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Autore: gwuncan99    22/11/2013    6 recensioni
Questa fanfiction parla di Gwen, una ragazza di 16 anni con un brutto passato alle spalle. Si è trasferita a Toronto e frequenta il Liceo Artistico, ed è lì che incontrerà la persona che cambierà la sua vita.
Storia DxG.
Estratto dal capitolo 36:
Mi lasciarono lì, in ginocchio, mentre le persone pian piano andavano tutte via.
L'ambulanza partì, e il suono delle sirene si perse nell'aria.
"MERDA!" sbattei i pugni a terra.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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"Cosa?!"
"Sì...ma, lasciamola perder-"
"Certo che no! Ora vedi te cosa le combino domani! Ma adesso ho un conto in sospeso con quella carota pelata!" Duncan entrò nella stanza, molto alterato.
"Ritocca Gwen con un solo dito e la prossima volta ti mando al cimitero, malato!" si avvicinò pericolosamente a Scott, che ghignò.
Sembrava molto tranquillo...Ah certo, crede di stare al sicuro con Dawn al suo fianco?
"Calmati Duncan....non eravamo migliori amici una volta?"
"Ho smesso da un sacco di anni di esserti amico! E dopo quello che hai fatto a Gwen vorrei non esserlo mai stato." ribatté il punk.
"Pff...Lasciamoci il passato alle spalle. Infondo non le ho fatto nulla di che-"
"M-ma...non ti vergogni solo a dirle, certe cose?!" mi intromisi io scioccata.
"Ero uno stupido ragazzino. Ora le cose sono cambiate."
"Ah...certo! Allora prima non stavi cercando di prendermi a calci..." dissi, prima di ricordarmi che c'era un Duncan con uno stato piuttosto omicida accanto a me. "Ehm..."
"Tu...TU! Ti rendi conto che così avresti ucciso mia figlia?" il ragazzo si fiondò, di nuovo, su Scott, ma fu bloccato da tre infermieri che vennero in soccorso.
"Io ti uccido, Scott!" minacciò, mentre veniva cacciato dalla stanza.
Dopo la sua uscita, calò il silenzio.
Io, a disagio, mi girai verso il rosso, che stava sbuffando. "Tu non sei cambiato..." mormorai.
"Sto cercando di farlo." ribatté.
"Non ci riuscirai se farai lo schiavetto di Courtney."
"Non sono il suo SCHIAVETTO! Non mi servono i comandi di quella pazza!"
"Scott è maturato molto dall'ultima volta che lo hai visto...E non è per difenderlo..." ci interruppe Dawn, che era rimasta tutto il tempo in silenzio.
Sbuffai. "Io...non riesco a fidarmi." spiegai. "Basta che non me lo ritrovo dentro casa con l'intento di uccidermi. Solo questo chiedo." mi allontanai da loro.
"Per il resto, se resta ad abitare qui a Toronto, a me non fa né caldo né freddo..." aprii la porta, ritrovandomi mia madre addosso.
"Gwen! Duncan mi ha spiegato tutto e sono corsa qui!" urlò preoccupata. "Dov'è lui? DOV'E'?!"
"Che bella visitina!" disse ironico Scott.
Sophie si girò verso di lui, sgranando gli occhi. "Scott! Mostro che non sei altro! Che cosa cazzo ci fai qui?!" si avvicinò a lui.
"Wow. Sbaglio o questa mattina sono tutti isterici?" ribatté piuttosto tranquillo il rosso.
"Grrh...solo perché sei un nanetto di 18 anni, sennò  chissà cosa ti avrei fatto ...Ma lascio il compito a Duncan, visto che lo vedo piuttosto incazzato."
"Mamma..."
"Gwen. Andiamo a casa." mi prese per il braccio, trascinandomi fuori. "Duncan, vieni con noi?" disse al ragazzo, che stava aspettando fuori dall'ospedale.
"Sì."

