Scorpione
Era nato
in un antro buio ed umido, Scorpione. E gli piaceva starci.
Per molto tempo rimase lì, al sicuro, in quel grembo stretto
ed angusto che lo avvolgeva e proteggeva, senza desiderare altro che
riflettere sulla caducità della vita.
Si convinse che ciò che c'era "fuori" non poteva essere
reale. Era diffidente e restio a farsi coinvolgere dal vociare allegro
che percepiva giungere dall'esterno: "sono tutte illusioni" si diceva
"effimeri miraggi di una Natura crudele e tenebrosa che avvince lo
spirito e lo incatena".
Scorpione era un filosofo pessimista ed anche quello gli stava bene. E
conosceva solo due idee, quelle sbagliate e le proprie.
Un giorno però ebbe un colpo di genio: e questo gli giunse
dall'alto, schiantandosi forte contro la sua testa.
"Ahi!" si lamentò ed allora guardò verso il cielo
che fino a quel momento non si era mai curato di osservare: non
riuscì a scorgerlo, poiché in alto un uomo
si era frapposto tra lui ed il limpido azzurro.
"E tu chi saresti?" gli domandò quell'uomo con voce greve.
"Io sono colui che mi si crede" replicò pronto Scorpione che
sul tema dell'identità aveva molto ragionato.
"E cosa ci fai dentro un pozzo?" continuò a domandare l'uomo.
"Ci sto, perché il "fuori" è un'illusione".
"Ma io non sono un'illusione" replicò l'uomo che altri non
era che Toro, un tipo molto pratico e poco affine a certi voli mentali
"e nemmeno il secchio che ti è caduto in testa è
un'illusione!" ribatté convinto. A Toro serviva dell'acqua
per mettere sul fuoco la pentola a pressione con dentro la cena; non
uno strampalato dentro un pozzo.
Fu così che Scorpione realizzò la tangibilità del mondo esterno..e non gli parve poi tanto male.
Cominciò ad esplorare la natura, avventurandosi fuori dal
nascondiglio solo di notte, mantenendo un atteggiamento
guardingo nei confronti degli altri personaggi che popolavano
quell'incontaminato mondo.
Seppur Bilancia ed i Gemellini fossero affascinati dall'inquietante personaggio, fu Cancro a rimanerne più attratto.
Scorpione era sulla quarantina: aveva capelli brizzolati, occhi magnetici, cupe occhiaie e mascelle punteggiate da una barba incolta; e soleva indossare lunghi mantelli di velluto per nascondere allo sguardo la propria lunga ed appuntita coda velenosa.
Per Cancro, Scorpione era l'incarnazione del romantico e maledetto:
così, in suo onore compose un carme.