Segreti
Segreti.
Ognuno
di noi ne ha almeno uno in fondo al cuore. Segreti nascosti, che
possono cambiare il corso degli eventi o il modo di agire e pensare
delle persone. Segreti che nessun proprietario vorrebbe svelare e che
per questo vengono rinchiusi nell'angolo più buio e remoto del
nostro io più profondo.
Segreti grandi, piccoli,
insignificanti, importanti... non importa la loro tipologia. Sono
segreti e tali devono restare, questo è il desiderio di ogni
essere umano. Segreti che da piccoli si ingigantiscono, diventando
ingestibili, segreti che diventano i famosi scheletri nell'armadio,
un qualcosa di cui vergognarsi o avere paura e per questo da
dimenticare.
Tutti nascondiamo un segreto, tutti ne abbiamo uno e
tutti vogliamo negarne l'esistenza fino a data destinarsi. Ma le
bugie hanno le gambe corte : un segreto è nascondere la
verità. Nascondere la verità è mentire.
Tutti
i nodi vengono al pettine e prima o poi anche ciò che non
vogliamo viene alla luce dei fatti.
-Penguin... Penguin... insomma, Penguin, mi vuoi rispondere?!?-
-Ah... si scusa, Shachi, mi ero distratto... dicevi?-
-Dicevo che tra qualche ora sbarcheremo sull'isola... si può sapere dove hai la testa?-
-Attaccata al collo e adesso muoviamoci, dobbiamo avvisare il capitano dello sbarco.-
-È quello che volevo dire io.-
I segreti sono bastardi, sfuggevoli, i nemici naturali della nostra ragione e fanno sempre il contrario della nostra volontà. Se i segreti sono piccoli ed effimeri sono semplici da gestire. Ma se sono grandi e importanti, per quanto li nascondiamo, ci sarà sempre uno spiraglio di luce, un qualcosa che faccia percepire agli altri la loro esistenza.
-Capitano mancano poche ore allo sbarco.-
-Preparatevi all'emersione.-
-Si, capitano!-
A volte le parole non bastano a convincere le persone, altre volte sono completamente inutili. Quando lo scheletro è troppo grande faremo sempre quell'errore che svelerà il nostro segreto. Sempre.
-Penguin! Insomma Penguin, mi vuoi ascoltare?!?-
-Ti ascolto, ti ascolto...-
-A me non sembra, avevi di nuovo la testa da tutt'altra parte!-
-Sono solo un po stanco, tutto qua. Cosa mi stavi dicendo?-
-Uff... dicevo che ti cedo il comando dell'emersione, io vado ad avvisare gli altri dello sbarco e non distrarti o ci farai uccidere tutti!-
-Rilassati, non morirà nessuno.-
-Speriamo bene...-
Le parole possono
non convincere gli altri che ci guardano ma spesso loro lasciano
perdere e questa è come una vittoria. Ci sono persone, però
che ci osservano, ci leggono e ci studiano anche l'anima con i loro
occhi. Ci fissano e spesso intuiscono i nostri pensieri e le nostre
paure con uno sguardo. Ci sono persone perspicaci, fredde e intuitive
che svelano i misteri come il più semplice dei giochi.
È
di queste persone che dobbiamo avere paura? È per queste
persone che dobbiamo deglutire intimoriti, nel vano tentativo di
nascondere una verità evidente? È per queste persone
che dobbiamo sudare freddo quando siamo a un passo dal perdere ogni
segreto che abbiamo cercato nascondere con tanta fatica?
Si. Sono
queste persone che vanno temute. Temute e rispettate per ciò
che sanno fare con naturalezza.
-Penguin, come procede l'emersione?-
-C-capitano! Che sorpresa, non mi aspettavo di vederla qui... procede tranquilla.-
-Bene.-
Parole, freddezza, silenzio. Queste sono le armi delle persone da temere e le sanno usare con precisione. Queste persone sono gli aguzzini dei nostri segreti. Se ne incrociamo uno, la verità verrà a galla vanificando i nostri sforzi.
