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Autore: Francy_92    22/11/2013    11 recensioni
[IMPORTANTE: Non leggere senza prima aver letto "LET'S BLAME ON SEPTEMBER"]
[Sequel di "Let's blame it on September"]
Andrea e Gaia si sono lasciati, in tutti i sensi, al matrimonio dell'amica di lei, Serena.
Sono passati quattro anni da quando Andrea e Gaia hanno vissuto la loro breve ma intensa, a modo loro, storia d'amore; tre da quando nessuno dei due ha più provato a cercare l'altro.
Ognuno ha la sua vita e le vecchie ferite sembrano essere state rimarginate. Sembrano....
[Dal capitolo 11]
"«Non conosco il suo indirizzo»
«Ti accompagno, se vuoi»
«Si, andiamo» dico annuendo e, prendendo chiavi e cellulare, esco di casa.
Mi rendo conto che il tragitto è breve e non posso davvero credere che, per tutto questo tempo, sono stato a pochi metri da casa sua.
Davanti al suo portone, mi fermo, incerto se salire o no.
«Cosa fai?»
«E’ sicura che io sia la scelta giusta? Soprattutto vorrà vedermi?»
«Sei la persona che ama e che crede di aver perso. Sei quello che può starle vicino»
Non dovrei perché mi ha preso in giro quella sera, ma posso davvero abbandonarla?
Ovviamente no.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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Buongiorno
Questa è stata proprio una settimana schifosa, quindi spero di concluderla in maniera decente con questo capitolo.
Lascerò qualche parola per la fine.
Buona lettura.

There’ll be a place for us
 
-Capitolo 40-
*Insieme*
 
«Non hai intenzione di darmi qualche indizio sul mio regalo, vero?»
«Hm, no non credo proprio»
«Dai, però! Non puoi fare così! Sono troppo curiosa»
«Lo so. È bello torturarti»
«Idiota!»
«Mancano poche ore ormai. Vai da Martina mentre recupero nostra figlia»
Gli sorrido, mi alzo sulle punte dei piedi e lo bacio. «Ti amo» mormoro prima di voltarmi e raggiungere Martina nella sua vecchia camera.
«Ciao!» esclamo sorridendo entrando in camera e trovandola seduta sul letto.
«Ciao» mormora un po’ giù di morale.
«Cosa è successo?» le chiedo sedendomi accanto a lei.
«Pensavo a mio fratello, a te e a vostra figlia»
Oh, bella questa! «Come mai?»
«Vi invidio. Avete una famiglia stupenda»
«Anche tu l’avrai» la rassicuro abbracciandola.
«Grazie, Gaia, ma non credo che succederà»
«Cosa vuoi dire?» Il suo tono di voce e il suo umore cupo mi preoccupano.
«Dopo il viaggio di nozze, io e Marco abbiamo cominciato a pensare di avere un bambino. In realtà, avremmo voluto aspettare almeno un anno, ma entrambi volevamo un figlio; così, abbiamo cominciato a provarci»
«E’ giusto così» mormoro, ma lei mi prende le mani e me le stringe. Io faccio lo stesso perché ho capito che ha bisogno di un po’ di coraggio per finire il discorso.
«E' da diversi mesi che proviamo e ancora non è successo niente. Abbiamo fatto le analisi e Marco è in perfetta salute…» continua ma, all’improvviso, la sento singhiozzare.
«Martina…»
«Non posso avere figli, Gaia» esclama scoppiando a piangere. L'abbraccio forte e lei non si oppone al mio gesto. Singhiozza a più non posso e il mio cuore si spezza al pensiero che, una ragazza come lei, tanto desiderosa di avere un bambino, non potrà averne! È ingiusto!
«Ne sei sicura?»
«Si, ho fatto anche io le analisi, ma non sono ancora riuscita a parlarne con mio marito. Come glielo dico?» scioglie l’abbraccio e mi guarda con i suoi occhi color nocciola pieni di lacrime amare. «Come faccio a dire a mio marito che non potremo avere dei figli?! Avremmo dovuto fare queste analisi prima del matrimonio, così avrebbe potuto rompere il fidanzamento e sposare una donna che può dargliene»
«Non dire così, Martina! Vi amate e Marco non si sarebbe mai comportato in quel modo con te!»
