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Autore: hitei_suru    22/11/2013    1 recensioni
"[...]Strinse ancora di più la presa sui capelli. Possibile che dovesse stare così per lui?! No che non poteva! Eustass Kidd non provava affetto per nessuno. Solo odio. E lui era in cima alla lista.
E allora perché ora si trovava a piangere per lui? Perché di quello era sicuro: era colpa sua.[...]"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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DIE FOR YOU






Il ticchettio della pioggia sui vetri scandiva il tempo, come lancette accelerate di un orologio.


Kidd era seduto sul letto, i gomiti sulle gambe e le mani tra i capelli scarlatti che gli ricadevano disordinatamente sul viso corrugato. Lo sguardo fisso al suolo.


Gli occhi ambrati, sempre  ardenti e incazzati col mondo intero, erano spenti, vacui e leggermente umidi e seguivano distrattamente le linee del legno sulle assi del pavimento.


Privi di alcun emozione, se non il dolore.


 

I'll hang on to every word you said and sink my teeth into this nightmare





Strinse le mani sui capelli, digrignando i denti. Dalla palpebre serrate scese una lacrima.


Calda, umida... una stupida lacrima.


Era così strano... piangere.


Non l'aveva mai fatto per niente, per nessuno; né per tutti i torti e le prese in giro che aveva subito da piccolo a causa dei suoi capelli rossi che lo facevano assomigliare a un demone e nemmeno  per sua madre, morta quando aveva cinque anni.


L'aveva sempre reputata una cosa stupida; era solo per le persone insulse, prive di nerbo e forza di volontà. Non era una cosa da lui.





Ora si ritrovava spiazzato.  Mai quelle piccole goccioline gli avevano solcato il viso.


Non capiva; non capiva perché proprio ora avevano deciso di scendergli sulle guance, perché sentiva la gola stringersi sempre più, quasi a volerlo soffocare.


Non capiva perché si sentiva così male.


 

I'm screaming out can you hear me?





Un singhiozzo uscì dalle sue labbra.


Aprì di scatto gli occhi; no, quello no.


Piangere era già troppo, figurarsi singhiozzare!


Dalla sua bocca ne uscì un altro, a tradimento.


Strinse ancora di più la presa sui capelli. Possibile che dovesse stare così per lui?!  No che non poteva! Eustass Kidd non provava affetto per nessuno; solo odio. E lui era in cima alla lista.


Allora perché ora si trovava a piangere per lui? Perché di quello era sicuro: era colpa sua.





Era confuso.


Lo odiava, con tutto se stesso. Quel suo fare indifferente come se non gli importasse di nulla e di nessuno, l'espressione strafottente che gli rivolgeva quando lo insultava, quel suo ghigno sadico... lo odiava.


Quando entrava in casa, lo trovava seduto sul divano e non appena incrociava il suo sguardo, un meraviglioso sguardo profondo e argenteo, lo salutava con un “Bentornato, Eustass-ya. Com'è andata la giornata?” pronunciato con quel suo tono malizioso e irritante, che mandava in paranoia la gente, facendola scervellare su cosa stesse tramando quel diavolo fatto a persona. Perché lui era quello: il diavolo.


Potevi cercare di capire cosa potesse aver in mente, certo; potevi, ma ti avrebbe sempre preso alle spalle.


E ormai Kidd ci era abituato; Trafalgar Law era imprevedibile.


 

I bleed for you  forever I will lie awake





Lo detestava.


Perché  allora non era felice del fatto che era... morto?


Per quale motivo invece si sentiva come se stesse affogando in abisso senza fondo, le cui pareti si stringevano man mano che affondava?


Non vedeva niente. Solo sangue... tanto sangue... il suo.


L'immagine era nitida nella sua mente: sdraiato su un lettino d'ospedale, sul petto del moro tre buchi dai quali usciva copioso quel liquido scarlatto, che gli ricordava tanto il colore dei suoi capelli. Il viso era la cosa che più gli era rimasta impressa: le palpebre socchiuse, gli occhi argentei fissi su di sé e la bocca piegata in uno dei suoi soliti ghigni, ma che stavolta di perverso non aveva nulla; sembrava solo stanco.


