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Autore: RedLolly    29/04/2008    13 recensioni
La fine si avvicina per L. Lo sente nel suo cuore, sente che di lì a poco dovrà morire. Per questo si sente pronto a condividere con Light Yagami, la persona a cui tiene di più al mondo, migliore amico e forse peggior nemico, le oscure reliquie del suo passato...
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Capitolo 6

 

 

ReLiQuæ RoSæ

 

 

Capitolo 6

 

17:23

Un bambino pallido correva con un incedere che tutti avrebbero definito sgraziato attraverso il grande parco dell’Istituto Saint Angel. I capelli neri come l’ala di un corvo si scompigliavano per la velocità del suo passo diventando un vero groviglio. In ogni caso, peggio del solito. Quella chioma d’inchiostro era sempre stata indomabile.

Nella corsa una manica della vecchia felpa di un giallo mostarda spento un po’ troppo larga era scivolata sul suo braccio fino al gomito, scoprendo una maglietta a maniche corte bianca dalla stoffa slabbrata e assottigliata dai continui lavaggi. La scelta dei vestiti non era mai stata il suo forte, per non parlare delle suore. Per loro l’importante era che ogni bambino avesse qualcosa da mettere addosso, che fosse roba usata e brutta non era importante.

Il sole tendeva ad avviarsi verso il tramonto quando raggiunse la sua meta asciugandosi sorridente la fronte umida con la manica.

Era raro vederlo felice. Solo una certa insegnante di matematica che rispondeva al nome di Lorna River aveva visto qualche sparuto sorriso da parte di quello scricciolo.

Aprì il pesante portone in legno massiccio della cappella spingendolo a fatica. Era molto pesante. Entrando, i suoi occhi ci misero una ventina di secondi ad abituarsi al buio interrotto solo da pochi timidi raggi solari che filtravano dalle vetrate. Le candele davanti alle statue di alcuni santi sul perimetro interno emettevano altri bagliori tenui. All’orfano fecero venire in mente i fuochi fatui dei quali aveva letto a volte nei libri. Strano fenomeno davvero, quello dei fuochi fatui. Apparivano sempre tutto ad un tratto in posti sinistri come piccole fiammelle blu sospese dal suolo.

Ho una piccola speranza effimera come un fuoco fatuo...

Si segnò velocemente un gesto di rispetto un po’ troppo frettoloso.

Quello che aveva appena sentito era troppo importante. Era successo poco prima. Se ne stava seduto come ormai faceva spesso contro un lato della scalinata che portava alla porta principale dell’orfanotrofio, li ginocchia premute contro il petto in quella che stava già diventando la sua posizione preferita.

Avrebbe voluto sparire, il suo orgoglio, sempre che un tempo ne avesse mai avuto uno, era evaporato da mesi. Si era abituato a rifugiarsi in quell’anonimo angolino dopo ogni presa in giro o brutto scherzo. Stava diventando una routine.

I bambini, nella loro innocenza, provano sempre un malsano piacere a superare la loro posizione di superiorità in ogni modo davanti a coetanei visibilmente più deboli e incapaci di difendersi a dovere, fino a diventare dei veri e propri aguzzini. Questo era uno di quei casi.

Era stato un bambino dai capelli castani e corti più grande di lui di un paio d’anni a spingerlo a terra all’improvviso mentre passeggiava per il parco in quello stesso pomeriggio.

Si chiamava Oliver, e sembrava che dargli fastidio in qualsiasi modo fosse uno dei suoi passatempi preferiti. Amava particolarmente accanirsi contro di lui.

“Guardatelo! Oltre a non saper parlare non sa neanche stare in piedi!”