***

"..."
"Duuncan." lo chiamai dolcemente.
"Mh?"
"E' mezz'ora che mi fissi la pancia..." sorrisi.
"E' che lì dentro c'è una creatura...che mi chiamerà papà...Wow." mormorò lui pensieroso.
"Ora pensi solo a lei?" dissi ironica mettendo il broncio.
"Cos'è? Sei gelosa?" ghignò malizioso.
Si mise sopra di me facendomi il solletico. "Ahahah, D-Duncan, basta!" cominciai a ridere.
"No! Ammettilo!"
"Sì! Sono gelosa! Ma basta! Ahahahaah!" smise di torturarmi.
"Bastava dirlo! Posso pensare anche a te..." mi baciò il collo. Io trattenni un gemito.
"Mmh...che dici di chiudere la porta a chiave? Qualcuno potrebbe disturbarci..." gli sussurrai all'orecchio, mentre gli accarezzavo i pettorali.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte che fece subito ciò che gli avevo detto, per poi ritornare a cavalcioni su di me.
"Dov'eravamo rimasti?"
Annodai le gambe attorno alla sua vita, mentre lui insinuava le mani sotto la mia maglietta, sfilandomela.
Mi baciò in modo molto spinto, scendendo di nuovo sul collo, e poi più in basso.


Guardavamo silenziosi il soffitto, nudi ed abbracciati sul letto, coperti dalle calde lenzuola. Il rumore della pioggia che batteva contro la finestra era la ciliegina sulla torta di quella piacevole atmosfera.
"Pensa a quando dirà le sue prime parole. Mamma, papà..." mormorò Duncan.
"E quando farà i suoi primi passi? Chissà che carina..." sorrisi io.
"Poi andrà al suo primo giorno di asilo. Piangerà perché non vorrà staccarsi da noi..."
"Diventerà più grande. Sarà una bellissima bambina."
"Come la madre allora." incrociammo i nostri sguardi.
"Avrà i tuoi stessi occhi azzurri come il mare, in cui mi immergo tutte le volte che li guardo..." gli disegnai il contorno del suo viso con le dita.
"La tua stessa pelle candida e soffice..." mi accarezzò la guancia.
"Le faremo tingere i capelli di verde!"
"Spero che non abbia il mio stesso carattere!"
"Ci farebbe passare tanti guai..." risi leggermente.
"Scommetto che sarà dolce come te." mormorò mordicchiandomi il labbro inferiore.
"Incontrerà il suo amore..." dissi sorridendo. "...E se passerà quello che ho passato io?" cambiai umore di colpo.
"Beh, il ragazzo in questione dovrà vedersela con me allora." ghignò.
"...So che sarai un padre perfetto." mi avvicinai alle sue labbra.
"E tu una madre perfetta." sorrise, prima di prendermi il viso con le mani e baciarmi dolcemente.

