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Autore: Laly_94    19/11/2013    0 recensioni
Lui cantava per me, lui si confidava con me, e io volevo da lui una cosa che lui non mi poteva dare.
L’amore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – My Wish

 
More than anything, more than anything, 
My wish, for you, is that this life becomes all that you want it, 
To your dreams stay big, and your worries stay small, 
You never need to carry more than you can hold, 
And while you're out there getting where you're getting to, 
I hope you know somebody loves you, and wants the same things too, 
Yeah, this, is my wish. 

My Wish – Rascal Flatts
Mia mamma venne ad avvisarmi pochi minuti dopo che stava uscendo, rimasi sola e mi alzai dal letto, andai nel salone e accesi la radio, misi il CD che mi aveva fatto Ed al mio scorso compleanno e alzai al massimo l’impianto facendo sì che la musica si diffondesse in tutta la casa.
Andando verso il bagno mi spogliai mettendo i vestiti nel cesto dei panni sporchi, accesi l’acqua della doccia e attesi, nel frattempo mi slegai i capelli e mi struccai, poi entrai sotto la doccia, non seppi quanto ci misi.
Quando uscii mi asciugai velocemente, non faceva molto freddo, il camino in salone era acceso e anche i riscaldamenti in tutto il resto della casa, quindi non mi potevo lamentare, indossai il reggiseno e le mutande, poi indossai una maglia abbastanza grande per me, era la mia maglia del pigiama, era una maglia che mi aveva prestato Ed tempo prima e che non gli avevo ancora riconsegnato.
Mi asciugai i capelli e quando finii suonò il campanello, erano già passate due ore?
Non badai al fatto che non avevo i pantaloni e la musica era abbastanza alta, andai ad aprire la porta.
-Ed! Harry!- li accolsi in casa.
Entrarono e andai a spegnere la musica, poi tornai da loro, Harry mi guardò strano.
-quella maglia è mia!- disse Ed sorridendo, aveva in mano la Mia chitarra.
-lo so!- dissi sorridente.
-e tu sei in mutande!- aggiunse Harry.
Sorrisi.
-arrivo subito!- dissi imbarazzata, corsi in bagno e misi a posto il phon, mi diedi un’ultima pettinata e uscii dal bagno chiudendomi la porta alle spalle e spegnendo la luce, poi andai in camera mia e presi un paio di pantaloni della tuta, li indossai e tornai dai ragazzi.
-eccomi!-
-adesso sei vestita!- disse Harry sorridendo, io abbassai lo sguardo imbarazzata.
-cantiamo Lego House ti va?- chiese Ed a Harry, quest’ultimo annuì, si divisero le parti e poi iniziarono.
Le loro voci insieme erano stupende, Ed era sottile e dolce, mentre Harry era duro e ruvido, ma insieme erano spettacolari, poche volte li avevo sentiti cantare insieme.
E poi arrivarono alla fine, due volte il ritornello, la prima volta Harry, l’ultima Ed, che mi guardò e poi abbassò lo sguardo, senza sorridere, lo abbassò semplicemente.
-ehi io vado un attimo in bagno.- disse alzandosi lasciando la chitarra atterra, notai che la zampa si stava sbiadendo, fortunatamente eravamo a novembre e tra poco sarebbe stato il suo compleanno!
-allora Hilary… sei carina lo sai?- disse lui alzandosi e venendo a sedersi vicino a me.
-anche tu sei molto carino!- risposi, più per cortesia che per qualcos’altro.
-grazie!- disse e mi passò una mano sulla gamba.
-sai mi piacerebbe uscire qualche volta!- disse sfoderando il suo sguardo, io non risposi, lo osservai e basta, lui però intese male il mio silenzio e si avvicinò a me.
Quando le nostre labbra furono a un millimetro di distanza mi alzai dal divano.
-scusa Harry ma ci siamo capiti male tutti quanti… non mi interessi in quel senso… mi dispiace…- dissi abbassando la testa.
-no tranquilla! Forse sono stato troppo sfacciato io!-
-scusa è solo che… ehm… in questo momento preferisco non avere nessuno…- dissi guardandolo finalmente negli occhi.
