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Autore: CutieMoody    19/11/2013    0 recensioni
Fu una pazzia, la pazzia più grande e assurda che io abbia mai potuto fare l'ho sempre saputo, eppure non mi sono mai fermata davanti a niente. Pensavo di essere una ragazza con un briciolo di responsabilità! Eppure..
Ho accettato qualsiasi scelta, e sono sempre andata avanti. Insomma una ragazza con coraggio da vendere!
Oppure semplicemente una folle.
Però non mi pento di nulla e ciò vuol dire che dopotutto non è stata una cattiva idea.
Quello fu l’inizio di una serie di strani eventi e di varie "disgrazie". Solo l’inizio.
“Caro Bro.
Tu non osi nemmeno immaginare cosa ho combinato...”
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aprii con cautela i miei occhi per poi essere immediatamente abbagliata dall’accecante e calda luce del sole. Esitai un istante. Avevo la testa inclinata verso la mia spalla sinistra, mi drizzai, stropicciai gli occhi e sbadigliai, successivamente mi stiracchiai e infine aprii completamente gli occhi per poi rimanere incantata su una meravigliosa distesa di candide nuvole che ricoprivano il cielo sottostante, che splendore.
Rimasi a fissare dal vetro quel paesaggio mozzafiato per molto tempo, come se fossi ipnotizzata. Inconsciamente la mia mano andò a finire dentro la borsa, posizionata vicino ai miei piedi, alla ricerca del mio iphone; con successo poco dopo lo trovai e notai che era spento.
Stavo per accenderlo, ma il mio sguardo andò ad incrociarsi con quello di una hostess. Mi fulminò all’istante, disintegrandomi completamente e fu in quel momento che mi ricordai della vocina degli assistenti di volo prima di decollare:


“... vi ricordiamo inoltre che è vietato l' uso dei telefoni cellulari e di altre apparecchiature elettroniche durante il volo, le potrete utilizzare solo una volta aperti i portelloni. Grazie per aver scelto la British Airways.”


Mollai la presa e feci ricadere l’iphone nella borsa. Mi appoggiai allo schienale e ripresi a gustarmi il paesaggio, anche se era ormai quasi sera.
Dopo qualche ora iniziò l’atterraggio. Successivamente a varie ed eventuali turbolenze e diverse pressioni verso il sedile anteriore alla sottoscritta, atterrammo sani e salvi.
Aspettai che tutti uscissero per poi indossare la mia giaccia a vento, accendere il cellulare, prendere la mia borsa e uscire da quell’aggeggio volante.
Mentre uscivo le hostess mi salutarono con cordiale e gentile:
“Grazie per aver volato con noi Miss”
Ricambiai gentilmente con un semplice e dolce sorriso per poi dirigermi verso l’interno dell’aeroporto.
Era nuvoloso e tirava molto vento.
Appena entrata cercai di orientarmi. I miei occhi passavano velocemente da un cartello all’altro.


“Welcome to Heathrow Airport”

