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Autore: Eenie Meenie    21/11/2013    1 recensioni
Ottobre
Los Angeles
Una serata
Una tavola calda tipica americana
Un panino e una coca-cola
Una ragazza di nome Aurora
Un ragazzo di nome Justin
Due ragazzi destinati a incontrarsi anche dopo il primo incontro.
Se vi va, passate (:
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Holaa chicos.
Mi scuso per il ritardo ma finalmente oggi mi sono tolta di mezzo l'interrogazione di italiano e arte, che palle e poi in questi giorni sono più libera perchè poi la settimana prossima mi spettano altre interrogazioni, quindi se Dio vuole e tempo permettendo vi dovrei aggiornare più spesso.
Bando alle cazzate ecco il 31, spero come sempre che vi piaccia e scusatemi per gli errori.
Go Go xx


EINUNDDREISIG-

La serata era proseguita alla perfezione direi, Justin mi aveva fatto ballare la nostra prima canzone e cioè "Moon River", aveva fatto preparare i miei dolcetti preferiti e non potevo assolutamente lamentarmi di nulla a parte il fatto di avermi fatta ubriacare un pochetto con quel vino rosso. L'alcool si faceva sentire in me ed era come se mi sentissi di toccare il cielo con un dito, vedevo tutto fantasticamente meraviglioso, 'si ho qualche problema alla testa', risi.
Justin ed io stavamo tornando in albergo, questa sarebbe stata la nostra ultima notte da soli e poi domani sera sarei dovuta tornare a casa e poi affrontare questo ultimo mese scolastico, sai che bellezza.
Ju: Bella serata vero?-non mi accorsi che lo stavo scannerizzando, devo dirlo, il mio ragazzo è davvero sexy. Quella camicia bianca aperta di qualche bottone gli andava a pennello, e quei pantaloni gli stavano da Dio o quanto avrei voluto toglierglieli ora.
I: Si bellissima-il vento mi smuoveva il vestito anche se avevo il giubbino sopra, i piedi mi facevano male per via delle zeppe alte, se dovessimo camminare per altri 10 minuti circa inizierei a camminare come un transessuale che non riesce a stare alta sui tacchi.
Ju: Spero tu ti sei divertita-le nostre mani legate insieme mentre entravamo in albergo e venivamo accecati dalla luce dei grandi lampadari penzolanti sopra le nostre teste.
I: Da morire-risposi sorridendo, Justin andò verso la reception e prese la Key card poi tornò da me con un sorrisetto sulle labbra.
Ju: Andiamo dai-mi prese di nuovo le mani tra le sue e poi salimmo le scale per poi entrare di nuovo in ascensore, io mi appoggiai alla parete con la testa poggiata su di essa mentre guardavo Justin che stava davanti alle porte, poi girò il suo sguardo verso di me e mi guardò, uno sguardo che quasi mai mi aveva rivolto, passò a scannerizzarmi e invece delle altre volte che provai vergogna sentì gasarmi dentro e mi sentii bella da far schifo, l'alcool fa un brutto effetto ahahahah. L'ascensore arrivò al nostro piano e lo deducemmo dal suono fastidio che provocava ogni volta, io e Justin uscimmo da lì dentro e poi ci incaminammo verso la nostra stanza, mentre lui infilava la Key card io lo guardavo e non volevo altro in quel momento che sentirlo mio, sentirmi dire parole dolci e le sue affermazioni su quanto fossi bella ai suoi occhi. Entrammo in camera, lui prima di me e poi entrai io, chiusi la porta alle spalle e poi mentre accendevo la luce lui mi venne contro facendomi scontrare contro il muro e tenendomi ferma con il suo corpo attaccato al mio, mi diede un bacio quasi selvaggio e aggressivo, la sua lingua iniziò ad esplorare la mia bocca mentre con una mano mi tracciava la gamba destra e me la alzava portandola quasi all'altezza del suo bacino, sentivo crescere la nostra tensione sessuale e poi lui prese a baciarmi dove stavo l'incavo del mio collo, iniziò a baciare, soffiarci sopra col suo respiro caldo e poi succhiare la mia pelle che sembrava andasse a fuoco..
I: Oddio-emisi tenendo la sua testa ferma con la mia mano, lui si staccava da me e poi riscontrava il suo corpo contro il mio facendomi trasalire ogni volta.
