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Autore: feilin    22/11/2013    2 recensioni
Comincio col dire che questa storia è... mh, diciamo un altro punto di vista della storia che sta scrivendo un altra autrice, che ha caricato la storia nella categoria dei SS501. Quindi, voi potete anche non leggere il suo, ma se volete capire la storia a 360 gradi, allora fatelo ( è consigliabile la seconda opzione XD) oltre a questo ovviamente questa storia si concentra sugli SHINee, ma troverete parecchi altri personaggi come i SS501, Hongki, Suju ecc ecc XD è una storia molto carina, che consiglio a tutti. Buttateci un occhio :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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:D Salve. Oggi ne metterò solo uno u.u che poi sarebbe Siwon che abbiamo incontrato nel capitolo precedente u.u 
Siwon
ENJOY!!! 



Capitolo IX
 
Porca miseria! Nella gioia di vedere Hongki ho scordato che casa sua è la stessa dove vive Jonghyun!
Era da mezz’ora che avevo la tazza con il latte e i cereali ancora piena davanti a me, nel tentativo di pensare ad un modo per evitare quella casa. Non potevo disdire tutto, e non potevo portare Hongki a casa perché Taemin avrebbe fatto sentire il suo disappunto, e non volevo far sentire in imbarazzo Hongki. Avrei solo dovuto stringere i denti ed entrare di nuovo nella casa del “nemico”. In realtà mi sembrava poco carino accettare di stare a casa di Jong per fare le ripetizioni ad Hongki, dopo che mi aveva chiesto così tante volte di farlo, rimediando sempre un no.
Potrei sopportare la presenza di Jonghyun durante la lezione no? Così prendo due piccioni con una fava, Jong vuole ripetizioni, Hongki anche, magari con la presenza di quest’ultimo riesco a non lanciare una sedia all’altro.
Annuii convinta, immergendo il cucchiaio nella tazza, prendendo i cereali e ficcandomeli in bocca. Guardai Taemin scendere le scale, già vestito e pronto per andare chissà dove. Entrò in cucina non degnandomi di uno sguardo, aprì il frigo prendendo il suo banana milk, e se ne andò in salotto a guardare la televisione.
Buongiorno anche a te.
Borbottai qualcosa e finii i miei cereali. Avrei preparato i fogli con degli esercizi da far usare ad Hongki, e degli schemi per la grammatica che creava sempre dei problemi.
Dopo pranzo mi preparai accuratamente, cercando di rendermi presentabile. I capelli ovviamente mi davano i soliti problemi. Perché non potevo essere liscia come il resto della Corea? Era frustrante dover essere sempre la riccia di turno con i tratti occidentali. Ero per metà coreana, eppure di coreano non avevo un bel niente, nemmeno il taglio degli occhi.
Dopo essermi data un minimo di decenza presi tutto l’occorrente per la giornata e uscii di casa sotto gli occhi di Taemin, che si stava preparando come me per uscire.
- Vado a far ripetizioni a Hongki, torno più tardi - commentai guardandolo mentre si abbottonava la giacca, pronto ad uscire.
- Io sto andando da Minho - disse con freddezza. Minho. Chissà se aveva già saputo del tradimento di Tiffany? Probabilmente non avrebbe reagito bene… gli altri SHINee avrebbero dovuto stargli vicino il più possibile.
Mi chiusi la porta alle spalle, guardando Taemin uscire dal cancello e sparire poco dopo dietro l’angolo della strada che conduceva a casa del rapper. Sospirai pesantemente, pensando al fatto che avrei dovuto essere io quello incavolata nera con lui e non il contrario, ma se Taemin voleva fare il gioco del silenzio lo avrei accontentato. Prima o poi si sarebbe stancato.
Venti minuti dopo ero arrivata davanti a quella casa che non vedevo da tempo. La neve aveva riempito il tetto e nascosto il giardino. Citofonai e mi venne ad aprire Hongki felice come una pasqua.
