Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: hugmeciastin    21/11/2013    13 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Chloe's Point of View:


Chiudi quella cazzo di bocca.
Questo era l'unica cosa che potevo dire a mio fratello, che russava troppo forte.
Era già una buona mezzoretta che continuava a ronfare, e mi stava facendo impazzire.
Non potevo farci niente, ero nella stessa stanza di Brad e dopo tutto quello che mi era successo a Stratford, sentirlo russare era peggiore.
Volevo essere libera. Non avevo inrtenzione di tornare in California, soprattutto non con lui, questo è sicuro. Non volevo vedere le solite vecchie facce.
Era già abbastanza brutto il fatto che Brad mi avesse praticamente strappato la felicità di mano.
Non riuscivo ad essere felice per un lungo periodo di tempo, qualcosa doveva sempre rovinare tutto.
Guardai l'orologio digitale sul comodino, era l'01:26.
Momento ideale per portare il mio grazioso culo fuori da questa stanza.
Assicurandomi che Brad dormisse profondamente, alzai le lenzuola lentamente posizionandole con attenzione alla fine del letto e saltai giù silenziosamente. Usando l'unica luce visibile sotto la porta che dava sul corridoio, feci un grosso respiro e mi incamminai attraverso la stanza.
Ero spaventata da morire, Brad si sarebbe potuto svegliare da un momento all'altro.
Ha il sonno leggero, si sveglia subito appena sente un minimo rumore.
Cercai per la stanza il mio borsone. Appena lo individuai, presi una t-shirt a caso e facendo del mio meglio per vedere se non era al rovescio, me la misi. Non riuscivo a vedere un cazzo.
Silenziosamente aprii la cerniera della borsa, sentendo i miei pantaloni di tuta.
Con attenzioni li indossai, prima di prendere una delle felpe di Justin e indossarla, evitando il minimo rumore. L'odore dell'acqua di colonia di Justin entrò nelle mie narici, inalai il suo profumo. Infine, mi misi un paio di uggs neri e chiusi il borsone. Feci un sospiro, immaginando il disastro che sarei sembrata. Provai a pulirmi gli occhi, levando il trucco che, ero sicura, mi aveva fatto diventare un procione. Attraente.
In punta di piedi mi avvicinai al comodino di Brad, e facendomi luce con i numeri della sveglia, presi attentamente delle monete, una per una in mano, cercando di non fare alcun rumore.
Le misi in tasca e in punta di piedi mi avviai alla porta della stanza. Aprii lentamente e saltai fuori nel corridio, trattenendo la manopola fino a chiuderla con delicatezza.
Mi ritrovai nel corridoio immobile, cercando di capire se Brad si era accorto di qualcosa.
Quasi mi aspettavo di essere beccata. Misi un orecchio alla porta.
Silenzio. Feci un sospiro di sollievo.
Mi mangiai le unghie per l'ansia e in punta di piedi raggiunsi la fine del corridoio, arrivando davanti all'ascensore. Premetti il tasto e aspettai. Nel mentre mi ritrovai a fissare la camera in cui Brad stava ancora dormento, ignaro di tutto quello che stava accadendo.
Immaginai cosa avrebbe fatto se mi avesse scopresso. L'ascensore arrivò, facendo un "ding" e bloccando i miei pensieri. La porta si aprì e sgattaiolai dentro.
Mi sentivo come se stessi facendo un percorso a ostacoli.
Mi misi a ridere, rendendomi conto delle cazzate che avevo fatto in questi mesi. La mia vita era sempre stata così monotona e noiosa, ora invece...
Guardai a destra per vedere i tasti dei vari piani dell'hotel.
Premetti il tasto "L" per la hall. Le porte si chiusero e l'ascensore iniziò a muoversi verso il basso, causandomi una leggera nausea allo stomaco.
Ogni piano che soprassavo, un "ding" arrivava alle mie orecchie.

7... 6... 5... 4... 3... 2... L

La porta de'ascensore si spalancò e iniziai a sentirmi più libera.
Corsi fuori, cercando di trovare un telefono pubblico.
Lo trovai e mi misi la mano in tasca, trovando il fogliettino su cui era scritto il numero di Justin.
Lessi il numero e lo immisi nel telefono.
Iniziò a squillare, il mio cuore batteva forte.
"Andiamo Justin... ti prego, rispondi." Sussurrai a me stessa.
"Pronto?" Justin rispose subito. Sorrisi tra me e me, sentendomi di nuovo al sicuro anche solo ascoltando la sua voce.
"Justin?" Chiesi, allegramente.
"Piccola?" Lui ridacchiò adorabilmente. "Mi hai finalmente chiamato."
Potrei dire, dal tono della sua voce, che aspettava la mia chiamata. Sembrava così eccitato, avrei tanto voluto vedere la sua reazione. Avrei voluto essere con lui.
Niente era lo stesso senza di lui.
Brad mi avrebbe almeno potuto permettere di scrivergli un messaggio con il cellulare, non sarei dovuta scappare e correre fuori dall'hotel, solo per sentire la voce del mio ragazzo.
"Mi dispiace." Mi morsi il labbro. "Ti ho svegliato?"
"No, non sono mai andato a dormire." Disse. "Ero troppo occupato a pensare a te."
"Non posso più rimanere qui, Justin. Sono in quest'hotel di merda sulla Erie Street." Feci roteare le dita nella corda del telefono. "Non riuscivo a stare tranquilla in quella stanza con Brad, così..."
"Che hai fatto questa volta, Chloe?" Chiese, facendomi arrossire. Mi conosceva ormai, sapeva che causavo sempre un sacco di guai.
"Sono sgattaiolata fuori. Voglio che tu venga a prendermi."
"Piccola, non voglio farti finire nei guai." Sospirò.
"Per favore, vieni. Non mi interessa quello che pensa. Voglio solo stare con te." Mi lamentai.
"Chloe..." La sua voce si bloccò a disagio.
"Mi hai detto di chiamarti se avessi bisogno di qualcosa. Ho bisogno che tu venga a prendermi. So che lo vuoi."
Si fermò, riflettendoci un po'. "Sarò lì in pochi minuti. Ti prenderò." Gracchiò profondamente.
Riattaccai il telefono, sorridendo soddisfatta e sapendo che avrei rivisto il mio ragazzo un'ultima volta prima di partire.
