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Autore: gloria horan    22/11/2013    19 recensioni
Noi siamo chi siamo. Semplici parole, ma molto profonde. Perchè noi ragazze, prima o poi, ci confrontiamo con delle altre e ci sentiamo brutte in confronto a loro.
Questa fanfiction è dedicata a tutte le ragazze che pensano di non essere belle, anche se questa è solo una loro fantasia, in realtà sono bellissime.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jade Thirlwall, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock, Perrie Edwards
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passai gran parte dei giorni seguenti a pensare a Zayn, a come ero stata incantata dal suo fascino e dalla sua gentilezza, a come fosse impossibile dimenticarlo.
Lui era speciale, di questo ne ero sicura, era unico e perfetto. Ma chissà se saremmo mai riusciti a combaciare come un principe e la sua principessa…
 
‘Jesy!’ Urlò Harry dal salotto. ‘ C’è Niall al telefono.’ Rimasi sorpresa: come mai Niall mi aveva chiamato al telefono di casa e non al mio cellulare, come al solito? Mi alzai dal letto e presi in mano la cornetta.
 
‘Sì?’ Chiesi cercando di essere il meno possibile meravigliata.
 
‘Mi dispiace di essere scappato come un coniglio fifone e di averti messo in questa posizione scomoda. Ho fatto tutto da solo, mi sono illuso e ho sognato una storia romantica tra noi due quando ero consapevole che non sarebbe potuto accadere.’ Disse tutto d’un fiato, come se facesse uno sforzo indescrivibile. Una lacrima scese lentamente dal mio occhio: era da mesi che desideravo sentire quelle parole e vedere risolto il nostro rapporto completamente. Niall era un angelo puro e riusciva sempre a fare le cose nel modo migliore.
 
‘Ti voglio bene angelo.’ Gli dissi con il cuore in mano. ‘Nessuno è come te.’
 
‘Penso la stessa cosa di te, quando stiamo insieme non mi importa nulla degli altri, di cosa possano fare o se ci parleranno dietro. Riesci a farmi cambiare solo con il tuo sguardo e insieme creiamo una bolla di sapone che ci separa da tutti. Riesco a dirti cose che non ammetto pure a me stesso.’
 
‘E ci sentiamo bene solo sapendo che siamo uno accanto all’atro, giusto?’ Aggiunsi con entusiasmo.
 
‘Sì, e ci sfoghiamo anche per le minime cose, che per noi sono importanti ma per l’altro sono assurdità. Però ci consoliamo l’un l’altro come se condividessimo la stessa vita, giusto?’
 
‘Certo, e…ci vogliamo bene, soprattutto.’
 
‘E’ bellissimo, non tutti hanno questo rapporto con un amico.’ Detto questo, restammo un po’ in silenzio. Dentro di me ero super sollevata, finalmente avevamo fatto pace e mi sentivo come su una nuvola. Eppure…quelle frasi  che avevamo appena detto…facevano riflettere.
Davvero provavo quelle cose con Niall? Certo! E allora perché non stavamo insieme? Perché non mi dimenticavo di Zayn, che era insulso?  Lui mi aveva detto che aveva sofferto dopo la rottura, ma questo non significava che volesse riprovarci, né che fosse pronto per comportarsi in modo più maturo.
 
‘Senti Niall..’ Provai per un secondo l’irrefrenabile desiderio di ignorare i miei pensieri e dirgli  che l’amavo, ma poi fui bloccata. Non so esattamente da cosa, ma mi ricordo che restai zitta e cambiai idea.
 
‘Sì?’
 
‘No niente. Ora devo andare, ci risentiamo, ok?’
 
‘Ok, ciao Jesy.’
 
‘Ah, dimenticavo, ricorda che ti voglio bene.
 
‘E’ la terza volta che me lo dici!’ Ribattè leggermente scocciato.
 
‘Ma è la verità. Ciao Niall.’ Riagganciai, con la consapevolezza che non sarei mai riuscita a provare sentimenti forti, come l’amore, per lui.
 