Alcune risate erano giunte alle sue orecchie mentre si rialzava a fatica, la testa che girava per via del contatto violento di una delle tempie contro il terreno, che le mani protese d’istinto in avanti non erano riuscite comunque ad attutire. Oliver non era solo. Con lui erano presenti i suoi due inseparabili compagni, e anche loro si divertivano particolarmente a non dar pace alla loro vittima preferita. Jason aveva i capelli ricci e biondissimi, gli occhi azzurri e il naso perennemente spellato a causa del sole che aggrediva la sua pelle delicata, mentre la femmina del trio, Henriette, era una bimba dalle lunghe trecce castane che quel giorno portava un vestito in spesso cotone grigio che le arrivava fino alle ginocchia.

Li aveva fissati tutte e tre con aria inebetita, fino a quando Jason non l’aveva spinto di nuovo a terra.

“E smettila di guardarci con quella faccia da scemo! Mi da fastidio!” aveva inveito contro di lui.

“Ma lui ce l’ha sempre quella faccia! Non gliela puoi cambiare!” aveva continuato Henriette per poi rivolgersi direttamente alla loro vittima “Tu sei scemo, antipatico e brutto! Hai gli occhi da pesce e la gobba sulla schiena! E i tuoi capelli fanno schifo! Non ti pettini!”

Si era rialzato una seconda volta ricacciando le lacrime pregando che anche quella volta non lo seguissero ed era scappato al suo angolino. Dietro di lui risuonava la cantilena “Sei un pidocchioso! Gobbo e pidocchioso!” di Oliver, Jason e Henriette.

Era proprio mentre si mordeva il labbro inferiore ferito da quelle parole cattive lì nascosto che aveva udito le inaspettate parole che la giovane sorella Clara aveva rivolto alla sua compagna sorella Margaret non sapendo di essere ascoltata.

“Sì, verranno domani pomeriggio... Sono piuttosto giovani, di Londra.

“Hanno detto più o meno di che età lo desiderano?”

“No, ma sono certa che non lo prenderanno molto grande, é sempre così purtroppo... Ma sai, le eccezioni esistono, con la volontà di Nostro Signore...”

Infatti... I bambini più grandicelli sono quelli che soffrono di più perché si rendono conto appieno della loro situazione....”

Non sapeva bene perché, ma quelle parole l’avevano eccitato. Si sentiva preso in mezzo. Avrebbe potuto essere adottato, ma per aumentare le possibilità che questo accadesse non avrebbe potuto fare molto, e il fatto che non riuscisse a parlare non lo avrebbe di certo agevolato, a meno che...

Erano passati diversi minuti prima che l’idea di andare in cappella lo avesse illuminato.

Aveva sempre seguito diligentemente ogni preghiera e Messa come il regolamento imponeva fino a quel momento, di conseguenza si era particolarmente avvicinato al mondo della religione. Ne era affascinato. Pensare che ci fosse un Dio che lo proteggeva e che lo amava incondizionatamente lo rassicurava e lo incuriosiva allo stesso tempo.

Se avesse pregato, forse Dio avrebbe ascoltato vedendo che soffriva tanto e avrebbe fatto in modo che la coppia lo adottasse.

Così si era ritrovato tra quelle mura che sapevano di incenso e di cera, sotto lo sguardo immobile e vacuo delle statue.

Un gruppetto di cinque o sei suore nei loro severi abiti monacali era riunito in preghiera nei banchi presso l’altare. Si mise un po’ più distante per non disturbare, sulla destra.

Era il posto ideale. Contro il muro era posizionata la grossa statua in marmo bianco The Virgin Mary’s Holy Heart davanti ad una struttura in ferro su cui erano posate alcune candele votive, e vicino a questa era appesa al muro la stazione numero dodici della Via Crucis, una tavola di legno del XIX secolo sulla quale era raffigurato il figlio di Dio mentre moriva sulla croce.

La Madonna avvolta nel suo manto candido lo fissava con un’espressione carica di compassione. Le sue mani fini e delicate reggevano il Sacro Cuore.

