Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: swagirls_    22/11/2013    6 recensioni
"Anche se cerchiamo di dimenticare, l’amore si ricorderà"
"allora io mi ricorderò di te".
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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ELEVENTH CHAPTER.

Quando arrivammo in Kansas Justin parcheggiò la macchina in un posto nascosto, dietro degli alberi, a qualche minuto dalla città.

"sono ancora le sette, vuoi stare qua fino a domani mattina?" ridacchiò.

"no, assolutamente" risi io.

Lui scese dalla macchina, fece il giro dal mio lato e mi aprì lo sportello. 
"prego signorina" disse con aria da cavaliere facendo un piccolo inchino.

Io scesi dall'auto e mi scappò una piccola risata seguita dalla sua. 
Quella dolce, sicura, affascinante, contagiosa risata che aveva.

Cominciammo a camminare ed osservare la città, c'erano persone che si abbracciavano, persone che correvano, bambini che giocavano e un gruppetto, che non feci a meno di notare, che fumava e beveva.
I ragazzi erano cinque o sei, non ricordo molto bene, e poi c'erano tre ragazze, quelle le ricordo perfettamente; avevano una maglietta scollatissima nonostante il freddo, pantaloncini con sotto collant bucati alla moda e ovviamente non potevano mancare le scarpe con il tacco.
Bieber li guardava interessato, anche il suo gruppo era così, credo che avesse un po' di nostalgia.
Ci sedemmo in una panchina, l'unica libera, quasi di fronte a loro.

"non li fissare" dissi io notando che Justin guardava ininterrottamente quel gruppo.

"non li sto fissando" nascose l'evidenza.
"sei solo gelosa" mi guardò poi soddisfatto. 

"gelosa? e di che?"

"che guardo quelle ragazze" ridacchiò lui.

"cosa? ma sei scemo?" spalancai gli occhi, provavo anche vergogna, non ero affatto gelosa, figuriamoci..
poi di Bieber! no.

"sto scherzando, dai" rise lui.
"li guardavo perché quel ragazzo mi ricorda qualcuno.." ammise riflettendo dopo il mio silenzio di imbarazzo.

"anche lui ti fissa.." notai guardandolo per poi girarmi di scatto.
Quel gruppo mi faceva abbastanza paura, erano come i 'Badboys' ma a differenza loro mi facevano molta più paura.

"meglio andarcene da qua.." proposi alzandomi lentamente.

"no, siediti" Bieber mi prese il braccio e con forza mi fece risedere accanto a lui, stavolta più vicino.
"ho capito chi è.." disse dopo.

"chi è?" domandai curiosa.

"quando avevo dodici anni ero una peste.."

"anche ora s'è per questo" lo interruppi involontariamente io.
"scusami" ripresi dopo il suo sguardo storto.

"..un giorno mia madre mi portò a giocare a calcio, una piccola partita che si organizza sempre nella mia città natale, a fine partita la mia squadra aveva vinto per merito mio, il goal finale non è una cosa da poco.. si avvicinò un ragazzino più alto di me e mi minacciò" raccontò lui.

"che ti disse?" chiesi ancora più curiosa.

"non permetterti più a giocare, se lo farai.." cominciò citando quelle parole con aria da duro.
"..perderai la cosa più importante della tua vita" non potevo vederlo in quelle condizioni, provavo un dispiacere assurdo. "la cosa più brutta è che indicò mia madre.." aggiunse a testa bassa.

"un ragazzino di dodici anni ti aveva minacciato così?" chiesi incredula.

"aveva sedici anni, era il capo della squadra avversaria" spiegò lui.

"non lo avrebbe mai fatto" dissi con certezza.

"non lo so, ma avevo paura.. il calcio era l'unica cosa che m'importava dopo la morte di mio padre e lui mi ha distrutto" serrò la mascella guardandolo con occhi storti, per fortuna il ragazzo non guardava più, parlava con il suo gruppo.

"mi dispiace, sta tranquillo ok? meglio andarcene da qui" mi alzai e lui mi seguì togliendo lo sguardo da quel gruppo.

Ci andammo a sedere in una panchina dalla' altra parte.
"grazie Chanel" disse rompendo il silenzio.

"di cosa?"

"se non ci fossi stata tu, sarei andato da quello a prenderlo a schiaffi"

"smettila, è quattro anni più grande di te e sicuramente anche più forte" ipotizzai scatenando in Justin una forte invidia.

"se mi provochi così vado da lui e ti faccio vedere"

"non ti sto provocando, smettila" rimproverai.

"vuoi qualcosa da bere?" ridacchiò cambiando discussione e indicando un piccolo bar davanti a noi.

"un bottiglietta d'acqua, ho tanta sete" risposi facendo un mezzo sorriso.

Annuì, si alzò ed entrò nel bar.
Forse era solo quel momento ma quando parlavo con lui mi sentivo bene, con tutti quei problemi che avevo era difficile che mi scappasse una risata, ma lui ci riusciva.

A quanto avevo capito la sua vita non è stata rosa e fiori e infondo l'avevo già capito da come si comportava, l'avevo capito dalla prima volta che l'ho visto, aveva bisogno di affetto, di qualche risata e di qualcosa che le avrebbe cambiato la vita. Lo capisco perché anch'io ne ho bisogno ma sicuramente mi è andata meglio di lui.

