L’alieno alzò lentamente la mano destra e parlò: la sua lingua suonava come un insieme di sibili, pieno di “s” e di “l”, ma la cosa più strana era che solo ascoltandolo si riusciva a capirne il significato. Fu una delle prime cose che imparammo di loro: il loro linguaggio poteva essere compreso da qualsiasi essere vivente e a loro volta gli alieni potevano capire qualsiasi lingua… Il che faceva di loro degli oratori perfetti, una volta affinata l’arte della retorica.
«Pace a voi, abitanti di questo pianeta» iniziò l’alieno, ma non ebbe il tempo di dire altro: mentre gran parte dei soldati si erano rilassati al sentire quelle parole, un soldato particolarmente teso per la situazione non riuscì a trattenersi e fece fuoco contro l’alieno, colpendolo di striscio al di sopra della spalla. Il soldato fu subito bloccato, privato della sua arma e allontanato, mentre l’alieno cadde a terra e venne soccorso dagli altri due alieni alle sue spalle: il primo aveva la pelle verde, i capelli e gli occhi grigi raccolti in una coda mentre il secondo aveva la pelle bianca ed aveva dei capelli arancioni  sistemati in una alta e vistosa cresta.
L’alieno dalla pelle bianca prese la borraccia dalla cintura del ferito e gli fece bere il liquido contenuto all’interno, dopodiché assieme all’altra guardia aiutò l’ambasciatore a rialzarsi. Quando si fu rialzato l’ombra di un sorriso era comparsa sul suo volto. Facendo finta di nulla parlò di nuovo agli umani: «Immagino che la tensione sia abbastanza alta, è una cosa normale siccome questo è il primo contatto che avete con degli esseri che non appartengono al vostro pianeta… Comunque posso annunciarvi che non siamo qui con intenzioni nocive, ma solo per chiedere un pacifico incontro con gli alti vertici di questa popolazione. Vogliamo discutere riguardo ad una futura collaborazione tra i nostri pianeti». Detta così poteva anche fare effetto, il problema era che lo aveva detto appena dopo essere stato sparato, cosa che può sembrare sospettosa nella situazione in cui l’evento si stava svolgendo. La pensarono così anche i vari soldati e i due generali che avrebbero risposto: questi erano il generale della parte cinese dell’esercito Nii Yon e della parte russa Dragomir Plojekoff, i quali si misero di fronte agli alieni e risposero in inglese, in modo da essere capiti da tutti: «Siamo davvero spiacenti per l’incidente che è appena accaduto, se volete potete servirvi dei kit medici che abbiamo portato».
«Non ce ne sarà bisogno: la mia ferita è già guarita» disse l’ambasciatore scoprendosi la spalla perfettamente normale. “Un alieno che può rimarginare le sue ferite può essere una grossa minaccia… Comunque è meglio proseguire sulla linea diplomatica per ora” pensò Yon poi proseguì il discorso: «Ci fa piacere comunque il quartier generale è lontano da qui. Se chiamiamo adesso dovremmo riuscire a farvi arrivare lì entro sera».
L’alieno sorrise e rispose: «ne sono lieto… comunque preferisco continuare questa conversazione con voi spiegandovi meglio i dettagli in privato nel nostro incrociatore». Dragomir e Nii si guardarono poi acconsentirono e cominciarono a dare ordini a tutti i soldati perché allestissero un campo provvisorio. Poi Dragomir fece a Nii: «Ti occupi tu dei giornalisti?». «Sarà una seccatura… Come facciamo a spiegargli l’intera questione?».
«Non sono mai stato un tipo molto diplomatico: speravo te ne occupassi tu...».
«E va bene, meglio che sistemi la questione prima che qualcun altro complichi le cose più di quanto lo siano già…».
Dragomir sorrise e dopo aver aspettato che Nii ritornasse si diresse con lui a bordo dell’incrociatore.