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Autore: emotjon    19/11/2013    22 recensioni
Un angelo. Capelli ricci, occhi smeraldo.
Un demone. Pelle ambrata, occhi cioccolato fuso.
E lei. La ragazza da cui dipende il destino di... tutto.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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*yeeeeeh, eccomi qua. okay, la voglia di darmi fuoco è alta in questo periodo.
ma, viste le 23 recensioni al prologo di questa "cosa"... ho deciso di rimanere in vita.
per vostra fortuna, ovviamente. quindi, grazie a chi ha recensito. siete state adorabili.
e grazie alle preferite, seguite e ricordate. in più...
grazie a chi ha avuto il coraggio di leggere.
bene, evaporo. alla prossima miei carissimi sofficini c:
xx Fede.*
 



2. Looking for a soulmate.
 
 

“So, you think you can tell Heaven from Hell?”
(credi di poter distinguere il Paradiso dall’Inferno?).

 
 
La sua era una di quelle anime destinate a reincarnarsi all’infinito, o almeno fino a che non avesse svolto il suo compito e compiuto il suo destino. Un’anima sempre pura, nonostante fosse una delle anime più vecchie sulla faccia della Terra. Un’anima che aveva combattuto, ma che soprattutto aveva sempre saputo amare.
Si era incarnata centinaia di volte nella sua lunghissima vita, eppure ogni volta era come se dimenticasse tutto. Come se per lei fosse tutto nuovo. Come se in un certo senso le resettassero la memoria, facendole ricominciare tutto daccapo.
Le uniche cose che nel tempo non erano mai cambiate erano sostanzialmente tre: il suo nome, il colore di occhi e capelli (sempre scuri), e il fatto che si fosse sempre innamorata solo di una delle due anime che a loro volta l’avevano amata sin dall’inizio, e che non avrebbero mai smesso di amarla.
Madeleine era sempre stato il suo nome.
Aveva sempre avuto occhi e capelli scuri.
Si era sempre innamorata, “a turno”, dell’angelo riccio dagli occhi verdi o del demone dalla pelle ambrata e gli occhi color cioccolato fuso. O Harry, o Zayn. Mai entrambi. Perché non era così che era stato previsto. Madeleine non aveva mai dovuto scegliere, perché ne aveva conosciuto sempre uno.
Fino a questa vita. La sua ultima vita, in un certo senso.
Immaginate una luce fluttuare da un corpo che sta esaurendo la sua forza vitale, ad un corpo nuovo, un organismo appena nato. Immaginate che questa luce brilli al centro del suo nuovo corpo, fino ad appropriarsene. Immaginate l’infanzia di una bambina dagli occhi e i capelli scuri. Immaginate la sua adolescenza, fino al compimento del suo ventiduesimo anno di età.
Ora immaginate due ragazzi, che una volta erano fratelli, a chilometri di distanza. Entrambi alla ricerca di quella luce. Perché chi l’avrebbe trovata per primo l’avrebbe avuta per sé, come era sempre stato. Fino a questa vita, quando a trovarla per primo non sarebbe stato né l’angelo né il demone.
L’angelo dalla pelle color ebano e i lunghi capelli neri se ne stava seduta a gambe incrociate su una nuvola sopra il cielo di Los Angeles, con le ali iridescenti spiegate tutto intorno a sé, impegnata ad intrecciarsi i capelli. Canticchiava una vecchia canzone a bocca chiusa, ricordando con un sorriso gli anni venti a Chicago. Ma venne distratta quando venne attraversata da un brivido tanto forte da farle quasi perdere il controllo alquanto precario che aveva sulla sua tranquilla nuvoletta.
Spalancò gli occhi davanti a quello spettacolo che si presentava puntualmente ogni ventidue anni, quando l’anima fatta di luce di Madeleine passava da un corpo all’altro. E se da un lato Cassiel poteva essere distrutta dalla morte della sua migliore amica, dall’altro in quel caso era felice, alla vista dell’atterraggio dell’anima sotto di lei.
Los Angeles.
E Cassiel sorrise inconsciamente. A Maddie sarebbe piaciuta, la città degli angeli. Un caso? Molto probabilmente no. Magari semplicemente dopo migliaia di anni era solo arrivato il tempo, per il destino, di fare il suo corso.

