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Autore: gwuncan99    19/11/2013    5 recensioni
Questa fanfiction parla di Gwen, una ragazza di 16 anni con un brutto passato alle spalle. Si è trasferita a Toronto e frequenta il Liceo Artistico, ed è lì che incontrerà la persona che cambierà la sua vita.
Storia DxG.
Estratto dal capitolo 36:
Mi lasciarono lì, in ginocchio, mentre le persone pian piano andavano tutte via.
L'ambulanza partì, e il suono delle sirene si perse nell'aria.
"MERDA!" sbattei i pugni a terra.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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"Ti ricordi di me, quindi." si alzò dal divano, col suo sorriso bastardo.
"Come potrei scordarmi." dissi indietreggiando.
"Hai paura?" si avvicinò.
"N-no." abbassai lo sguardo, avvertendo il ragazzo ormai vicino a me.
Mi accarezzò il viso, poi abbassò lo sguardo. "E quello cos'è?" mi strappò dalle mani la foto.
"Niente." deglutii a vuoto.
"Bene bene. Vedo che ti sei data da fare in mia assenza." ghignò.
"Non sono affari tuoi."
"E invece sì." stracciò in due l'ecografia.
"NO!" urlai, ma ormai il danno era fatto.
Mi abbassai a raccogliere i pezzi, che furono bagnati dalle mie lacrime.
"CHI E'?!" mi gridò prendendomi i capelli.
"Chi?.."
"Quello con cui ti sei divertita a scopare mentre io ero in riformatorio!" mi fece alzare, sbattendomi al muro.
"Courtney te l'avrà detto..." accarezzavo nervosamente il ventre.
"Allora è vero. Ti fai il mio amico quindi?!" mi ringhiò in faccia.
"Non è più il tuo amico, Scott!" lo strattonai. "Non dopo quello che mi hai fatto passare!"
"Ah sì?" si allontanò, girando per tutto il salotto.
"M-ma...io non sono più quella ragazzina che faceva ogni cosa pur di stare con te...E nemmeno tu sei un ragazzino! Potresti andare in carcere, solo per rendere felice Courtney?!" rimasi in silenzio, aspettando di incontrare il suo sguardo. "Non sapevo che Scott Watson si facesse comandare da una femmina." lo provocai, ghignando.
Il ragazzo, come risposta, diede un pugno sul muro, rompendo un quadro. La foto di Natale con Duncan...
"Io a Courtney le devo tutto! Mi ha fatto uscire da quel posto di merda!" urlò.
"Per rientrare poi in uno peggiore?!" ribattei.
"Non usare questo tono con me, Gwen!" si riavvicinò.
"S-Scott...per favore, ragiona."
"Ragiona un cazzo!" ritornò col viso attaccato al mio.
Una lacrima rigò il mio volto. Mi inginocchiai a terra.
"Cosa vuoi da me?" mormorai rassegnata.
"Allora...fammi pensare...Courtney me ne ha dette di tutti i colori su te e Duncan..." si grattò la testa come per pensare, poi estrasse un foglietto. "Mi ha dato questa piccola lista..." la aprì, rivelandosi tutt'altro che una piccola lista.
Deglutii.
"Gwen è una darkettona che deve morire blablabla...Duncan si pentirà di avermi lasciata blablabla...E' uno scimmione bucato senza speranze....Oh, ecco! Fai lasciare Gwen e Duncan blablabla...Lascio a te la scelta di farlo come vuoi." sbuffò. "Va bene bambolina?"
"Non chiamarmi bambolina, Scott." ringhiai.
Sospirò pesantemente. "Ho bisogno di una birra..." si diresse in cucina.
Che faccio..? Che faccio?!
In cucina...lì ci sono coltelli e roba simile...Oh mio dio...
Respira Gwen, respira. Non sei sola, hai tua figlia qui con te...
Oh mio dio! C'è mia figlia qui! E se volesse farle del male??
Presi il cellulare nervosamente, digitando i numeri.
"Avanti Duncan...rispondi..." 
"Credi di essere così furba, ragazzina?" ghignò la iena, prendendomi il telefono dalla mano.
"Speravo di esserlo..."
-Pronto?-  Duncan aveva risposto!
"Dunca-"
"Amico! Da quanto tempo!!" rispose Scott, mettendo il vivavoce.
-Scott?!-
"Esatto. Sono venuto a fare una visitina alla vecchia Gwen." mi fissò sadico.
-Cosa vuoi?! Dove siete?!-
"Calmati paparino!" 
Ecco qua. Doveva saperlo nel peggiore dei modi.
-Cosa?-
Scott cominciò a ridere maligno. "Come cosa? ...Gwen!" ora ce l'aveva con me. "Non dirmi che il tuo Duncan non sa nulla!"
-C-che...-
"Gli avrei parlato oggi..." mormorai. "Passamelo per favore!"
"Nono!" mi allontanò il cellulare. "Mi dispiace Duncan, ma adesso devo proprio riattaccare. Ho una questione da risolvere!" 
-No!- riagganciò.
"Lascerai Duncan? Così faremo felice Courtney!" mi propose.
"Mai!" urlai.
"Oh bene, allora devo fare con le cattive." mi buttò a terra. "Questo farà molto male al mostriciattolo!"
"NOO!" Scott si bloccò.
"Dawn?" invocammo il suo nome in coro.
"M-ma...come sei entrata?" chiesi confusa.
"Non è importante adesso." si chinò per soccorrermi. "Scott. Cosa ti salta in testa?"
"Vi conoscete?"
"Si...in riformatorio l'ho aiutato...e non sapevo fossi tu la ragazza di cui parlava!"
"Pff...non volevo farle nulla!" il ragazzo incrociò le braccia.
"Ah sì? Allora cosa stavi facendo a..." si bloccò a fissarmi. "Gwen...ma tu sei..."
"Incinta. Sì.." abbassai la testa.
"E tu avresti il coraggio di picchiare una ragazza in gravidanza?! Pensavo fossi cambiato, Scott!" 
"Non sono io che volevo farlo...era Courtney!" si giustificò lui, avvicinandosi alla ragazza.
"E tu l'avresti fatto, certo!" i due cominciarono a bisticciare.
Mmh...c'è qualcosa tra loro...
Sto perdendo solo tempo...devo chiamare la polizia, e Duncan!
"No Gwen...non chiamare la polizia..." disse Dawn.
"Cosa?"
"L'aura di Scott è diversa...lui è cambiato..." spiegò.
"Sbaglio o lo stai difendendo? Stava uccidendo mia figlia!" quasi urlavo.
"Non gliel'avrei permesso...e non l'avrebbe fatto. Fidati di me..."
Il ragazzo mi passò il cellulare. "Chiama Duncan, se vuoi..."
Parli del diavolo. La porta si aprì di colpo, ed entro il punk, seguito dal preside che gliele diceva di tutti i colori.
Duncan si buttò su Scott dandogli un pugno in pieno volto, che lo fece cadere a terra privo di sensi.

