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Autore: Cinziart_96    19/11/2013    2 recensioni
Buonsalve a tutti! Questa long tratterà le vicende della grande Guerra del Tempo. Tuttavia ho deciso di ambientarla in un Universo Alternativo perchè volevo cimentarmi nuovamente con una storia in cui il Dottore e il Maestro sono ancora dei ragazzi; e una guerra mi sembrava il momento migliore per la riuscita della mia impresa. Proprio perchè le cose non sono mai abbastaza complesse, eh. :)
Che altro dire... Buona lettura!!
"Anche la più piccola navicella attendeva impaziente un ordine.
Un’ ordine semplice, marchiato a fuoco sulla pelle di ogni singolo Dalek dell’Universo.
L’ordine che, qualche secondo dopo, mosse tutte le navicelle insieme.
“STERMINARE!”
Così iniziò la fine: con una sola parola."
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Master - Simm, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: Per questa storia ho deciso di raccontare gli eventi strettamente collegati alle meravigliose figure del Dottore e del Maestro durante la famosa Guerra del Tempo, che causò la distruzione di Gallifrey. Dato che, secondo la BBC, la Guerra de Tempo si svolge tra l'ottava e la nona rigenerazione del Dottore, ho deciso di ambientare tutte le vicende in un universo alternativo in cui i due Signori del Tempo sono ancora dei ragazzi di circa 18 anni.
Alcuni particolari potrebbero coincidere con l'idea originale della BBC, solo molti anni prima.
Buona lettura a tutti!
La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.



La grande Guerra del Tempo
Capitolo 06: Non voglio dimenticarti, Dottore.
 
I Dalek stavano salendo.
Un piano alla volta, senza fretta, distruggendo ogni cosa impedisse loro il passaggio.
In realtà il loro piano era stato leggermente deviato: la Bomba doveva trovarsi sotto alle fondamenta del Palazzo ma nessun Dalek avava trovato il passaggio per accedervi.
Così avevano iniziato a salire, accompagnati dal ritmico suono della Campana.
Niente poteva impedire la loro ascesa.
A meno che…
 
Il Maestro fissava il copricapo di fronte a sé.
Non voleva farlo.
Per lui potevano anche morire tutti per sempre.
Vide la ragazza di fianco a lui prendere da una tasca della giacca in pelle il suo Orologio.
Il ragazzo aveva già in mano il suo ma ancora non lo aveva incastrato nel vano del copricapo. Non voleva.
Chekios invece lo aveva inserito e stava per appoggiarsi il freddo meccanismo circolare sulla testa.
Il Maestro le osservò il viso.
Aveva gli occhi lucidi ma non piangeva. C’era una sorta di rassegnazione nel suo sguardo.
Conoscendola, mai avrebbe pensato che potesse cedere così presto.
-Allora Koschei, vuoi inserire l’Orologio?-
Il Sovrano era dietro ai ragazzi, in un angolo della stanza bianco latte, la mano destra appoggiata a una leva non ancora attiva.
-S- sì… lo faccio subito Signore…-
Non si voltò a guardare ma sentiva lo sguardo angosciato dell’amico perforargli la schiena.
Avrebbe voluto girarsi e andarlo ad abbracciare un’ultima volta.
O forse voleva che fosse il Dottore a farlo.
A salvarlo da ciò che non avrebbe mai desiderato fare. A salvarlo, come un vero dottore. Come il suo Dottore.
Ma il suo aiuto non arrivò.
Con estrema calma il Maestro incastrò l’Orologio nel complesso maccanismo che lo avrebbe trasformato in qualcos’altro simile a lui. Ma non lui. Con cautela se lo mise sulla testa ma prima di voltarsi verso il Sovrano guardò Chekios. Piangeva.
Il Maestro finalmente si girò e incrociò la sguardo perso del Dottore. Solo questo semplice gioco di sguardi lo fece piangere.
Ma l’amico fu più rapido di tutti.
Del Generale, che non riuscì a trattenerlo.
Dei Malamoutiani, troppo occupati nei preparativi di avviamento della macchina.
Del Sovrano, ormai imbrigliato nella lentezza degli anziani.
E fu anche più veloce del Maestro, che altrimenti si sarebbe allontanato troppo dal copricapo.
Piangevano entrambi, uno sulla spalla dell’altro.
-Dottore… io non… non voglio…-
-Neanch’io… non posso perderti Maestro…-
-Theta Sigma! Ritorna subito qui!- gridò il Sovrano incollerito dal comportamento del giovane che però non si mosse.
-Signore… sono amici.- si intromise il Generale.- Non possono almeno salutarsi?-
Lui sbuffò. –Tanto non si ricorderà nemmeno come si chiama!-
A quelle parole il Maestro singhiozzò, abbracciando più forte il Dottore.
-Pro-promettimi una cosa…-
-Tutto quello che posso, Maestro…-
-Promettimi che non ti dimenticherai di me…- chiese con amarezza.
-Come potrei dimenticare… i giochi, le corse…-
-I-io però… ti dimenticherò… scusami…-
-Sssh… non è colpa tua…-
Il Dottore lo abbracciò un po’ più forte, un’ultima volta.
Poi il Generale, sotto esplicito invito del Sovrano, lo prese per un braccio e lo trascinò lontano dall’amico.
-Forza Theta. Vieni via.-
Il Maestro chiuse gli occhi per non vederlo andarsene.
Si asciugò le lacrime con rabbia e respirò con calma, cercando di controllare il battito furioso dei suoi cuori.
-Allora? Siete pronti adesso?-
Chekios prese la mano di Koschei e insieme annuirono.
Il Sovrano abbassò la leva e la stanza, fino a quell’istante silenziosa, si riempì delle urla di dolore dei due ragazzi.
 
