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Autore: JCI    22/11/2013    1 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Controllare e Volare












Kaylie non riusciva a godersi la colazione, riusciva a malapena a sopportarla mentre si sedeva di fronte a Payson chiedendosi se quello che Lauren le aveva raccontato fosse vero. Era stata una reazione che non poteva essere simulata, Lauren si era davvero sentita male per quello, assolutamente convinta di sapere cosa stesse succedendo.


"Era la sua acqua di colonia," disse, in ginocchio sopra il water, ansante. "Era la stessa acqua di colonia dell'armadietto dei medicinali di Payson." Tossì di nuovo, asciugandosi la bocca con il dorso della mano. "Payson sta andando a letto con Boris Beloff," concluse. "Oh mio Dio," continuò, mentre Kaylie le teneva di nuovo i capelli mentre svuotava tutto ciò che era rimasto nel suo stomaco. Si rimise dritta e rimase ferma un attimo prima di andare al lavandino e riempire un bicchiere d'acqua.

Kaylie aggrottò la fronte, guardandola sciacquarsi la bocca con l'acqua prima di sputarla fuori, "Lo, davvero? Boris? Cerchiamo di essere realiste per un secondo. Quell'uomo ha quasi settant'anni. E Payson? Credi davvero che se Payson stesse dormendo con qualcuno, sarebbe l'opzione più disgustosa che si possa immaginare?"

"So quello che ho visto e conosco quel profumo. Era lo stesso, Kaylie, legno di sandalo e agrumi, molto riconoscibile. Quante sono le probabilità? Dai, deve essere lui."

Kaylie non era convinta. Non era nemmeno ancora convinta che Payson stesse facendo sesso. Quella in realtà non era la sua area di competenza, Lauren era molto più brava a leggere le persone, ma aveva dormito troppo ed era ancora nella loro stanza a prepararsi.

Così stava studiando la sua amica da sola, con molta attenzione, cercando un qualsiasi comportamento fuori dall'ordinario. Ma non aveva idea di quello che stava cercando. Non si era accorta di nulla prima, quindi quale cambiamento avrebbe dovuto cercare ora? Suppose le solite cose, sguardo nel vuoto, contatto visivo, occhiate significative, scuse per trascorrere del tempo insieme e il contatto fisico. Rabbrividì. Non voleva pensarci, era troppo schifoso. Socchiuse gli occhi quando Payson si alzò e si guardò intorno, trovando Sasha all'ingresso del ristorante e incamminandosi verso di lui. Parlarono per un momento, entrambi apparivano divertiti e Kaylie, determinata ad andare in fondo della questione, la seguì. Va a letto con suo padre e sta lì e gli parla come se non stesse succedendo niente,
non è strano? Questo non ha proprio senso, per niente. Deve esserci uno sbaglio.

"Buongiorno, Kaylie," disse Sasha, salutandola con un sorriso, un'espressione insolita per lui, soprattutto il giorno della gara.

"Buongiorno," rispose e poi guardò Payson, che sembrava trattenere risata. "Cosa c'è di così divertente?"

Payson fece un cenno verso l'atrio appena fuori dal ristorante, dove Boris stava litigando ferocemente al telefono, il suo solito affascinante mix di rumeno e inglese, probabilmente confondendo da morire chi era all'altro capo della linea e senza fare alcun progresso. Kaylie sorrise e improvvisamente seppe di avere ragione. Non era possibile che Payson e Boris Beloff fossero altro che un allenatore e una ginnasta.
"Scusatemi, ragazze, devo andare ad occuparmene prima che provochi un incidente internazionale per il suo bagaglio." Sasha le passò accanto e Kaylie sorrise appena, Sasha odorava sempre di buono, soprattutto la mattina presto. Lei certamente non era interessata, ma c'era qualcosa in un uomo con un buon odore che la faceva sorridere. Poi improvvisamente lo sentì. Agrumi, e un pizzico di qualcos'altro, non un profumo comune, ci avrebbe scommesso una piccola fortuna che era legno di sandalo. I suoi occhi si spostarono verso Payson che stava guardando Sasha allontanarsi, con un'espressione morbida sul viso, non l'usuale espressione stoica che era di solito dipinta sul viso della sua amica.