Si sedette facendo attenzione a non fare rumore sulle gelide mattonelle in pietra, la schiena contro un banco, le ginocchia portate al petto. Chiuse gli occhi e giunse le mani incastrandole tra la pancia e le cosce magre.

Era ora sospeso nel silenzio più assoluto. Nella sua mente le parole di una muta preghiera si susseguivano. Gli era stato insegnato che il Signore ascoltava anche le parole che non venivano pronunciate.

Ti prego, Dio, fa che si accorgano di me... Fa che mi scelgano, fa che vedendomi abbiano pietà... Io sono un bambino buono... Non mi arrabbio se Oliver mi tira le terra, o se Henriette mi dice cose cattive, o se Jason mi fa cadere... Poi faccio sempre i miei compiti e sto attento alle Messe... Ti prego... Rivoglio una mamma...

C’era un intero disperato discorso che si snodava nella sua testa. Era una nenia insistente, l’orfano era completamente assorto. Stringeva le mani sempre con più forza eppure non se ne accorgeva.

Fa che mi vedano... Padre nostro che sei nei cieli... Fa che mi prendano... Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno... Anche se non riesco più a parlare...

Le vere preghiere si confondevano con le sue speranze. Un’osmosi completa. Era un granello di sabbia in quella chiesa, eppure dentro di lui cresceva una forza invisibile e fuori controllo.

Accadde improvvisamente in pochi secondi. I suoi occhi si spalancarono di colpo talmente forte che sembrarono voler scappare dalle orbite. Scattò come una molla dalla sua posizione e le sue mani si aggrapparono al tavolato della dodicesima stazione.

Ti prego! Aiutami!

Nel suo folle abbraccio staccò il quadro dal muro perdendo l’equilibrio. Istintivamente lo lasciò andare per mettere le mani dietro e questo andò dritto in collisione con la raffigurazione di Maria. The Virgin Mary’s Holy Heart si schiantò sul portacandele trascinandolo a terra. I pezzi esplosero in tutte le direzioni in un frastuono infernale.

Non sapeva cosa succedesse intorno a lui in quegli attimi. L’orfano rimase a terra imbambolato, con gli occhi gonfi di lacrime.

Le suore correvano in tutte le direzioni gridando prese dal panico. Le loro strida però gli risultavano lontane, ovattate. Si rese conto di ciò che aveva appena fatto quando venne prontamente afferrato per le braccia e trascinato via.

“Piccolo demonio! Come hai usato rompere in questo modo del corredo sacro?”

“E’ un affronto!”

“E’ un atto blasfemo!”

Il sangue iniziò a colare da una piccola ferita sulla mano sinistra, dove un coccio candido l’aveva colpito. 

 

 

“A questo punto non hai niente da chiedermi, Light-kun?”

“Cosa dovrei chiederti, Ryuzaki?”

“Se per caso sono ancora un fervente cristiano.

Per caso sei ancora un fervente cristiano?”

Le parole di Light arrivano con un ironia voluta. Sorrido di sbieco, abbasso lo sguardo. Anche lui sorride, lo trovo stranamente gioviale sta sera. Non che la cosa mi irriti.

“io penso che l’uomo abbia bisogno di credere in qualcosa. Che sia chiamato Dio,, Jaweh, Allah o Zeus non importa. E’ l’unica speranza che l’uomo può avere quando ha perso tutto. E personalmente, sono convinto dell’esistenza di una qualche Volontà Superiore...

“Sono più che d’accordo con te.”

Le nostre mani sono rimaste in contatto fino a questo momento. Lentamente sfilo la mia da sotto quella del mio compagno e la dirigo nella scatola in ferro poggiata sul divano accanto a me. Tra l’indice e il pollice tengo tirandolo fuori da lì un rosario dai piccoli grani neri e lucidi. Lo sollevo all’altezza dei nostri visi.

Non so perché, resto dei minuti interi ad osservarlo, e Light fa lo stesso. Rispetto? Forse da parte mia. Non so Light… Se lui dovesse essere veramente KiraIl suo è uno sguardo di sfida. Perchè Kira vorrebbe essere Dio.

