Anime & Manga > Pandora Hearts
Segui la storia  |       
Autore: L Change the World    19/11/2013    3 recensioni
[OzxGil] [GilxBreak] [Triangolo!]
Dopo aver nascosto troppo a lungo la loro tormentata storia d’amore, Gilbert e Oz sono ora una coppia di fatto, la cui unione ha gettato nell’indignazione gran parte della città, nonché le rispettive Casate Ducali, ora nemiche più che mai.
L’amore che l’uno prova per l’altro è un sentimento talmente forte e potente che niente potrebbe più ostacolare il loro vivere felici e liberi da ogni pensiero.
Ma c’è qualcuno che getterà un’ombra forse troppo grande su di loro, qualcuno che costringerà i due sfortunati amanti a fare i conti con il passato.
Gli antichi sentimenti possono rinascere, possono affievolirsi, possono lasciare ferite a volte profonde, ma non potranno mai scomparire del tutto...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alice, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti, Xerxes Break
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oz scese dalla carrozza, atterrando sul terreno soffice e ancora bagnato di neve. Il sole stava appena sorgendo, brillando di una luce fioca oscurata da grandi nuvole del color della cenere. Era stato sveglio tutta la notte, fin quando, gli pareva, alcuni servitori dei Vessalius lo avevano preso e letteralmente trascinato verso l’abitacolo, costringendolo a riposare durante il viaggio. Sentiva il collo indolenzito e il braccio destro addormentato, nonché le palpebre pesanti e una sensazione di impotenza fisica.

“Oz!” la voce di suo zio ruppe il silenzio ovattato mentre la carrozza si allontanava velocemente “Si può sapere dove sei stato?”

In un attimo, il ragazzo si ritrovò tra le braccia di Oscar, lasciando che questi gli desse un bacio affettuoso sulla sua chioma bionda e gli accarezzasse la schiena tremante “Sei gelido, andiamo dentro.”

Non appena Oz oltrepassò la soglia della villa, il calore familiare del fuoco scoppiettante e il profumo di fiori lo invasero. Andò subito a sedersi sulla sua poltrona preferita mentre un servitore gli porgeva un plaid e gli metteva fra le mani una tazza di cioccolata calda e fumante.

“Grazie.” mormorò Oz dopo che il servitore se ne fu andato con un inchino decisamente pomposo. Oscar gli si sedette accanto, sorridendogli nonostante il volto fosse teso.
“Sono felice che tu sia qui.” disse al ragazzo con fare paterno.

“Scusami per essere scappato così, su due piedi. Avrei dovuto avvertire almeno te.”

“L’importante è che riconosci il tuo errore.” Oscar si schiarì la voce “Oz, c’è qualcosa che devo dirti. So che ora desidereresti solo stare da solo e riposare, ma...”

“Parla, ti ascolto.” Oz si protese verso lo zio, visibilmente preoccupato.

“Vedi, tutto quello che è successo ha gettato nell’indignazione più totale l’intera città. Il  fatto è che, quando sei scappato di casa, la gente ha approfittato della tua assenza e l’ha utilizzata come pretesto per sferrare attacchi contro i Vessalius.”

“Che cosa?!” Oz sapeva benissimo che le persone erano totalmente a sfavore sulla relazione tra lui e Gilbert, ma  non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere.

“Purtroppo noi non possiamo farci niente. E comunque non siamo solo noi l’oggetto del disappunto. Ricorda che sono coinvolti anche i Nightray. I nostri rapporti con loro sono ulteriormente peggiorati, ma dato che non erano rose e fiori nemmeno prima, diciamo che non è cambiato quasi nulla.”

“È colpa mia.”

“Non dirlo neanche per idea!”

“Sì invece!” sbottò Oz, stringendo le labbra “Se non fosse stato per me, per noi, ora la nostra famiglia avrebbe almeno un briciolo di dignità! Ho deluso tutti. Ho deluso te, ho deluso mio padre...”

“Tu non hai deluso proprio nessuno.” l’enorme mano dell’uomo si posò su quella di Oz, facendogli alzare lo sguardo “Noi siamo dalla tua parte, sempre e comunque. Non devi sentirti in colpa per quello che proveresti inevitabilmente, Oz. Sappi che avrai sempre l’appoggio della famiglia, e questo te l’ho già detto.”