E improvvisamente tutto ebbe senso. Boris è in stanza con Sasha, se il suo bagaglio è stato smarrito, probabilmente ha usato le cose di Sasha, forse anche la sua colonia. I suoi occhi guizzarono avanti e indietro tra la sua amica e il loro allenatore. Era più grande, ma di certo non vecchio. Payson non avrebbe avuto la pazienza di trattare con un loro coetaneo. Guardò Sasha attraverso la lobby e rimuginò su che uomo fosse, oltre ad essere il loro allenatore. Bellissimo, intelligente, intenso e appassionato, esattamente il tipo di uomo che avrebbe descritto per la sua amica se glielo avessero chiesto. Tutti i pezzi si incastrarono. Quello poteva accadere. Payson e Sasha erano sempre stati vicini e dopo l'intervento di Payson, Kaylie aveva effettivamente risentito del loro rapporto. Mentre sguazzava nell'autocommiserazione, lasciando che l'anoressia prendesse il controllo, aveva visto la sua amica recuperare e sbocciare, in senso letterale e figurato, sotto la guida di Sasha.

Come era cominciata? Kaylie non ne aveva idea, ma doveva andare avanti da un po'. Non aveva motivo di dubitare di quello che Lauren aveva visto; uno spazzolino da denti, acqua di colonia e un preservativo? Non era una coincidenza, ma non poteva immaginare che fosse uno sviluppo recente. Payson non era una persona che si tuffava a capofitto in qualcosa senza considerarlo e anche se non conosceva Sasha come Payson, almeno non a livello personale, le dava l'idea di essere il tipo di uomo che riflette prima lanciarsi nel vuoto.

Ora che aveva capito, Kaylie si rese conto quanto fosse ovvio. Chi altri poteva essere? Fece una risatina, mentre si rendeva conto di quanto probabilmente erano perfetti l'uno per l'altro e come, allo stesso tempo, fosse tremendamente inappropriato.

"Ha perso il suo bagaglio?" chiese a Payson con voce strozzata, cercando di mantenere la sua espressione più neutra possibile. L'avevano mantenuto segreto per una buona ragione. Se fosse uscito allo scoperto, sarebbe stato uno scandalo internazionale, sarebbe stata la rovina della carriera di Sasha, probabilmente, di tutta la sua vita.

"Sì, Sasha ha detto che in qualche modo è stato perso Parigi e che comunque dovrebbe essere qui presto, ma Boris ha insistito a chiamare lui stesso," disse. "Potrebbero essere occupati per un po'."

Kaylie annuì, "Torno in camera per vedere se Lauren ha finito," disse e Payson le sorrise prima di tornare al loro tavolo dove Emily, Kelly e Andrea erano ancora sedute.

Prese l'ascensore e quando le porte si aprirono al suo piano fu accolta da un sonnolento, con i capelli di chi si appena svegliato, Austin Tucker. "Buongiorno," mormorò, passando davanti a lui, il profumo della sua colonia invase i suoi sensi. Avrebbe dovuto capirlo quando Lauren aveva suggerito Austin come una possibilità. Sapeva esattamente di cosa Austin Tucker odorasse, e non era agrumi e legno di sandalo. Indossava una colonia muschiata, un profumo che non aveva identificato, tutto ciò che sapeva era che le faceva battere il cuore. Si voltò rapidamente per dirgli qualcosa, ma stava già scomparendo dietro le porte dell'ascensore che si chiudevano. Le sue spalle si abbassarono mentre si guardavano negli occhi e poi lui era scomparso. Sospirò e si incamminò lungo il corridoio, quando un forte 'Ding' fermò la sua avanzata.

"Kaylie?" la sua voce era morbida, come miele sul suo nome.

Si voltò verso di lui, sorpresa di trovarlo in piedi dietro di lei. "Ehi Austin," disse, inspirando profondamente. Era un aroma intenso, un odore fumoso, miscelato con il sapone che aveva usato. Chiuse gli occhi, cercando di resistere.

"Stai bene?" chiese, avvicinandosi, i sensi di lei sopraffatti dalla sua vicinanza.