Entrai nella hall, passando davanti a una signora dai capelli grigi. Potrei dire che era sorpresa di vedermi lì. Poche ore fa, Brad mi aveva trascinata là dentro. I miei occhi pieni di lacrime, come se fossi una bambina di due anni. Brad sapeva che quello che stava facendo era sbagliato per me. Gli sta sul culo Justin, e crede che non dobbiamo essere amici. Se solo sapesse...
Passai davanti alla reception dirigendomi verso i divani. Mi sedetti su uno nero di pelle, guardando la televisione. Chiusi gli occhi, cercando di non pensare al fatto che avrei lasciato Stratford domani.
Avevo solo una cosa in mente, a questo punto.
Sarei stata faccia a faccia con Justin Bieber, di nuovo.


Abbi pazienza, Chloe.
Fissai la televisione davanti a me, continuando ad aspettare l'arrivo di Justin. Erano passati più di dieci minuti e iniziai a sentirmi sempre più assonnata. Sbadigliai, chiudendo gli occhi.

"Indovina chi sono." Una voce familiare riecheggiò nella mia testa. Mi svegliai rendendomi conto che i miei occhi erano coperti da un paio di mani.
"Justin?" Indovinai, lasciandomi sfuggire una risatina.
Risposta corretta. Girò intorno al divano e poi si sedette accanto a me.
Emise la risatina più adorabile che avesse mai fatto e mi posò un bacio sulla guancia. Delicatamente, avvolse il braccio destro intorno al mio collo, avvicinandosi a me e appoggiando la testa sulla mia spalla. Non riuscivo a gestire la sensazione di averlo visto, ancora una volta.
Ad essere onesta, era una delle prime volte che ero davvero entusiasta di essere con lui.
Non mi ero resa conto di quanto mi sarebbe mancato, fino a quando Brad non mi portò via da lui.
"Ehi, bellissima." Mi sorrise. Era così bello. I suoi occhi erano concentrati su di me. Indossava un paio di jeans, una maglia bianca e una giacca di pelle nera.
"Ehi." Risi, ancora una volta. "Sembri più allegro, come se ti avessero tirato su."
"E' perchè riesco a vedere la mia bella fidanzata, di nuovo." S'interruppe trascinando il naso sul mio collo e dandomi un bacio su esso. Notai che la portiera era rimasta a guardarci.
"Piccolo..." Arrossii, spingendolo via delicatamente.
"E' vero. Sei bellissima. Lo sa anche lei." Dichiarò, facendo cenno verso la signora che si stava comportando come se non ci fosse stato niente da guardare. Alzai gli occhi. "Dai, lo sai che non ti mentirei."
"Anche vestita così?" Arrossii, guardando il mio outfit che sembrava peggiore di quanto potessi immaginare.
"In questo momento, sembri la ragazza più bella del mondo." Un sorriso luminoso si diffuse sul suo volto, mi prese entrambe le mani e mi diede un bacio sulla guancia.
Ci guardammo negli occhi pieni di adorazione. Il silenzio era imbarazzante, ma perfetto. Non sapevo come spiegarlo. Vedere Justin ancora una volta mi aveva fatto sentira vertiginosa. Era bello stare con una persona che ti faceva sentire bella e curata 24/7. Non avevo mai avuto un ragazzo che mi trattava in questo modo. Forse perchè non meritavo qualcuno di così premuroso ed amorevole al mio fianco.
"Sì, come no." Inclinai la testa di lato in disaccordo, prima di distogliere lo sguardo e arrossendo di nuovo. Justin continuava ad ammirarmi.
"Non ho fatto tutta quella strada per rilassarmi nella hall di questo hotel di merda. Sono venuto per portarti fuori." Mi tirò le mani e mi alzai dal divano. "Vieni bellissima." Disse scherzosamente, facendomi arrossire e ridere allo stesso tempo. Era una sensazione nuova per me, non sorridevo quasi mai. Sapevo che questo viaggio a Stratford mi aveva fatto piangere molte volte, ma era anche raro vedermi sorridere prima di venire qui.
"E dove mi porti esattamente?" Chiesi, uscendo dalla hall e sentendo la brezza notturna accarezzarmi il volto.
"Ti porto a casa... la mia casa." Mi strinse la mano e mi condusse nel parcheggio.
Nella mia mente, iniziai ad immaginare...

Brad si svegliò durante la notte, controllando il suo cellulare.
"03:02" gemette tra sè, accendendo la luce per poi vedere che il mio letto era vuoto.
Rapidamente, saltò sopra il mio letto, tirando le lenzuola e gettando i cuscini per tutta la stanza con rabbia.
Si mise un paio di jeans, dirigendosi verso la hall con i pugni chiusi.

Scossi la testa e mandai via l'immagine che si era creata nella mia mente. Justin mi guardò, non sapendo cosa dire. Iniziai ad ansimare sentendomi in colpa. Non volevo subire le conseguenze che Brad aveva in serbo per me. Era già abbastanza drammatico che dovessi tornare in California. Cosa succederebbe se facesse qualcosa a Justin? Se mi privasse di vederlo?
Volevo distruggere i piani con Justin e tornare in albergo.
Fissai l'asfalto bagnato, poi incrociai gli occhi confusi di Justin. Il vento soffiava tra i miei capelli. Non sapevo cosa dire. La preoccupazione era evidente nel miei occhi, nella mia anima.
"Justin, sono un po' nervosa."
"E' troppo tardi, ormai. Mi hai detto di venirti a prendere."
"Justin..." Mi lamentai.
"Non fare la figa." Ridacchiò. "Eri così determinata e adesso ti tiri indietro? Che è successo alla mia ragazza stronza e cattiva che non voleva essere portata via dal suo fratello coglione qualche ora fa, eh?"
"Non faccio la figa." Mormorai.
"Allora, cosa stai aspettando? Non vuoi scappare da tuo fratello?" Chiese preoccupato.
"Sì." Strinsi le labbra.
"Andiamo. Ti riporterò qui la mattina. Come se non fosse successo niente."
Iniziai a pensare a Brad che attraversava la hall e mi coglieva in flagrante.
Mi voltai a guardare l'edificio un'altra volta, e un ricordo lampo mi passò davanti agli occhi.