Lessi in alto prima di avviarmi all’uscita, indicata da un altro cartello. Nel frattempo il mio iphone non smetteva di suonare, sembrava impazzito e stava per far impazzire me. 13 chiamate perse, millemila notifiche da Twitter e 27 messaggi... grazie al cavolo che non smetteva di suonare!
Cercai di rispondere con priorità a tutti i messaggi per poi passare alle chiamate, tutte effettuate dallo stesso numero e io quel numero lo conoscevo molto bene. Sul display appariva il nome del mio manager: “Darrel”. Subito lo chiamai.
D: Pronto..?
L: Pronto?
D:Louise!
Louise, il mio nome.
L: Darrel! Ho appena visto le tue chiamat..
D: Ma perché diavolo mi rispondi solo ora!?!
Urlò preoccupato al telefono.
L: Perché forse sono appena arrivata a Londra??
Dissi con sarcasmo.
D: Aaah mia cara Louise! Mi devi sempre far preoccupare..
L: Ma senti questo...
D: Cooomunque, ti ho mandato un autista a prenderti, ti sto aspettando nella hall dell’Hotel Savoy.
L: A tra poco allora!
D: Ciao, cara!
Riagganciai e andai dritta all’uscita percorrendo vari corridoi. Era curioso sentire il suono che i miei tacchi producevano sul marmo del pavimento. Arrivata alla meta vidi una marea di gente e di giornalisti, uscii fuori e fui investita da un’ondata infinita di flash. La mia fama era nota anche in Inghilterra.
Cercai su ogni cartellone il mio cognome, ci volle un po’ prima che riuscii a trovarlo. Un uomo vestito di tutto punto elegantissimo come non mai teneva saldamente un cartellone con sopra scritto: “Räv” il mio fantastico cognome d’origine svedese.
Louise Marye Räv, il mio nome completo, e anche nome di una celebre modella italo-svedese. Italiana da parte di madre, svedese da parte di padre, una 20enne nata in Italia ma che ha vissuto da sempre in Svezia. Ecco una mini autobiografia della sottoscritta, ma ora torniamo al dunque.
Mi feci strada verso l’autista e inseguita dai fotografi riuscii ad entrare nella lussuosa e bellissima auto dai vetri oscurati.
Pessima accoglienza.
Entrò successivamente l’autista che mi aggiornò:
x: “Miss Räv, i suoi bagagli sono già stati ritirati dal personale. Purtroppo a causa del notevole numero di quest’ultimi, essi sono già stati indirizzati all’hotel Savoy tramite due suv a nostra disposizione. Miss, benvenuta a Londra, è mio onore condurla personalmente, il mio nome è George, un onore per me conoscerla.
L: molto lieta.
Finite le presentazioni ci avviammo. Era ormai buio.
Londra era piena di luci e le strade erano piene di gente.
Ne approfittai per mandare un messaggio al mio adorato fratellone, Matthew. Un bel ragazzo di 26 anni, ma siamo sincere, un vero e proprio figone.
“Ehi-yo Bro!
Sono appena arrivata qua a Londra (per la cronaca) e come al solito sono stata investita da settordicimila flash (tah-dah che novitàà!).
Già mi manchi, e pensare che qualche ora fa stavamo a casa insieme. Mi viene quasi da piangere, ma versare lacrime per un acidone come te, non ne vale la pena (immagina il mio favoloso faccino mentre ti fa una pessima linguaccia, gnee).
A quanto pare sono arrivata, Darrel mi sta aspettando.
Un bacio.
Anzi no, mezzo.
No, ¼ .
Ciao ciao Bro, a presto!
La tua dolce e bellissima sorellina. xoxo”
Nel frattempo eravamo appena arrivati. Scesi davanti all’entrata e davanti mi ritrovai il più maestoso hotel di tutta Londra. Entrai e subito vidi Darrel. Vestito divinamente come sempre, si distingueva tra la folla. Darell è un uomo davvero molto affascinante che si è lasciato alle spalle un celebre passato da modello. Successivamente diventò manager internazionale di famose modelle, fino a quando non conobbe i miei genitori, due illustri managers conosciuti ovunque. Ora è il mio manager personale che mi segue personalmente.
D: Louise!! My dear!!!
L: il tuo accento inglese è pessimo, my dear.
D: ahh, sto facendo pratica... benvenuta!
Continuammo a parlare per molto e poi andai a ritirare la camera della mia suite e infine andammo a cena.
Lì parlammo molto e discutemmo sulla mia situazione ma soprattutto sul perché di questo mio spostamento a Londra.
D: da come ben sai, i tuoi ti hanno spedita qua sotto mia “tutela” per incrementare il tuo lavoro e fama.
L: certo...
D: ma c’è altro!
L: lo so.
D: il motivo principale per il quale tu sei qui è che i tuoi sono alquanto “infastiditi” delle tue continue spese con cifre folli per il tuo abbigliamento, non so se intendo.
L: che esagerazione!!
D: beh la tua ultima spesa è di ...
L: era la nuova collezione autunno/inverno di Chanel!
D: beh, nuova collezione o no, sono stato incaricato di sequestrare a tempo indeterminato la tua carta di credito del tuo conto in banca..
