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Autore: L Change the World    22/11/2013    2 recensioni
[OzxGil] [GilxBreak] [Triangolo!]
Dopo aver nascosto troppo a lungo la loro tormentata storia d’amore, Gilbert e Oz sono ora una coppia di fatto, la cui unione ha gettato nell’indignazione gran parte della città, nonché le rispettive Casate Ducali, ora nemiche più che mai.
L’amore che l’uno prova per l’altro è un sentimento talmente forte e potente che niente potrebbe più ostacolare il loro vivere felici e liberi da ogni pensiero.
Ma c’è qualcuno che getterà un’ombra forse troppo grande su di loro, qualcuno che costringerà i due sfortunati amanti a fare i conti con il passato.
Gli antichi sentimenti possono rinascere, possono affievolirsi, possono lasciare ferite a volte profonde, ma non potranno mai scomparire del tutto...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alice, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti, Xerxes Break
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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“Hai già un’idea su cosa regalare a Oz?” gli chiese Break con aria affabile.

“Beh, se ce l’avessi avuta non ti avrei chiamato, o sbaglio?” Gilbert spostò lo sguardo sul sorrisetto represso di Break, e, malgrado ciò, un angolo della bocca gli si sollevò.
Camminavano fianco a fianco, le loro spalle che si sfioravano ad ogni passo, per la via principale del paese ormai totalmente imbiancato. Tra le persone che concludevano gli ultimi regali regnava un’atmosfera natalizia piacevole perfino a chi, come Gilbert, aveva sempre odiato le feste.

Di colpo i pensieri del ragazzo andarono a Oz, a come lo aveva quasi lasciato, alle parole che gli martellavano in testa da quando era scomparso dietro la porta di casa sua.
Io non mi sento all’altezza, Gil! Quelle parole lo avevano ferito come mille, piccole lame. Possibile che Oz non si rendesse conto di quanto lo amava? O forse il problema non era Oz, era lui che, come sempre, faceva fatica ad esternare i suoi veri sentimenti. Per un attimo, si sentì sprofondare nel vuoto.

“E se provassimo qui?” la voce di Break lo riesumò di colpo da quei pensieri. Si girò verso l’albino, incantato davanti alla vetrina di un negozio di dolci, intento a contemplare la più grande varietà di cioccolata che Gilbert avesse mai visto. A quella vista, il ragazzo non poté fare a meno di ridere.

“Cosa c’è? Andiamo, è la perfezione!” Break era in un brodo di giuggiole. D’un tratto, forse per la prima volta, sotto tutte quelle luci, Gilbert si accorse della spaventosa bellezza dell’albino. Non lo aveva mai visto sotto quell’aspetto, nemmeno per il breve tempo in cui erano stati insieme, ma ora che lo guardava sorridente davanti a degli stupidi dolci, con quell’aria da bambino che nasconde però una persona totalmente afflitta, si accorse di quanto potesse essere attraente.

“Allora, che dici, entriamo o no?”

“Non penso che Oz apprezzerebbe, o perlomeno non quanto te...”

“Già, l’avevo pensato anche io.” rispose Break, annuendo “Però potremmo sempre tentare.” All’improvviso, Gilbert si sentì prendere la mano  e trascinare all’interno del negozio. Subito, un calore e un intenso profumo di dolce appena sfornato lo invasero, facendogli desiderare di non uscirne mai più. Il tepore di quella stanza gli riscaldò ogni centimetro del suo corpo infreddolito mentre, con estrema calma, avanzava tra gli scaffali ricchi di leccornie.

I suoi piedi lo portarono dritto dritto in un angolo del negozio, dove una commessa perfettamente in tiro sollecitava i clienti all’assaggio di alcune varietà di cioccolato.
“Vuoi provare?” chiese Break, prendendo un pezzo di tavoletta e avvicinandolo alla bocca del ragazzo. Malgrado la sorpresa, Gilbert addentò il cioccolato direttamente dalle dite bianche affusolate dell’albino. Fondente, il suo preferito.

“Come facevi a saperlo?” chiese Gilbert, accennando un sorriso.

“Quando prendevamo il tè insieme, sceglievi sempre i pasticcini al fondente, me lo ricordo bene.” Break gli passò il pollice sull’angolo della bocca prima di scomparire in mezzo alle persone.