1. Non dare il tuo vero nome.
2. Non parlare agli sconosciuti.
3. Stare lontana da Stratford.

Ero andata contro ogni regola. Avevo detto il mio nome a Justin e avevo dormito con lui quando non avevo nemmeno idea di chi fosse. Ero venuta a Stratford, nella speranza di trovare qualcosa di divertente. Non avevo mai fatto qualcosa di così ribelle in tutta la mia vita.
Come diavolo avevo fatto a finire dall'essere diplomata a scuola, aspettando di frequentare la New York University, a dormire nello stesso letto con un ragazzo estraneo?
Scossi la testa da tutti quei sensi di colpa.
"Andiamo." Dissi sornione.
Justin mi tirò il braccio, dirigendosi verso la sua auto. Infilò la chiave e la aprì. Aprì la portiera del passeggero e mi fece entrare. Mi lasciai cadere sul sedile di pelle, iniziando ad armeggiare con le mie mani in totale tensione.
Chissà se Brad..."
"Chloe... Io ci tengo davvero a te. Se perdo te, capisci che non ho nessun altro? Sei tutto quello che ho a questo punto."
Justin chiuse la portiera e fece il giro, salendo al posto del guidatore.
Mise la chiave e mise in moto la vettura. Non riuscivo a capire che problemi avevo.
Volevo passare del tempo con il mio ragazzo per una notte intera, ma il pensiero di Brad che mi puniva mi bloccava tutto.
"Stai bene?" Mi chiese Justin.
"Sì, sto bene."
"Pensavo che tu fossi più audace, prima lo eri quando mi hai chiesto di venirti a prendere." Si leccò le labbra.
"La vuoi smettere?" Mi chiese, sbattendo la mano sul sedile.
"Smetterla di fare cosa?" Chiesi.
"Di torturarti le mani in quel modo, piccola! Sei davvero così nervosa?" Prese la mia mano nella sua, accostando la macchina.
"N-no." Balbettai. "Ho solo avuto qualche ripensamento. Va tutto bene adesso." Sorrisi.
"Sei sicura?" Gracchiò.
"Al cento per cento." Assicurai, lasciando fuori un gran sospiro.
"Allora, sei sicura di volerlo fare? Posso riportarti indietro."
"No, voglio passare del tempo con te." Passai la mia mano sotto il suo mento, cercando di alleggerire l'atmosfera. Lui ridacchiò e accellerò, come mi era sempre piaciuto. Veloce.
Iniziai a tornare sui miei passi.
Quindi, fatemi capire bene. Eccomi qui, sulla macchina del mio ragazzo alle 3 di notte circa. Come avevo fatto ad arrivare li? Niente di tutto quello mi sorprendeva ormai, ma ero scioccata dal comportamento di mio fratello. E a come mi ero comportata io.
Forse, Justin mi ha insegnato ad essere un po' più ribelle.
Avevo dei dubbi su questo piano, pensavo che mi beccassero dopo pochi minuti. E invece...
"Beh, hai fatto una buona scelta." Emise un'altra risatina. "Hai dormito un po'?"
"No." Risposi immediatamente. "Brad russava e mi ha tenuta sveglia."
"Stronzo." Justin sussurrò a se stesso, rallentando prima del semaforo.
"Va bene." Lo guardai. "Stavo aspettando che dormisse per chiamarti."
"Brava ragazza." Si fermò, intrecciando le dita con le mie. Il calore della sua mano mi confortò. Mi guardò negli occhi, lentamente, sempre più vicino al mio viso.
Avrei potuto dire che voleva baciarmi, ma fummo interrotti dalla luce verde del semaforo che lampeggiava. Lui piegò la testa e accellerò.
"Mi mancherà questa macchina." Accarezzai con la mano il cruscotto. C'erano così tanti ricordi rinchiusi in quella macchina. Avevamo avuto il primo litigio lì, avevamo pomiciato la prima volta - alcuni ricordi sono piacevoli, altri terribili. Ma nonostante tutto, ero ancora lì con lui.
"Piccola, non ti mancherà niente. Tu non vai da nessuna parte." Non dissi niente, sapendo che dovevo lasciarlo la mattina. "Come ti senti?"
"Dobbiamo essere presto all'areoporto domani per prendere il nostro volo e tornare a casa."
La voce di Brad mi echeggiò per la testa, ancora una volta.
"Mi sento perfettamente bene." Dissi con voce tremante.
"Deve esserci qualcosa nella tua mente." Mormorò, massaggiandomi la mano con il suo pollice.
Aveva ragione. Tonnellate di cose erano confuse nella mia mente.
L'aspetto negativo di Justin era che quando avevo un problema, lui era il primo a capirlo.
C'ertano cose che avrei voluto non dirgli, per non farlo arrabbiare. Calmarlo dopo i suoi capricci era solo l'inizio. Mi importava di lui e ovviamente apprezzavo quanto anche lui teneva a me.
"Sì. Tante cose sono nella mia mente." Ammisi, fissandolo. Si fermò davanti a casa, fermando la macchina. Slacciai la cintura di sicurezza aspettando una sua risposta. Prese le chiavi e le staccò dal cruscotto. Il suono delle chiavi che tintinnavano portarono a un atroce silenzio.
"Sono qui per ascoltare." Aprì la portierà e uscì dalla macchina, sbattendola. Aprì la mia portiera e mi tese una mano che afferrai senza pensarci.
"No, non è niente di importante, sono io che come al solito penso troppo." Mi misi a ridere nervosamente.
Lasciò andare la mia mano, "bene, allora." disse irritato.
Deglutii ed entrammo in casa. Il profumo era lo stesso che avevo lasciato, guardai il divano e pensai ai giorni in cui avevo dormito lì. Mi ricordai del bacio che avevo dato a Justin davanti al divano, quando mi ha chiesto di essere sua. Ero diventata la sua ragazza e questa casa mi sarebbe mancata un sacco.
I miei pensieri furono interrotti dallo sbattere di un cassetto. Guardai in cucina e vidi Justin che stringeva la mascella e che tirava fuori una scatola d'argento.
"Justin, dove stai andando?" Lo seguii, camminando verso l'uscita.
"Cosa stai facendo?"
