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Autore: thatswhatfriendsarefor    20/11/2013    12 recensioni
E se Rick fosse andato negli Hamptons senza Gina?
Una versione alternativa del rapporto fra Castle e Beckett a partire dalla fine della seconda stagione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
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CAPITOLO 5  Pancakes Is Not Just Breakfast

“Peccato”. Ti prende alla sprovvista con quest’ultima battuta. Ti toglie di mano la tazza ormai vuota e si alza avviandosi verso la porta.

 

Ti sei già pentita di quello che gli hai detto, ma il tuo maledetto orgoglio ti impedisce di chiamarlo e di scusarti con lui. Esce dalla tua stanza senza voltarsi e si chiude la porta dietro di sé, lasciandoti lì da sola.

Ti stendi nuovamente sul letto.

Sei ancora sconvolta per quel sogno erotico che ti è piaciuto addirittura più di quanto tu stessa voglia ammettere. E sei dispiaciuta per avergli risposto che non vuoi avere figli, tantomeno con lui. Se c’è qualcuno con cui potresti mettere su famiglia, quello è proprio Castle. Il suo lato paterno è una delle cose che apprezzi di più in lui. E’ una caratteristica che è in apparente contrasto con la sua fama da playboy, da sciupafemmine, ma in questi anni hai imparato a conoscerlo e sai quanto sia legato ad Alexis e quanto si preoccupi per la sua pumpkin. Ti ha persino chiesto di occuparti di lei qualora gli succedesse qualcosa. She looks up to you and if her boyfriends get frisky, you can shoot them”. Un’ottima ragione per affidarla a te, insomma.

La stanchezza accumulata nei giorni passati, durante i quali hai lavorato come una pazza per risolvere l’ultimo omicidio, prende il sopravvento e alla fine ti addormenti.

 

La luce che filtra dalla grande finestra ti solletica le palpebre. Ti svegli intenzionata a farti perdonare per quell’uscita infelice di ieri sera. Hai deciso: gli vuoi preparare una bella colazione, proprio come hai fatto quando ti ha ospitato nel loft qualche mese fa. Scendi con la tua mise da notte, tanto ormai ti ha già visto in questo stato. Non sei certo una bomba sexy con la tua maglietta oversize, anche se in quel sogno….

Su, Kate Beckett, togliti dalla mente quelle immagini e datti da fare.

Oh mio Dio, anche questo avrebbe un doppio senso! E che senso!

Ti rimproveri da sola per i tuoi pensieri maliziosi e ti avvii in cucina.

Apri il frigo e tiri fuori latte, uova e bacon. Poi ti viene in mente di preparargli dei pancake, come ha fatto lui con te. Controlli di avere a disposizione tutti gli ingredienti e ti metti subito al lavoro. Ti senti piacevolmente a tuo agio nella cucina di Castle, muovendoti con naturalezza tra frigo, pensili e piano di lavoro, come se tu fossi davvero di casa qui. Pochi minuti dopo, la colazione è pronta, ma di lui nemmeno l’ombra.

Nessun rumore proviene dal piano di sopra.

Ti affacci sul patio, ma niente.

Giri intorno alla casa e ti dirigi verso la piscina.

Senti lo sciabordio dell’acqua, come se qualcuno si stesse facendo una nuotata.

Ti avvicini guardinga.

Nel frattempo, lui sta uscendo dalla vasca. Lo vedi che si sta issando sul bordo, facendo forza sulle braccia. I muscoli sono in tensione e le gocce d’acqua gli scendono dai capelli e scorrono sul suo torace. Su quello stesso torace che tu hai sognato di accarezzare, soffermandoti sui suoi capezzoli. Una vampata improvvisa ti prende al ventre e ti causa un capogiro. Santo cielo, quest’uomo esercita un’attrazione su di te che non hai mai provato in tutta la tua vita. E’ straordinariamente affascinante pur nella sua imperfezione. Adesso ha preso un telo e comincia ad asciugarsi, prima i capelli, poi le spalle e il torso. In fin dei conti siamo solo all’inizio di giugno e l’aria è ancora fresca.

Lo osservi con attenzione, non perdendoti nessuno dei suoi movimenti. Ti mordi il labbro inferiore e scuoti la testa per allontanare altri pensieri deliziosamente impuri che riguardano altri modi in cui vorresti aiutarlo ad asciugarsi. Ti schiarisci la gola e lo saluti: “Buongiorno Castle!”

Lui si volta verso di te e ti regala uno sguardo stupito: “Oh, ciao Kate, non ti avevo proprio sentito. Hai dormito bene?”