«Ma resta il fatto che non potrà mai avere dei figli da me»
«Vieni qui…» mormoro abbracciandola di nuovo, mentre lei si lascia andare ad un altro pianto disperato.
Restiamo qualche minuto in questa posizione e, nel frattempo, penso che ho avuto la mia bambina in un periodo della mia vita in cui non la cercavo; ok, non la volevo, eppure l’ho avuta. Martina, invece, per quanto desideri intensamente un bambino non riesce ad averlo e un po’ mi sento in colpa.
Questo non vuol dire che mi stia pentendo di aver avuto un figlio, assolutamente, ma non posso fare a meno di pensare che la vita molte volte da a chi non desidera o non merita, mentre toglie a chi merita una possibilità o la felicità, come nel caso di Martina.
Spero davvero tanto che in un modo o nell’altro, Martina riesca a farcela! Insomma, ci sono tanti modi, oggigiorno, per questo tipo di problema.
Sono fiduciosa. «Il mio istinto dice che, con le giuste cure, darai un figlio a Marco»
«Ne sei così sicura?»
«Si! Ma devi dirglielo»
«Non voglio rovinargli il Natale o l’anniversario. Lo farò dopo»
«Prima lo fai, meglio ti sentirai!»
Restiamo ancora qualche minuto abbracciate, poi si alza, mi sorride e si avvicina allo specchio per sistemarsi il trucco.
«Andiamo giù. Voglio giocare con la mia nipotina»
Le sorrido e la prendo per mano.
Spero davvero che quelle analisi si sbaglino! Martina non può non avere dei figli!
Siamo ancora in corridoio quando Martina mi prende per mano e mi fa voltare verso di lei «Non dire niente ad Andrea, ok?»
«Va bene. Ma prometti che presto lo dirai a Marco»
«Lo farò! Spero non mi lasci»
«Stai tranquilla! Affronterete questo brutto periodo insieme!»
Mano nella mano raggiungiamo gli altri.
Adoro Martina e sono contenta che anche per lei sia così. Non credevo che il nostro rapporto si sarebbe rafforzato così tanto in questi mesi.
«Ecco due delle donne più importanti della mia vita!» esclama Andrea fermandosi davanti a noi con Alisea in braccio.
«Ciao fratellino. Dammi questa bella bambolina» dice Martina prendendo sua nipote «State un po’ insieme» aggiunge strizzando l’occhio ad entrambi.
«Grazie» le sussurra Andrea mentre zia e nipote si allontanano sorridenti e felici.
«Come stai?» chiede abbracciandomi.
«Adesso bene. Non vedo l’ora che arrivi il momento dei regali» confesso avvicinandomi alle sue labbra.
Andrea ride e mi bacia «Lo so. Anche io non vedo l’ora»
Restiamo qualche minuto a baciarci, Andrea mi accarezza le guance ed io lo stringo forte a me. A volte mi mancano questi momenti. Siamo tanto presi da nostra figlia e dalle nostre rispettive vite che spesso ci dimentichiamo di prendere qualche minuto per noi.
Adoro rimanere un po’ in disparte a baciare il mio ragazzo.
Futuro marito” mormora la vocina nella mia testa.
Evito di pensarci e stringo Andrea ancora più forte.
«Hm, accidenti! Stare un po’ lontani conviene» mormora lui interrompendo il bacio e leccandosi le labbra.
«Conviene…» gli rispondo lasciandogli un ultimo bacio e abbracciandolo, inspirando a fondo il suo profumo. «Ti amo» sussurro.
Adesso è Andrea a stringermi forte e il suo gesto, unito al bacio dolce sul collo, mi dice che anche lui prova lo stesso.
«Piccioncini, venite!» esclama mia madre.
Quando ci separiamo, ci sorridiamo entrambi e raggiungiamo gli altri nel salone dove, un anno fa, informavamo i genitori di Andrea della mia gravidanza.
Se all’epoca qualcuno mi avesse detto che saremmo arrivati ad essere così uniti, probabilmente gli  avrei riso in faccia, eppure… eccoci qui un anno dopo.