L: C-COSA?!?!
Rimasi sconcertata.
D: beh sto solo svolgendo i miei compiti, ovviamente ti hanno lasciato un budget limitato per comprare una casa già arredata..
L: C-CO-COOOOSA?!?!?
Mi crollò il mondo addosso.
L: Come pensi che una modella come me possa sopravvivere in questo modo? E’ assurdo! Mi volete morta! Non posso!
D: Non è che non puoi, devi!
Quella fu la serata più brutta della mia vita, anche più brutta di tutte quelle serate da schifo che possano esistere in tutto l’universo. Finimmo di mangiare e ci demmo appuntamento  al mattino seguente per andare ad acquistare la mia futura casa.
Quella notte non chiusi occhio.
Al mattino dopo esserci svegliati e aver fatto colazione ci addentrammo nei meandri più oscuri di Londra. Magnifica città.
Visitammo un milione di case, ma costavano tutte tremendamente troppo e quelle che avevano un prezzo ragionevole sembravano trappole per topi.
L: Non troverò mai una casa... fanno tutte schifo!
D: Pazienza mia cara!
L: Pazienza un corno.
Sbuffai.
Infine giunse il momento di visitare l’ultima casa sulla lista. Un carinissimo attico situato in un palazzo modernissimo, già arredato con mobili bellissimi con una visuale spettacolare della città e un terrazzo di due livelli tutto intorno alla casa (di due piani). Davvero uno splendore.
L: Questa è molto carina!
D: Concordo.
La visitammo tutta e infine ci dirigemmo verso il salotto per contrattare.
L: Bella casa, davvero bella!
D: beh ques..
Non finì nemmeno la frase che sentimmo la porta dell’entrata aprirsi per poi udire due voci, una maschile e una femminile parlare.
x: Questa è l’ultima casa che ti volevo far vedere!
x: Spero che non sia tanto costosa come le altre!
Arrivarono non curanti fino al salotto per poi incontrare noi.
Io e Darrel ci guardammo perplessi.
L: e voi sareste...?
x: ma chi sei tu?
Mi rispose la ragazza, la squadrai bene, era una ragazza davvero molto bella, ma tanto bella! Aveva dei lunghi e sinuosi capelli mossi che le incorniciavano il suo dolce viso color biscotto. Aveva due occhi tanto profondi quanto scuri. Sarebbero stati in grado di trapassare qualsiasi cosa. Inoltre possedeva della meravigliose labbra alquanto carnose, era davvero una ragazza bellissima e aveva un fisico perfetto.
L: davvero non sai chi sono?
Mi squadrò bene in ogni minimo dettaglio, mi sentii per un istante giudicata. Scrutò il mio aspetto: lunghissimi e liscissimi capelli biondi, occhi dello stesso colore dei capelli (più o meno), pelle candida che sembra di porcellana e due labbra rosate. Insomma una bambola.
x: sei la nuova Barbie? Tipo quei video su youtube “Barbie in real life”
Rimasi sconcertata. Aveva seri problemi.
L: sono Louise Marye Räv, modella internazionale italo-svedese, non so se intendo?
Mi atteggiai con tono superiore
x: ahh tanto piacere, Samantha Zoella Hugg, normale studentessa sfigata, in cerca disperatamente di casa.
Mi allungò la mano sorridendo.
Ma ci era o ci faceva?
Notai poco dopo che Darrel si stava divertendo.
D: beh ragazze mie questa è la casa..
L: la compro io!
S: noo la compro io!!
D: questo è il prezzo..
Guardammo quella cifra improponibile e perdemmo entrambe 3 anni di vita.
L: è assurdo..
S: mio dio, vale più della mia vita..
x: io vorrei proporvi una cosa..
Ci girammo tutti attenti verso l’altro tipo a me sconosciuto.
x: perché non vivete insieme diventando coinquiline e così dividervi la spesa..? Che ne dite?
Ci guardammo.
L: MAI.
S: PERFETTO!
La guardai.
L: fai sul serio? Vuoi dividere questa casa con una sconosciuta?!
S: beh se ciò significa risparmiare, SI! NON CI PENSO DUE VOLTE.
Era una folle, e io ancor di più per averla assecondata. Firmammo tutte le carte e acquistammo la casa. Due pazze.
L: cosa penseranno i miei genitori ?!
Mi girai verso Darrel.
D: che finalmente si sono levati un peso di torno, addio!
E uscì di casa insieme all’altro uomo.
Quello fu l’inizio di una serie di strani eventi e di varie disgrazie. Solo l’inizio.
Presi l’iphone e mandai un messaggio a mio fratello.
“Caro Bro.
Tu non osi nemmeno immaginare cosa ho combinato...”












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Ehi, spazio a me!
Tah-Dah!
Se sei arrivata/o fino a qua vuol dire che l’hai letta tutta, ma proprio tutta tutta tutta!
Come minimo devo ringraziarti: Grazie di cuore ♥
Ma ora torniamo a noi. E’ la prima FF che scrivo perciò spero che vi sia piaciuta, almeno un pochino.
A presto, e al prossimo capitolo.
L. ♥
  
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