"Bene," rispose. "Stavo solo andando a prendere la mia borsa della palestra prima dell'appuntamento nella hall" disse. Mi chiedo se sa, pensò, poi ci rifletté meglio e scosse la testa, sentendosi un'idiota. Certo che lo sa. Lui e Payson sono come culo e camicia. Ecco perché lasciano che media parlino di loro, perché se la gente pensa che Payson e Austin stanno insieme, ognuno di loro ha copertura perfetta per fare quello che vuole, o avere chi vuole. E ovviamente Austin vuole MJ.

"Sei sicura? Non sembri stare bene." La preoccupazione nella sua voce le faceva male al cuore. Aveva pensato di fare la cosa giusta uscendo con Nicky. Era un bravo ragazzo, le faceva venire le farfalle e stavano bene insieme. Sembravano compatibili, i battibecchi e le battute e una solida base su cui costruire un rapporto. Alzò lo sguardo sugli occhi grigi di Austin, quasi tempestosi mentre la trafiggevano, scavando in cerca della verità, come aveva fatto quando era malata.

Kaylie aveva avuto la sua occasione e l'aveva sprecata, uccidendo definitivamente ogni speranza che aveva di stare con lui. Annuì, forzando un piccolo sorriso, "Sto bene, Austin, davvero."

Austin fece una smorfia, riconoscendo la piccola tregua e in qualche modo capendo che l'idea di loro due insieme
improvvisamente non era più possibile, non dopo tutto quello che era successo, era davvero finita. "Buona fortuna per oggi," le disse, prendendole la mano e stringendola forte per un momento.

"Grazie," rispose, mentre lui le lasciava mano e tornava verso l'ascensore. Lo guardò per un momento, la schiena rivolta verso di lei, senza tentennare o girarsi. Camminava lungo il corridoio cercando di capire cosa fosse appena successo, punendo se stessa per la sua stupidità e cecità, ma si fermò a metà strada verso la sua stanza. Non poteva continuare così. Doveva lasciare tutto fuori. C'erano i Campionati del Mondo e la sua mente doveva essere lucida. Non aveva il tempo di concentrarsi su Payson o Sasha o Lauren o Nicky o Austin, l'unica cosa per cui aveva tempo, era la sua squadra. Era un ex campionessa nazionale e oggi, finalmente, stava per competere come tale.

***

Sasha era sul campo, con le braccia incrociate sul petto, una posa che normalmente assumeva quando i suoi ginnasti andavano a competere. Li guardava da vicino, costantemente incoraggiante e positivo di fronte alle telecamere. La gara non era il momento di correggere gli errori, ma era semplicemente il momento di essere lì per i suoi ginnasti. Sentì una presenza alle sue spalle e seppe
immediatamente che era lei. "Hai parlato con le ragazze?" chiese, mentre si guardavano intorno nell'arena affollata.

"Sì," disse, "Sono pronte. Siamo pronte per questo. Siamo le campionesse del mondo in carica, nonostante le polemiche, e stiamo andando a combattere per mantenere il titolo."

Sciolse le braccia e le mise una mano sulla spalla, dandole una breve stretta. Non poteva farci niente, doveva toccarla. Era un incredibile afrodisiaco quando diventava competitiva e la sua voce assumeva quel tono d'acciaio. Era una delle cose che amava più di lei, il desiderio di vincere, di essere la migliore. Era praticamente una forza della natura in momenti come quello e guai a chi avesse provato a intralciarle la strada.

Guardò alla sua sinistra e vide un cameraman in ginocchio a pochi metri di distanza, la telecamera puntata su di loro. Sapeva che Payson era la storia di punta di quei Campionati del Mondo. Era la detentrice del titolo e la storia di come lei si fosse rimessa dalla lesione non aveva mai smesso di essere una meraviglia per i media, aggiungendoci il clamore che si era scatenato quando Austin si era mostrato in pubblico con MJ, era un miracolo che fosse riuscita ad evitare la maggior parte dei giornalisti. Naturalmente, Payson aveva fatto del suo meglio per rimanere in disparte durante diverse interviste. Se stava cercando di imitare il suo atteggiamento notoriamente inavvicinabile quando si trattava della stampa, stava facendo un lavoro notevole. Sperava
davvero di non ricevere mai una delle glaciali occhiate che prima Payson aveva rivolto a uno dei giornalisti.