"Sono stressato Chloe. Ho solo bisogno di andare da qualche parte e allontanarmi un attimo da questo casino." Continuò a camminare, senza preoccuparsi di guardarmi negli occhi. 
"Non mi hai portata qui, solo per lasciarmi in casa e andare via." Dissi. "Ti ho chiamato perchè volevo passare del tempo con te. Fammi venire con te!"
"Chloe, no. Tu non vorresti essere qui in un momento come questo." Mi guardò, avvicinandosi alla macchina.
"Justin.. Justin io.." La mia voce si affievolì.
"Tu cosa? Non ti fidi di me abbastanza da dirmi cosa ti passa per la testa?" Mi urlò in faccia. "Senti, non solo tu stai passando un periodo di merda! Dovremmo essere in grado di parlare tra di noi, no?" Non risposi. "Huh?" Continuò, spingendomi. I miei occhi si spalancarono davanti a quel comportamento.
"Non so quanto tempo abbiamo ancora insieme." Sbottai.
"Cos'hai detto?" Chiese incredulo.
"Justin.. beh.." Cominciai, tirando su il colletto della felpa.
"Dillo e basta Chloe, cazzo." Mi gridò in faccia.
"Brad ha detto domani sareo all'aeroporto alle 10 del mattino." Mormorai, abbassando lo sguardo.
"Quel figlio di puttana!" Ringhiò, stringendo i pugni.
Gli accarezzai il braccio sinistro con la mano, facendo del mio meglio per calmarlo. "Lasciami venire con te."
"Torna a casa, cazzo, Chloe! Ti ho detto che non voglio che tu venga!" Mi spinse lontano da lui. I miei occhi si riempirono di lacrime per il suo atteggiamento. Lui mi spinse ancora indietro facendomi quasi cadere. Mi fermai davanti alla sua figura infuriata e lo fissai senza intimidazioni. Ansimai, volendo tornare indietro.
"Puoi parl-"
"No, Chloe. Non ti riporterò all'hotel." Mi interruppe. "Mi hai detto di venirti a prendere. E' quello che ho fatto." Urlò. Aprì la portiera ed entrai, mentre lui fece il giro della macchina e entrò anche lui.
"Dove stiamo andando?" Chiesi con voce tremante.
"Andiamo a fare un giro."

La macchina era silenziosa. Non c'era stato alcun dialogo tra noi . A quanto pare, stavamo andando da qualche parte che avrebbe mandato Justin del tutto fuori di testa. Il fatto è, come potrebbe la mente di qualcuno essere effettivamente chiara ? Non ha mai funzionato per me . Se mai sono stata stressata, sono rimasta stressata per innumerevoli giorni. Non avevo altro modo di trattarlo. La maggior parte delle ragazze che conoscevo avevano diari, dove avevano scritto tutto quello che avevano in mente. Io non ero il tipo di scrittore. In effetti , ero troppo pigra per tutto questo. Se sono stressata, sono stressata. Se non lo sono, non lo sono.
Justin guidava lungo la strada tortuosa . Guardai fuori dalla finestra per non vedere altro che alberi , illuminata dalle luci delle macchine. Cominciai a sentirmi così stanca . Guardai alla mia sinistra per stabilire un imbarazzante contatto visivo con Justin, poi tornai indietro, tornando alla mia attività. Non potevo credere che stavo per lasciarmi tutto questo alle spalle, nel giro di poche ore . Forse era una buona idea, poiché il mio ragazzo aveva voluto sfogare la sua rabbia su di me. Forse era per questo che era rimasto single per tutti quegli anni. Forse alcune ragazze non volevano i ragazzi che le hanno toccate, il modo in cui Justin lo ha fatto a me. Ci sono stati momenti in cui mi ha trattato come una principessa , poi ci sono stati momenti in cui mi ha trattato come se fossi spazzatura totale. Non capivo. Passarono venti minuti. Stava ancora guidando lungo la strada tortuosa. Improvvisamente, bruscamente si voltò in un grande parcheggio vuoto. Accellerò attraversandolo , arrivando ad un arresto completo , parcheggiando nel punto più lontano dalla strada. Il posto era quasi completamente coperto da alberi. Di fronte a noi c'era quello che sembrava essere un magazzino abbandonato, con l'edera che cresceva all'interno.
"Che posto è questo?" chiesi.
"Io e i ragazzi avremmo dovuto incontrare altre band per scambi d'arma ai magazzini. Avevamo avuto una rissa. Nessuno c'era mai stato fino a quando i poliziotti li hanno beccati qualche mese fa." Dichiarò, ancora aggravato a me. Un po 'di tristezza era evidente nella sua voce. Era chiaro.
Cercai di immaginare un gruppo di membri della banda, incontrarsi nel lotto. Immaginai la musica ad alto volume, allacciamenti, risse, make ups, sparatorie - qualsiasi cosa mi veniva in mente. Immaginai i ragazzi , in lotta per le ragazze - in lotta per le loro ragazze. Poi, immaginai che i poliziotti arrivano e beccavano tutti al culmine di tutto. Arresti, fuggiaschi, sirene...
"Justin, ascolta, mi dispiace non avertelo detto in un primo momento . Tu sai che i-io posso parlare con te di qualsiasi cosa e io non volevo dire - "
"Basta con le scuse del cazzo . " Lui mi interruppe. "È tardi cazzo e se questa sarà l'ultima fottuta volta che avrò con te per un po ', io non voglio spenderla ad ascoltare stronzate . " Brontolò, ripresi un'espressione furiosa, stringendo la mascella subito dopo.
Mi lanciai verso di lui, chiaramente ferito dalle sue azioni nei miei confronti.
Volevo solo che le mie ultime poche ore con lui fossero perfette. C'era una parte di me che voleva attaccare per me stessa, per urlare contro di lui per aver rovinato l'ultima fottuta volta che abbiamo avuto insieme, per urlare contro di me. Vidi la sua rabbia in faccia, la rabbia nei suoi occhi , i suoi muscoli tesi.Io, ovviamente, dovevo fermarmi, prima di scavarmi una fossa più profonda. Per quanto io volessi farlo, non volevo arrivare ancora più male di quanto già fossi.