Justin continuava a baciarmi e poi io gli iniziai a sbottare i bottoni della camicia e alla fine quell'indumento finì a terra, lui mi tolse il giubbino e rimasi solo col vestito, aiutandomi da sola mi tolsi le scarpe e poi togliendoci dal muro arrivammo verso il letto, Justin si fermò e poi quasi con uno scatto veloce mi fece girare facendomi trovare con la schiena contro il suo petto, mi scostò i capelli e poi lasciò baci umidi sull'altra parte del collo scendendo fino alla spalla, poi con la mano mi abbassò la spallina del vestito e fece così anche con l'altra spallina e poi mi fece scivolare il vestito a terra. Senza perdere tempo mi girai subito verso Justin e prendendogli la testa fra le mani lo baciai con foga, come se non ci fosse un domani, lui teneva le mani un po' più sopra del mio fondoschiena e poi abbassando le mani le mise sotto le mie natiche alzandomi facendomi allacciare le gambe attorno al suo bacino, il suo petto era caldo quasi quanto il mio..camminò fino ad arrivare al letto dove ci distendemmo, lui sopra di me con le mie gambe ancora avvolte a lui. Justin mi baciava e mi sentivo alla grande, l'alcool farà anche male ma delle volte fa bene, ti fa sentire come se fossi padrone del mondo, tutto ciò di cui avevo bisogno era di essere sua e che lui sia mio. Justin fece scivolare le sue mani dietro al mio reggiseno, con un movimento di dita me lo tolse buttando per terra e poi lasciò baci su di esso, con le mie mani iniziai a sbottonargli i bottoni del pantalone, poi lui si alzò e se li tolse lui da solo mettendoci molto meno tempo di quello che c'avrei messo io, se ci fossi riuscita ovviamente.
Eravamo entrambi in intimo, continuavamo a baciarci e a guardarci negl'occhi, lo amavo troppo, lo dico troppo spesso ma è così, è quando capisci che lui è unico per te, che potresti vivere senza nessuno tranne lui, è quel pensiero che la mattina ti fa alzare dal letto caldo, mettere i piedi sul pavimento freddo e iniziare una giornata con un sorriso sulle labbra, è quel pensiero la notte che prima di addormentare ti fa dormire con un sorriso a 32 denti sulle labbra, è tutto per me, è vita..se non lo avessi incontrato mi troverei ancora ad odiare il mondo intero, ad odiare l'amore e ad odiare me stessa e invece grazie a lui sono rinsavita, sono riuscita ad aprirmi e a lasciare spazio nel mio cuore per qualcun altro, mi sono trovata a preoccuparmi di altre persone senza pensare sempre e soltanto a me, mi ha insegnato un mondo di cose e non smetterò mai di dirgli grazie.
Justin era passato a baciarmi il collo e poi con una mano prese ad abbassarmi gli slip e a buttarli su qualche parte del pavimento, il palmo della sua mano vagava sul mio corpo nudo al di sotto del suo mentre le mie mani erano dietro la sua schiena e cercavo di non pensare all'imbarazzo che provavo in quel momento, lui si mosse su di me togliendosi i suoi boxer e poi prendendo le nostre mani insieme entrò in me facendomi venire quasi una vibrazione tra le mie gambe, come se non fossero abituate a quello stato, provai subito il dolore infatti strinsi gli occhi e poi li riaprì ritornando a baciare il mio bellissimo fidanzato. Il dolore passò e iniziai a provare piacere, devo ammettere che questo mese di lontananza lo abbiamo decisamente recuperato, risi nella mia testa..
Ju: Sei solo mia-mi sussurrò all'orecchio facendomi rabbrividire, mentre rotolavamo per una posizione più comoda il lenzuolo faceva il nostro stesso viaggio.
I: Solo tua-risposi io mentre riprendevamo a baciarci come se volessimo che quella notte non passasse mai, ma ahimè tutte le cose belle finiscono e oggi saremmo dovuti ritornare a casa. Negl'ultimi minuti di noi due insieme Justin cominciò ad aumentare il ritmo facendomi arrivare e poi arrivò anche lui, uscì da me e si distese completamente sul letto facendo anche io lo stesso portandomi la coperta su di me. Eravamo rimasti qualche attimo in silenzio e poi mi intrufolai tra le sue braccia e mi ci pizzai, la mia mano sul suo petto mentre la sua dietro il mio collo mentre con le dita mi faceva i grattini sul braccio, mmmh lo adoravo.