Si erano presentati nell'arena e Sasha era preparato a tutto. La stampa europea era molto più difficile della stampa americana e avevano la barriera della
lingua come scusa su cui ripiegare dopo aver fatto domande del tutto inappropriate.

Sasha si trovava poco lontano, suo padre accanto a lui, entrambi stavano fissando il branco di giornalisti che erano pronti con le domande per le ragazze. La maggior parte dei giornalisti aveva mantenuto le domande correlate alla ginnastica o, almeno, su temi innocenti come scuola e su come le ragazze passavano il tempo fuori della palestra, ma c'era sempre qualcuno...

"Payson," gridò una donna con l'accento francese, "Cosa rispondi agli articoli sul fatto che il tuo ragazzo e la tua agente stanno insieme alle tue spalle?"

Sasha aprì la bocca, pronto a rispondere per lei, ma sentì la mano di suo padre sulla spalla. Osservò Payson serrare la bocca in una linea ferma e piantare gli occhi sulla giornalista. Avrebbe giurato che la giornalista si fosse fatta indietro. "Dovrebbe davvero controllare le sue fonti. Austin Tucker è un mio amico e MJ Martin è la mia agente e al di là di questo, io non ho alcun commento. Penso che
qui abbiamo finito," disse, alzandosi in piedi e allontanandosi dal gruppo. Ci fu un momento in cui i giornalisti rimasero tutti completamente in silenzio prima di iniziare a fare di nuovo domande, ma una alla volta, per prima Emily Kmetko, poi anche il resto della squadra nazionale si alzò e seguì il loro capitano lontano dai giornalisti.

"Si inizia," disse Payson, interrompendo i suoi pensieri. Si voltò verso di lei, guardandola drizzare le spalle e sollevare il mento. I loro occhi si incontrarono e Sasha quasi gemette ad alta voce. Lo sguardo nei suoi occhi, era quasi predatorio, la stessa espressione che aveva ogni volta che prendeva il controllo a letto. Quella era una diversa Payson Keeler, la vecchia Payson era stoica e silenziosa, permetteva alla competizione di travolgerla, si concentrava su suoi esercizi, calma e raccolta. Era una roccia in mezzo al caos. Era diversa ora, era come se fosse lei l'origine del caos. Poteva quasi sentire il calore irradiarsi da lei. Stava canticchiando con energia, ma lo conteneva splendidamente. Guardò il trio dei commentatori a pochi metri di distanza, sistemavano le carte, preparandosi ad andare in onda. Non avevano idea di quello a cui avrebbero assistito. Sarebbe voluto andare là e avvisarli. Sorrise al pensiero, in quel caso non sarebbe così divertente da guardare.

Appena le ragazze incominciarono a scaldasi per il volteggio, Boris si mise in piedi accanto a lui. "E' diversa oggi," disse, mentre Payson correva lungo la pista a tutta velocità e eseguiva un Produnova.

Sasha annuì, guardando Emily fare il suo doppio Yurchenko.

"Ho notato questo cambiamento arrivare da molto tempo. E' per quello che ti ho detto, quel legame tra voi due. L'ho visto accadere quando sei andato ad allenarti con Nicolai, solo lui ti ha insegnato a controllare."

Sasha si voltò a guardare suo padre, "E che cosa ho insegnato a Payson?"

Boris rise di cuore e fece un cenno con la mano, indicandola mentre fendeva l'aria, "Tu le hai insegnato a volare.


***


Payson crollò sul letto con un sospiro. Era stato incredibile. La sua squadra aveva avuto una rivalsa il primo giorno di gara, eseguendo bene una routine dopo l'altra, perfino splendidamente. Avevano un piccolo vantaggio sulle cinesi per la finale a squadra di due giorni dopo e Payson si sentiva estremamente fiduciosa verso le sue compagne. Lei, Kelly Parker ed Emily erano tutte qualificate per l'All-Around e Payson si era qualificata con successo per tutte le finali dei quattro attrezzi. Le cose stavano andando esattamente come previsto. Stavano per dimostrare a tutti che erano la migliore squadra del mondo.