***

Chris non la smetteva più di ridere a crepapelle. "N-non ho parole! Siete i ragazzi più pazzi che io abbia mai avuto nel mio istituto!" si asciugò le lacrime. "Ti sei catapultato fuori dalla scuola per andare a picchiare una persona?" riscoppiò di nuovo a ridere. "Questa volta una sospensione non te la toglie nessuno, ragazzo mio!" poggiò la mano sulla spalla di Duncan, che gliela spostò bruscamente.
"Non toccarmi. Mi contageresti con la tua malattia mentale." sputò acido.
"Ti rendi conto che ora siamo in ospedale a vedere come sta quello lì? Come si chiama...Scott?" sgranò gli occhi. "Aspettate...La responsabilità ora è della scuola che ti ha fatto uscire! Quindi ora devo sganciare io il denaro per l'assicurazione?!"
"Esatto, McLean." ribatté Dawn.
Il preside fulminò Duncan, che rideva sotto i baffi. "Tu...TU! Me la pagherai cara! Ti riempirò di interrogazioni fino alla fine dell'anno!" detto questo, se ne andò.
Il punk si sedette accanto a me. "E tu...cos'hai da dirmi?" si fece serio.
"Ehm...La dottoressa ci sta chiamando. Io intanto entro a vedere Scott, ok ragazzi?" disse Dawn.
Feci cenno di sì con la testa.
Finalmente eravamo soli, per parlare.
"Come stai?" chiese preoccupato.
"Me la cavo..."
"Cosa voleva dire Scott al telefono?" si stava agitando.
"Ecco...sì, devo farti vedere una cosa." estrassi dalla tasca i pezzi dell'ecografia che avevo recuperato a casa.
Duncan li prese, unendoli.
"Questa è tua figlia, Duncan..." dissi con un filo di voce.
Il ragazzo sgranò gli occhi, fissando la foto. "C-che, cosa?..." abbassò lo sguardo sul mio ventre, poi mi guardò negli occhi. "L-lei è...I-io sono...I-io sono, p-papà?" balbettò parole incomprensibili.
"Non lo accetti?" abbassai la testa.
"Nono! Come ti salta in mente?" poggiò le mani sulle mie, che accarezzavano la pancia. "Da quanto tempo lo sai...?"
"Una settimana..."
Il ragazzo mi alzò il mento con l'indice. "Gwen! E' n-nostra figlia!" sorrise. "Siamo genitori! Ti rendi conto?" mi strinse forte a lui. "Io, te, e lei...Siamo una famiglia adesso, per sempre..."
"Duncan?" lo scostai, notando i suoi occhi lucidi. "S-stai piangendo?" mi stupii, commovendomi anch'io.
"Che c'è? I maschi non possono piangere?" disse malizioso.
"N-non me lo aspettavo...da te..."
Si asciugò gli occhi. "Sto diventando padre...Tu sei la madre di mia figlia...Cosa posso desiderare di meglio?" mi baciò dolcemente.


"Se quel delinquente ti ha toccato un solo capello, vado lì dentro e lo distruggo!" disse alzandosi.
"No...o almeno, Dawn ha fatto in tempo a venire..." risposi io.
"E cosa centra Dawn?"
"Credo sia stata una specie di psicologa di Scott...boh..."
Mi prese per mano, e raggiungemmo la porta della stanza dove c'erano i due ragazzi.
"Duncan..." 
"Sì?"
"E' stata Courtney a chiamare Scott..." gli spiegai, lasciandolo senza parole.
"COSA?!"

 
  
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