Coloro che, allora, non avevano accettato la nostra bambina, adesso la coccolano e la riempiono di attenzioni e tutto ciò non può che riempirmi di gioia. Lancio uno sguardo ad Andrea seduto di fronte a me, vicino a Brian e a suo cognato Marco. Mi sembra il vecchio Andrea, soltanto meno idiota.
È felice e sapere di essere io, insieme ad Alisea, l’artefice della sua felicità, mi rende orgogliosa della nostra famiglia e di tutto quello che abbiamo dovuto affrontare per arrivare dove siamo adesso.
«Tutto bene, tesoro?» mi chiede Patrizia cercando di calmare le mani irrequiete di Alisea, mentre la prima portata arriva in tavola.
Annuisco e tendo le braccia verso mia figlia che, automaticamente, si butta su di me.
«La mamma è sempre la mamma!» esclama Andrea facendomi l’occhiolino.
Gli sorrido mentre sistemo Alisea su una gamba.
Dovrei provare a darle l'omogeneizzato, ma so che sarà un disastro annunciato!
«Già mangia?» chiede la madre di Andrea.
«Si, o almeno ci proviamo. Abbiamo cominciato qualche settimana fa con la frutta, ma non credo gradisca molto questo tipo di cibo. Stasera provo a darle la pastina»
«Non ti arrendere. E comunque credo che vostra figlia abbia preso da Andrea. Nemmeno a lui piaceva mangiare queste cose»
Guardo sorridendo Andrea con la forchetta infilzata in un tortellino a metà tra il piatto e la sua bocca. «Grazie» mormoro.
Lui alza le spalle e riprende a mangiare.
Alisea, per tutta la cena, ha provato più volte a far volare il suo piatto con la pastina e il brodo di carne ma, per fortuna, Andrea è arrivato in mio soccorso.
«Avanti, signorina… Un boccone io, uno tu. Ok?» chiede alla fine prendendo il cucchiaino morbido di plastica dalle mie mani.
«Tesoro,  non credo abbia capito» gli faccio notare accarezzandogli la schiena.
«Proviamo» insiste lui avvicinando il cucchiaino alla bocca di Alisea. Lei sembra accettare quello che sta per ingerire ma, appena il cibo arriva nella sua bocca, lo sputa facendo una faccia bruttissima.
«Accidenti!» borbotta Andrea deluso.
«Te l'avevo detto»
«Non vedevi l’ora di dirlo, vero?»
Scoppio a ridere e annuisco.
«Divertente» borbotta ancora, continuando a dar da mangiare ad Alisea, mentre mi guardo intorno, rendendomi meravigliosamente conto che tutti parlano tra di loro.
Paul, mio padre e quello di Andrea discutono di affari, ma non ho idea di che tipo siano. Mia madre e le due Patrizia chiacchierano di dolci, mentre Marco, Martina, Brian e Charlotte parlano di viaggi. 
Sorrido perché sono felice di vederli così e voglio a tutti loro un mondo di bene.
Nonostante le difficoltà iniziali è anche grazie a loro che, io e Andrea, siamo qui, o più semplicemente, è grazie a loro se sono qui.
Durante gli ultimi anni mi sono capitate tante: l'avvicinamento a mio padre, la relazione con Jay che mi ha aperto gli occhi sul rapporto che avevo e avrei voluto di nuovo con Andrea, la scoperta di Brian e Charlotte, l’incontro con i genitori di Andrea. Ognuna di queste cose mi ha dato qualcosa su cui riflettere e, inconsapevolmente, l’ho fatto. Ho riflettuto sul potere dell’amore di una famiglia, quella che ho da sempre desiderato, nonostante io e mia madre ne formassimo già uno ma, soprattutto, ho riflettuto sul potere del perdono.
Credo che il perdono sia stato la costante di questi due anni e sono più che orgogliosa di averlo dato a mio padre perché, altrimenti, non avrebbe mai potuto avere l’occasione di darmi una vera famiglia.
E poi aver perdonato i genitori di Andrea dopo quello che successe lo scorso Natale… non so dove saremmo adesso se le cose fossero andate diversamente.
Sicuramente, non saremmo così felici, quindi, sono contenta di aver perdonato queste persone che, adesso, fanno irrimediabilmente parte della mia vita.