- Ciao Hongki - sorrisi contenta di vederlo. Mi fece entrare dopo un breve saluto e ci accomodammo sul tavolo della cucina, dove appoggiai la borsa con i quaderni.
- Allora, cosa non hai capito? - chiesi tirando fuori fogli e schemi.
- Dovrei fare questa traduzione e rispondere alle domande, ma io sono un po’ negato nella grammatica o a capire in generale questa benedetta lingua, quindi… potresti spiegarmi le cose che troveremo sulla traduzione - affermò imbarazzato, dandomi il libro con sopra la traduzione che era lunga tutta la pagina.
- Capisco, va bene, vediamo cosa riusciamo a fare. Intanto comincia a leggere e a sottolineare le cose che non capisci - dissi sedendomi e chiedendomi vagamente dove fosse Jonghyun. Dieci minuti dopo sentii qualcuno scendere le scale, e vidi Ilaria andare a bere dell’acqua per poi salutarmi. Prima che risalisse le scale la chiamai.
- Jong dov’è? - chiesi non del tutto convinta.
- In camera sua, credo. Perché? - chiese lei evidentemente stupita.
E chi non potrebbe esserlo? L’ho evitato come la peste e all’improvviso chiedo di lui.
- Pensavo scendesse per studiare con noi… - mormorai abbassando lo sguardo.
- Se vuoi lo posso chiamare -
- Chiamalo, servirà anche a lui - commentò Hongki chino sul libro, continuando a leggere e a concentrarsi per capire il più possibile. Sorrisi nel vederlo così impegnato. Era carino.
Poco dopo lo sentii scendere le scale e mettersi davanti a me, accompagnato dal libro d’inglese. Gli dissi di fare  i compiti che ci avevano assegnato. Per i primi dieci minuti gli spiegai il significato di diverse parole, e come doveva svolgere l’esercizio. Dopo trenta minuti cominciai ad alterarmi, perché mi faceva ripetere le stesse identiche cose come se fossi un registratore.
Per l’amor del cielo, non si sta per niente concentrando. Non è possibile che non abbia ancora capito cosa debba fare! Eppure penso di parlare un coreano abbastanza decente! 
- Non capisco - mormorò lui.
- Caprone! Concentrati! - dissi sbattendo il libro sul tavolo scocciata. Lui sbuffò e cominciò a scrivere qualcosa sul quaderno.
- Attento, devi scrivere al passato lì - commentai con calma, indicandogli il punto esatto. Guardai intanto cosa faceva Hongki, che fortunatamente non prestava attenzione alle nostre discussioni, ma che cercava di fare del suo meglio. Hongki non era troppo diverso da Jong, in linea generale facevano gli stessi errori, ma almeno lui li faceva una volta sola.
- Jong, hai scritto di nuovo male. Ti ho detto di metterlo al passato - commentai nuovamente. Dopo qualche minuto cominciai ad alterarmi nuovamente.
- Ti ho detto di scriverlo al passato e tu lo metti al futuro!? Ma mi prendi in giro!?- chiesi scocciata.
- Lo sai che mi confondo con i verbi, è inutile che ti arrabbi! - mi ringhiò contro lui.
- Siamo all’ultimo anno delle superiori e tu ti confondi ancora tra passato e futuro!? -
- Sì! Altrimenti sarei stato un genio in inglese non credi? Non avrei bisogno di ripetizioni se sapessi fare bene tutto quanto! -
Sbuffai pesantemente: - qual è il problema? Devi solo mettere was e were a seconda del soggetto! – commentai guardandolo mentre lui guardava altrove scocciato – Vuoi prestarmi attenzione!?- gridai sbattendo la mano sul tavolo.
- Ti sto prestando attenzione! - gridò più forte lui.