Ju: Rimaniamo qui per sempre-disse guardando un punto fisso davanti a lui.
I: Se fosse per me ci rimarrei sicuro ma dobbiamo tornare alla vita quotidiana..
Ju: Dobbiamo proprio?-mi guardò alzando un sopraciglio.
I: Tu per forza, io no tanto i voti li ho e posso anche non andare questo ultimo mese tanto ho tutte A-feci la saputella della situazione.
Ju: Già, l'esame-sospirò e mi fece venire un punto interrogativo. I sospiri vogliono dire tante cose ma il suo sembrava un misto di scazzo e di tristezza.
I: Qualcosa non va?-chiesi, azzardai a chiedere anche se so che mi avrebbe detto di no, ma tentar non nuoce.
Ju: Sono solamente teso per gli esami, tutto qui-facciamo finta di crederci.
I: Di solito voi ragazzi non vi preoccupate per queste sciocchezze come un esame, siamo più noi ragazze che quasi sveniamo davanti a una commissione di professori.
Ju: Lo so ma comunque fa paura e poi dopo cosa farò? Nulla praticamente-si portò la mano dietro la testa, sapevo a cosa si riferiva, si riferiva al fatto di tornare in Canada, al fatto che io sto al quarto anno e lui vuole rimanere con me a Los Angeles, io non voglio obbligarlo, voglio la sua felicità, certo un anno è tanto ma passerà in fretta e chi dice che poi non ci possiamo vedere? Esistono le vacanze di Natale, di Pasqua e altre feste che possiamo sempre sfruttare a nostro vantaggio, una volta lui qui a Los Angeles e un'altra io a Stratford.
I: Ho capito-dissi soltanto, non volevo prolungare questa conversazione, lui sa che può parlarmi di tutto quindi quando vorrà io sono sempre qui per lui.
Mi spostai da lui alzandomi dal letto e indossando gli slip e il reggiseno e poi andai verso il bagno dove feci le mie cose, mi feci una coda ai capelli e poi tornai in camera, andai verso la mia parte di letto e poi mi misi di lato pronta a prendere sonno..
Ju: Cosa fai?-chiese lentamente quasi come se avesse paura a disturbarmi.
I: Sono stanca e ho sonno, buonanotte-girai la testa e notai che si era avvicinato a me, gli diedi un bacetto a stampo e poi mi rigirai lasciandomi trasportare da Morfeo.

Mi svegliai piano piano sentendo che Justin tracciava la mia colonna vertebrale con le dita e i brividi provocatomi mi fecero aprire gli occhi, stetti un po' ancora girata e poi facendogli capire che ero sveglia iniziai a muovermi nel letto e a fare versi come una persona appena svegliata, sorrisi alla mia stupidaggine...
Ju: Buongiorno principessa-mi disse in un sussurro vicino all'orecchio, mi sentii travolgere lo stomaco, come se ci fossero dinosauri nel mio stomaco, cacciai il mio braccio fuori dalle lenzuola
I: Buongiorno-dissi con la voce impastata dal sonno.
I: Che ore sono?-chiesi strofinandomi gli occhi con la mano destra, sentì Justin muoversi sul letto e poi avvicinarsi di nuovo a me.
Ju: Sono le 9 e mezza ed è anche l'ora che ti giri e mi dai un bacio-sorrisi alla sue parole e poi tenendo la coperta su di me mi girai e lui si abbassò verso la mia faccia e ci demmo un bacio, teneva il palmo della sua mano sul mio stomaco coperto e la mia stava sul suo bicipite e l'altra era dietro la sua nuca.
I: A che ora dovremmo partire per andare a casa?-dissi una volta che ci staccammo.
Ju: Quando vuoi-mise il braccio dietro il mio collo e io mi piazzai con la testa sul suo petto.
I: Bhe direi che per le 6 potremmo essere già a casa no?!? Così almeno ho tempo di ripetere chimica per domani-mi mancava questa ultima interrogazione e poi avevo finito, questo ultimo mese serviva per tutte le persone che dovevano recuperare e io non ero tra questi.