La notte era quasi finita, e tutto quello che avevamo fatto era stato litigare (o parlare) senza sosta. Avevo cominciato a sentire come se il nostro rapporto fosse malsano. Non poteva passare un giorno senza una discussione con lui, non importava quanto mi importasse di lui. Cominciava a diventare troppo per me.
Iniziò ad andare a caso in luoghi diversi in macchina, prima di arrivare sotto il sedile. Con questo, due schede apparsero nella sua mano. Cosa diavolo stava facendo?
" Justin, cos-" iniziai.
"Non ti ho appena fottutamente detto di smettere di parlare? Chiudi il becco e siediti. Hai detto che volevi fottutamente venire con me all'unità, per cui ci si va. Tieni la bocca chiusa, cazzo. " Sbottò, facendomi sobbalzare. Aprii la bocca con disgusto, che stava per dargli il mio input, che poi chiusi di nuovo. Ero così stanca di combattere con ogni singola persona nella mia vita. Le lacrime fuggivano dai i miei occhi, iniziando a rotolare lungo le mie guance. Le strappai via con le maniche della felpa, rendendosi conto che stavo lasciando il domani e l'unica persona che contava di più per me, mi aveva tirato osservazioni maleducati - insulti.
Tirò fuori la scatola familiare, che avevo visto con lui in cucina. L'aprì, rivelando quello che c'era dentro. Era quello che sembrava fosse erba. Iniziò a rollarlo, rendendo le pepite più larghe, più piccole. Il forte aroma iniziò a riempire la macchina. L'auto rimase in silenzio, come Justin aveva iniziato la rotazione nelle carte, rendendole come intorpidite. Avevo visto mio fratello farlo un milione di volte. Justin era un professionista in questo, da quello che avevo potuto vedere. Lo guardavo affascinato, (as he slowly rolled the weed into each joint), facendoli rotolare sigillati. La sua lingua sporgeva in completa concentrazione, fino a quando entrambi gli intorpiditi erano stati rollati ermeticamente e perfettamente. Sembrava che l'avesse fatto più volte. Erano stati confezionati, come un'opera d'arte.
"Dov'è l'accendino?" Borbottò tra sè, trovandolo sotto il freno a mano. Inclinò un po' il sedile cercando di mettersi un po' a suo agio, inalò il fumo e poi lo buttò fuori.
"Ho sempre odiato questo odore." Tossii, percependo ancora quell'odore bloccato nel mio naso. Volevo aprire la porta, e andarmene via da tutto quello. Puzzava disgustosamente, e sicuramente si sarebbe attaccato ai miei vestiti, portandomi ulteriormente nei casini con Brad.
"Non hai mai visto erba prima d'ora?" esclamò Justin, scandalosamente.
"Guarda mio fratello, Justin." Roteai gli occhi. "Ovvio che l'ho già vista. Ti sembro una ragazzina di cinque anni?"
"L'hai mai provata?"
Ignorò il mio commento, sogghignando leggermente. Sapevo che si sarebbe aspettato che avessi detto di no.
"Sì, l'ho fatto, per tua informazione." Ridacchiai alla sua espressione scioccata. "Mio Dio, non capisco perché ti stai comportando come se non avessi fatto mai niente. L'ho provata solo una o due volte e non ho sentito nulla. Ma sì, l'ho fatto." Incrociai le braccia, sorridendo tra me e me. 

Curiosità.
L'ho fatto per la prima volta circa un anno fa. Io e i miei amici più stretti festeggiavamo senza fine per settimane. Eravamo abituati a organizzare feste tutta la notte nei weekends. Era nel periodo in cui a Brad non importava un cazzo della mia esistenza su questa Terra. Lo facevamo con i ragazzi più grandi, presi dalla polizia, volta dopo volta. Non ero una bambina innocente. Ero fottutamente pazza. Quando diventai sedicenne, volevo provare cose che non avevo mai fatto prima. Qualcosa era divertente, ma di qualcos'altro me ne pento ancora oggi. I party senza fine si tramutarono in drammatiche e piagnucolose feste. Alcune delle ragazze si lasciavano andare. Solo pochi di noi si sono salvati. Eravamo fuori controllo. 
Alcune delle ragazze si domandavano come potevo festeggiare tutta la notte per poi occuparmi del mio lavoro scolastico. Era pura follia. Volevo andare in un college, e scappare dalla California. Nessuno aveva mai realmente capito cosa stavo passando.

"Accidenti piccola, non lo sapevo." Rispose, con un tono lento nella sua voce. Roeteai gli occhi alla sua supposizione. "Neanch'io ho provato nulla durante le mie prime due volte. Mentre la terza volta che ho fumato, merda, è stato una delle cose più elevate che abbia mai fatto." Dichiarò, aspirando un altro tiro. 
"Quanti anni avevi?" Riflettei, facendo scorrere le dita tra i miei capelli.
"Quattordici." Disse tranquillamente, prendendo ancora un altro tiro. Dopo quel tiro, la canna era quasi finito a metà.
"Justin?" Gli lanciai un'occhiata, guardando il suo corpo iniziare a rilassarsi dopo il suo terzo tiro.
"Cosa, piccola?" Mi osservò, sembrando essersi scordato del teso incontro che avevamo avuto qualche attimo prima.
Sospirai, prima di lasciar scappare la domanda fuori dalla mia bocca.
"Posso fumare con te?" Biascicai, leggermente imbarazzata dal mio improvviso desiderio di unirmi a lui. Sembrava come una cosa divertente da fare, dal momento che erano le mie ultime poche ore con lui.
Fece un sorrisetto, avvicinando il suo corpo al mio. Si posizionò davanti a me. "Vieni qui." Disse con una vocina stridula, muovendomi verso di lui, vicino a lui. Feci come aveva detto, slacciandomi la mia cintura di sicurezza. Tirai indietro i miei capelli in uno chignon disordinato sulla cima della mia testa, così avrei potuto assaporare l'intera sensazione. Appoggiai le mie guancie sulle mani, mettendo il mio gomito sul bracciolo, lasciando un piccolissimo spazio tra noi due.
"Sei sicura di volerlo fare? Stavolta lo sentirai per davvero." Mi avvertì, tenendo la canna tra il suo indice e pollice.