-No, non è vero! Se così fosse, non avresti fatto per la terza volta lo stesso errore!-,
-Mi sono solo sbagliato ok!?!-.
-Cerca di applicarti, non posso rispiegare duemila volte la stessa stupidissima cosa se poi neanche mi ascolti!-. Dissi esausta e sempre più irritata per il suo comportamento.
- Ragazzi, smettetela adesso. Non litigate, è solo un compito…- commentò Hongki cercando di calmare le acque ma scattammo entrambi nella sua direzione fulminandolo.
- NON IMPICCIARTI!- urlammo in coro per poi tornare a fulminarci.
-Non è solo un compito, è la sua testa dura che non capisce quando è l’ora di smettere di fare il ragazzino! Come mesi fa! Quando ha deciso di ignorarmi completamente per dedicarsi alla sorella, ingelosirsi di lei per cose futili e insensate!-, sbraitai furente.
Jong mi fulminò: -Senti quale bocca da fiato alle mie parole… Parliamo di te, signorina “sono una santa”! Nell’ultimo periodo mi stai facendo penare! Ho fatto di tutto pur di farmi perdonare eppure non ti accontenti!- a quelle parole scattai.
-E’ questo il punto, Jong! Non voglio più accontentarmi! Non voglio più sgolarmi per farmi sentire e ascoltare da te! Non voglio più fare figuracce davanti a tutti in un locale, solo per la tua stupidità!-. Urlai sbattendo le mani sul tavolo, trucidandolo quanto possibile con lo sguardo. Ero così stufa di dover sopportare tutto quello che diceva contro di me. Ci mancava che desse la colpa a me! Era il momento adatto per esternare tutto quello che avevo dentro.
Jong si alzò dalla sedia: -Andiamo in camera mia a parlare, questa è una cosa che dobbiamo risolvere da soli…-, disse in modo glaciale. Era freddo e molto serio, come poche volte lo avevo visto. Sapevo che sarebbe potuto esplodere di rabbia da un momento all’altro, ma probabilmente sarei esplosa con lui. Lo seguii silenziosamente fino in camera, dove chiuse la porta.
- Qual è il tuo problema!? - sbottò nuovamente. Mi passai una mano fra i capelli, incredula.
- Qual è il mio problema? Quand’è stata l’ultima volta che mi hai detto “ ti amo?” e quelli detti sotto le lenzuola non contano – chiesi ascoltando il suo silenzio che durò qualche secondo – Eccolo il mio problema! Jong tu non ti curi più di me da troppo tempo. Sono diventata un abitudine per te, sai che sono qui quando ti servo ma poi basta. Io non sono fatta di pezza Jong, io ho dei sentimenti, e soffro quando vedo che non mi è concesso avere qualcuno con cui parlare perché è troppo impegnato a lamentarsi della sorella…- dissi abbassando il tono di voce.
-Non ho intenzione di continuare così, Jong. Sono stanca, irritata e…-, continuai.
-…confusa? -proseguì lui scettico- già, mi sono ben accorto del legame che si sta creando tra te e Hongki-, sbottò lui acido e tagliente. Alzai un sopracciglio sorpresa.
-Che stai farneticando? Hongki è solo un amico e non prenderebbe mai il tuo posto, se questo che intendi!-, gridai offesa. Anche lui pensava che lo potessi tradire così?
Ho davvero la faccia di una che tradirebbe al primo bel viso che mi passa davanti!? Grazie per la fiducia!
-L’HA FATTO!-, Strillò furente Jonghyun, spaventandomi.
-Che stai…?-.
-Ogni volta che ti chiedo aiuto, che cerco di rimediare… SEI SEMPRE OCCUPATA! E subito dopo arriva LUI! Per lui non c’è problema! Lui è perfetto! Il ragazzo che tutti vorremmo avere! Persino mio padre lo elogia in continuazione! Eppure siamo identici!-, continuò a gridare.