Ju: Ai tuoi ordini baby-sfoggiò un sorriso a 32 denti e poi mi strinse di nuovo a sè stritolandomi come quando da piccoli abbracciavamo il nostro pupazzo preferito, o almeno io facevo così. Rimanemmo un altro po' nel letto e poi una alla volta andavamo in bagno per lavarci e prepararci, io avevo già fatto la doccia e ora stavo sistemando nella borsa i miei panni, per il viaggio di ritorno avrei messo il jeans, una maglia a maniche lunghe e la felpa viola di Justin con le vans ai piedi, poi raccolsi da terra il vestito di stanotte e le zeppe e le rimisi nella borsa insieme anche al giubbino. Ripensai a questi due giorni fantastici passati con il mio ragazzo e mentre ricordavo sorridevo ricordando le risate, i baci, le coccole durante la notte e le parole dette in sussurro. Non avevo sentito uscire Justin dalla porta fin quando non mi strinse da dietro facendomi bagnare la felpa con il suo petto bagnato, mi dava dei leggeri baci sul collo mentre aveva la testa poggiata sull'incavo del mio collo...
I: Hai già preparato la borsa?
Ju: Non ancora ma tanto faccio in 5 minuti-mi lasciò andare e mentre lui si vestiva e faceva le sue cose io andai in bagno per prendere le mie creme, l'asciugacapelli, il pettine, lo spazzolino, il phard, il mascara e le altre cose riponendole nella borsetta che portavo sempre con me, quando uscì dal bagno Justin stava sistemando le sue cose e aveva indossato solo i pantaloni ed era a petto nudo con ancora i capelli bagnati, lo guardai poggiata allo stipite della porta e poi sorridendo misi la borsetta nella borsa e chiusi la cerniera..
Ju: Che guardavi? Eh?-ah ma allora se ne era accorto che lo guardavo.
I: Te-gli misi le braccia intorno al collo mentre lui piazzò le sue mani sui miei fianchi.
Ju: Eh come mai?
I: Perchè sei bellissimo-ammisi io e lui sorrise e si avvicinò per darmi un bacio che non aspettò ad approfondire e ad attirarmi a sè, mi sentivo di toccare il cielo con un dito, con lui tutto era più bello e semplice.

Avevamo passato l'ultimo giorno a girare per il campus, eravamo andati a vedere il campo da golf, poi abbiamo scoperto che c'era anche un campo da basket e andammo anche lì tanto per perdere tempo, poi pranzammo e uscimmo di nuovo, io comprai delle calamite per la nonna che collezionava un sacco di calamite di tutti i posti dove era andata e poi comprai una collanina con il nome Ambra argentato e sono sicura che gli avrebbe fatto piacere, poi presi un'altra collana per Sara con un cuore spezzato e l'altra metà l'avevo io e per Tony bhè niente, no scherzo, seriamente non so cosa gli abbia comprato Justin ma mi aveva detto che gli sarebbe sicuramente piaciuto un mondo, mi fidai di lui. Una volta tornati in albergo, mettemmo le cose in oridine e poi verso le 5 lasciammo la nostra stanza, sentimmo per l'ultima volta la voce robotomizzata dell'ascensore, salutammo il receptionist e dicemmo addio a quel meraviglioso posto.
In macchina avevo messo il CD dei muse e mentre ascoltavo Justin continuava a mantenere lo sguardo fisso verso la strada e i pugni serrati sul volante, qualche volta mi rivolgeva un sorriso e poi tornava al suo dovere. Non mi accorsi che mi ero addormentata con la testa poggiata sul piccolo bordo vicino la finestra e sentivo chiamarmi, aprì gli occhi e notai strada familiare, quartiere familiare e girandomi verso destra notai la casa familiare, cioè la mia.
Eravamo arrivati, che sfiga.
Ju: Eccoci qui-disse spegnendo il motore e poggiandosi completamente al sediolino.
I: Già-proferì parola con voce triste, non volevo tornare alla vita di scuola, anche se tra un mese anzi meno di un mese sarebbe tutto finito, assafà.
Ju: Ti aiuto con la borsa?
I: Non c'è bisogno grazie-gli sorrisi e poi mi avvicinai per baciarlo, rimanemmo 10 minuti buoni in macchina a salutarci e a baciarci e poi io dovetti entrare, salutai Justin a malincuore, presi la mia borsa ed entrai in casa. La nonna e Ambra erano felice di avermi di nuovo a casa e altrettanto felici per i regali ricevuti, poi andai sopra dove posai i vestiti e le altre cose. Ripassai chimica per domani, cenai verso le 21:00 e poi stanca ed esausta mi misi a letto sprofondando nel sonno.


To be continued...
 
  
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