Ma prima dovevano partecipare al ricevimento, l'orribile agonia dell'evento da cui erano state esonerate l'anno prima perché Ellen Beals aveva pensato che fosse troppo dispersivo. Apparentemente Boris non condivideva quella convinzione e aveva richiesto a tutti loro di partecipare.

Guardò il vestito appeso alla porta del ripostiglio e sospirò. Ancora un altro party dove non sarebbe potuta andare al braccio di Sasha o non avrebbe potuto stare con lui tutta la notte sbeffeggiando
tranquillamente gli altri ospiti e commiserando tutti quelli che non volevano essere lì.

Emily uscì dal bagno bella come un milione di dollari. "Stai benissimo, Em. Damon andrà al tappeto." Emily fece una giravolta, permettendo l'abito di volteggiare con lei, la seta nera che contrastava splendidamente con la sua naturale carnagione, un trucco perfetto grazie a, presumette Payson, molte lezioni con Chloe nel corso degli anni.

Emily smise di girare e si sedette sul suo letto, torcendosi le mani. "Grazie. Ugh, non so perché sono così nervosa. Non ero nemmeno così nervosa oggi durante il mio esercizio. E' ridicolo."

Payson sorrise, "Non è ridicolo, ma non appena lo vedrai tutto il nervosismo scomparirà."

Aveva ragione, quando Damon andò incontro ad Emily nella hall dell'hotel, vide la sua amica cambiare da una fascio di nervi in qualcuno che praticamente bruciava di felicità. Sospirò, infelice, assumendo un tono nostalgico quando Emily prese il braccio di Damon ed entrarono insieme alla festa.

"Suppongo di dover far finta di non aver visto niente," disse Sasha. Poteva avvertirlo in piedi proprio dietro di lei, il calore del suo corpo che praticamente l'attirava verso di lui. La sua acqua di colonia, quella inebriante combinazione di agrumi e di legno di sandalo che lei immediatamente associava a lui, le aleggiava intorno facendola sorridere. Avrebbe voluto alzarsi e andare da lui; lasciare che le sue braccia le circondassero la vita, tirandola più vicino, strofinando le labbra contro la fronte, poi giù sulla bocca. Sbuffò e si voltò verso di lui sfacciatamente, cercando di spazzare via il suo breve sogno ad occhi aperti.

"Non vedere cosa? Io non ho visto niente " rispose, voltandosi verso di lui con un sorriso sul viso. Sasha le sorrise, i loro occhi scintillarono scherzosamente prima che lui distogliesse lo sguardo schiarendosi la gola, gli occhi che guizzavano rapidamente nella hall.

"Vogliamo andare?" chiese. Payson vide la sua mano
contrarsi lungo il fianco prima che lui, ovviamente, prendesse una decisione e l'allungasse verso di lei.

Gli sorrise, prendendogli la mano e tenendola per un momento mentre gli lasciava scivolare qualcosa in mano. "Undici, stanza 433," sussurrò mentre si alzava, lisciandosi il vestito.

"Sei bellissima con quel vestito," sussurrò mentre le lasciava la mano, riponendo furtivamente la chiave della camera nella tasca della giacca  "E sarai ancora più bella senza." Payson sorrise e il loro sguardo si incontrò, proprio come era successo prima dell'inizio della gara quella mattina.

Sasha deglutì, il fuoco era tornato, lo stesso fuoco che l'aveva posseduta per tutto il giorno, e ora si era concentrato su di lui. Payson ruppe il contatto per prima e si allontanò da lui e Sasha ammirò l'immagine di lei che entrava alla festa senza di lui, la seta blu del suo vestito che strofinava delicatamente la parte posteriore delle cosce ad ogni passo che faceva. Guardò l'orologio. Erano solo le otto. Cristo, Beloff, hai bisogno di un drink.













Note:
Solo un appunto personale. Sì, Kaylie è decisamente più intelligente di Lauren.

Se i discorsi Di Boris vi sembrano un tantino sgrammaticati, ricordatevi che l'inglese di Boris non è sempre molto corretto.


  
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