Restai in silenzio, ferita dal fatto che pensasse che fossi così facile. Non volevo che si sentisse inferiore ad Hongki, ma non potevo neanche negare di aver legato davvero tanto con quest’ultimo.
-Ho bisogno di tempo per capire, Jong… Non posso andare avanti così-,Dissi sospirando mordendomi un labbro, cercando di apparire decisa nelle mie parole.
-Mi stai lasciando?-, chiese lui con voce rotta, che mi costrinse a guardare altrove. Mi avvicinai alla porta, pronta per uscire.
Lo sto lasciando?
-No, ma ti sto chiedendo una pausa di riflessione. Il mio cervello ha bisogno di ossigeno e così non riesco a pensare senza la mente lucida. Mi serve tempo…-affermai decisa girando la maniglia.
-Fra due giorni parto per la montagna. Resto via per una settimana bianca…-, disse lui.
-Non so se mi basterà questo tempo, ma cercherò di schiarire le mie idee il più presto possibile. Per il momento… passa un buon Natale, Jong-, commentai uscendo, sentendo dei rumori provenienti dal bagno che mi fecero capire che qualcuno aveva ascoltato tutto. Fuggii di corsa da quella casa, non prima di aver preso tutto.
Sento un nodo allo stomaco e alla gola che mi fa male.  
Camminai guardando avanti a me, ancora incredula di quello che era appena successo. Non avevo ancora realizzato il fatto che avessi quasi lasciato il mio ragazzo. Ero convinta di quello che avevo fatto, ma mi sentivo malissimo, sapevo che era necessario per capire e affrontare al meglio la nostra situazione, ma ne soffrivo.
Torna a casa, continua a camminare, torna a casa e non uscire mai più dalla tua camera, nemmeno se ti pregano in ginocchio.
Dopo un tempo che sembrò infinito, arrivai a casa. Una volta dentro guardai a malapena Taemin che stava per salire le scale. Il suo sguardo da neutro passò al preoccupato e si avvicinò a me mentre mi toglievo la giacca.
- Cos’è successo? - chiese. Non risposi, salii le scale. Avevo bisogno di restare da sola.
Infondo non ci siamo lasciati, è solo una pausa di riflessione, no?
L’ho lasciato io per l’amor del cielo! Perché mi sento così male?
Avevo voglia di piangere, ma non ci riuscivo, non volevo. Tutto era andato per il verso storto, non ero riuscita a fare pace con Jong fin dall’inizio come avrei voluto, e le cose erano andate via via peggiorando, portandomi ad essere scontrosa con tutti e sola.
Mi buttai sul letto e rimasi a fissare il soffitto per ore intere, cercando di realizzare quello che era appena successo. Il “ noi” di  me e Jonghyun era finito? Stava per finire? Non lo sapevo, sapevo soltanto che ci eravamo molto vicini, e la cosa, malgrado le liti e malgrado tutto quello che era successo, non mi piaceva per niente. Senza di lui mi sentivo vuota, ma allo stesso tempo sentivo anche una grande rabbia nei suoi confronti perché la causa di tutte quelle sofferenze era sua. Se solo avesse capito prima, se solo mi avesse ascoltato prima… probabilmente saremmo in giro per negozi a decidere cosa fare per il giorno di natale o dove andare per stare un po’ insieme. E invece ero stesa sul letto, con una fitta al cuore che m’impediva di respirare. Non volevo arrivare a tanto, ma dentro di me sapevo che doveva rischiare di finire per poter ricominciare al meglio, nella speranza che ricominciasse per davvero.
E se non ricomincia nulla? Se Jonghyun si stufasse di me e mi lasciasse per primo? Che farei?
Non riuscivo a darmi una risposta razionale, ma una vocina dentro di me continuava a ripetermi ne morirei.
Sentii bussare alla porta e poco dopo vidi entrare Taemin con un vassoio. Era già ora di cena? Da quanto tempo ero rinchiuda in camera a crogiolarmi nella mia disperazione?
