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Autore: Ronnie Stregatto    19/11/2013    4 recensioni
Un piccolo missing moment a tema Halloween su Neville e Luna.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Neville non piaceva Halloween. Per lui era un giorno nefasto fin da quando era bambino e non importava che adesso avesse quattordici anni e fosse cresciuto, lo detestava lo stesso. Il perché è presto detto: già nei giorni normali era vittima di costanti scherzi da parte degli altri ragazzi, che si burlavano di lui sia tramite incantesimi che con le parole, ma nel giorno dedicato al 'Dolcetto o Scherzetto?' i Serpeverde si sbizzarrivano. Solo l'anno prima aveva evitato per un soffio di essere buttato nel Lago Nero da quel troll di Tiger, che lo aveva spinto mentre era seduto tranquillamente sul porticciolo sotto lo scoglio sulla quale era arroccato il castello. All'ultimo momento, era riuscito ad aggrapparsi al molo e ad evitare di cadere nell'acqua gelata. E l'anno prima ancora era stato rinchiuso in un ripostiglio delle scope al quinto piano e vi era rimasto per un'ora intera prima che qualcuno passasse di lì e lo liberasse. No, Halloween proprio non riusciva a piacergli.
Così, quel trentuno Ottobre, Neville si guardava intorno con sospetto mentre andava da un'aula all'altra per seguire le lezioni. Dette una scorsa al suo orario e notò con piacere di avere in programma una doppia lezione di Erbologia con i Tassorosso e poi sarebbe stato libero. Rimise l'orario dentro la borsa e si diresse verso le serre.
La giornata era molto fredda e il tragitto fino alla serra numero quattro bastò a fargli diventare le guance rosse come pomodori maturi. Si imbacuccò ancor di più nella divisa mentre, scosso dai brividi, entrava in quel dominio di vegetali che era l'aula di Erbologia. Notò che, come sempre, era stato il primo ad arrivare. Rivolse un rispettoso saluto alla professoressa Sprite e prese posto vicino al grande tavolo al centro della serra, studiando con interesse le numerose piante disposte su di esso: avevano un colore giallognolo, marcio e si contorcevano, pulsanti. Riconobbe i Bobotuberi dell'illustrazione che aveva visto sul libro di testo quando lo aveva sfogliato.
Neville aveva da sempre una passione per l'Erbologia ed era il più bravo della classe, dopo Hermione, chiaramente. Ma Hermione non era un essere umano normale, quindi non contava.
Man mano che arrivavano gli altri ragazzi, la serra si animò di un allegro vocio. Neville sentì qualche bisbiglio riguardante il grande banchetto che si sarebbe tenuto quella sera provenire dal gruppo di ragazze Tassorosso alla sua destra e sorrise: per quanto detestasse Halloween, il banchetto era sempre stato divertente. "Forse a parte quello del primo anno" mormorò fra sé e sè.
La lezione fu interessante: la professoressa Sprite li divise in gruppetti e diede loro il compito di raccogliere il pus dei Bobotuberi. Neville ne raccolse ben tre bottiglie, facendo guadagnare alla Casa di Grifondoro dieci punti. Soddisfatto di se stesso, fu l'ultimo a lasciare la serra e ad avviarsi per tornare al castello. Voleva andare subito in Sala Comune, per evitare di incappare in qualche brutto tiro dei Serpeverde, ma non aveva fatto i conti con la volontà della Signora Grassa, che aveva deciso di andarsene a zonzo. Il ragazzo stava guardando il quadro vuoto e inutile quando una voce interiore gli fece notare che starsene impalato in mezzo ad un corridoio non era decisamente una buona mossa per evitare possibili scherzi ai suoi danni. Borbottando qualcosa contro i dipinti troppo girelloni, andò a cercare un posticino riparato dove trascorrere il tempo prima di cena.
Girò senza meta per il castello per qualche minuto prima di ricordarsi di quel passaggio che aveva scoperto l'anno prima: situato al terzo piano, era un corridoio lungo e stretto nascosto dal quadro di una giovane dama di fine Quattrocento, che portava ad una stanzetta inutilizzata in cui non andava mai nessuno. Perfetta per trascorre in pace il pomeriggio!
