Sono stanca.
Di tutto e di tutti, dei miei compagni che mi danno della secchiona solo perché io ci tengo ad avere un futuro, che se la prendono con me per qualsiasi cosa, dei miei genitori che non capiscono mai quando sto male; in un libro loro adesso dovrebbero entrare e chiedermi cosa è successo, come sto, al massimo entreranno per mettermi in punizione per qualcosa che probabilmente neanche ho fatto.
Di sicuro avrei vissuto meglio nell’Ottocento, certo la tecnologia mi piace, ma il mio mondo è nella carta dei libri, dove ci sono gentiluomini pronti a mettersi tra te e il pericolo, che farebbero di tutto per  te. Che sanno come ci si comporta e che non ti prendono a parolacce solo perché si annoiano; a volte ci provo ad adattarmi a questi tempi, a volte mi riesce addirittura, i miei genitori mi vedono un po’ come una scaricatrice di porto, sempre pronta a inserire qualche parolaccia nel discorso, a prendere a schiaffi mia sorella, ma non è così, non sanno quanto darei per vivere in un tempo, in un luogo, ovunque possa sentirmi me stessa e sentirmi accettata, dove le persone mi facciano le congratulazioni per i voti che prendo a scuola, per quanto mi impegno in tutto anche se non sembra.
Un po’ di tempo fa mi sono sentita cosi’ bene, so che sembra stupido ma è stato alle elementari, quando sei bambino non hai paura di fare cio’ che ti passa per la testa anche se ti fa sembrare stupido, ma non stupido come fanno i miei compagni adesso che si mettono a prendere in giro le professoresse (quello è davvero stupido), stupido come fare una  gara di corsa con il tuo migliore amico anche se sai che perderai solo per sentire quanto è bello correre; sono convinta che da piccola mi piacesse fare sport, ma ormai l’unica forma di movimento fisico che non mi fa scappare via a gambe levate è la danza, forse perché è uno dei pochi sport che non prevede una competizione.
Ho iniziato il liceo quest’anno pensando che come nei film sarebbe stato un luogo bellissimo, certo pieno di imprevisti ma comunque un luogo per trovare la vera amicizia, il vero amore, il luogo perfetto per te, ma è chiaro che ho un’immaginazione piu’ fervida di chiunque altro perché il liceo è stato come una secchiata di acqua fredda che ti arriva addosso mentre già stai affogando.

Il primo giorno ero arrivata nervosissima, conoscevo solo Mary, la mia amica delle medie e avevo paura di non essere all'altezza di tutti i miei compagni. Indossavo una semplice maglietta rosa con una scritta che adesso neanche ricordo e dei jeans chiari, ero truccata ma non troppo: un po' di fondotina per coprire i miei brufoli, la matita, un sottile strato di eyeliner e il mascara.
Appena ero scesa dalla macchina mia sorella mi aveva abbandonata ed era andata a salutare le sue amiche, in quel momento mi ero sentita proprio sola, mi guardavo intorno e non conoscevo nessuno. Poi vidi Mary, se ne stava a un lato già guardando i nuovi libri di scuola, evidentemente non tutto era cosi' diverso dal solito. Mi avvicinai a lei, senza abbracci o bacetti stupidi, non eravamo quel tipo di amiche e iniziammo a parlare dell'estate, io mi ero annoiata da morire era la stessa cosa tutti gli anni, andavo in Sardegna, mi annoiavo e tornavo a Roma. Anche Mary non aveva nessuna novità, non eravamo proprio i tipi da discoteche o cose del genere. 
Poi senza che neanche me ne accorgessi, il suono che piu' temevo, la campanella. Feci un bel respiro ed entrai.




ANGOLO AUTRICE
ciao a tutte! beh, questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia cerchero' di aggiornarla il prima possibile nel frattempo recensite mi raccomando, e per qualsiasi suggerimento che avete sulla storia scrivete nei commenti c:
alla prossima...