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Autore: Egwine    28/04/2008    2 recensioni
Nella mia prima Fan Fiction ho cercato di immaginare cosa accadrà a Eragon, Saphira e a tutti gli altri personaggi nel terzo libro di Paolini (come il titolo lascia intendere).
Un intrigo di vicende, tradimenti e sorprese che vi lasceranno a bocca aperta. Eragon dovrà affrontare questo ed altro, lottando anche contro i propri sentimenti, ma ci sarà sempre Saphira ad aiutarlo, in ogni circostanza. Il peso delle sue responsabilità si farà sentire molto, ce la farà?
ATTENZIONE: Spoiler Eragon, Eldest.
Genere: Dark, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Galbatorix, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Spoiler!
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1- La Verità



Dopo aver rilasciato l'incantesimo e aver reso più tranquillo il cugino grazie alla sua promessa, Eragon si distese finalmente sulla sua branda. Le membra gli dolevano, come anche la mente, per il duro combattimento avuto contro suo fratello Murtagh, figlio di Morzan, il traditore che aveva aiutato Galbatorix nei suoi loschi piani, per eliminare l'ordine dei Cavalieri. Lui, Eragon, era suo figlio... faceva ancora fatica a crederlo, ma si era deciso ad aggrapparsi alla convinzione che Garrow, colui che lo aveva allevato e che lo aveva istruito insegnandogli i sani principi che lui ora possedeva,fosse il suo vero genitore. Il corso dei suoi pensieri fu interrotto improvvisamente da una forte perdita di energie.Si alzò subito in piedi e srinse con forza la collana che i nani gli avevano donato, le forze continuavano ad abbandonarlo e lui, già stremato dalla guerra e dalla battaglia, cadde in ginocchio con una smorfia di dolore. Roran, che non si era ancora allontanato, si allarmò e preoccupato gli chiese:"Eragon, cosa c'è? Cosa ti fa quella collanina?" ma il cugino, troppo provato dallo sforzo di non cadere nel buio della morte, non gli rispose. Allora quello chiese ancora:"Eragon... non farmi spaventare! Vado a chiamare qualcuno? Forse Angela?". Solo allora il Cavaliere si rese conto che il cugino gli stava parlando, anzi urlando, ma lui non ci badò e cercò la sua dragonessa con la mente "Saphira...qualcuno sta...cercando di divinarci...aiutami" l'ultima parola fu una richiesta disperata che rivolse anche a Roran.Questi si apprestò a chiedere:"Cosa devo fare?" e lui, con un filo di voce:"Prestami la tua...Oh! Non pensarci è passato". Infatti il martello stava ridiventando freddo e l'Ammazzaspettri si accasciò al suolo, esausto.

* * *

Rinvenne dopo pochi minuti dopo e immediatamente il cugino, lieto di vederlo sano e salvo, lo abbracciò e gli sussurrò all'orecchio:"Scusami se prima ti ho accusato ingiustamente della morte di mio...nostro padre, ora capisco che su di te conta l'intera Alagaesia e sei vittima di continui attacchi nemici, non so cosa ti è accaduto poco fa', ma con la tua richiesta di aiuto mi è sembrato che volessi scampare alla morte stessa e da cio' deduco che ti abbia attaccato uno stregone potentissimo e..." Eragon interruppe il fiume di parole, confessando con voce roca:"Era Galbatorix, stava cercando di divinare me e Saphira, avrà saputo dell'insuccesso di Murtagh e...si, ho richiato seriamente di morire, anche se penso che con l'aiuto di Saphira sarei riuscito a contrastarlo, almeno per un po', e ora credo di dover riposare o cadrò stremato tra le tue brac..." Roran dovette sorreggerlo, perché svenne. Lo adagiò sulla branda e, addolorato dalle sue condizioni, uscì dalla tenda sedendosi all'entrata, al fianco della possente dragonessa, la quale lo guardò con un suo occhio color zaffiro e lo chiamò facendolo spaventare.
"Scusa, sai, non sono ancora abituato a parlare con un drago"
"Non scusarti, non avrei dovuto chiamarti cosi' improvvisamente"
"Cosa volevi dirmi?"
"Ti vedo turbato, per questo ti voglio rassicurare dicendoti che Eragon ti vuole molto bene e non lascerà che facciano del male a te o alla tua amata, noi ti aiuteremo a salvarla"
"Grazie, ma forse non dovrei farvi esporre a un cosi' grande pericolo e non dobbiamo dimenticare che poco fa' il Re lo ha attaccato e... sinceramente mi e' sembrato un po' preoccupato, anche se cerca di nasconderlo"
"Eragon e' molto giovane e per me ha patito sofferenze che mai nessuno ha provato, ed ora e' cosciente del fatto che lui e' l'unico in grado di salvare Alagaesia dalla tirannide di Galbatorix e che dovrà combatte non solo contro di lui, ma anche contro il suo migliore amico e fratello Murtagh, entrambi molto più forti di lui, ma io so che insieme supereremo tutte le difficoltà e alla fine porteremo la pace... forse"