***

La soffiata di Louis si era rivelata fondata.
Certo, ancora Zayn non riusciva a comprendere come mai il migliore amico dagli occhi color cielo e i capelli castani, non riuscisse a togliersi dalla testa Cassiel. Non solo un angelo, il che sarebbe già stato sbagliato di per sé, ma che dopo migliaia di anni ancora la seguisse dappertutto, non era chiaro.
Stavolta però gli era stato utile, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Ed era riuscito a farlo ridere, come non faceva da anni. Los Angeles, cazzo. Bello, davvero molto fantasioso. Alzò gli occhi al cielo, ripensandoci, e sentendo improvvisamente un presenza familiare avvicinarsi. Sentì l’onda d’urto colpirlo inaspettatamente, e sbuffò, spiegando le ali e librandosi verso il cielo della California.
Kismet incazzata non era proprio il massimo della gioia per uno che aveva appena perso – di nuovo – l’amore della sua vita. Gli avrebbe detto ancora che secondo lei era stato un coglione a non averla avuta per due vite di fila. Gli avrebbe rinfacciato che forse il suo amore non era abbastanza forte.
La verità era che Kismet era bellissima e che in fondo si era sempre voluti più che bene, a modo loro. Ma non sapeva un accidente di quello che passava Zayn ogni volta che Madeleine moriva, che fosse tra le sue braccia o meno. Kismet non sapeva un cazzo, ma era pur sempre una delle uniche persone che fosse riuscita a stargli intorno tutti quegli anni.
Perciò, preso da un inaspettato moto di dolcezza, si fermò a mezz’aria, aspettandola.
E si lasciò abbracciare, lasciando che le punte delle loro ali color tenebra si sfiorassero. Perché Zayn stava troppo male per rifiutare un abbraccio. Perché Kismet sembrava voler rimanere in silenzio. Perché il moro aveva bisogno di affetto, anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.
E perché la mora era l’unica che fosse disposta a darglielo, quell’affetto.
«Va tutto bene, Jawaad», gli sussurrò la ragazza stringendolo a sé e accarezzandogli i capelli, lasciando che si sfogasse. Lasciando che piangesse. Perché sì, anche i demoni piangono. «Mi è venuta un’idea, e anche se non ti piacerà, potreste averla…». Si bloccò all’improvviso notando lo sguardo di fuoco del demone che aveva di fronte.
«Entrambi?», le chiese lui ridendo amaramente. Zayn si allontanò scuotendo la testa al vedere l’altra annuire. Per un attimo aveva pensato che Kismet lo volesse aiutare. Beh, magari doveva semplicemente smetterla di pensare, e agire. «Non la possiamo avere entrambi, non funziona così», borbottò lasciandole un bacio sulla fronte e sparendo tra le nuvole.
La mora sbuffò, tornando a terra e iniziando a cercare ad occhi chiusi la luce emanata dall’anima di Cassiel. Una volta erano sorelle, inutile negarlo. E sapendo di avere ragione, le serviva assolutamente un’alleata.
Aveva ragione.
Averla entrambi era l’unica soluzione a cui non avessero mai nemmeno lontanamente pensato. Orgogliosi com’erano, Zayn e Harry si erano limitati a seguire la strada già scritta centinaia di volte dal destino.
Magari era ora di dare una smossa all’universo, pur di farla finita una volta per tutte.