-ti ho detto tranquilla!- mi rispose lui, poi mi abbracciò, io ricambiai l’abbraccio.
-scusate… interrompo qualcosa?- chiese Ed, ci allontanammo.
-macchè! Niente tranquillo!- dissi io.
-davvero? Ok… andiamo Harry?- disse lui.
-andiamo… Ciao Hilary…- mi disse e mi diede un bacio sulla guancia.
-ciao Harry!- vidi Ed raccogliere la sua chitarra e poi si avvicinò a me, mi strinse a sé con un braccio e mi diede un bacio sulla fronte, ero molto più bassa di lui.
-ciao P.- mi disse lui staccandosi.
-ciao Ed!-
Poi uscirono, sospirai e mi appoggiai alla porta, poi mi accasciai atterra, perché era così difficile?. Mi annusai la maglia, il suo profumo era impregnato nel tessuto.
Facendomi forza mi alzai e corsi per il corridoio fino ad arrivare in camera mia, mi lanciai sul letto e presi il quaderno, lo aprii e con la penna che c’era dentro scrissi: “mi dispiace, ma non è successo davvero niente con Harry”, poi mi sedetti sul letto e attesi, quando vidi comparire Ed glielo mostrai.
Dopo che ebbe letto sorrise, si allontanò per qualche secondo e si sedette sul letto, scrisse e me lo mostrò.
Me l’ha detto tranquilla… mi dispiace! Pensavo davvero che potesse nascere qualcosa!
Io sorrisi e scrissi: ho capito che non è quello che voglio davvero… voglio aspettare!
Dopo aver scritto glielo mostrai e lo vidi sorridere ancora; si abbassò a scrivere e poi mi mostrò.
Aspetterò finchè non troverai quello giusto!
Poi girò la pagina e me ne mostrò un altro.
Notte piccola!
Semplice dritto e conciso, abbassai la testa e scrissi: Notte dolcezza!
Glielo mostrai e poi sorrise, sorrisi anche io e abbassai lo sguardo, poi iniziai a sfogliare il quaderno finchè non arrivai al “Ti Amo”, sorrisi e alzai la testa, ma le tende di camera sua erano chiuse.
Così chiusi il quaderno e lo scagliai contro al muro, mi tolsi i pantaloni e mi girai nel letto a pancia in giù, iniziai a piangere, ero stanca, volevo dirglielo ma non trovavo il coraggio, quando il coraggio c’era lui non c’era.
La mattina dopo mi svegliai per colpa di un bussare insistente alla porta.
-che vuoi? Chi è?- chiesi urlando.
-Lisette! Posso entrare?-
-vieni dentro rompi palle!- urlai, lei fece come detto, entrò e si sedette sul letto, io mi sedetti a mia volta.
Il mio sguardo vagava dai suoi occhi alla finestra.
-allora? Finisci di raccontarmi?- chiese sorridente.
-va bene… allora…- iniziai a raccontare con gli occhi fissi sulla finestra dietro di lei, in cerca di un cartello.
Quando finii di raccontare il cartello arrivò, finalmente Ed aprì le tende e incontrai i suoi occhi, sorrisi smettendo di parlare.
-ma che…- mia sorella si voltò verso la finestra e lo salutò, lui ricambiò il saluto e poi tornò a guardarmi, mi sorrise.
-vi lascio soli va! Io non ho ancora capito perché non state insieme!- disse alzandosi.
-stai zitta scema!- le dissi e le lanciai un cuscino, lei scappò e mi voltai verso Ed che stava ridendo.
Mi alzai velocemente e presi il quaderno, cercai una pagina pulita e scrissi: sei bellissimo la mattina!
Quando glielo mostrai abbassò la testa e sorrise, poi sparì, ma che diavolo era quel ragazzo?!
Tornò poco dopo: posso venire lì?
Io annuii, al che scomparì, sentii suonare il campanello due minuti dopo, andai verso la porta ma mia mamma e mia sorella mi avevano preceduto.