Iniziai a pensare a tutto quello che avevo passato con Brad negli scorsi due giorni. Sapevo a quello che sarei andata incontro, vedendolo ancora. So che avrei puzzato dell'odore dell'erba. Allo stesso tempo, ricordai che domani avrei lasciato questo posto per sempre. Volevo fare tutto, stanotte. Volevo fare queste cose con lui, come se fosse stato il mio ultimo giorno su questo pianeta. Stava per vedere il lato meno innocente di me. Non stava per vedere la ragazza che si tirava indietro dal provare nuove cose, rifiutando tutte queste attività. Volevo tornare nel gioco, esplorando. Era il mio ultimo giorno con il ragazzo. Stavo per fare tutto quello che potevo per renderlo memorabile.
"Sì, sono sicura." Accennai, consapevole di ciò che stavo per fare. Mi fissò soddisfatto prima di prendere il suo ultimo tiro. Mi passò il piccolo mozzicone di canna. Lanciai un'occhiata alla cartina arrotolata nella mia mano, annusandola. Allontanai il mio naso con disgusto. Justin guardava il mio spettacolino, sogghignando della mia innocenza. Restai così per un po'. Era più duro di quanto pensassi. Sapevo che il tempo stava passando prima che la canna stava per spegnersi. Sospirai, piazzando lo spinello tra le mie labbra.
"Okay, pronta?" Mi domandò. Feci di sì con la testa. "Inspira." Mi spiegò.
Portai una grande nuvola di erba, lasciandola trapelare nella mia bocca e facendola sgocciolare nella gola. Sentivo come se stesse per bruciare, solo in una manciata di secondi. Guardai Justin, per ulteriori suggerimenti. Volevo farlo perfettamente.
"Ed espira." Mi disse, sorridendo al mio improvviso coraggio. Mi sarei offerta di fare qualunque cosa pur di fargli vedere che ne sarei stata capace. Non ero una ragazza prudente, che non provare cose per la prima volta nella sua vita. Mi ero già esposta all'erba.
"Indovina, è passato un po', eh piccola?" Justin mi prese in giro, vedendomi lottare per dell'ossigeno. Accennai con la testa velocemente, continuando a tossire. Non ce la facevo a smettere. Forzai me stessa di finirla, prendendo respiri profondi, ventilandomi con la mia mano.
"E' normale. Prova di nuovo. Non espirare così velocemente questa volta." Mi disse, muovendosi sempre più vicino al mio viso.
Seguii i suoi consigli, inalando ancora. Provai ancora la sensazione di bruciore. Mi sentivo felice di non aver tossito ancora.
"Espira." Disse, facendomi sputare il fumo denso nell'aria. Questa volta non avevo tossito.
"Woah..." Lasciai una scia, sorridendo tra me e me. Senza le sue istruzioni, l'ho inalato di nuovo ed espirato un'altra volta. Justin guardò con ammirazione, con un piccolo ghigno sulla sua faccia. Lanciai un'occhiata allo specchietto retrovisore, notando che i miei occhi stavano iniziando a diventare rossi. "Fanculo." Mormorai a me stessa.
Lo fissai negli occhi, prendendo il mio quarto tiro. Feci una risatina. "Perché non l'abbiamo fatto prima d'ora? E' divertente."
"Chi avrebbe mai pensato che la mia ragazza fosse una drogata del genere?" Si burlò di me, facendo un gran soriso. Si fermò, guardando la canna nella mia mano.
"Dammi, fammi prendere l'ultimo tiro." Mi propose, muovendosi verso il quasi non esistente mozzicone di spinello. 
Glielo passai, sentendo il mio corpo curvarsi. Diedi un'occhiata fuori dal finestrino, notando quello che gli alberi formavano insieme. Guardai dal tettino per vedere che il fottuto cielo sembrava come contorcersi dal dolore. La mia testa cadde all'indietro, vedendo i tronchi degli alberi correre insieme. I cespugli iniziavano ad apparire come caramelle sfigate. Sorrisi a me stessa, pensando a quanto fosse figo tutto ciò che si trovava fuori. Tutto mi faceva pensare a Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato. Dov'erano gli oompa loompa? Volevo vederli.
Lanciai un'occhiata a Justin, guardandolo inspirare ed espirare, lanciando l'ultimo mozzicone dal vetro rotto. Era fottutamente sexy mentre lo faceva. Volevo vederlo fumare ancora ed ancora. Volevo seriamente fare tante cose a quel ragazzo. Non penso che mio fratello lo avrebbe mai pensato. Probabilmente pensava che avremmo avuto piccoli pargoletti, o qualcosa del genere. Volevo lanciarmi dalla cima con lui e divertirmi. Non potevo aspettare per giocare insieme.
Guardai la magra schiena di Justin sopportare tutto ciò. L'erba si era interamente impossessata di lui. Nella mia testa c'era l'immagine di me stessa sdraiata sul divano della casa di Justin, guardando il mio film preferito. Iniziai a ridere, mandando la testa indietro. Ricordai la sua reazione vedendomi guardare il film, pensando a quella cosa come se fosse la più divertente al mondo.
"Cosa c'è di così buffo, piccola?" Rise, piazzando la sua mano sulla mia coscia, disegnando forme immaginarie con le sue dita. Potevo giurare che stesse disegnando un polpo sul mio ginocchio.
"Ri-ricordi quella volta che abbiamo visto Peter Pan e tu pensavi che fossi pazza ad amarlo così tanto?" Dissi, prima di ridere ancora.
Lui rise insieme a me. "Sì, me lo ricordo."
"Dio, oh Dio!" Urlai, ridendo più forte che potevo.
"Piccola, non sei Big Sean. E sei pazza." Affermò, notando la mia risata isterica.
"Ma tu lo aaaaaaami." Cantai, mettendo la mia mano sulla sua guancia.
"Ti am-lo amo." Balbettò, avvicinando la sua faccia alla mia. Piazzò il suo naso sul mio. Le sue labbra tremarono perché voleva sbrigarsi.
Iniziai a realizzare quanto vicine fossero le nostre facce. Sentivo il suo respiro fermarsi sul mio labbro superiore. Con la mia mano ancora sulla sua guancia, mi persi nei suoi occhi. Prima di saperlo, le mie labbra si avvicinarono tremendamente alle sue. Sentendomi improvvisamente dominante, passai la mia lingua sulla sua bocca, sentendo la sua reazione. Danzavano insieme in un disegno ritmico. I nostri corpi si unirono elettricamente, come un fulmine. Infilai le mie dita tra i suoi capelli, spostando il mio corpo sempre più vicino al suo.