Oz annuì, sorridendo, sentendo il suo io ottimista prendere il sopravvento. Quelle parole rassicuranti erano le sole capaci di trasmettergli calma e sicurezza.

“Ora vai in camera, hai il viso ridotto ad un cencio.” disse Oscar, alzandosi e tirandolo su con il braccio, come se il ragazzo non avesse peso.

Dopo averlo salutato, Oz salì le scale e in un secondo fu nell’unico posto in cui desiderava stare: nella sua camera da letto.

Appena entrò, un senso di nostalgia gli oppresse il petto. Lì era stata la prima volta che lui e Gilbert si erano incontrati in segreto, lì gli aveva dato il primo bacio, lì avevano dormito per la prima volta insieme. Pensò alla notte prima, e subito nella sua mente si creò l’immagine di Break addossato a Gilbert, intento a baciarlo appassionatamente contro la parete. Scosse la testa per liberarsi da quei pensieri che lo avevano attanagliato per tutta la notte, ma fu tutto inutile.

In quel momento provava solamente un grande senso di colpa. Aveva paura che Gilbert si fosse stancato di lui, che volesse al suo fianco qualcuno di più maturo di un ragazzino isterico di sedici anni in piena fase adolescenziale, e sicuramente Break ne aveva tutti i requisiti. Lui aveva esperienza, era forte, trasmetteva sicurezza, sapeva mettere a proprio agio anche la più austera delle persone, mentre Oz era effettivamente un bambino al confronto. Era difficile ammetterlo, ma più ci pensava e più era convinto di quelle parole.

Gilbert aveva detto di amarlo, ma la verità qual era?

Oz fu risvegliato da quei pensieri dal cigolio della maniglia abbassata. Si voltò, e si ritrovò faccia a faccia nientemeno che con Alice.

“Alice?!”

“Oz, ti devo parlare.”

“Ma uno non può tornare a casa che subito tutti hanno qualcosa di urgente da dire?” Dopo un breve silenzio, Oz sospirò “E va bene, cosa c’è?”

“Era da tanto che volevo farlo, è solo che non ne ho mai avuto l’occasione, e se non lo faccio ora me ne pentirò per sempre. Tu non approverai, perciò è inutile che te lo dica, anche perché odio essere interrotta quando faccio le cose.” Alice pronunciò quelle parole come un fiume in piena, alla velocità della luce, tanto che Oz si dovette sforzare per capirne il senso.

“Alic...” il ragazzo non riuscì a finire che le labbra della ragazza si posarono delicatamente sulle sue, facendogli sbarrare gli occhi dalla sorpresa. Quando la Chain si staccò da lui, si sentì il viso in fiamme.

“Oz, sono venuta qua per ringraziarti. Ho passato tutto il tempo con te chiedendomi cosa fosse quella strana sensazione che sentivo in corpo. Stavo diventando pazza, perché mi sentivo bene, bene davvero, e non ne capivo il motivo. Ma alla fine ho scoperto cos’era.” La bocca di Alice si piegò all’insù, lasciando scoperti i denti perfetti “Era amore. E anche se tu non provi lo stesso per me, ti sarò infinitamente grata per avermi fatto provare una delle emozioni più belle che io abbia mai provato.”

Oz si scoprì a sorridere a sua volta di fronte ad un’Alice raggiante come non mai. Se c’era una cosa positiva in quell’ammasso di situazioni difficili, questa era una di quelle.

“Vieni qui.” le disse, piegandosi verso di lei e stringendola in un forte abbraccio protettivo “Ti voglio bene.”

“Sì, però ora promettimi una cosa.” la ragazza slacciò quello che era un gesto veramente troppo sdolcinato per i suoi gusti “Ora ti riposi, dopodiché ti lavi quella faccia smunta, ti vesti decentemente e vai dritto a casa di Gilbert, intesi?”

“Che...? Ehm, ok.” disse Oz, confuso.

“Ci vediamo domani, allora!” Alice ammiccò e, con la velocità con cui era entrata, sparì.

                                                                                             -

Oz era davanti alla porta, il petto che si abbassava e si alzava freneticamente. I cardini cigolarono pericolosamente, e davanti ai suoi occhi apparve la figura alta e snella di un Gilbert preso di sorpresa.

“Ciao.” disse Oz, cercando di far sembrare la sua voce tranquilla come sempre “Posso entrare?”