- Ehi… - mormorò lui appoggiando il vassoio sulla mia scrivania e sedendosi accanto a me nel letto – Come stai? -
- Lo so che mi odi ancora per l’ultima discussione che abbiamo avuto, non sforzarti di essere carino con me - mormorai schiarendomi la voce.
- Ma io non ti odio, non potrei mai farlo, lo sai vero? È normale litigare tra fratelli. Pensavi che solo Jonghyun e Ilaria lo facessero? - disse dolcemente  come faceva ogni volta che ero depressa o mi sentivo triste. Mi sollevai, mettendomi seduta davanti a lui.
- Ho litigato con Jong - mormorai sentendo la voce incrinarsi.
- Lo so -
- E stavo quasi per lasciarlo - continuai deglutendo il nodo alla gola che non voleva andarsene e continuava a farmi male.
- Ma non lo hai fatto - continuò Taemin.
Restai in silenzio, respirando a fondo, ricordando quell’orrendo momento in cui stavo pronunciando quelle orribili parole e lo sguardo di Jong che implorava di non farlo. Probabilmente era simile al mio io quel momento. 
- Sfogati, ti sentirai meglio - mormorò lui accarezzandomi un braccio.
- è che… mi sento così male per questa situazione, ma allo stesso tempo sento che non ci sono altre alternative – mormorai – Sai Taemin, Jong mi ha accusata di averlo tradito con Hongki, e temo che quest’ultimo abbia ascoltato la conversazione – dissi tirando su con il naso – adesso non ho più neanche lui pronto a tirarmi su, vero? - dissi scoppiando a piangere non riuscendo più a trattenere le lacrime. Le dighe che avevo costruito erano cedute miseramente. Taemin mi accolse fra le sue braccia, e diedi sfogo a tutto ciò che avevo mantenuto dentro di me per tutto quel tempo.
Piansi. Tanto. Più piangevo addosso a Taemin e più non riuscivo a smettere, mi sentivo una stupida e triste, e questo mi faceva piangere ancora di più. Mio fratello non disse nulla per tutto il tempo, ascoltando silenziosamente il mio pianto, standomi solamente vicino e confortandomi.
Quando riuscii ad avere nuovamente una dignità, mi staccai da Taemin e asciugai la mia faccia con la manica della felpa che avevo addosso.
- Non ti vedevo piangere così da parecchio tempo - commentò lui.
- Speravo di non farlo mai -
- Piangere ogni tanto fa bene, altrimenti si accumulerebbe troppo stress, come è successo a te - disse sorridendo – Non preoccuparti per Hongki, è un bravo ragazzo, non ti abbandonerà per un malinteso -
Annuii, sapendo che Taemin aveva ragione, Hongki non se ne sarebbe andato, indipendentemente dalla conversazione ascoltata o no. Dovevo solo far finta che fosse tutto come prima. Le parole di Jong erano fondate su quello che vedeva, e non potevo dargli torto, perché io stessa non sapevo cosa provassi per lui. Ero confusa, ma in fondo al cuore, sapevo qual era la via giusta.
- Dai, vai a farti una doccia, mangia qualcosa e vai a dormire - commentò alzandosi.
- Taemin - lo chiamai, fermandolo.
- Mh? -
- Sara si è arrabbiata? - chiesi sperando che la mia  migliore amica non ce l’avesse con me.
- No, non preoccuparti - sorrise lui aprendo la porta.
- Taemin - lo richiamai nuovamente.
- Cosa? -
- Grazie - dissi abbozzando ad un sorriso, che mi donò nuovamente anche lui.
- Sono tuo fratello, è il mio dovere, non devi ringraziarmi. - commentò mettendo un piede fuori.
- Taemin - lo chiamai per l’ennesima volta, abbassando lo sguardo sulle mie mani.