-toc toc-

Ci staccammo di colpo per l'improvviso rumore.
"Gwen, Duncan! Siamo noi!" disse la voce. Erano Geoff e Bridgette.
"Cazzo, devo mettermi qualcosa addosso!" mi alzai e velocemente ripresi i vestiti buttati a terra.
Duncan si mise solo dei boxer, ed andò ad aprire la porta.
I ragazzi entrarono, mentre io mi stavo ancora vestendo. "Duncan, dammi il tempo di mettermi qualcosa!" urlai, coprendomi il seno con le mani.
Geoff imbarazzato si girò, anche se sotto i baffi stava sghignazzando.
"Allora vi abbiamo interrotto!" ghignò maliziosa la surfista.
"Siete arrivati tardi, mi dispiace." finsi di essere infastidita. "Geoff...puoi girarti adesso!"
Il ragazzo si girò di scatto, e si fiondò abbracciando Duncan. 
"Amico!! Ho saputo della notizia! Auguri, PAPARINO!!" sottolineò l'ultima parola con tono ironico, come per prenderlo in giro.
"Gliel'hai detto allora!" disse Bridgette, sorridendomi.
"Ehm...sì. Non come me lo sarei aspettato però..." mormorai.
"In che senso?" chiesero entrambi.
"Ecco...avete presente Scott?" disse Duncan.
"Cos'è successo?"
Il punk spiegò ai ragazzi tutta la storia, e di come ha scoperto della mia dolce attesa.
"Che gran coglione." commentò Geoff, mangiando delle pop-corn.
"Ma non è il momento di pensare a Scott!" ribatté Bridgette. "Ragazzi! Tra 6 mesi sarete genitori! Quindi preparatevi!" 
"Lascerai la scuola?!" chiese il festaiolo.
"Ehm...finisco questo anno...Poi non credo continuerò. Magari mi prendo un anno di maternità e poi continuo gli studi..." risposi.
In effetti non ci avevo pensato alla scuola. Andare in giro per i corridoi con il pancione, sotto gli occhi di tutti. Nuove chiacchiere. Nuovi insulti.
Un nuovo motivo per farmi uccidere da Courtn-....Aspetta. Courtney?! 
Lei non sa della mia gravidanza! Mi chiedo come la prenderà...
"Andrete a vivere in una casa tutta vostra?" domandò la surfista.
"Io...non vorrei lasciare Sophie da sola..." mormorai, abbassando la testa. "Ma Duncan dovrebbe stare vicino a sua figlia..."
"Potrei sempre stare qui con voi." propose lui.
"Sì...si può fare." sorrisi.
"Resta solo un'altra cosa...Come la chiamerete?" 
Io e Duncan ci guardammo dubbiosi. A questo non ci avevamo proprio pensato!
"Dobbiamo scegliere bene...Ma abbiamo tempo per questo..." risposi io.
"Gwen! Abbiamo visite! Scendete giù!" urlò mia madre dal salotto.
"Arriviamoo!"
"Beh...allora noi andiamo! Ciao ragazzi!" i due scesero con noi le scale.
"A presto Sophie!" salutarono, prima di andarsene.
"Chi c'è, mamma?" la raggiunsi in cucina, notando due persone con lei.
"I tuoi suoceri, cara! Ho avuto la fortuna di conoscerli, e di dargli la notizia!" squittì Sophie, cercando di essere il più gentile possibile.
Ma so che, in realtà, vorrebbe prendere per i capelli la mamma di Duncan.
"Ciao." disse freddo il punk.
"Ma ti rendi conto, Duncan?! Hai rovinato una ragazza!!" la rimproverò la madre.
"Cosa?" mormorai io.
"Ha solo 16 anni! Ora cosa farai? La abbandonerai al suo destino mentre tu vivrai la tua adolescenza?" aggiunse il padre.
"Ma cosa cazzo state dicendo?!" ribatté alterato Duncan.
Io non sapevo come intervenire alla discussione che si era creata tra i tre. Sophie mi si avvicinò lentamente.
"Guarda che culone che ha questa!" mi sussurrò, indicando il lato B di Lucy.
"Ma...non hai altro a cui pensare? Dì qualcosa!" la spinsi, facendola sbattere contro la signora.
"Ehm...Lucy, giusto?" balbettò imbarazzata. "N-non preoccupatevi...Duncan non è il tipo da abbandonare una ragazza in gravidanza. E se ciò accadesse, baderò io a mia figlia, e a mia nipote...Infondo, io l'ho vissuta questa brutta esperienza." spiegò, poi si girò a Duncan. "Ma il nostro bravo ragazzo non lascerà sola soletta la povera mammina, VERO?!" disse l'ultima parola minacciosamente, alzando un pugno all'altezza del suo viso.
"Mamma...Calmati, ok?" poggiai le mani sulle sue spalle, mentre sorridevo nervosamente ai genitori di Duncan.
Sembravano sconvolti dal comportamento di Sophie.
"Duncan verrà a vivere qui." annunciai.
"Cosa?!" dissero entrambi i miei adorati suoceri.
"Certo." commentò Duncan.
"Bene. Spero tu sia abbastanza maturo e responsabile. Essere padre non è una passeggiata! E con te come figlio, è stata una strada molto difficile!" disse suo padre, innervosendolo ancora di più.
"Porteremo le tue cose qui, allora." spiegò Lucy.
"Lucy, è tardi! Ci staranno aspettando in ufficio!"
"Allora andiamo!" squittì la signora. "E' stato un vero piacere, Sophie! Spero di rivederti presto!" strinse la mano a mia madre, poi si girò per andarsene.
"Duncan..." sussurrò.
"Sì Sophie?"
"Hai presente Nicky Minaj?" continuava a fissare il lato B di Lucy.
"Ehm...sì..."
"Ci somiglia!" questa volta indicò, facendo capire al ragazzo cosa intendeva.
Girò i tacchi e se ne andò soddisfatta, lasciando un Duncan che non sapeva se ridere alla battuta o non farlo per non offendere la madre. Ma, scoppiò ugualmente a ridere.
  
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