Una piccola conca nascosta che termina a picco sul mare. Un salto di trenta metri come minimo, nel mare bianco di schiuma e nero di scogli.
La Valle dei Mostri la chiamano, e chi ci è stato capisce subito il perché.
Speroni di rocce laviche antiche e corrose, scolpite in forme orribili e grottesche, sorgono dalla sabbia nera come il ferro, rovente di giorno, tiepida di notte.
Di notte, quando tutto tace ed esiste solo il rumore del mare e della luna che sorge col colore dei fiori d’arancio.
Di notte quando i sensi si acuiscono e le stelle diventano fari, e il profumo delle ginestre si somma a quello della sabbia nera e delle onde bianche e della luna di zagara e a quello di due corpi uniti.
Tutto si mescola, a far parte di un unico qualcosa.
Che esplode, poi, e da vita a nuovi mondi a nuovi colori, suoni, sensazioni…
Ma la luna poi tramonta.
I raggi del sole traditore infrangono ogni incantesimo.
I mostri tornano immobile pietra, le lucciole si spengono.
E il tempo torna a scorrere.