 
Due mesi dopo, mi trovavo sulle spiagge del North Carolina, seduta accanto alla mia tavola da surf e una fotografia che avevo scattato prima di partire per questo viaggio.
La presi per la centesima volta in mano e restai ad osservarla. C’eravamo io, Nicole, Jade e Ley. Loro avevano pianto all’idea di abbandonarmi, ma io avevo detto che sarei stata via solo per un anno. Avevo preso quella decisione qualche giorno dopo la mia rappacificazione con Niall: avevo bisogno di un po’ di riposo e d’allontanarmi dalla vita frenetica di Londra. Era un gesto decisivo e importante, ma andava fatto. Volevo svegliarmi senza avere la paura di incontrare di nuovo Zayn e sentire la sua voce così apparentemente dolce.
Siccome la mia famiglia ne aveva la possibilità economica, m’ avevano accontentato. Naturalmente in North Carolina lavoravo, in una piccola impresa artigianale della zona, e così riuscivo a mantenermi in qualche modo.
Mi era costato tantissimo separarmi dalla mia vita, da mio fratello, dalla mie amiche, dai miei genitori…ma lì mi sentivo libera come non mai.
Ero come un uccello liberato dopo essere stato rinchiuso per anni in una gabbia restrittiva.
La vita in quei piccoli paesi era semplice: m’alzavo presto la mattina, preparavo la colazione, andavo a lavorare, tornavo verso le quattro a casa e quando avevo finito di sbrigare le faccende, andavo in spiaggia. Senza preoccupazioni o pensieri in eccesso. Restavo per intere ore ad osservare la distesa del mare davanti a me, quando non c’erano altre persone. I suoi colori, le onde che si rincorrevano…mi davano nostalgia di casa e allo stesso tempo un senso di familiarità.
I tramonti erano periodi speciali, magici, in cui io sognavo ad occhi aperti di trasformarmi in una nuova a diventare rossa o arancione o gialla come loro.
Sedersi sulla sabbia e restare ad ammirarli era uno spettacolo impagabile, infondeva una calma paradisiaca.
E se magari mi capitava di rimpiangere le carezze di mamma che mi consolavano quando ero triste, o Harry che entrava continuamente in camera mia per assicurarsi che stavo bene, o le mie tre migliori amiche con la loro infinita dolcezza, mi bastava guardare uno di quei tramonti e sentirmi come adottata delle nuvole. In effetti era un po’ così, io e quel posto eravamo diventati una sola cosa. Potevo allargare le braccia in un abbraccio e sentire calore umano.
Siccome comunque un po’ di solitudine la provavo, avevo adottato un cagnolino che avevo chiamato Scricciolo. Mi dava un senso di sicurezza in più quando la notte ero sola in casa e poi era amichevole, voleva essere accarezzato e leccava la mano quando gliela porgevi. La sera lo facevo giocare sulla spiaggia, lanciando un bastone in acqua oppure prendendo una pallina morbida da mordere. Non gli mancavano mai le forze e mi faceva ridere continuamente con le sue capriole e le faccine dolci che faceva per ottenere qualcosa.
Naturalmente m’ ero fatta anche delle amiche umane: da un po’ di tempo andavo spesso al bar vicino alla spiaggia e chiacchieravo con due ragazze del posto. Avevano un accento del Sud molto marcato e a volte facevo davvero fatica a capirle, ma piano piano mi stavo abituando.
Si chiamavano Anna e Marta, abitavano lì sin dalla nascita ma avevano origini spagnole.
Anna aveva un corpo da modella, biondi capelli a caschetto e occhi azzurro scuro, quasi grigio. La sua voce era squillante e sapeva essere ironica oppure seria nei momenti giusti.
Marta era leggermente più in carne, dai lunghi capelli mori e occhi azzurri come il mare. Era sempre pronta a dire la sua, però sapeva ascoltare in una maniera incredibile.
Mentre tutte le altre ragazze del posto s’erano limitate a salutarmi, loro due avevano dato il via ad una conversazione che ci aveva portate a conoscerci sempre meglio, fino a diventare amiche.
Ed era quella una cosa che adoravo di quella piccola città sperduta nel North Carolina: gli sconosciuti diventavano conosciuti in un battito di ciglia, mentre a Londra nessuno si calcolava. Ognuno conduceva la vita ignorando la maggior parte delle persone, quasi come se non avessero nulla di speciale.
Lì mi sentivo amata, incondizionatamente, e per la primissima volta nella mia vita si trattava di un amore da ricambiare senza alcun problema, un amore del tutto genuino, che non si sarebbe ribaltato neanche con la tempesta più forte. Certo, ero consapevole che prima o poi sarebbero giunti i problemi, anche seri, ma in quel momento volevo solo annusare l’aria piena di salsedine, buttare la testa all’indietro e chiudere gli occhi rilassandosi. Liberarmi di tutto lo stress che m’ero portata dietro negli ultimi anni.
 
‘Ehy Jesy!’ Mi voltai dopo quest’urlo e vidi Anna e Marta raggiungermi correndo sulla spiaggia. ‘Cosa ci fai qui tutta sola?’
 
‘Guardavo il tramonto.’ Di fronte a noi si stagliava il cielo rosso come il sangue, uno spettacolo davvero poetico, che non mi sarei mai stancata di vedere. Si sedettero accanto a me, dalla parte sinistra e osservarono anche loro il cielo. Dopo qualche minuto di silenzio, Anna sospirò.
 
‘Sai Jesy, ci hai raccontato molte cose di te in questo poco tempo, però in alcuni punti sei stata parecchio evasiva, come quando hai raccontato di quel tuo ex e del tuo migliore amico.
Ci piacerebbe conoscere la storia fino infondo, ma solo se tu vuoi naturalmente. Comunque ti promettiamo che non ne faremo un pettegolezzo.’ Dopo quella richiesta, sbuffai anch’ io, mi feci coraggio e iniziai a raccontare.
Non so esattamente perché lo feci, non credo per accontentare loro due, piuttosto per fare chiarezza nella mia mente. Mentre narravo tutto, facendo anche un po’ di confusione, riuscii a vedere in modo più distaccato quegli eventi. Capii definitivamente quanto Zayn mi avesse consumato sentimentalmente e quanto Niall era stato dolce ne miei confronti.
Capii che Perrie non era mai stata mia amica e che forse era meglio se non avevamo fatto ancora pace. Capii tantissime cose.
 
 
CIAOOOOO
spero che questo capitolo vi piaccia, contiene una grande svolta nella vita di Jesy: s'è trasferita in North Carolina per lasciarsi alle spalle la vecchia vita e tutti i suoi problemi. Io la invidio un po', onestamente.
Comunque, personalmente mi piace molto la parte in cui riflette sulla vita in quella piccola città, spero sia piaciuta pure a voi! E che dite della chiamata di Niall? 
Lasciatemi il vostro parere. Intanto vi avviso che il prossimo sarà l'ultimo capitolo di questa ff.
Ringrazio tantissimo per il banner 
emotjon.
Poi vi chiedo se potreste passare da questa mia nuovissima ff, vi pregooooo: I segreti del mare
  
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