-A quanto pare non saremo gli unici a sbarcare su quest'isola.-
-A-ah no? Strano, pensavo che fossimo i soli a seguire questa rotta.-
-Sarà una giornata molto interessante.-
-... Capitano, l'emersione è stata eseguita con successo.-
-Bene, vai a prepararti per lo sbarco.-
-Agli ordini.-
-Penguin...-
-Si?-
-Non preoccuparti di Eustass-ya, vai dalla tua biondina mascherata.-
Rossore. Questo è
il nome dell'improvviso calore che sentiamo sulle nostre guance
quando la verità viene svelata. È la verità
pronunciata con tanta leggerezza a farci arrossire? O è forse
il sorriso strafottente di vittoria che assume il nostro aguzzino
quando sa di fare centro? Forse è per entrambi.
Una
soluzione. C'è sempre una soluzione. Banale, scontata, giusta,
umiliante ma c'è.
Quando l'aguzzino vince, la soluzione è
sorridere rassegnati e chinare il capo, cercare di nascondere la
guance rosse come meglio possiamo e andarcene in silenzio.
-Ehi Pen! Penguin! Dici che dovremo fare rifornimento?-
-Eh? Ah, no... non credo, abbiamo preso tanta roba dall'isola precedente.-
-Vado a controllare, per sicurezza.-
-Mh... ok. Ah, Bepo!-
-Si?-
-Sai dove sono finiti gli altri? Shachi aveva detto che andava ad avvisarli ma ormai è ora di scendere e non li ho ancora visti-
-No, non lo so.-
-Mh... ho capito, grazie lo stesso.-
Passi. Tanti passi,
forse scocciati o forse solo annoiati. È camminando che ci
capita di ripensare ai fatti precedenti. Ci chiediamo dove abbiamo
sbagliato, che cosa possa aver fatto capire così facilmente il
segreto.
Parole usate con astuzia, parole che celavano un
messaggio. Per quanto ci sforziamo di capire, per quanto spremiamo le
meningi e proviamo a mascherare l'evidenza, ci sarà sempre
quell'aguzzino capace di smascherarci con uno sguardo. Rimuginare era
inutile. Quei pensieri lo erano ma erano anche così spontanei
e naturali...
Quando qualcosa non rispetta i piani ci chiediamo
dove sbagliamo. Ma forse dobbiamo solo renderci conto che non siamo
noi a sbagliare, sono gli aguzzini a essere troppo perspicaci.
-Eccovi, finalmente vi ho trovato! Che cavolo state facendo?!? È ora di scendere, muovetevi!-
-Di già? Arriviamo subito!-
Occhi. Occhi
curiosi, confusi che guardano e osservano per capire ciò che
stanno facendo gli idioti, come spesso chiamiamo certe persone. Non è
offesa o arroganza. Certi comportamenti sono innegabilmente idioti,
come l'accalcarsi in massa davanti a un armadietto per prendere o
vedere chissà cosa, fra risate, battutine sussurrate e
sicuramente molto stupide.
Aria pulita.
È questo che noi
respiriamo per vivere.
Un toccasana dopo una forzata prigionia in
un barattolo di metallo durata decisamente troppo tempo. Fa caldo.
Tanto caldo. In un sottomarino si crepa dal caldo. Dopo ore al chiuso
e al caldo, l'aria è un toccasana.
Aria marina accompagnata
dal rumore delle onde... è una dolce culla per i pensieri, una
sinfonia che ci spinge a rilassare le membra spossate e stanche, una
piacevole cura per la pelle accaldata e i capelli che, sudati, si
sono attaccati al viso. Incredibile come dei gesti, delle parole o
anche il semplice vedere qualcosa/qualcuno possa sconvolgere il
nostro piccolo angolo di pace e tranquillità.