Ha un tono di voce sereno, come se l’imbarazzo della sera prima fosse ormai sepolto.

“Sì, la camomilla mi ha aiutato… ehm, Rick, la colazione è pronta. Vieni?”

“Subito!” Indossa l’accappatoio e ti segue in cucina, sorridendo sornione: non lo hai chiamato Castle.

Lo hai chiamato Rick.

E lui ti ha chiamato Kate e tu non gli hai sparato.

Avete fatto passi da gigante per avvicinarvi. Del resto, anche bere camomilla insieme, in pigiama, nel cuore della notte non è cosa che capita con tutte le persone con cui lavori.

Appena vede i pancake, comincia a ridere. Non ne capisci il motivo e, aggrottando la fronte, gli rivolgi uno sguardo interrogativo. “Cosa c’è di tanto divertente nei pancake?”

“Oh, Beckett, niente… mi ha solo fatto ricordare un commento di Esposito, sai, quando lui e Ryan sono venuti a interrogare entrambi perché era stato trovato quel cadavere alla porta del tuo appartamento…” Si interrompe e continua a ridacchiare.

“E? Insomma, cosa ti ha detto Espo?” lo incalzi con aria interrogativa e curiosa, vuoi sapere se i ragazzi hanno esagerato con le loro battute mancandoti di rispetto. Sei pur sempre il loro capo.

“Mi ha detto che pancakes is not just breakfast, it’s an edible way of saying ‘Thank you SO much for last night’...”

Gli lanci un canovaccio e poi scoppi a ridere. Lui non sa quanto potrebbe essere appropriata questa considerazione, se solo avesse una minima idea di cosa è successo nel tuo sogno. Per fortuna sembra che questa volta non ti abbia letto nel pensiero. Potresti morire all’istante dall’imbarazzo altrimenti. Il gelo che era sceso fra voi sembra essersi completamente dissolto. Iniziate a mangiare e Rick si complimenta con te perché gli hai preparato una colazione splendida.

“Allora, Kate, cosa ti va di fare oggi?” ti chiede, dopo aver sorseggiato del caffè.

“Non saprei… forse una passeggiata in spiaggia?” gli proponi.

“Mi sembra un’ottima idea. Dai, prepariamoci e partiamo subito!” ti risponde entusiasta. Dieci minuti dopo, vi ritrovate in cucina. Sotto gli shorts di jeans e la camicia colorata hai il tuo sensualissimo costume rosso ciliegia, anche se lui non lo sa. Sei stata un po’ indecisa se indossare quello o evitare, per non esagerare. Ma cavoli, la tuta te la sei tolta per non scioccarlo, ma non puoi annullare completamente la tua persona per cercare di non provocarlo! E poi, dì la verità: non vedi l’ora di vedere che faccia farà appena ti potrà ammirare con quel bikini.

Rick invece si è messo un paio di pantaloncini corti e una T-shirt.

Superate le dune di sabbia e vi ritrovate sulla spiaggia. Iniziate a camminare vicini, tanto che vi sfiorate continuamente. Dopo poco tempo, quasi senza accorgervene, vi prendete per mano. La tua piccola mano sparisce in quella grande di lui. Ed è una sensazione bellissima.

Sul bagnasciuga ci sono ancora i resti delle mareggiate dell’inverno. Ciottoli, anche di grandi dimensioni, frammenti di conchiglie, persino tronchi di alberi. E poi tanti pezzettini di legno. Ti fermi e ne raccogli alcuni. Una nuvola di tristezza ti attraversa il volto.

“Kate, tutto bene?”

“Ehm… sì…” Abbassi la testa e la scuoti per scacciare il ricordo di un’altra passeggiata sulla spiaggia che hai fatto con tuo padre, tanto tempo fa.

Rick si ferma, continua a tenere la tua mano stretta nella sua e con l’altra ti solleva il volto.

“Kate, guardami. Ti va di parlarne?” Ha uno sguardo così tenero che ti fa sciogliere il cuore e anneghi ancora una volta nel mare dei suoi occhi.

Sei tentata di non rivelargli nulla, è una storia legata a un momento molto doloroso per te. Del resto, per tua indole tendi a non condividere con gli altri i tuoi ricordi e le tue sensazioni. In breve, you don’t let people in. Però poi ti rendi conto del fatto che lui non sia uno qualunque e di quanto il vostro rapporto stia diventando sempre più profondo, così cambi idea e cominci: “Ho un omino di legno nel cassetto della mia scrivania, al distretto.” Ti interrompi perché la commozione ti ha incrinato la voce. Rick ti fa un cenno di incoraggiamento con gli occhi. Con quei suoi dolcissimi occhi azzurri.