-Posizione 5! Forza veloci!-
Le guardie si disposero una di fianco all’altra, continuando a sparare contro le sagome grigie dei Dalek.
-Concentrate il fuoco su uno schifoso Dalek alla volta!- gridò il comandante alla truppa. –Li voglio tutti morti entro domani mattina, intesi?!-
I soldati obbedivano agli ordini con precisione, senza porsi domande. Sparavano e basta, cercando di non pensare che la morte era vicina, davvero vicina e non sarebbe servito a nulla continuare a combattere.
Ma gli invasori cadevano e il morale delle guardie a poco a poco si alzava.
-Avanti! Ne mancano ancora quattro!-
A quel grido si accompagnò il suono dell’esplosione dell’arma da fuoco del generale. Un Dalek morì all’istante.
-Forza! Ci sarà tempo per riposarsi dopo!-
Un altro alieno cadde, ma colpì un uomo della fila esterna che cadde di lato, avvolto dalle fiamme dorate.
-Via, via! Spostatevi di lato! In cerchio attorno a Kimon, forza!-
Le guardie eseguirono l’ordine ma non continuarono a colpire i due Dalek rimasti su quel piano.
Erano sospesi in aria e guardavano verso le scale dietro di loro.
-Avanti! Finiamoli!-
-Ma… Signore… come mai non ci attaccano?-
Il Generale assunse un’aria stupita e osservò meglio i due sopravvissuti. Effettivamente era strano che non cercassero di finire la guardia che avevano appena colpito.
-Ehi lattine di ferro! Che avete?-
-NOI DOBBIAMO ANDARE.- rispose un Dalek senza guardarlo.
L’uomo rise. –Non ci avete ancora ucciso…!-
-ABBIAMO TROVATO IL PASSAGGIO. VI STERMINEREMO TUTTI!-
Questa volta il Generale si spaventò, ma non disse nulla.
I Dalek se ne andarono, lasciando il gruppo di soldati alquanto perplessi.
-Ma… Signore non gli uccidiamo?-
-No. Riposo. Per un po’ di tempo non ci attaccheranno più.-
Tutto il gruppo abbassò le armi e si sedette a terra; solo il loro capo rimase in piedi. Accese il comunicatore e contattò il Generale e il Sovrano.
-Truppa A56. Chiedo il permesso per una comunicazione importante.-
La voce gracchiante del Generale rispose poco dopo alla chiamata.
-Prego truppa A56. Cosa succede?-
-Credo che i Dalek hanno trovato il modo per scendere.-
Pausa.
-Stanno facendo tutti così?-
Il caporale si spostò verso una finestra.
-Sì Signore. Sono tutti in aria e non si muovono. Attacchiamo?-
Il Generale non rispose.
-Signore? Attacchiamo?-
-Sì… sì attaccate.-

 
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Note Autrice:
Beh... eccomi finalmente! Vi giuro che sono mortificata... davvero non ho trovato il tempo per trascrivere il capitolo con tutto il mare di compiti e consegne delle tavole che mi hanno messo i professori. Chiedo umilmente perdono *si inchina profondamente a terra*
Tra l'atro riscrivendo a computer mi sono accorta che ora non mi piace più come scrivevo... perciò io ogni volta cancellerei tutto e rifarei d'accapo. Ma non posso, altrimenti non ne vengo più a capo.
Non mi aspetto dunque che recensiate perché con questo mostruoso ritardo e con questo stile di scrittura abbastanza osceno... non so cosa ci sia molto da dire. ç_ç Perdonatemi.
Non vi prometto che aggiornerò un po' più velocemente perché la scuola chiama. E mia mamma mi polverizza se vede che non studio.

Un abbraccio
Gallifrey_96
 
  
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