***

Sedici anni dopo un ragazzo dagli occhi color smeraldo e una ragazza dalla pelle color ebano se ne stavano seduti l’una sulle ginocchia dell’altro, apparentemente parlando e ridendo tra loro come due giovani innamorati. In realtà Cassiel stava cercando di distrarre Harry da una Madeleine adolescente – e splendida come al solito – mano nella mano con un ragazzo.
Il riccio non riusciva a smettere di guardarla, l’amore della sua vita in piena crescita e in piena tempesta ormonale. Strinse i pugni, fino a far sbiancare le nocche, non appena vide quel ragazzino scostarle una ciocca di capelli dal viso e avvicinarsi per baciarla.
Un attimo a Cassie gli aveva preso il viso tra le mani, facendolo concentrare su di sé.
«Guarda solo me, e smettila di fare il geloso», aggiunse lasciandogli una serie di baci sulla punta del naso. Harry sbuffò , sfiorandole la schiena, come per distrarsi. E la ragazza annuì con un sorriso, notando che quegli occhi tanto verdi non volevano saperne di uscire dai suoi. «Abbiamo un piano, no?».
«Tu e Kismet avete un piano, che non funzionerà e che non piace a nessuno».
La ragazza scosse la testa, contrariata. Harry era il suo migliore amico da sempre, oltre che un fratello. Gli voleva un bene assurdo – che a volte persino lei stessa faceva fatica a comprendere – e aveva supportato Harry e Madeleine, sempre. In qualsiasi epoca e contro qualsiasi cosa cercasse di fermare il loro amore.
C’era sempre stata. E ora che avevano una soluzione, lui faceva l’orgoglioso.
Era esasperante. E insopportabile. E irremovibile.
Sbuffò sonoramente, preparandosi psicologicamente all’ennesima discussione, ma si bloccò sentendo una presenza davvero troppo familiare per essere ignorata. Si irrigidì, contraendo le dita che stringevano dolcemente i ricci di Harry. «Cas, che succede?», le chiese lui stringendo impercettibilmente la presa sui suoi fianchi. La ragazza scese dalle sue gambe e gli si sedette accanto incrociando le caviglie, mentre l’ultima persona che avrebbe voluto vedere compariva a qualche passo da loro. «Ah, ecco…».
«Harry, bellissima», li salutò Louis, , sedendosi poi accanto a Cassiel e posandole una mano sul ginocchio nudo. Lei rabbrividì, scostandogli malamente la mano. «Ehi, calma angelo». Cassiel represse malamente un sorriso, assieme alla voglia di sedersi sulle sue ginocchia, come poco prima era con Harry. «Geloso, Eddy?», chiese poi, rivolgendosi al riccio.
«Chiudi il becco, William», sbottò passandosi nervosamente una mano tra i ricci. «Che ci fai qui?», aggiunse dopo qualche secondo mentre Cassiel posava la testa sulla sua spalla. Era alquanto curioso che Louis fosse da solo, e sempre proprio dove si trovava Cassiel.
Dopo migliaia di anni, Harry continuava a trovarlo inquietante.
Il castano lanciò un’occhiata a Madeleine, senza nemmeno curarsi di trattenere un sorriso. «Sto controllando che tu non scompigli l’ordine delle cose», gli disse con un ghigno provando a portare un braccio dietro le spalle di Cassiel. Lei sbuffò, ma questa volta non si oppose. «Sto guardando la ragazza che costringe tutti noi a ripetere tutto da sempre… sto guardando la nostra condanna, Harry», aggiunse spostando lo sguardo da Cassie a Harry, e ritorno.
Odio, amore, sofferenza, dolore, speranza.
Il tutto immerso in quell’azzurro cielo, che però di celeste non aveva niente.

***

Altri sei anni. Sei anni in cui Madeleine era cresciuta, fino a diventare una donna. Bellissima e indipendente. Sei anni in cui, come nei sedici precedenti, Madeleine era stata tenuta d’occhio da decine tra angeli e demoni.
Harry, Zayn, Cassiel, Kismet e Louis.
Ma anche altri.
Chi più chi meno, avevano tutti controllato che stesse bene.
Che non morisse prima del tempo. Perché da lei dipendevano davvero troppe cose perché le schiere angeliche ne permettessero una morte prematura. Da lei, dipendeva tutto quanto. Dipendeva la salvezza, la condanna, o la grazia di tutti loro.
Così Maddie era stata circondata dagli angeli per ventidue anni, senza sospettarne minimamente l’esistenza. L’avevano protetta tutti, ognuno a modo suo. E senza che lei si sentisse seguita o a disagio. Aveva vissuto una vita normale, fino a quel momento.
E ora stava sfogliando il giornale degli annunci di Los Angeles, a metà marzo, alla ricerca di uno straccio di lavoro che le permettesse di pagarsi l’affitto. Sarebbe andato bene qualsiasi cosa. Ma essendo laureata in arti figurative, si stava rigirando quel foglietto di carta tra le mani da più di mezz’ora, mordicchiandosi di tanto in tanto l’interno delle guance.
Sentì sua madre sbuffare, per poi scendere dallo sgabello e posare la tazza di tè nel lavandino. Nervosa e esasperata. Almeno il doppio della figlia.
Allora Madeleine prese il telefono e digitò il numero della giovane proprietaria di un negozio di tatuaggi su Sunset Boulevard. Una telefonata che pensava di fare da più di una settimana. Un telefonata che le avrebbe cambiato la giornata.
E la vita.


 
   
 
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