“We, uh, we had a reception at our place after my mom’s funeral and... it was miserable. I was miserable, and my dad… took my hand and he said, uh, “Let’s get the hell outta here,  Katie.” And we took the Q train, and we went up to Coney Island. And we walked up and down that beach, just enjoying ourselves. We were still in our funeral clothes. And the best part was that we made this little guy out of the twigs and twine that washed up on the shore.”

Ti accarezza delicatamente una guancia e ti chiede: “Does that make that day a bad memory or a good one?”

Ci pensi un po’ e poi gli rispondi, quasi sussurrando: “Both. He’s a reminder that even on the worst days, there’s a possibility for joy.”

Gli sorridi.

E lui ti abbraccia.

E tu non ti sei mai sentita meglio fra le braccia di un uomo.

Fai un respiro profondo, inalando il suo profumo.

Non avevi mai raccontato a nessuno questa storia.

Nemmeno tuo padre sa che conservi ancora quell’omino di legno.  

“Ehy, Rick, facciamo un bagno?” gli proponi, cercando di distogliere i vostri pensieri da quel momento di malinconia e di tenerezza.

Ti libera a malincuore dalla stretta delle sue braccia e ti guarda con fare di sfida: “Detective, non sarà troppo freddo per te l’oceano? E poi, vuoi tuffarti vestita?”

Gli rispondi semplicemente con uno sguardo malizioso e cominci a sbottonarti la camicetta, non togliendo gli occhi dai suoi.

Lentamente.

Bottone dopo bottone.

Lui deglutisce vistosamente.

La camicetta scivola dalle tue braccia rivelandogli il sopra del tuo bikini rosso.

Rosso ciliegia.

Rosso passione.

Sempre con grande lentezza, abbassi la cerniera e ti liberi anche degli shorts. Poi ti volti e cominci a correre verso l’Oceano.

Rick rimane immobile, praticamente imbalsamato. Dubiti che abbia persino respirato durante il tuo improvvisato strip-tease.

Non sentendolo arrivare, ti fermi di botto e ti volti verso di lui chiamandolo con voce seducente: “Rick? Non vieni?” Non sai cosa ti è preso. Sai solo che non ti sentivi così bene da tempo immemorabile. Non osi neanche confessarlo a te stessa, ma ti senti spensierata e felice.

Poi riprendi la corsa verso il mare e ti tuffi. L’acqua è ancora fredda, così ti metti subito in movimento. Poche bracciate ti allontanano dalla riva. Ti godi la sensazione delle onde sulla tua pelle. Improvvisamente, due braccia forti ti afferrano. Cominciate a giocare a schizzarvi come due ragazzini, finché vi ritrovate l’uno appiccicato all’altra, pelle contro pelle, il tuo seno contro il suo torace, a una distanza infinitesimale. I vostri sorrisi si spengono e leggete l’uno negli occhi dell’altra un desiderio imperioso. Socchiudi la bocca, pronta ad accogliere il suo bacio, quand’ecco che lo senti respirare profondamente. Sembra stia cercando di riprendere il controllo di se stesso. Non si fermerà proprio adesso?

“Demming?” sussurra.

No, non ci puoi credere.

Un’altra volta?

Come nel sogno?

OK, hai capito ormai che Castle è l’ultimo dei gentlemen rimasti al mondo, almeno con te. Se non fosse che sei frustrata per questo desiderio viscerale che provi nei suoi confronti, troveresti l’intera situazione esilarante.

“Abbiamo rotto” rispondi, con un tono deciso, a differenza del filo di voce che avevi usato nel tuo sogno “l’ho lasciato”.

“Bene, allora posso baciarti, detective!”

E lo fa davvero.

E con un ardore e una passione addirittura maggiore a quelli che avevi provato nel sogno.

Oh sì, la realtà supera di gran lunga la tua fantasia.

 

Angolino delle autrici:

Un capitolo in cui Beckett… capitola! Dopo una nottata movimentata da un sogno erotico e dalla surreale conversazione con Rick sui Castle babies, ecco che Kate prepara la colazione, rimane tramortita dalla visione di Castle che esce dalla piscina e poi gli propone una passeggiata al mare che la porta a uno striptease più o meno improvvisato e dalle conseguenze inevitabili.

E ora? Come gestiranno questa situazione? Kate si pentirà e si tirerà subito indietro? Oppure ormai il suo cuore avrà preso definitivamente il sopravvento sul cervello? Le scommesse sono sempre aperte!

Al prossimo capitolo,

Debora e Monica

  
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