Roran abbassò lo sguardo verso terra, suo cugino era diventato uno degli uomini più potenti della terra, ma il suo animo disprezzava quel potere, desiderando solo calma, pace e libertà, ma non era possibile ritornare nel passato e cambiare gli avvenimenti, per questo Eragon si era preso le sue responsabilità di Cavaliere e ora si dava animo e corpo alle giuste cause, per affrontare un giorno, forse non molto lontano, il fatidico combattimento che avrebbe deciso la sorte di Alagaesia, come dice il proverbio "Il dovere è più pesante di una montagna, la morte più leggera di una piuma"
Rivolgendosi a Saphira "Lui è sempre stato il piu forte tra i due, quello che non si arrendeva mai, ma cercava una strada alternativa da percorrere, ora ha dei grandi doveri e io non mi sento più vicino a lui come un tempo"
"Non devi dire questo, Eragon è solo diventato più maturo di qualsiasi altro ragazzo della sua eta' grazie alle molte esperienze fatte in pochi mesi e ai duri allenamenti a cui siamo stati sottoposti, tanto che spesso hanno dubitato del fatto che lui fosse realmente il famoso Cavaliere le cui gesta vengono cantate dai Varden, dai nani e anche dagli elfi, ma è sempre la stessa persona, cioè colui che è cresciuto con te"

Detto questo la dragonessa lo lascio' a ragionare da solo, fino a quando non si addormento' e lei lo copri' con una delle sue sinuose ali.

* * *

Dopo qualche ora Eragon si sveglio' e, inquieto usci' dalla tenda e si accuccio' vicino al ventre caldo del suo drago.
"Saphira"
"Piccolo mio, cosa c'è?"
"Niente, è solo che non voglio stare lontano da te"
"Neanche io Eragon"
E cosi' si abbandonarono tra le braccia di Morfeo, ognuno ringraziando l'altro per la propria presenza.

* * *

All'alba Eragon si desto' dal suo stato di dormi-veglia e si alzo' ammirando lo splendido paesaggio che aveva davanti agli occhi, il colore allegro del sole e del cielo mattutino faceva da contrasto al desolato deserto delle Pianure Ardenti, disseminato di cadaveri che attendevano di essere sepolti per vivere finalmente una nuova vita, sicuramente migliore di quella precedente.
Il Cavaliere si stiracchio' e girandosi verso Saphira noto' che Roran era rimasto li' per l'intera notte, probabilmente la notte precedente si era preso un grande spavento vedendolo in quelle condizioni.
I Varden stavano svolgendo pigramente le loro mansioni giornaliere e nessuno lo noto' passeggiare tranquillamente assorto nei suoi pensieri: Galbatorix non aveva potuto gia' sapere della missione fallita del fratello, stanco com'era, Castigo non ce l'avrebbe fatta a percorrere quel tratto che separava le Pianure con Uru'Bean in meno di mezza giornata.
Forse era avvenuto qualcosa di importante che lo aveva indotto a divinarlo... ma cosa?
Inaspettatamente si accorse che i suoi piedi lo avevano portato nell'accampamento degli ex-abitanti di Carvahall.
Provo' un senso di smarrimento, li' non si sentiva a suo agio, riteneva di aver tradito tutti i suoi compaesani costringendoli ad una vita piena di dolore, anche a causa della perdita delle proprie radici.
Tutti coloro che qualche anno prima lo sgridavano, ora lo guardavano con timore reverenziale, addolorati, ma spaventati dal suo potere.
Sospiro' e girandosi per dirigersi da Nasuada, quasi non si scontro' con Horst. Questi subito divento' teso e fece un lieve accenno a inginocchiarsi, non sapeva se poteva salutarlo come aveva sempre fatto, ma Eragon lo trattenne e lo scherni':"Horst non sono un re, sono il ragazzo di sempre, mi hai sempre aiutato nelle difficoltà. Voi tutti, credete che io sia cambiato, certo ho dovuto affrontare prove a cui non mi sarei mai sottoposto, ma anche voi avete superato un lungo e travagliato viaggio, il mio aspetto è mutato, la mia cultura è molto più vasta di prima, ma la cosa più importante, l'anima, è la stessa, quindi vi prego di trattarmi come avete sempre fatto."
Horst era un po interdetto, ma sentendo cio capi' che era la verita' e ritorno' il vecchio e inimitabile Horst.
"Va bene, Eragon, cerchero' di convincere gli altri, ma non ti assicuro nulla, sai, quella tua dragonessa li ha spaventati tantissimo, ma tutti ammettono che in fin dei conti è stupenda. Non ho mai dubitato di te, ma ora sei un Cavaliere e i tuoi poteri sono temuti da tutti, credo sia normale che anche noi ti trattiamo con rispetto e un pizzico di paura."
"Ti credo, ma ciò non mi piace ugualmente, mi dispiace, ma devo andare, la mia Signora mi sta chiamando"
"Certo, vai pure, a presto!"
Infatti Eragon aveva sentito la coscienza di Nasuada chiamarlo, ma prima di andare da lei, si diresse verso la sua tenda, avverti' Saphira, la quale volle venire con lui, adagio' Roran sulla sua branda per farlo riposare meglio e corse verso il padiglione centrale.






L'angolo dell'autrice

Mi spiace se la storia può risultare poco scorrevole, ma è la mia prima Fan Fiction in assoluto.
Ringrazio tutti coloro che riusciranno a leggere questo capitolo e quelli che lo commenteranno.
Credo di aggiornare presto... lo spero.

A presto!!!


Egwine
  
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