- Che c’è? -
- … Posso dormire con te? - domandai facendo gli occhi dolci come faceva spesso anche lui. Non mi andava di dormire da sola, mi sarebbe venuta di nuovo la depressione. Lui scoppiò a ridere.
- Va bene, ma te lo dico subito, se ti metti a russare ti caccio fuori senza pietà - commentò con un sorriso.
 
Nei giorni successivi seppi da Taemin che la famiglia di Jonghyun era partita per andare in montagna, mentre Hongki era tornato a casa dei suoi non potendo ovviamente rimanere a casa loro. La mia famiglia invece non aveva programmi precisi per natale, probabilmente saremmo rimasti a casa, pranzando con i nostri familiari come tutti gli anni.
Era una buona occasione per restarsene a marcire in camera nella depressione più totale.
- Sorella, esci immediatamente da quella stanza e accompagnami a fare le compere per natale - mi ordinò Taemin.
- Ancora non le hai fatte? - brontolai.
- Perché tu le hai fatte? -
- No, ma io quest’anno li farò solo a te e a Sara. Kibum sicuramente si sarà scordato della mia esistenza, e di Jonghyun non se ne parla proprio. Potrei fare un pensierino ad Onew, ma non sono sicura nemmeno che ci sia. Non è partito anche lui con la sua famiglia? Lo fa tutti gli anni… e Minho… ma si forse lo farò anche a Minho -
- Vedi, hai parecchia gente a cui fare regali, quindi sbrigati! - disse scendendo le scale. Mi vestii frettolosamente e in poco tempo ci ritrovammo al centro commerciale di Seoul.
Vagammo per parecchi negozi, trovando i regali per i membri degli SHINee, come delle nuove scarpe da ginnastica per Minho, una sciarpa e dei guanti per Onew che si ammalava facilmente, e per Sara, Taemin comprò una cornice in cui avrebbe messo le loro foto, mentre io mi limitai a comprarle un pupazzo, che sapevo le sarebbe piaciuto. Una foca bianca. Passando davanti un altro negozio, notai un cappellino nero con sopra attaccato un piccolo scheletro, che mi ricordò Hongki, di cui avevo scoperto fosse un amante degli scheletri. Decisi di comprarlo, infondo volevo fare un regalo di natale anche a lui. Alla fine comprai un pensierino anche a Kibum, che prima o poi gli avrei dato. Infondo era il mio migliore amico, anche se lui si era momentaneamente scordato della mia presenza non potevo ignorarlo a natale.
- Cosa vuoi per natale? - mi chiese Taemin una volta che ci fummo fermati ad un bar per una cioccolata calda, cercando di scrollarci di dosso tutto il freddo invernale.
- Niente, vorrei solo che passasse tranquillamente. Vorrei poter tornare indietro nel tempo… - mormorai, ustionandomi poco dopo la lingua con la cioccolata.
Aish, che doloreee!!!
- Qualcosa di più materiale? Non faccio ancora miracoli io. Dai Feffe, esprimiti, lo sai che non sono bravo a fare regali - si lamentò lui continuando a girare il cucchiaino nella sua tazza, aspettando che si raffreddasse almeno un po’.
- Non lo so, non ho nulla di particolare in mente… voglio un cane -
- Aigoo, ti odio quando fai così - sbuffò lui. Non potevamo tenere animali in casa perché mamma con il tempo aveva sviluppato un allergia al pelo , in special modo a quello dei cani. Prima avevamo una cagnolina di nome Eve, che con l’allergia di mamma dovemmo dare alla nonna.
- Lascia perdere, non voglio regali quest’anno. - commentai sorseggiando lentamente la cioccolata. Sentii Taemin mugugnare per poi chiudere la conversazione.
 
Il giorno dopo decisi di andare a vedere le prove che Taemin aveva deciso di fare per le coreografie. Voleva essere perfetto almeno nel ballo se non fosse riuscito con la voce, quindi passava molto tempo in aula teatro per le prove.