“Sì, certo.” Gilbert si fece da parte, lasciandolo entrare e richiudendo la porta del monolocale alle sue spalle. Il ragazzo si sedette sul divanetto, vagamente a disagio, mentre Gilbert prese posto su una sedia instabile, incrociando le braccia al petto.

“Gil, mi volevo scusare per essermene andato in quel modo. È solo che le parole che mi hai detto mi hanno... Come dire...”

“Se ti riferisci alla storia con Break, sappi che...”

“Io non mi sento all’altezza, Gil!” finalmente Oz tirò fuori i pensieri che aveva represso nelle ultime ore, felice di sfogarsi con qualcuno, anche se quel qualcuno era il diretto interessato “È ovvio che Break sarebbe il tuo tipo più di quanto lo sia io. Io sono solo uno stupido sedicenne che finora ti ha creato soltanto una marea di problemi! Se tu fossi rimasto con Break, ora saresti mille volte più felice...”

Gilbert stava ansimando, scuotendo la testa e guardandolo con quei suoi occhi dorati, incapace di proferir parola. Il suo sguardo esprimeva panico, e i denti mordevano con forza le labbra sottili.

Dopo un silenzio che a Oz parve infinito, riprese a parlare “Lo zio Oscar mi ha pregato in ginocchio di passare il Natale con lui. Magari potremmo usare questi giorni per riflettere un po’, da soli.”

“Stai chiedendo una pausa, non è vero?” la voce di Gilbert suonava distorta, eppure il suo volto sembrava aver preso più colorito.

Oz annuì, abbassando lo sguardo.

“Ok. Se è quello che vuoi, lo farò.” Gilbert sospirò “Però promettimi che poi tornerai qui, per chiarire. Promettilo, Oz.”

“Lo prometto.”

“Bene.” Gilbert lo guardò intensamente prima di lasciar cadere lo sguardo sulla superficie irregolare del tavolo.

“È tardi, devo andare ora.” disse Oz, alzandosi lentamente. Gilbert lo seguì, aprendogli la porta. Non appena Oz gli passò accanto, le loro mani si sfiorarono, stringendosi debolmente. Entrambi alzarono lo sguardo, fissandosi per alcuni secondi prima di separarsi di nuovo.

“Oz.” lo chiamò Gilbert, facendolo voltare “Ti amo.”

Il ragazzo sorrise, e, esitando, se ne andò.

                                                                                          -

“Sai che giorno è oggi?” chiese Gilbert ad un Break seduto a gambe incrociate sul letto.

“È venerdì?”

“È 24 Dicembre, Break. È la Vigilia.”

“Lo sapevo, giuro.”

“E sai cosa faremo adesso?”

“Non credo di volerlo sapere, in ogni caso dimmi.”

“Usciamo.” Break ebbe un tuffo al cuore, anche se sapeva che, dall’esterno, sarebbe risultato impassibile. Era dannatamente bravo a nascondere le emozioni.

“È un appuntamento?” disse pimpante, saltando subito in piedi agitando le grandi maniche bianche della giacca.

“No!” Gilbert quasi gridò, ricomponendosi subito dopo “Devi accompagnarmi a fare un regalo a Oz, dato che il mio senso del gusto è pressoché nullo.”

“Hai ragione.” disse Break, notando una punta di disapprovazione da parte del ragazzo “Hai intenzione di metterti quella sciarpa?”

“Perché? Cos’ha che non va?” chiese Gilbert, mettendosi al collo una sciarpa giallo canarino.

“Nulla. Solo, non sono abituato a vederti con, aspetta cosa è quello? Un colore?!”

“Simpatico come sempre, Break.” disse Gilbert, stizzito, mentre si infilava la giacca.

“Lo prendo come un complimento, zuccherino!”

“E, per favore, non mi chiamare così!”

“Allora come?”

“Gilbert va bene.”

“D’accordo, Gilbert caro!” Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sospirando di nuovo. Adorava farlo arrabbiare, perché quell’espressione perennemente contrariata lo rendeva bellissimo.

“Allora, ti muovi o no?!” disse Gilbert, già all’inizio delle scale. Break chiuse a chiave la porta del monolocale e si avviò verso il ragazzo. Ancora non ci credeva ma sì, stava realmente uscendo con lui.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pandora Hearts / Vai alla pagina dell'autore: L Change the World