Continuammo a farlo, rilasciando piccoli gemiti dalle nostre bocche, quando ne avevamo la possibilità. Presto, le mie labbra evasero dalla sua bocca, spostandosi sul suo collo. Iniziai a succhiarlo. Ascoltai presto un lamento rilasciarsi dalla sua bocca. Massaggiava le sue mani sulla mia vita, finendo di colpo. Mi allontanò dolcemente da lui, accigliandosi perché voleva già finire il gioco. Cercai di avere di più da lui.
“Il gioco è finito?” misi il broncio. Se Justin avesse voluto smettere, ci avrei seriamente pianto sopra.
Lui ridacchiò. “Piccola, per quanto possa essere divertente voglio provare una cosa. Tu vuoi provare una cosa?” mi chiese, causandomi eccitazione. Cercai di pensare cosa potesse essere di tanto speciale.
"Sì." Risi, sentendo la terra girare intorno a me.
Prese la seconda canna dalla scatola d’argento, accendendola. “okay, vieni a sederti sulle mie ginocchia” sorrise, picchiettandosi le ginocchia.
Tentai di fare come mi aveva detto. Mi aggrappai alle sue spalle, salendo sulla console centrale e sedendomi sulle sue ginocchia. Avvolsi le braccia attorno al suo collo, guardandolo. Mi passai sensualmente la lingua sui denti e sciolsi la mia crocchia. Lui inclinò la testa, dandomi un bacio veloce. Mi morse il labbro lentamente. quando lo lasciò andare mi feci sfuggire una risatina. 
“Okay, apri la bocca.” Mi disse, accendendo la nuova canna, prendendo un tiro da essa. Aprii la bocca, vendendolo trattenere il fumo.  Mi fece cenno di avvicinarmi,  e quando le nostre labbra si sfiorarono, lasciò andare tutto il fumo nella mia bocca.  Ci guardammo negli occhi fino a che finì di rilasciare fumo. Inalai il fumo, e poi lo esalai nell’aria. 
Ripetemmo il processo, ma questa volta mi passò la canna. La equilibrai tra le mie labbra umide, guardando Justin negli occhi prima di inalare fumo. Gentilmente premetti le mie labbra sulle sue, lasciando andare il fumo nella sua bocca. Lo tenne dentro, esalandolo poco alla volta per poi inalarlo di nuovo. Dopo rilasciò il fumo tutto insieme, riempiendo la macchina. Mise le sue mani sui miei fianchi quando riportai la canna tra le mie labbra, inspirando fumo. Cominciò a baciarmi il collo, muovendo il suo naso verso il basso. Espirai, mentre lui scendeva sempre di più. lo scostai gentilmente, segnalando che volevo fare un altro shotgun (letteralmente vuol dire ‘fucile’ ma qui si intende lo scambio di fumo che hanno fatto prima, solo che in italiano non c’è un modo per tradurlo)  gli passai la canna, lasciando che fosse lui a prendere il controllo questa volta.
Fecimo l’ultimo tiro insieme. Premette le sue labbra sulle mie, permettendomi di inalare fumo. Questa volta, tenni le mie labbra contro le sue più a lungo.  Rapidamente inclinai la testa, lasciando uscire cerchi di fumo; mi baciò ancora una volta, mordendomi il labbro.
"dannazione, piccola” disse, mordendosi il labbro inferiore. Portò le sue mani sulla mia vita, lasciando che le mie gambe si allacciassero intorno al suo bacino. Le sue labbra si scontrarono con le mie, lasciai gli occhi aperti, guardandolo lanciare fuori dal finestrino quello che era rimasto della canna.  Infilò la lingua nella mia bocca, portando furtivamente le mani all’interno della mia felpa. Cominciò a toglierla con il mio aiuto. il mio reggiseno fu svelato. Mosse le sue labbra su e giù sul mio collo, succhiandolo e facendo scivolare le sue mani nei miei pantaloni, per poi strizzare il mio culo nudo. Strappò poi una delle mie spalline del reggiseno, lasciando poi un umido bacio sulla mia spalla. Portò le sue labbra di nuovo sul mio collo, trovando il mio punto debole. Lanciai un gemito silenzioso.
"mi dispiace per prima. Sono stato fottutamente maleducato con te” ansimò,  continuando a baciarmi il collo.
"E’ tutto apposto, Justin." sospirai, a causa della quantità di piacere che mi stava procurando. Portai la mia testa all’indietro, spalancando la bocca.
Si appoggiò al sedile, guardandomi negli occhi. “No, non lo è. Non avrei dovuto dire in giro-” mosse le sue labbra contro le mie “quanto” bacio “sei” bacio “sexy” bacio “tu”. Spostò la sua bocca verso la valle tra i miei seni, premendo le sue labbra su di essa. “sei così sexy” disse tra sé e sé, continuando a baciare la valle tra i miei seni. 
Rimise le sue labbra sulle mie. Le nostre lingue si muovevano all’unisono. Tutto intorno a noi cominciò a girare, volevo di più da lui, quindi cominciai a strofinare il mio inguine contro il suo. Si mosse anche lui in sintonia coi miei fianchi, inclinai la testa all’indietro, gemendo di piena soddisfazione. Continuò a muovere i suoi fianchi contro i miei, causando i miei lamenti contro il suo collo. Portò la sua bocca sul mio collo, cominciando a succhiare il mio punto debole, di nuovo, spingendomi contro il volante. Mi tenne le gambe, continuando a sfregare il suo inguine contro il mio. 
“Justin...” un gemito sfuggì alla mia bocca.  Lui baciò appassionatamente la mia spalla nuda,  spingendomi ancora di piò contro il volante. Il clacson suonò, spaventandoci entrambi. Risi tra me e me, pensando a dove eravamo diretti.  
Questo è quando  mi viene una brillante idea. 
Tornai al mio posto, sorridendo. Mi rilassai sul sedile, sistemandomi i capelli. Guardai Justin, ammirando tutto di lui. pensai che meritava qualcosa per essere il miglior ragazzo del mondo che mi aveva dato la migliore sessione di piacere di sempre.