-Ed! ciao tesoro!- disse mia mamma abbracciandolo, lui ricambiò l’abbraccio.
-ehi Edward!- disse mia sorella sorseggiando quella che sembrava succo d’arancia.
-ehi Lisette!- sorrise lui.
-che ci fai qui Ed?- chiese mia mamma sorridendogli felice.
-sono venuto per P. in realtà.-
-già. Ehm… vieni Ed andiamo…- dissi prendendolo per mano e portandolo via.
-Hilary mettiti un paio di pantaloni!- mi disse mia mamma severa.
Sinceramente non mi importava di niente, andammo in camera e chiusi la porta a chiave, poi lui andò a sdraiarsi sul letto, io lo seguii e ci mettemmo sotto le coperte, stretti uno contro l’altro.
Era una cosa che facevamo sempre da quando eravamo piccoli, prima lo facevamo per ripararci dai mostri, ora per confidarci e per sentirci più al caldo e protetti.
-mi dispiace per ieri sera…- sussurrai accarezzandogli i capelli, lui mi accarezzava la schiena.
Quelli erano i momenti più belli tra di noi, quelli erano i momenti in cui era lecito sognare.
-tranquilla!- mi disse.
-ehi tua mamma mica ti ha detto di metterti i pantaloni?- continuò poi, la sua voce mi fece vibrare l’anima.
-già… ma fa niente… a te da fastidio?- chiesi sperando in un no.
-no tranquilla!- mi disse sorridendo.
E poi rimanemmo in silenzio, io gli accarezzavo i capelli e lui mi accarezzava la schiena.
-stanotte dormi qui?- chiesi tranquilla.
-va bene!- mi disse sorridendo.
-però dopo vado a prendere la chitarra e vado a vestirmi anche va bene?- continuò.
-certo!- gli risposi.
Presa da un non so che mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla fronte.
-Ti Adoro piccolina!- mi disse e mi baciò il naso.
-anche io dolcezza! Anche io…- sussurrai.
Qualche risata dopo sentimmo bussare alla porta.
-chi è?- chiedemmo in coro.
-pure? Hilary sono la mamma, volevo avvisarvi che è arrivata anche tua mamma Ed e, tra un paio di minuti è pronto, quindi venite ok?-
-tranquilla Misha! Arriviamo!- disse Ed sorridendomi, andai a toccargli la guancia.
-ma perché mi tocchi sempre le guance quando sorrido?- mi chiese perplesso.
-perché amo le tue fossette!-
-oh solo quelle?- mi chiese sorridendo.
-no sinceramente amo tutto di te!- dissi, io ero sincera, ma lui lo prese come scherzo.
-sì? Anche io ti amo! Ora alzati mettiti un paio di pantaloni e andiamo di là.- mi disse sorridendo.
Mi sforzai a sorridere e mi alzai dal letto, presi i pantaloni che avevo su la sera prima e li indossai, poi mi voltai verso di lui che mi stava guardando.
-andiamo?- chiesi.
Lui annuì e si alzò, andammo verso la porta e girò la chiave, poi aprì la porta e mi prese in braccio come si prendono le principesse e entrammo in cucina così, prima di lasciarmi giù mi posò un bacio sul naso.
-che carini che siete!- disse la madre.
Io sorrisi e abbassi la testa sedendomi al mio posto, Ed si sedette vicino a me, mia mamma e sua mamma davanti a noi e mia sorella a capotavola.
Sì, quei momenti di tenerezza ce li scambiavamo pure davanti alle nostre madri, per noi però era normale, insomma, eravamo cresciuti facendolo, quindi era normale!
-quando vi mettete insieme voi due?- chiese Lisette, mi cadde di mano la forchetta.
-ehm… Lise….- iniziò Ed, ma ero certa che non sapesse come continuare, e men che meno io!
-Lisette non sono domande da fare!- intervenne mia mamma.
Grazie a dio c’era lei!
Mi voltai verso Ed e notai che mi stava già guardando, gli sorrisi e lui sorrise a me.
Già. Quando ci saremmo messi insieme?
Mai era la risposta giusta!

 
  
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