E adesso che la mia vita è perfetta così com’è, vorrei davvero poter fare qualcosa per Martina: adesso scherza con Charlotte, abbracciata a Marco, ma so che, in fondo in fondo, soffre molto.
«Ehi, amore… Ci sei?»
Sento la voce di Andrea vicino al mio orecchio mentre lo bacia, così riporto l’attenzione sulle due persone più importanti della mia vita.
«Ehi…»
«Alisea si è definitivamente ribellata al cucchiaio di plastica» annuncia triste «Non le va più la pastina» aggiunge indicando il piatto ancora pieno.
«Fa niente. Almeno abbiamo fatto un piccolo passo avanti»
«Già… A cosa pensavi?» chiede passandomi Alisea e inginocchiandosi davanti a me.
«Niente di che» mormoro alzando le spalle e accarezzando la testa di mia figlia mentre comincia a mettersi le mani in bocca.
«Gaia…»
Lo guardo e faccio un respiro profondo. Non so se posso dirlo ad Andrea. Si, Martina è sua sorella e mi ha chiesto di non dire niente, ma sto troppo male per lei e ho bisogno di condividere questa cosa con qualcuno.
«Gaia, che succede?» mi chiede ancora.
«Niente… è solo che…» guardo verso Martina e faccio un altro respiro profondo. «Martina mi ha confessato una cosa terribile ma non dovrai dirlo a nessuno, non ne dovrai parlare nemmeno con lei»
«Ok. È qualcosa di grave?»
«Il fatto di non poter avere dei bambini secondo te lo è?»  chiedo abbassando la voce.
«Cosa?» mi chiede alquanto sconvolto.
«Si, ma adesso ricomponiti»
«Oh mio dio. Immagino come si senta»
«E’ distrutta e vorrei poter fare qualcosa»
«Puoi solo starle accanto»
«Questo senza dubbio» rispondo velocemente.
Andrea mi sorride e mi accarezza la guancia. «Ti amo. Sei così buona»
«Lei avrebbe fatto lo stesso se fosse successo a me»
«Marco lo sa?»
«No. Ti prego non dire niente»
«Stai tranquilla. Non dirò nulla»
«Bene. Mi sento male per lei perché noi abbiamo lei…» dico indicando Alisea «E non l’avevamo nemmeno programmata, invece lei che lo vuole non può averlo»
«Cosa stai dicendo?» mi chiede aggrottando le sopracciglia.
«Non fraintendere. Sono felice di avere una bambina ma, per noi, è stato totalmente inaspettato e adesso l’abbiamo, mentre lei che vuole disperatamente un figlio non può averlo»
«E’ ingiusto, ma non sentirti così. Non è colpa nostra»
«Questo lo so… però è triste»
«Si, lo è»
Gli sorrido debolmente mente abbraccio Alisea e, dopo un bacio sulle labbra per me e uno sulla testa per Alisea, Andrea raggiunge Marco e Brian.
«Gli mancavano già le chiacchiere da uomo?» mi chiede Martina avvicinandosi.
«Credo di si» rispondo ridacchiando.
«Come stai?» le chiedo dopo qualche secondo di silenzio.
«Per il momento bene. Quando non ci penso tutto va bene e anche quando sono con la mia nipotina preferita» dice prendendo le mani di Alisea e baciandole. «Sarà più difficile più tardi quando ritorneremo a casa»
«Continuo a pensare che dovresti dirlo a Marco»
«Vedi che bel primo anniversario»
«Lo so, ma almeno non saresti costretta ad affrontare tutto questo da sola. Hai bisogno del suo sostegno e, soprattutto, non devi stare sola»
«Grazie Gaia. E a proposito di anniversari…» mormora guardandomi maliziosa. Capisco che vuole cambiare argomento, ma non mi è molto chiaro perché mi stia guardando in questo modo.
«Si?» le chiedo vedendo che lei non continua la frase.
«Quando festeggerete il vostro primo anniversario?»
Ah, ecco.
«Oh… ehm, non saprei…»
«Avete intenzione di sposarvi, vero?»
«Si, credo. Cioè… non lo so» balbetto a disagio. Non so davvero cosa pensare a riguardo.