E prima che lo portassero in sala operatoria, gli aveva detto col suo classico tono sarcastico “Beh...credo proprio che da oggi non t'infastidirò più, Eustass-ya”.


Quella fu l'ultima volta che sentì la sua voce.


 

True pain was all you ever meant  love would be our last emotion





Era incazzato.


Con quel fottuto bastardo che mezzo sbronzo gli aveva sparato ed ora era rinchiuso in prigione, condannato alla pena di morte.


Con lui, che se ne andava sempre in giro di notte, con quella sua fottuta musica nelle orecchie, per isolarsi dal mondo intero.


Con se stesso.
Con se stesso perché non gli aveva mai urlato di togliersi quelle dannate cuffiette che gli impedivano di sentire cosa succedeva fuori dal suo campo visivo.


Con se stesso perché gli aveva permesso di uscire quella sera.


Con se stesso perché non era stato in grado di proteggerlo.



Le lacrime scendevano lungo gli zigomi, incessanti. Il petto scosso dagli ormai più frequenti singhiozzi e la bocca distorta in una smorfia di dolore, i denti stretti che stridevano gli uni contro gli altri.


 

With every breath I feel you there  forbidden love is falling  your eyes sing despair








L'aveva dato per scontato: la sua voce, i suoi ghigni, e sue battute sarcastiche, il tocco sulla sua pelle, i suoi respiri, i suoi ansimi, i suoi occhi. Lui.


Era parte integrante della sua esistenza.


Esisteva solo un "con lui"; il "senza di lui" non era contemplato.


Lui era tutto.


La vita, la morte, tutto partiva e si estingueva in lui.


Non era niente, ecco cos'era. Senza di lui la sua vita perdeva totalmente di significato.





Vuoto.


Era quello che sentiva, o meglio, che non sentiva: l'assenza di ogni cosa.




Era ancora minimamente pensabile continuare a vivere?


No, non lo era. Kidd ne era fermamente convinto; l'unica certezza che gli era rimasta.


Finora aveva continuato a vivere grazie a lui.


Era il suo salvatore: l'aveva strappato da quell'inferno che si portava dietro da quando era piccolo e gli aveva ridato la speranza, la speranza che il mondo infondo non era un posto così orribile in cui vivere. Con lui al suo fianco.


Ora quella speranza era svanita, insieme a lui.


 

I see the truth I've given you my heart to break





Se quando era in vita aveva vissuto per lui, ora che se n'era andato, non aveva più senso continuare così.



I would Die For You!


 


 





Angolo autrice





Wow…il mio primo angolo autrice…non ci credo *^*…vabbè passiamo alle cose importanti (o quasi)


Alloora…questa “cosa” è venuta fuori appena ho letto l’ultimo capitolo di one piece…e con questo credo di aver detto tutto.


Ho provato ad immaginare cosa avrebbe fatto quel gran figo di Kidd dopo aver saputo della… m-morte *sing sing* di Law… e così la mia mente ha prodotto questa roba (o come volete chiamarla) ambientata in un universo alternativo (?).


…aggiungo inoltre che gran parte dei pensieri del nostro bel Capitano dai capelli rossi sono stati pensati prima dal cervello bacato della sottoscritta… al resto ha pensato il delirio notturno. Ah dimenticavo *si da uno schiaffo in fronte* per chi non avesse indovinato… la canzone si intitola “Die for you” dei Black Veil Brides (quanto amo questa band *-*)





Beh… spero vi piaccia e che commentiate, sia positivamente che negativamente, così se c’è qualcosa che non va… rimedierò immediatamente (eheh ho fatto la rima xD)


E con questo chiudo (il computer e vado a letto che domani c’ho scuola)





A presto (e ricordate: Law è troppo fig… tenero per morire ora *-*)





Ciaaoooo


 

Un panda… ( hihihi xD)
  
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