Everything
will break.
Nothin' goes
as planned.
“Di
certo la D causerà
l’ennesimo pandemonio” trovo
la forza di ghignare.
Si,
ne sono certo. Anche se dovessi morire qui, ora, per mano tua, nulla
potrà
togliermi la sicurezza che, finalmente, affonderai nel profondo del
più buio
degli oceani. Morirai. Te lo meriti per tutto il male che hai fatto.
Quindi
no, non ho paura e si, mi fido di loro, di quegli sbandati. Riusciranno
a farti
fuori e anche tu lo sai. Te lo leggo in faccia.
La
senti, la fine che arriva? L’angoscia ti attanaglia lo
stomaco? Ti senti
soffocare? E la pelle, che mi dici? Non trema? Oh si, si che lo fa, lo
vedo. Lo
percepisco.
Io
lo so.
Che,
infondo al cuore, hai paura.
E
fai bene, perché presto svanirai nel nulla. Come cenere al
vento.
E
non vedo l’ora. Il mondo si spezzerà. Il tuo
mondo, il potere che hai, tutto si
romperà e resterai a mani vuote, senza niente. Varrai meno
di zero.
Everything
will break.
Poi
d’un tratto lo
scenario cambia. Il ponte non c’è più e
un forte boato mi riempie le orecchie
che già fischiano per il dolore dei colpi subiti. Sono a
terra e non riesco a
muovermi, ma vedo bene il profilo delle mura dell’imponente
Colosseo di Dressrosa.
Perché
siamo qui, ora? Cosa devi dimostrare, bastardo?
“Traffy!”
una voce sconcertata
e che riconoscerei tra mille dopo tutto il tempo passato assieme.
Rufy.
No, non proprio adesso. Che diavolo ci fa qui,
quell’incosciente!
“Traffy,
perché sei
assieme a Mingo?”.
Se avessi la
forza mi
lascerei scappare un sorriso. Nella sua testa tutti i nomi vengono
truccati e
percepiti in modo del tutto sbagliato, ma ci si fa
l’abitudine dopo un po’. Si
fa l’abitudine a qualsiasi cosa se è necessario.
Come
ormai risulta normale ritrovarsi dopo giorni e giorni di navigazione,
per caso,
urlarsi contro qualsiasi tipo dei peggiori insulti che esistano,
battersi,
radere al suolo intere taverne pur di fare un po’ di casino
prima dello scontro
finale.
Il
migliore, a mio avviso.
E
poi mi chiedi perché faccio il prezioso, divertendomi a
farti perdere la pazienza
e a trovare sempre il modo di farti incazzare e abusare del tuo potere.
Ti
facevo più furbo, Eustass-ya. L’attesa rende tutto
più godibile.
Ormai
siamo abituati. Anche a dirci addio con una maledizione e un classico
‘vaffanculo’, consapevoli che, nonostante tutto, ci
rincontreremo ancora. E
ancora. E ancora.
People say
goodbye. In their own special way.
“Il
ragazzo ha giocato
troppo col fuoco”.
Ah,
davvero? L’ho fatto? E’ così? Non mi
sembra di essermi mai tirato indietro di
fronte a niente, infatti. Davanti alla feccia come te, sicuramente no.
Ad ogni
modo, ora non importa. Ora niente ha più importanza, sul
serio. E’ andata. E’
andata così. Finirà presto. Respirare mi fa male,
non pensavo così tanto.
Riapro gli occhi
e noto
appena il lago di sangue sul quale giaccio stremato. I vestiti zuppi, i
capelli
incrostati. La vista annebbiata. E’ tutto un casino.
E’
arrivato il momento di andare, non sento nemmeno più le
gambe, presto perderò
anche il resto. Già, devo proprio andare.
Andare.
Un rumore secco
che
conosco bene mi avvisa che qualcuno sta caricando il colpo da
infliggermi per
mettermi a dormire per sempre.
Quando questo
accade,
il mio nome mi giunge ovattato alle orecchie assieme ad una scarica di
spari
che abbattono i loro proiettili come una pioggia di piombo sul mio
corpo già
martoriato e straziato.
Rotto. Spezzato.
Everything is
dark. It's more than you can take.
Quindi
è questo che si prova. Si mozza il respiro, tutto il mondo
perde colore. Il
sangue, non lo so, non capisco se scorre ancora o si ferma. Come il
cuore. Che
fa quel muscolo che con tanto interesse ho studiato e amato? La mia
passione.
Cosa fa?
Un sospiro
incrinato.
Non
vedo niente. Come quando litigavamo per la supremazia. Come quando
riuscivi a
zittirmi a ‘modo tuo’, Eustass-ya. Toglievi il
respiro. E non l’ho mai ammesso
nemmeno a me stesso, ma nessuno era mai riuscito a zittirmi.
E
ora?
Oh you're all
I taste at night inside of my mouth.
Sono
così stanco. Non sento più nulla, nemmeno i
rumori attorno a me. Mi sento solo
pesante, avvolto nell’Oblio. E non c’è
niente, solo buio. Buio e freddo, tanto
freddo. E’ una cosa normale? Quando le persone muoiono dicono
di avere freddo.
Certo
che ho freddo, sto morendo. Sono un Chirurgo, è inutile che
finga.
Forse
sono già morto.
Ed
è tutto così pesante. Vorrei resistere, vorrei
svegliarmi, aprire gli occhi, ma
le palpebre sembrano di cemento, così come tutto il resto.
Vorrei
fosse andata diversamente. Vorrei aver sconfitto la Morte come ho fatto
in
passato. O no. Forse no.
Sto
scivolando via, lo sento.
Avrei
solamente voluto essere più forte per resistere. Non avrei
voluto andarmene.
No, I cannot
get you out.
Oh no, I
cannot get you.
Angolo
Autrice.
Sulle note di In my Veins lascio che tutta la mia
tristezza e la depressione che presto mi aggredirà guidino
le mie manine sulla
tastiera. Perché potrei spezzarmi da un momento
all’altro. Non sto qui a
divulgarmi, chiunque abbia letto l’ultimo capitolo di One
Piece saprà già tutto
e starà anche già sbattendo violentemente la
testa al muro come non ho ancora
fatto io, ma succederà presto.
Il ritmo
è spezzato.
Spezzato come Law, ma è voluto, data la situazione in cui si
trova. E non sono
riuscita a mettere un punto definitivo alla sua vita, non ci sono
proprio
riuscita. Forse perché spero davvero che Oda non faccia
morire un personaggio
così. Ne sono già morti troppi, quindi no, non
può essere, ci sarà una svolta.
Rufy si incazzerà e lo salverà, e
arriverà Bepo, lo porteranno sulla Sunny
mentre gli altri combattono e… e…
Non è
finita.
Me ne vado.
See ya,
Ace.