«Avete già Alisea. Perché aspettare?»
«Prima di scoprire di essere incinta, io e Andrea avevamo discusso proprio di questo: matrimonio e bambini. Era ancora troppo presto per me. Non avevo neanche ventitré anni e mi sarei già dovuta sposare»
«Ma adesso hai una figlia»
«Si, ma vorrei che almeno una parte dei miei progetti futuri con Andrea non si realizzino subito, adesso! Abbiamo già corso abbastanza, amo mia figlia ma il matrimonio, ora come ora, è un po’ troppo»
Martina mi sorride e annuisce «Ti sei ritrovata in una vita che non avevi programmato. In un certo senso, capisco come ti senti»
«Grazie»
«Ragazze, venite! Dobbiamo aprire i regali» urla mia madre facendoci segno di seguire gli altri ai divani, vicino al grande albero di Natale.
Mentre mi avvicino, il mio sguardo si posa su Andrea, che mi guarda un po’ ansioso. Distolgo lo sguardo, mi siedo su una poltrona mentre Alisea gioca felice e per niente stanca sulle mie gambe.
«Ansiosa di scoprire il regalo di Andrea?» chiede sua madre al mio orecchio.
«Dovrei esserlo?» le chiedo ridacchiando, cercando di mascherare il nervosismo. In realtà sono spaventata. E se quello che mi ha detto Serena l’altra sera fosse vero?
Se volesse davvero chiedermi di sposarlo?! Dopo quello che ho detto a sua sorella, poi…
Patrizia ride e si siede accanto al marito qualche poltrona più in là. Accanto a me c’è mia madre che gioca con Alisea mentre Andrea, Martina e Charlotte sistemano gli ultimi regali sotto l’albero per poi sedersi a loro volta.
«Curiosa?» mi chiede Andrea baciandomi la guancia.
«Forse un po’. A questo punto, spero ti piaccia quello che ti ho preso»  rispondo sorridendogli e un po’ preoccupata per quello che ho comprato per lui.
«Sono sicuro che mi piacerà. Fai sempre dei bei regali. Ciao amore di papà!» esclama prendendo Alisea dalle mie gambe «Tu sei curiosa di scartare il tuo regalo?» le chiede.
«Non hai ancora fatto il tatuaggio dello scorso Natale» gli ricordo.
«Possiamo andare dopo le feste»
«Hai già deciso il disegno?»
«Pensavo ad una parola»
«Quale?»
«Secondo te? Ho già il tuo…» alza le sopracciglia e accarezza la testa di Alisea.
«Il suo nome?» chiedo indicando la bambina.
«Esatto»
«Ti amo così tanto, Andrea…» mormoro lasciandogli dei piccoli baci sulle labbra.
«E’ bello sentirtelo dire» mi sorride timidamente baciandomi per l’ultima volta.
Sorridiamo entrambi e ci volgiamo verso gli altri per partecipare all’apertura di tutti i regali.
Quindici regali scartati dopo, è arrivato per Andrea il momento di aprire il suo.
«Accidenti…» mormora aprendo la confezione.
«Ti piace?» gli chiedo spaventata.
«E’ bellissimo. Grazie» dice sorridendo a trentadue denti e indossando l’orologio che aveva visto qualche giorno fa mentre sceglievamo i regali per gli altri.
È un Calvin Klein con le fibbie nere, il quadrante grigio e lo sfondo nero. Al posto dei numeri ci sono delle linee, la lancetta dei secondi, a differenza di quelle dei minuti e delle ore grigie e più spesse, è blu e più sottile. Un gran bell’orologio e, quando l’ho visto, ho immaginato subito Andrea con indosso questo modello, invece di altri, magari più belli.
«Ti dispiace se il tuo lo apriamo alla fine? Mi sembra che Alisea sia impaziente di scartare il nostro regalo per lei» dice Andrea slacciando il vecchio orologio e allacciandosi il nuovo al polso.
«Ha solo sei mesi. Non credo capisca molto di quello che sta succedendo»
«Ma è irrequieta»
«Soltanto perché si è stancata di stare in braccio» gli spiego ridacchiando.