Appena uscirono, cominciarono a girare in lungo e in largo quasi l’intero paese, fermandosi qualche volta nel tentativo di vedere possibili regali che puntualmente venivano scartati ora da Gilbert, ora da Break. Non pensava che un’impresa di quel genere dovesse costargli così tanto tempo e fatica.

“Cosa farai domani?” gli chiese Break, avvicinandosi di più a lui.

“Nulla, come tutti gli anni. Lo sai che non sopporto le feste.” disse Gilbert, chiedendosi nuovamente cosa stesse facendo Oz. Magari stava aiutando Oscar ad allestire la villa dei Vessalius in stile natalizio. Le ricordava bene le feste di Natale con Oz, quando erano bambini: un tripudio di luci e colori, decorazioni di ogni forma e dimensioni, abeti giganteschi su ogni piano, per non parlare delle cene, con tutte quelle portate deliziose e quel calore familiare che Gilbert non aveva mai veramente provato. Ricordava anche che Oz doveva tirarlo a forza per presentarlo ai membri della sua famiglia, per farlo sedere a tavola come tutti loro, perfino per scartare gli unici due regali che Oscar e Oz si ostinavano a fargli nonostante il suo disappunto. Era difficile ammetterlo, ma aveva nostalgia dei vecchi tempi. “Tu invece?”

“Io festeggerò in santa pace con i Rainsworth, mangiando dolci fino a scoppiare. Come ogni anno.” Si era ormai fatto buio, e le poche persone che non erano ancora rincasate per la Vigilia si stavano velocemente dileguando. Gilbert vide il portone di casa sua e fece per attraversare.

“Gilbert!” urlò Break, e il ragazzo si sentì strattonare per la manica prima che una carrozza sfrecciasse a tutta velocità dove un attimo prima c’era il suo piede. Per la sorpresa, Gilbert inciampò, rovinando su Break e inchiodandolo al muro con il suo corpo. Il suo volto era a pochi centimetri da quello di Break, i loro nasi che si sfioravano, le mani del ragazzo sul suo petto ansimante. Sentiva il respiri gelidi fondersi insieme mentre il suo sguardo passava dall’unico occhio rosso al ciuffo bianco e scomposto, dalle guance visibilmente arrossate alla sua bocca leggermente dischiusa. Dopo quelle che sembrarono ore, Gilbert si staccò e tossicchiò imbarazzato.

“Grazie.” balbettò, stirandosi la giacca e sentendo il volto avvampare nonostante il freddo.

“Non c’è di che.” disse Break, sorridendo e stringendo le labbra “Dovrei andare, sennò rischio di far tardi.”

“Ehm, sì, certo.”

“Ci vediamo, Gilbert caro.” Break gli spostò una ciocca di capelli dal viso, costringendolo ad alzare nuovamente lo sguardo.

Lo guardò andare via con quella sua camminata frivola finché non fu fuori dalla sua vista, e il suo cuore ancora batteva freneticamente.

                                                                                                 -

Break andava di fretta. Mai andato più in fretta di così. Aveva liquidato tutti con un saluto fugace che certamente non gli rendeva onore, ma cosa ci poteva fare? Tirò fuori dalla tasca quel bigliettino ormai tutto accartocciato e lo rilesse per quella che, quasi certamente, era la centesima volta. Ti andrebbe di passare la Vigilia insieme? P.s. Le chiavi sono sotto lo zerbino, credo.

Quando fu davanti alla porta aveva il fiatone e, ci avrebbe scommesso, anche i capelli fuori posto. Si aggiustò il ciuffo bianco, si abbassò e alzò il piccolo quanto consunto tappetino, prendendo un’unica chiave arrugginita e girandola nella toppa non senza difficoltà.

Appena entrò, un odore strano ma incredibilmente forte gli riempì le narici, facendolo lottare contro l’impulso di tossire. Si voltò e vide Gilbert con le gambe incrociate sul letto, con i capelli che gli ricadevano sul volto, intento a bere da una bottiglia di medie dimensioni.

“Non credevo saresti venuto.” gli disse il ragazzo con una voce leggermente gracchiante, ma incredibilmente suadente.

“Perché dici così?”