-Che diavolo ci fate qua?!? Non vi voglio fra i piedi!-
-Anche per me è un piacere rivederti, Eustass-ya.-
-Trafalgar! Dannato medicastro!-
-Sono un chirurgo.-
-Taci!-
-E tu non darmi ordini, Eustass-ya.-
Sorriso. È
questa la prima cosa che facciamo, volenti o nolenti, quando due
amici/amanti si rincontrano dopo troppo tempo di distanza. Si
sorridiamo, del loro modo di salutarsi, come a voler mascherare
qualcosa che sappiamo già. Sorridiamo perché sappiamo
che in fondo i due amanti, perché questo sono, non negano il
loro essere. Non lo negano perché sarebbe inutile, non lo
negano perché non gli importa, non lo negano perché è
sciocco mentire.
Ma non sbandierano ai quattro venti. Se noi
diciamo qualcosa loro non negano, ma ghignano come solo loro sanno
fare e se ne vanno.
In una situazione uguale alla nostra,
l'aguzzino diventa più furbo di noi nel modo di agire.
-Kidd dobbiamo decidere chi andrà in perlustrazione e chi rimarrà sulla nave.-
Voce. È
quella che ci fa alzare lo sguardo verso il proprietario e sorridere
in modo impercettibile oppure che ci fa perdere lo sguardo nel
vuoto.
Fra tante voci riconosciamo quella che ci fa scaldare il
cuore, quella che ci fa pensare mille frasi diverse in una volta sola
ma che neanche una esce dalla nostra bocca, nemmeno un ciao.
Gli
occhi... fidati amici che ci mostrano ciò che noi giudichiamo,
amiamo, odiamo. Occhi che vanno a posarsi sulla figura che sogniamo
di notte, desideriamo di giorno e vogliamo in ogni momento accanto a
noi.
-La perlustrazione è inutile : quest'isola è disabitata.-
-Taci, pinguino!-
-Eustass-ya non dare ordini ai miei sottoposti.-
-Io vi ho avvisato, poi fate come volete.-
Quante volte ci
capita di rimanere a osservare la persona che tanto sogniamo e
desideriamo? Spesso, molto spesso.
Quante volte ci capita di
essere osservati a nostra volta? Non molto spesso, ma accade. Accade
che quella persona ricambia il nostro sguardo, confuso perché
non ne comprende il significato.
Uno scambio di sguardi che dura
qualche istante, prima che i pensieri inondino la nostra mente,
spingendoci a rompere il contatto visivo.
Segreto. Non importa se
l'aguzzino lo scopre, importa se noi vogliamo svelarlo. Svelarlo al
diretto interessato, alla persona che bramiamo. Significa accettare
il fardello di responsabilità che ne conseguono e le possibili
reazioni da parte dell'altro. Significa rischiare, mettere alla luce
il nostro cuore e i nostri sentimenti.
Ci vuole coraggio. Ma
presto o tardi ci rendiamo conto che tacere è sbagliato e
cerchiamo. Cerchiamo il momento giusto, ma non serve : sono sempre
loro a presentarsi, noi dobbiamo solo coglierli.
-Ehi pinguino... sei sicuro che questa sia la direzione giusta?-
-Sicurissimo.-
-Secondo me dovevamo andare dall'altra parte.-
-Se andavamo dall'altra parte, andavamo a Est.-
-E come diavolo fai a dire che questo è il Nord? Questa foresta è tutta uguale!-
-Per il muschio.-
-Ah, questa poi! Che senso ha?!?-
-Il muschio cresce sempre in direzione del Nord.-
A volte l'occasione che aspettiamo ce la offrono gli altri. Altre volte ancora l'occasione ci viene offerta dal nostro stesso aguzzino. In quel momento i chiediamo il perché di questo gesto, ma in fondo anche un aguzzino ha un cuore.
-Devo ancora capire come quel maledetto Trafalgar sia riuscito a convincere Kidd!-
-Ha usato il culo.-
-Che?!? Tu sei fuori come un melone!-
-Intendo dire che a Eustass Kidd basta vedere il culo di Law e non capisce più niente.-
-Questo non è...-
-Non provare a negarlo, Kira-chan. Sappiamo tutti che quei due sono amanti.-
-Mi chiamo Killer, non Kira-chan.-
-E io mi chiamo Penguin, non pinguino.-
-Ah perché c'è tanta differenza tra Penguin e pinguino!-
-Si c'è : Penguin è un nome, pinguino è un animale.-
Quante volte ci
capita di sorridere divertiti o come ebeti quando la persona tanto
desiderata è al tuo fianco? Sempre.