Ha sicuramente qualcosa in mente, ma decido di assecondarlo «Ma va bene. Scartiamo il suo»
Nel frattempo tutti cominciano a fare silenzio e a passare due pacchetti per Alisea. Uno è piccolo e ha una forma quadrata come la scatola di un anello, di un bracciale o un paio di orecchini; l’altro ha una forma più irregolare e posso solo immaginare di cosa si tratti.
Tutti gli altri hanno regalato vestitini, scarpette e cose del genere mentre io e Andrea abbiamo optato per un anello che sarà suo nel momento in cui diventerà una donna, come il padre di Andrea aveva fatto per Martina, quindi, credo che Andrea abbia deciso di regalarle qualcos’altro più adatto alla sua età.
I borbottii di Alisea mi fanno intuire che è curiosa anche lei di scartare questo nuovo regalo. Forse è attratta dalla carta da regalo vivace e colorata.
Mentre io e Andrea scartiamo il grosso peluche che non so dove metterò al ritorno a Londra, Alisea comincia a battere le mani e a muovere furiosamente le gambe.
«Le piace!» esclama Andrea ridendo.
«Direi di si. Guarda com' è contenta» Prendo Alisea in braccio e le faccio vedere meglio il grosso peluche. «Ma cosa ti ha regalato papà?» le chiedo avvicinandola al faccione del coniglio.
Tutti si avvicinano per accarezzarlo, mentre Alisea lo attira a sé per mettere un po’ di stoffa in bocca. Libero il coniglio gigante dalla sua presa e le lascio un bacio, con tanto di schiocco, sulla guancia mentre lei mi afferra capelli.
«Alisea ha qualcosa in mano» mi informa Patrizia aiutandomi a liberare i capelli.
«Cos’è?» chiedo aprendo il pugno di mia figlia. «Oddio…» sussurro prendendo l’oggetto prima che Alisea lo lanci e finisca chissà dove.
Guardo Andrea e lui mi sembra preoccupato ma sorride.
Tutti  intorno a noi smettono di parlare. «E’ quello che penso io?» chiedo mentre qualcuno prende in braccio mia figlia. Io, nel frattempo, continuo a fissare l’anello. È molto bello… il genere che mi piace con una fila di sette piccoli diamanti. È meraviglioso.
«Cosa pensi voglia dire?» mi chiede Andrea prendendomi per mano per aiutarmi ad alzarmi e portandomi in veranda.
«Stai per chiedermi di sposarti, vero? Questo era il motivo per cui eri nervoso quando mi hai detto che avevi comprato il mio regalo di Natale»
«Fermati… Voglio sposarti, è vero. Lo voglio così tanto che lo farei anche adesso…»
«Andrea…» mormoro interrompendolo.
«No, ascoltami» dice circondandomi il viso con le mani e lasciandomi un bacio sulle labbra. «Ascoltami e poi mi dirai cosa ne pensi»
Annuisco ancora sotto shock.
«Ricordo ancora la nostra lite quando ti ho confessato di volere dei bambini e di volerti sposare. Non ti avrei messo fretta dopo quello che ci eravamo detti, ma poi mi hai detto di essere incinta e le cose sono cambiate. Insieme, le nostre priorità sono cambiate, ma amo il modo in cui lo hanno fatto. E io amo te per essermi stata accanto. Io so che, in quel momento, un bambino non era nei tuoi piani, ma non so se l'hai fatto per me o semplicemente perché eri felice anche tu di averne uno. Resta il fatto che adesso siamo la cosa migliore che potesse mai capitarmi e non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi dato tutto questo, soprattutto per avermi dato una seconda possibilità. Questo anello non significa che tra qualche mese ci sposeremo, significa che sei mia. È la mia promessa e il mio impegno a starti sempre accanto qualsiasi cosa accada, è il mio cuore che si lega indissolubilmente al tuo. È la mia promessa di non scappare davanti alle difficoltà e il mio impegno a sposarti quando ti sentirai pronta a fare questo passo con me, perché non c’è cosa che vorrei di più, ma vorrei anche che tu fossi entusiasta all’idea di diventare mia moglie e non voglio costringerti a dire di si. Questo anello significa tutto questo. Siamo fidanzati. Stiamo insieme. Siamo una famiglia. Sei l’unica donna che amerò per sempre, insieme a nostra figlia. Stai con me»
Accidenti! È la dichiarazione più bella che mi abbia mai fatto, dopo quella in cui mi confessava di amarmi. Ed io lo amo così tanto per non avermi messo fretta sul  matrimonio.