Quasi corse per arrivare al ritratto il prima possibile. Si fermò in prossimità di esso e si schiarì la voce per farsi notare dalla fanciulla ritratta. Lei abbassò i begli occhi neri su di lui e spostò una ciocca di capelli rosso fuoco dietro l'orecchio. Era molto bella, col suo sfarzoso vestito rosa pallido e la pelle olivastra senza imperfezioni. Ma era incredibilmente narcisista e presuntuosa. Il povero Neville dovette prodigarsi in numerosi complimenti per convincerla a lasciarlo passare. Alla fine, riuscì ad accedere alla stanza, solo per scoprire di non essere solo: seduta sul pavimento nudo, una ragazza dai lunghi capelli biondo sporco alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo all'incontrario. La ragazza lo osservò con sguardo sognante e lo salutò con un gesto pacato della mano.
Neville rimase allibito nel vederla lì, sicuro come era di essere il solo a conoscere quel posto. Tuttavia pensò che non rappresentasse un gran pericolo e si andò a sedere all'altro lato della stanza. La studiò con attenzione. A giudicare dalla cravatta, doveva essere una Corvonero. Forse era più piccola di lui. Lo sguardo gli cadde sugli orecchini che indossava: sembravano due ravanelli di uno sgargiante arancione. Si chiese dove fosse andata a pescare degli oggetti simili.
"Tu sei Neville Paciock, vero?" disse all'improvviso la ragazza. Aveva una voce sognante e vagamente musicale. Il Grifondoro annuì incerto, chiedendosi come facesse a conoscerlo.
"Io sono Luna Lovegood" si presentò la bionda tornando a leggere il giornale.
Neville ricordò di aver sentito parlare di lei: era una eccentrica ragazza del terzo anno. Spesso veniva presa in giro dai suoi compagni, che si divertivano a giocarle scherzi vari e a chiamarla 'Lunatica'. D'un tratto si sentì solidale con quella tredicenne. "Piacere di conoscerti" sorrise timidamente. Lei alzò lo sguardo su di lui, sorpresa. "Sei il primo che dice di essere lieto di conoscermi"
Neville distolse lo sguardo e si passò nervosamente una mano tra i capelli. "Allora" balbettò, "gli altri non devono essere molto gentili"
"No, non lo sono" concordò Luna tornando a leggere. "Vieni spesso qui?"
"Solo qualche volta"
"C'è molta pace in questa stanza" disse lei. "Anche se è piena di Nargilli"
"Nargilli?" chiese incerto Neville.
"Sono delle creature che ti entrano nel cervello e ti confondono" spiegò la ragazza. "Tu ne sei pieno"
"Ah si..." mormorò lui.
Luna chiuse il giornale e lo ripose nella borsa. Sorrise al ragazzo, che non sapeva più che dire. "Stai pensando che sono pazza, vero?"
Neville scosse freneticamente la testa. "No, certo che no!"
Lei lo studiò con più interesse di prima. "Beh, io devo andare" disse alzandosi e camminando fino all'uscita, la borsa a tracolla. "Ci vediamo, Neville Paciock"
"Si, ciao"
La guardò andare via con un mezzo sorriso sulle labbra.

Quella sera, il banchetto fu fantastico. Decine e decine di gigantesche lanterne di zucca illuminavano la Sala Grande. I quattro tavoli delle Case erano imbanditi di portate deliziose e abbondanti. La sala rimbombava del chiacchiericcio della scolaresca e dei professori.
Neville aveva appena finito la sua porzione di sformato di patate e si stava versando un bicchierone di succo di zucca quando, alzando gli occhi, intercettò una conosciuta chioma biondo sporco al tavolo dei Corvonero. Luna lo salutò con la mano e gli sorrise. Nella fretta di ricambiare il saluto, il ragazzo fece cadere tutta la brocca di succo sulla tovaglia candida, creando un'enorme macchia arancione, dello stesso colore degli orecchini di Luna.
"Ma che combini, Neville?" lo prese in giro Seamus mentre lo aiutava a rimediare al danno fatto. Tirò fuori la bacchetta magica e fece per lanciare un incantesimo. Subito, tutti quelli seduti lì vicino si alzarono per bloccarlo.
"Vorremo ancora avere un tavolo per quando arriveranno i dolci, grazie" gli disse Ron lasciando andare il braccio del ragazzo dai capelli color sabbia.
"Gente di malafede!" esclamò Seamus mettendo il broncio e affogando i suoi dispiaceri nei dolci alla menta. "Volevo solo aiutare!"
"Non preoccuparti" gli sorrise Neville. "È un colore così bello che sarebbe un peccato pulirlo"
Una decina di occhi lo guardarono incerti.
  
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