“Quello è per te.” disse Gilbert, indicando un pacchetto con tanto di coccarda abbandonato sul tavolo. Prima ancora che Break lo prendesse, gli disse:”Sono dei cioccolatini. Visto che ti piacciono tanto, ho pensato di regalarteli.”

Ma l’attenzione di Break era rivolta ad altro. Si avvicinò al ragazzo, e quell’odore forte si intensificò. Tra le coperte smosse, l’albino intravide una bottiglia vuota simile a quella che Gilbert si stava di nuovo portando alla bocca, finendo anch’essa. La rigirò. Vodka.

“Dove hai preso questa roba, Gil?”

“Dal panettiere.”

“Cerca di fare poco lo spiritoso! Te ne sei bevute due, cosa pensavi di fare?”

“Oh, sta’ zitto...” Gilbert si alzò sulle ginocchia, prendendolo per i fianchi e avvicinandolo a sé. Prima che Break avesse anche il tempo di dire una sola parola, il ragazzo lo baciò. Il sapore acre dell’alcol gli invase la gola, ma lui a malapena se ne accorse. Non fu un bacio appassionato, né frettoloso o violento, ma di una dolcezza tale da sorprendere anche Break, che conosceva fin troppo bene i suoi baci assenti e fugaci. Si abbandonò al tocco di quelle labbra morbide e familiari, e quando la lingua del ragazzo dischiuse la sua bocca sentì il suo corpo avvampare. Gli era mancato terribilmente, e ora che lo aveva tutto per sé non poté far altro se non assecondare quello che sembrava un incredibile bisogno di affetto. Break gli mise una mano sulla guancia bollente, e sentì le sue mani insinuarsi sotto la maglietta e scorrere lungo la sua schiena. Gilbert gemette sommessamente, tirandolo su di sé e facendolo salire sul materasso cigolante.

“Sdraiati qui.” mormorò il ragazzo, alludendo al posto vuoto accanto a sé. Seppur con riluttanza, Break obbedì, e prima che la sua schiena si adagiasse sul materasso le braccia di Gilbert lo circondarono in un abbraccio stritolante, strappandogli un sorriso e portandolo a fare lo stesso. Il ragazzo affondò il viso sul suo petto e chiuse gli occhi, come se fosse intento ad ascoltare i battiti accelerati del suo cuore.

“Sono confuso, Break. Molto confuso.” disse Gilbert, annuendo da solo.

“Perché?”

“Perché tu mi piaci.” Break inspirò profondamente. Nemmeno quando erano stati insieme, Gilbert gli aveva mai detto una cosa del genere, perlomeno non così esplicitamente. Si costrinse a mantenere un’espressione neutrale anche se dentro di sé i suoi organi vitali erano in subbuglio “Solo che c’è un problema.”

“Del tipo?”

“Perché io amo Oz.” disse Gilbert, ridendo e tirando su la testa per guardarlo “Cosa devo fare?”

“Non dovresti chiederlo al diretto interessato.”

“Ma tu sei tutto ciò che ho in questo momento. Anche se non mi fido di te.” Break rise a quell’osservazione. Come poterlo biasimare: l’aveva usato per gran parte della sua esistenza, fin da quando era bambino, era logico che non avesse nemmeno un briciolo di fiducia.

“Penso che sia una cosa che solo tu puoi sapere. Devi sentirlo qui.” L’albino gli poggiò un mano sul petto, e Gilbert sussultò “Cavolo, mi sa tanto di commedia sentimentale. Puah!”

“Sì, pensavo la stessa cosa.” Gilbert gli si addossò ancora di più, mettendogli una gamba sopra la sua “Ho mal di testa.”

“Promettimi che non berrai più vodka in vita tua. Giuralo su...”

“Giuro su Oz che non berrò più alcol. Mi fa schifo, a dir la verità. Mi fa veramente schifo.”

Restarono così, abbracciati l’uno all’altro per quasi tutta la notte, a metà dormendo, a metà guardando il soffitto e biascicando parole senza il benché minimo senso.

“Posso baciarti un’altra volta?” chiese Gilbert all’improvviso, stringendo le labbra e guardandolo con i suoi occhi dorati.

“Ok.” Gilbert si sporse su di lui, esitando per un secondo per guardalo fisso nell’unico occhio rosso prima di posare le proprie labbra sulle sue. “Sai, Break, credo di aver preso la mia decisione...”
  
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