arrivato per portare via con sé tutta la sua famiglia, in pratica un essere malvagio, una creatura spietata ed incontrollabile, uno strumento del male, comandato dall'oscurità e dalla malvagità più profonda, un emissario del diavolo, che con quella voce sottile e perfida li invitava ad una fine tremenda.

«Va via mostro! Non ti darò mai mio figlio, non lo avrai!»

Il piccolo cominciava a piangere, non si sarebbe mai aspettato un accoglienza del genere dalla donna che l'aveva messo al mondo, era stato trattato come il peggiore degli esseri esistenti.

«Mamma, perché fai così? Io... io...»

Lei, invece, non cambiava tono di voce, non cambiava espressione, ma soprattutto non cambiava il suo pensiero, volle scacciare quel mostro:

«È inutile usare quella voce dolce, togliti quella maschera, so chi si nasconde dietro quel viso apparentemente così tenero, mostra la tua vera essenza!»

Dipingeva suo figlio come il classico demone presente nei film horror, che si presenta sotto forma di bambino, poi cattura le sue vittime e li porta in un luogo spaventoso e cupo, accompagnato dalle urla di tutti coloro che erano stati intrappolati, una specie di inferno, dove quel mostro tortura i suoi prigionieri fino alla fine dei loro giorni; invece era realmente dolce e tenero, quell'espressione non era una finzione, ma soltanto l'unica che un bambino può mostrare quando incontra un suo genitore, soprattutto se il suo affetto non l'aveva mai conosciuto, una reazione logica che qualunque altro essere umano avrebbe avuto, non c'era nulla di strano in ciò che stava facendo Nél, é naturale che un bimbo provi dolcezza verso sua madre, anche se quest'ultima lo ha abbandonato esclusivamente per delle parole pronunciate in cambio di denaro da un veggente, anche se quest'ultima l'ha rifiutato violentemente dopo 8 anni da quel gravissimo errore, anche se quest'ultima non lo merita affatto.

«Mamma, vieni, dai!»

Cominciò a tirarla per la maglia con lo scopo di attirare la sua attenzione, desiderava vivere con la sua genitrice, ma lei non voleva permetterglielo, guardava ancora il suo bimbo con gli stessi occhi, quegli occhi che l'avevano guardato con disprezzo e paura fin dal primo secondo della sua vita, credeva di essersi liberato di lui, ma non era così, stava vivendo un vero incubo, era terrorizzata e perciò continuava a respingere le richieste del piccolo Nél:

«Allontanati, essere ripugnante!»

Il bimbo non comprendeva appieno e quindi insisteva nell'invitare la madre a casa sua, cercava di tirarla, ma la madre si contrapponeva alla sua forza e cominciava ad indietreggiare, minacciosamente per la donna Nél si avvicinava sempre di più e quest'ultimo, nel tentativo di aggrapparsi a lei, la spinse verso il piano cottura, lei, malauguratamente, cadde con la testa sullo spigolo e, senza fare resistenza, si accasciò a terra, non parlava e fiumi di sangue continuavano a fuoriuscire dal suo capo, suo figlio non capiva, era in un momento di panico e l'unica cosa che riusciva a fare era gridare a gran voce:

«Mamma, mamma! Alzati mamma!»

Per lui era un orrore osservare quella scena, si vedeva privato di sua madre pochissimo tempo dopo averla conosciuta, quello sì che era un vero incubo.

«Mamma, ti prego mamma, alzati!»

“Perché mamma non parla più? Perché non respira più? Il suo cuore non batte più, sono stato io... é soltanto colpa mia... non ho il coraggio di dirlo a Jon... non voglio tornare mai più a casa, mi vergognerei troppo, Jon mi ha insegnato tante cose ed io... ho sprecato tutto, io non mi merito il suo affetto, aveva ragione la mamma... sono un mostro, non merito Jon, non merito i suoi insegnamenti, li ho gettati tutti al vento, soffrirebbe troppo se venisse a conoscenza di ciò che ho attuato, e dopo quello che ho fatta alla mia cara mamma non voglio vedere più nessuno soffrire, non voglio vedere più nessuno piangere o urlare, basta...”

Dunque, non era stato Jonathan ad abbandonare Nél per indisponibilità economiche, quello sarebbe stato ciò che l'agente di polizia avrebbe voluto far credere al ragazzo in futuro, ma non era stato così, era stato il bimbo a non voler più tornare a casa... mai più.

Nél uscì per strada, pensava ancora alla persona che, con le sue mani, aveva fatto fuori: “cara mamma, sono stato davvero un mostro, come quelli che si vedono in televisione, avevi ragione tu, dovevo starti alla larga.”

Cominciò a camminare senza una metà, senza più una ragione per la quale vivere, senza più alcun sogno, quelli in cui Jonathan gli aveva insegnato a credere, iniziava una nuova vita per Nél... più brutta e triste della precedente.

 

 

 

Siete pronti per l'incredibile finale? Lo scoprirete Nél prossimo ed ultimo capitolo!

  
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