Lo guardai provare per ore insieme a Sara che si premurava di passargli degli asciugamani e soprattutto le bottiglie d’acqua quando si fermava a riprendere fiato. Mi piaceva guardarli insieme, erano molto teneri e si vedeva l’amore che provavano l’un per l’altro solo guardandoli. Spesso li invidiavo, perché Taemin  pensava continuamente a lei, anche se non ne parlava spesso, e si premurava di passare il maggior tempo possibile in sua compagnia, portandola in giro a divertirsi. Si erano conosciuti praticamente lo stesso giorno in cui la conobbi io. Mio fratello ed io eravamo in classi diverse a quell’epoca, e fu proprio il primo giorno di scuola che incontrai Sara, che si trovava da sola in un banco. Facemmo subito amicizia, e le presentai immediatamente Taemin. Erano entrambi timidi e non si erano mai avvicinati più di tanto, ma con il passare del tempo, erano cresciuti insieme e con loro anche il loro sentimento. Si misero insieme in primo superiore, quando il destino ci fece riunire tutti nella stessa classe. Ero contenta, perchè sapevo che i loro sentimenti erano veri l’uno verso l’altra, e non potevo sperare in un ragazzo più perfetto per la mia migliore amica. Viceversa per mio fratello.
Restammo per più di quattro ore ad assistere Taemin, continuando a vederlo ballare in ogni canzone che il cd faceva uscire, finché decidemmo di tornare a casa.
Taemin accompagnò in macchina Sara, per poi decidere di fare un giro diverso con me.
- Dove andiamo? - chiesi guardando fuori dal finestrino, vedendo come uscisse dal nostro quartiere e si dirigesse verso il centro di Seoul.
- In un posto che conosci - commentò solamente.
Restai in silenzio, aspettando di arrivare, ma in  poco tempo cominciai  ad intuire dove mi stesse portando.
Qui è dove è cominciata la storia fra me e Jonghyun…
Il locale non era grandissimo, c’erano dei tavoli vicino alle finestre, e nel mezzo, accano alle porte che portavano i cucina, c’era un piccolo palco, dove spesso facevano dei concerti e delle esibizioni divertenti. Osservai il tavolo numero otto, un numero che legava me e Jong in quanto giorno della nostra nascita, seppure a distanza di due mesi.
Il nostro primo appuntamento ufficiale.
Sorrisi ripensando a quel giorno che non era andato esattamente come aveva pianificato, ma che si rivelò comunque efficace.
Vorrei ritornare a quel tempo, quando tutto era nuovo, l’amore ancora ingenuo e felice. A quel tempo in cui Jonghyun aveva cominciato ad interessarsi a me inconsapevolmente. A quel tempo in cui c’erano i primi imbarazzi di coppia. A quel tempo in cui Jonghyun aveva gli occhi che luccicavano quando mi guardava, e quel tempo in cui ero perennemente felice con lui.


Angolo di Feilin
Buon venerdi a tutti :D!!! e siamo arrivati al nono capitolo di questa storia. Si lo so ç_ç sono una persona malvagia, cioè, non io, Alue lo è! prendetevela con lei!!! T_T 
Che dire, nei prossimi capitoli pensavo di mettere dei flashback, voi che ne dite? anche perchè nella storia originale Feffe non apparirà per tipo 2-3 capitoli perchè Ilaria e Jong sono partiti per cavoli loro con la famiglia. Che potrei scrivere? si accettano suggerimenti! :D
come sempre lasciatemi un commentino per dire se vi è piaciuto u.u anche le madonne vanno bene in questo capitolo visto che non è molto allegro ._.  grazie per averl letto :D un Bacioneee!!!
Qui il capitolo di Alue ( dove c'è il punto di vista di Hongki e Yaya durante la litigata fra quei due :D) :
 
Leggimi!
  
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