“ Cosa stai facendo piccola?” mi chiese confuso.
“lo vedrai”ridacchiai, guardando il cavallo dei suoi pantaloni. Mi morsi il labbro inferiore, guardandolo sensualmente.  
Un pompino,  pensai tra me e me. Sono sicura che se ne merita uno.
“piccola...” la voce di Justin era sorpresa “non devi farlo per forza…”
"Ma io voglio. Ti piacerà. E inoltre, sei troppo stressato." Risi scherzosamente.
"Chlo-"
"Sposta il sedile indietro." Gli comandai. Mi guardò come se fossi pazza. "Sai che lo vuoi, Justin. Non negarlo."
"Sì, lo voglio, ma tu?"
"Mi vuoi?" Mi morsi il labbro.
"Sai quanto ti voglio, ma-"
"E allora potresti smetterla di trattarmi come se fossi una dodicenne? Ho solo un anno in meno di te, rilassati."
Per tutta la notte non aveva fatto altro che trattarmi come una fottuta ragazzina. Era il mio ultimo giorno qui e non avevo intenzione di andarmene senza dargli almeno qualcosa. Non ero la ragazza pura e casta che lui credeva. Stasera, Chloe Romano era diversa.
Ero pazza come l'inferno.
Justin mise indietro il sedile e io scavalcai fino a cadere in ginocchio di fronte a lui.
"Chloe, non-"
"Sta' zitto." Lo interruppi, sorridendo leggermente. Sbottonai i jeans seducentemente, tirai anche i boxer fino a tirare fuori tutto il suo membro. Mi leccai le labbra, fissando Justin per vederlo spalancare la bocca dal piacere. "Metti le mani sulla mia vita." Ordinai.
"Dannazione, piccola." Gracchiò, facendo esattamente come avevo detto.
Afferrai la parte inferiore del suo membro e leccai la punta, prendendolo in giro. Iniziai a baciarla e poi, facendo un respiro profondo, la coprii con la bocca e iniziai ad andare su e giù. Continuai a succhiare rendendo il tutto umido. Gemendo dal piacere, Justin mise una mano sulla mia testa. Infine, abbandonata a quel piacere, iniziai ad abituarmi e continuai con la mia atroce tortuta. Alzai gli occhi per vedere i suoi votare verso la parte posteriore della testa.
"Cazzo, Chloe." Gemette, tirandomi i capelli e tenendomi stretta. "Cazzo." Ringhiò tra i denti e si morse il labbro per la tensione.
Sospirai, permettendogli un sospiro profondo. Continuai a far ballare la mia lingua intorno alla sua cappella e a leccare il suo membro per tutta la lunghezza. Iniziò a gemere sempre più forte.
"P-piccola..." Balbettò, lasciando andare i miei capelli.
Tirai fuori dalla bocca il suo membro e iniziai a muovere la mano strofinandola attorno, su e giù per tutta la lunghezza. Aprii la bocca e inghiottii tutto il liquido seminale. Sorrisi compiaciuta e posi un bacio sulla punta.
"Merda." Gracchiò, sorridendomi e tirando su la cerniera. Mi sedetti su di lui, e iniziai a baciargli la mascella.
"Te ne penti?" Sussurrai.
"Neanche un po'." Ridacchiò e si distese affaticato sul sedile. Iniziai ad ammirare la bellezza di Justin e passai la mano tra i capelli.
Mi sarebbe mancato così tanto. Mi sarebbe mancato il modo in cui mi urlava contro, il modo in cui mi prendeva in giro. Avevo sempre avuto un debole per i ragazzi senza controllo. Mi piacevano i bad boys con atteggiamenti negativi, non potevo negarlo.
Non ero ancora pronta a lasciare andare questo ragazzo. Non ancora.
Volevo urlargli in faccia, urlare il suo nome. Volevo che si perdesse nel mio collo, nessuno poteva immaginare. Oh, lo volevo così tanto.
"Allora, pensi di darmi piacere e poi non ottenere niente in cambio? Voglio dire, merda, chi fa qualcosa bene merita di ottenere qualcosa in cambio." Mi chiese, guardando il cavallo dei miei jeans. Chiusi le gambe, sentendomi attraversare da un brivido incredibile.
"Non vergognarti di te stessa, piccola. Lasciami il piacere, dai." Si avvicinò a me, facendo scorrere una mano su per la coscia.
"Penseremo a questo più tardi. Voglio solo parlare con te. A dire il vero, sono un po' stanca." Sbadigliai.
"Quindi, la prossima volta?" Chiese.
"La prossima volta." Dissi baciandolo.
"Ma seriamente, dove hai imparato?"
"Cosa?" Chiesi. Il mio cervello era andato, stavo per chiudere gli occhi e addormentarmi lì.
"Sai..." La sua voce si spense.
"Ho detto, non ti preoccupare." Scosse la testa, serrando la mascella.
Non farmi incazzare di nuovo. Ti voglio.
"Come vuoi, piccola. Sei stata fantastica." Appoggiò la fronte contro la mia. Alzai gli occhi.
"Justin, sono veramente stanca." Mi misi a sedere, poggiando la spalla sulla sua spalla e accoccolandomi a lui. "Piccola, sai a cosa sto pensando?"
"A cosa?" Mormorai chiudendo gli occhi.
"Trovarti in quel vicolo è stata la cosa migliore che mi sia mai successa." Mi sussurrò nell'orecchio. "Grazie per avermi chiamaro."
"Non smetterò mai di chiamarti, Justin." Misi una mano sul suo cuore.
"Ti am- amo passare il tempo con te." Appoggiò la testa sulla mia.
"E' stato divertente. E' stata la notte più bella della mia vita." Sorrisi, intrecciando le mie dita alle sue.
Solo Dio sapeva quanto mi sarebbe mancato.



 
CHIEDO UMILMENTE PERDONO
Ho avuto tantissimi problemi e tantissimo da fare, tra scuola, stress, famiglia e amici ho avuto tempo solo ora.
Spero che qualcuna sia rimasta, anche se dubito ci sarà qualche recensione.
Vedrò se continuare, in ogni caso.
Un ringraziamento speciale ad Arianna che mi ha aiutato con la traduzione.
Baci.
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: hugmeciastin