All'inizio ci chiediamo
tante cose. Perché sogno quella persona? Perché la
desidero? Perché mi sento male quando lo vedo triste,
sofferente o freddo verso di me?
A tutti capitano queste domande,
continuiamo a porcele finché la risposta non arriva chiara,
nitida e decisa. Per amore. Tutti noi lo proviamo per
qualcuno.
L'amore bussa al cuore di tutti.
–Potresti toglierti quel cappellino? è osceno, non posso vederlo!-
-A me piace.-
-Ma per favore, è terribile! Solo tu potevi indossarlo!-
-Vogliamo parlare della tua camicia a pois?-
-Cos'ha la mia camicia che non va?-
-Beh... è nera con dei pois, per di più gialli!-
-Sempre meglio di una tuta da idraulico!-
-Non accetto consigli di stile da uno che va in giro conciato peggio di Arlecchino!-
-Morditi la lingua pinguino! E togliti quel cappello.-
-E tu allora togliti la maschera.-
-Che centra la mia maschera?-
-È orrenda.-
-Sarai bello te con quel coso in testa! E comunque non posso toglierla.-
-Perché no?-
-Perché mi serve.-
-Si certo, serve per giocare a nascondersi come dei codardi... ma non diciamo cazzate!-
-Non dire tu cazzate! Parli senza nemmeno sapere, ma chi ti credi di essere?!?-
-Frena la lingua, moccioso. Sono più grande, certe cose le so meglio di te.-
-Abbassa la cresta, vecchio! Sarai anche grande ma non sai cosa mi spinge a mettermi la maschera, quindi taci!-
-Hai ragione, non so il perché ti metti quell'obbrobrio in faccia ma so che chi si nasconde è solo un vigliacco. Accampa tutte le scuse che vuoi, non mi importa, ma dovresti imparare a dire fanculo al passato.-
-Ma sentilo... ora tira perle di saggezza a destra e manca.-
-Cresci, moccioso.-
-Taci, vecchio.-
Litigi. Quante volte
litighiamo con qualcuno? Forse non ci rendiamo nemmeno conto di
quante sono le volte in cui succede. Ma non tutti i litigi sono
uguali.
A volte, quello che agli altri appare come un litigio, in
realtà è solo un nostro modo di comunicare. Un
linguaggio che non tutti possono capire.
Fiducia. Quante volte ci
sentiamo privi fiducia? Anche qui, non ci rendiamo conto di quante
sono le volte. Però c'è sempre chi si fida. E chi si
fida di noi a volte fa cose che ci lasciano sorpresi ma a bocca
chiusa, per evitare di rovinare quel momento unico.
-È per una cicatrice. A volte la guardo per qualche istante, poi chiudo gli occhi, incapace di vederla troppo a lungo.-
-...-
-Non mi sono mai tolto la maschera in presenza di altri. Non mi piace mostrare quella cosa e sentirmi dire “poverino che brutta ferita”... preferisco nascondermi dietro a questa maschera.-
-E questa cicatrice... è come un segreto?-
-...Si... più o meno.-
-Tutti abbiamo un segreto.-
-Quindi anche tu ne hai uno.-
-Si. Vuoi saperlo?-
-Non ti obbliga nessuno a dirmelo.-
Tutti
noi abbiamo un segreto. Ognuno di noi decide cosa farne, come
Penguin, pirata degli Heart e sottoposto di Trafalgar Law. Lui ha
deciso cosa farne del suo segreto.
Forse può sembrare
melenso o audace, ma lui ha sollevato quella maschera per poi disfare
il proprio sorriso e unire le sue labbra con quelle di colui che ama.
-Il mio segreto sei tu.-
note dell'autrice.
Buuuuuuuuuon pomeriggio! In un momento di dolcezza e ispirazione ho messo mano alla tastiera e beh... questo è il risultato! Spero vi sia piaciuta, nel frattanto mi dileguo... XD
Alla prossima e recensite ^_^
sciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu <3