Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: _eco    19/11/2013    4 recensioni
Più un cuore è vuoto e più pesa.
[cit. Augusta Amiel-Lapeyre]
Dovevano per forza essere peccati, quelli? Per forza? Non potevano essere le voci, i sorrisi, gli occhi e i volti delle persone che quei cuori avevano amato a portare con sé un carico tanto oneroso?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il peso dei cuori leggeri
 
Più un cuore è vuoto e più pesa.
Augusta Amiel-LapeyrePensieri selvaggi, 1909
 
Gli antichi Egizi mettevano il cuore dei defunti sul piatto di una bilancia. Sull’altro, una piuma.
La maestra dice che, se il cuore pesava più della piuma, allora era sporco, pregno di peccati. Doveva essere punito. Doveva trascorrere la non-vita nella sofferenza.
Una volta ho preso in mano la piuma di una colomba – la mamma mi ha rimproverata, perché “può essere piena di germi!”, così ha detto – e quasi non ne ho sentito il peso.
Come può un cuore essere più leggero di un oggetto che si flette alla prima raffica di vento?
Deve essere un cuore vuoto, completamente vuoto. Di chi non ha voluto registrare i volti, i sorrisi, le voci di persone a lui care. Un cuore che non ha imparato ad amare. Che non ha amato, mai.
Vuoto e leggero come una piuma.
Mi pare un’ingiustizia, un torto nei confronti di quei cuori pesanti, più della piuma, più di tutte le piume del mondo messe assieme.
Dovevano per forza essere peccati, quelli? Per forza? Non potevano essere le voci, i sorrisi, gli occhi e i volti delle persone che quei cuori avevano amato a portare con sé un carico tanto oneroso? Era giusto gettarli tutti via, solo perché il piatto su cui erano poggiati scendeva troppo verso il basso?
Che poi, quando la nonna, affaticata, mi dice “è colpa del cuore”, forse non lo sente da sé che è più pesante di una piuma, nel momento in cui è costretta a sedersi per prendere fiato o storce la bocca per una fitta?
Gli Egizi lo getterebbero via senza pensarci. Eppure non mi sembra una persona cattiva, per niente.
 
 
Chi se ne va lascia un vuoto incolmabile.
È una frase che ho letto in libri e che ho sentito diverse volte in TV. Una frase che si ostinano a mettere un po’ ovunque, uno stereotipo bello e buono.
Chi se ne va lascia un vuoto incolmabile.
Allora può essere che quei cuori, quelli degli Egizi, sì, quelli che pesavano meno della piuma, fossero vuoti ma… pieni? Così vuoti da rischiare di esplodere?
Perché, se è vero che chi va via lascia dietro di sé una voragine su cui potrai buttare vangate di terra senza mai colmarla del tutto, se è vero che tendiamo a mantenere quella voragine lì dov’è, se ci ostiniamo a non mandarla via, se non riusciamo a mandarla via, più un cuore è vuoto più è pesante.
Pesante dei volti della gente che non è più tornata, dei sorrisi di chi è andato via, dei respiri sempre più freddi di chi vogliamo che resti ma sappiamo che è andato perduto.
O no?
 

Angolo autrice:
Alleluja! Davvero, però. Non scrivevo da un sacco di tempo. Avete presente cosa si prova a stare lì, a fissare una pagina di Word senza-scrivere-completamente-niente? È stata una liberazione indescrivibile.
Ho trovato questa citazione quasi per caso, me ne sono innamorata, ho pensato agli Egizi (?) - sì, non fate domande, per favore! xD - ed ecco cosa ne è uscito fuori.
Non scrivo da tantissimo, perciò abbiate pietà della mia sintassi e bla bla bla. 
Insomma, non è che abbia molto senso 'sta riflessione. Cosa ne pensate voi?
Baci. ♥
S.
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: _eco