«Si, si! Sto con te e un giorno ti sposerò. Magari il prossimo anno» esclamo buttandomi su di lui e abbracciandolo forte.
«Magari…»
«Ti amo Andrea…»
«Ti amo da morire» mormora sciogliendo l’abbraccio e baciandomi.
Sento il suo amore in questo bacio e vorrei restare qui a baciarlo per sempre. «Fatti mettere questo anello, adesso» dice ridacchiando ed interrompendo il bacio.
Rido anche io, con le lacrime agli occhi, mentre prende l’anello dalla mia mano e lo mette al mio anulare sinistro. Mi bacia il dito e poi bacia di nuovo me.
«C’è ancora una cosa» dice accarezzandomi la guancia.
«Cosa?»
«Questo è per me, ma completerebbe il quadro»
«Cos’è?» chiedo.
Andrea prende dalla tasca della giacca il pacchetto di poco prima, lo scarta fino a rivelare una scatola azzurra.
«L' hai preso da Tiffany?» gli chiedo sorridendo.
«Si, pensavo ti sarebbe piaciuto» spiega.
«Infatti» gli dico. «Sono curiosa di sapere cosa c’è dentro»
«C’era il tuo anello»
«Ah, e adesso invece cosa c’è?»
«Il mio… li ho presi entrambi» dice e apre il piccolo cofanetto.
«E’ bellissimo» mormoro prendendolo tra le dita.
«Vuoi avere tu l’onore?» chiede sorridendo a sessantaquattro denti.
«Certo!» esclamo prendendo la sua mano e infilando l’anello di platino al suo anulare. «Sei fidanzato a tempo indeterminato»
«Anche tu, quasi signora Ferrari»
Scoppiamo entrambi a ridere, mentre ci stringiamo in un forte abbraccio, prima che le nostre famiglie ci raggiungano per sapere cos’è successo.
«Grazie per tutto» mormoro ad Andrea mentre, una volta rientrati, tutti guardano il mio anello.
«Grazie a te per averlo permesso»
Ignoro gli sguardi e abbraccio Andrea che tiene in braccio nostra figlia.
«Sapevo che avremmo avuto il nostro posto nel mondo»
«Il nostro posto insieme…»
Gli sorrido e, felice, bacio prima lui e poi Alisea. «Insieme»

 
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Allora...
Adesso possibilmente vi state chiedendo: "Ma che senso ha regalarsi gli anelli e non decidere di sposarsi?"
Potrebbe anche non avere senso, ma quando qualcuno non è pronto per quel grande passo non è pronto e basta, quindi, ho pensato che sarebbe stato perfetto inserire gli anelli e alcune promesse senza però decidere la data delle nozze. In futuro succederà! Quando entrambi saranno veramente pronti!
E poi, ammettetelo vi aspettavate tutti che ci sarebbe stata una vera proposta alla fine. In questo modo sarebbe stata una fine scontata, come quando vi aspettavate che in LBIOS Gaia e Andrea sarebbero tornati insieme. Spero che non siate rimasti delusi dalla mia scelta.
Anyway...
Lascerò il discorso finale all'epilogo, perchè devo ancora lavorarci e voglio scriverlo bene. Non devono soltanto quattro paroline messe una dietro l'altra per ringraziarvi semplicemente.
Tutto quello che avete fatto per la mia storia e intendo leggerla, recensirla e apprezzarla, ha significato davvero molto per me, quindi meritate un ringraziamento speciale e spero di essere in grado di scriverlo!
Ok, detto questo auguratemi Buona fortuna per il mio colloquio di giorno 27 a Londra. Ho veramente bisogno di tutta la fortuna possibile, perchè il mio umore, più si avvicina il giorno della partenza, più va sprofondando e meno speranze nutro per il mio progetto!
Va bene, adesso vi lascio andare!
Buona giornata!
A venerdì prossimo con l'epilogo (se sopravvivo al volo :P)
Francy <3
   
 
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