“Ti hanno punito le suore per il macello che hai combinato?”

La domanda mi coglie di sorpresa, tanto di sorpresa che non riesco a controllare i miei pensieri.

Ricordi. Un gran dolore fisico. La schiena, i fianchi, le natiche. La pelle che si strappa nei punti dov’è più sottile. Le urla che non vengono ascoltate. Il pianto disperato. La paura. La sofferenza. Un olezzo pungente di sudore e altri liquidi.

Ryuzaki?” si preoccupa Light.

Lo sapevo che prima o poi avrei ceduto. Maledizione.

Una lacrima a lungo trattenuta, piccola e calda, mi scivola giù lungo la guancia. 

 

 

 

Eccomi qui dopo un nuovo capitolo aggiornato a tempo di record! Cavolo, povero Ellino, che casotto che ha combinato nella cappella! Chissà cosa gli succederà... Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Grazie a tutti quelli che hanno la santa pazienza di leggere la fic, in particolare:

 

angelica e triglia: sono felice che tu abbia letto velocemente tutti e cinque i capitoli! Spero che anche questo qui ti piaccia allo stesso modo! Personalmente scriverlo mi é piaciuto molto!^^ E trovo che sia una grande conquista anche il fatto che tu abbia trovato IC i miei personaggi: credo sia molto difficile rendere una personalità che non si ha inventato personalmente, e avevo davvero paura di non riuscire a rendere il carattere di L e Light così come é davvero. Mi ha fatto piacere che tu lo abbia notato! Su la fic Duck note: ho iniziato a leggerla già un po’ di tempo fa, e anche se non l’ho recensita l’ho trovata spassosissima! Il tuo amico é un vero genio! Baciiii! Lolly

 

Betta90: Spero di aver aggiornato abbastanza presto per farmi perdonare!XD Comunque ti giuro che pure io ho troppo pensato a Dolores Umbridge quando scrivevo la descrizione di sorella Bernadine! Mi sono ispirata da lei!XD Grazie per le tue continue recensioni, mi riempie d’orgoglio avere delle recensitrici fedeli!>////< Bacio!

 

HOPE87: Era quello che ti aspettavi che sarebbe successo al nostro Ellino? Sai che sono curiosa di sapere cosa pensavi? Vero che me lo scrivi nella tua prossima recensione?^^ Comunque... Da me puoi aspettarti di tutto!XD Grazie per aver recensito, sei un’altra recensitrice fedele e come ho detto a Betta90, la cosa mi rende felicissima! Grazieeee!:* A presto!

 

hay_chan: hehe... lo adotterei anch’io un L grande... Tutto per me!XD E pure Light, sisi, li adotterei tutti e 2! (“Pervertitaaa!” NdMondoIntero). Comunque grazie per la recensione! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Kiss

 

Uriko: E la mia Gnò eccola quiiii! *emoticon di Mirmo che salta fuori dalla tazza* Grazie per il fatto che SENZA VOLERE ignori i pezzi yaoi che non ti garbano... Ma vedrai che prima o poi riescirai a non svenire, ne sono certa! La tua curiosità su ciò che é successo nella chiesetta é stata soddisfatta? Eheh, me é una bastarda! *Emoticon di Light ke sghignazza in un attacco isterico* A prestooooo! TVB e ti amo di bene sorellinaaa! Un kissone!*Emoticon cult di Super Mario*  

 

Leira: Caraaaa! Ma certo che arrederemo casa assieme! Ormai ho deciso! Sono contenta che la fanfiction ti sia piaciuta! Visto che ti sto convertendo a Death Note!XD Puoi capire perché questo manga mi ha affascinata! Ti voglio bene anche io! E grazie per tutto l’aiuto che mi dai con Amori Anomali… Sei una grande! Ti amo di bene! Baci.:* Lolly

  
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