Sentii che qualcuno era dietro di me, non volevo allarmarmi dunque mi girai tranquillamente.
Vidi un ragazzo molto alto, con la giacca nera di pelle e i capelli portati in su che mi fissava a cinque centimetri dietro di me.

"ciao bambola" esordì facendomi l'occhiolino.

"ehi" risposi acida indifferente e mi rigirai, era il ragazzo di quel gruppo, avevo una paura tremenda, non vedevo l'ora che arrivasse Justin. 
Speravo solo che non mi rivolgesse più la parola ma invece si sedette proprio vicino a me allungando il braccio dietro le mie spalle ma io mi allontanai finché la panchina poteva permettermelo.

"cosa ci fa una bella ragazza come te qui, tutta sola?" cominciò a parlare lui, ed a me cominciava a salire l'ansia e il cuore batteva più forte.

"non sono sola" risposi timidamente stavolta.

"non aver paura" si avvicinò facendo un mezzo sorriso, ma a me non dava sicurezza.

Mi alzai di scatto per impedirgli di avvicinarsi ancora di più e feci tre passi avanti agitata, sperando ancora che mi lasciasse stare e guardando la porta del bar per aspettare che uscisse Justin. Ma ancora niente.
Dopo qualche secondo il ragazzo mi prese da dietro dai fianchi, ed è lì che temevo il peggio per me.

"vuoi scappare?" mi sussurrò nell'orecchio con quel mezzo sorriso che non riusciva a levarlo da quella faccia, mi metteva ancora più agitazione facendo così. Mi scollai immediatamente da lui ma stavolta lo guardai in faccia.
Nei suoi occhi vedevo il pericolo.

"lasciami in pace" dissi poi facendo due passi indietro.
"che vuoi da me? non ti conosco" continuai.

"voglio solo fare amicizia, vieni con me" mise la mano davanti per incitarmi ad andare e fece un passo verso di me.

"non avvicinarti!" esclamai.
E proprio in quel preciso istante Justin mi prese il braccio da dietro e mi allontanò di più.

"Kevin!" lo chiamò per nome serrando la mascella.
Lo conosceva, era quel ragazzo sedicenne che le aveva impedito di giocare a calcio e lo aveva addirittura minacciato.

"ma guarda chi c'è, Justin Bieber" fece il finto stupito mettendosi le mani in tasca ed alzando le sopracciglia.

"lasciala in pace, non toccarla" ordinò Justin puntando il dito verso di lui.

"sai che non ti conviene metterti contro di me" gli ricordò.
"che ci fai da queste parti?" continuò cambiando discorso.

"non sono affari tuoi" si avvicinò di poco Bieber.

Io mi misi quasi davanti a lui e lo fermai guardandolo storto.
"andiamocene, lascialo stare" dissi poi.

"senti la tua ragazza? lasciami stare" ironizzò in modo sgradevole.

"non è la mia ragazza" smentì lui.

Io lo guardai sperando che i nostri sguardi si incrociassero ma quella situazione stava diventando pesante e Bieber non smetteva di fissare minacciosamente Kevin.

"allora lasciala a me" propose sgradevolmente con un messo sorriso finto.

"te ne devi andare sennò.." minacciò Justin.
"andiamocene noi, ti prego" lo interruppi.

Kevin scoppiò in una risata finta. Noi ce ne andammo per i fatti nostri.
"non finisce qua, Bieber" urlò Kevin quando finì di ridere. 
Lui girò la testa per guardarlo storto un'ultima volta e poi aumentò il passo ed io lo affiancai fino a che arrivammo in macchina.

"mi dispiace, non voglio cacciarti nei guai" si scusò lui appena entrati in auto dopo qualche minuto di silenzio.

"finché mi proteggerai, non mi potrai cacciare nei guai"

"vuoi che ti abbassi lo schienale? hai sonno?" chiese cambiando discorso.

"si grazie, io prendo la coperta nel cofano" così uscii e la presi.

C'era molto freddo, ma l'indomani dovevamo ripartire e avevamo bisogno di dormire anche se la macchina era molto scomoda. Ripensavo a quello che era successo prima, avevo paura che Kevin sarebbe ritornato e non vedevo l'ora di arrivare in California dove sarei stata completamente al sicuro. 
 


As long as you protect me, 
                      you can't kick me in trouble. 

______________________________________________________________
Spazio Autrice; 
Salve bellezze, ecco qui il capitolo come promesso anche se dopo cinque recensioni. 
Questo capitolo è molto importante, Kevin saraà un personaggio molto importante in seguito 
ma credo non sia il caso di anticipare le cose lol. 
Comunque, all'inizio credevo di non volerlo fare perchè volevo lascarvi libere 
di immaginare i personaggi ma adesso ho deciso di postare le foto 
di almeno i personaggi più importanti. 
Credo sia una cosa carina:3
PS. Justin sapete già chi è quindi è inutile postarlo. 

 

LEI E' CHANEL, LA NOSTRA PROTAGONISTA. 


LEI E' RACHEL, LA MIGLIORE AMICA DI CHANEL. 


LUI E' KEVIN. 

 

Il prossimo capitolo lo posterò dopo almeno sette recensioni.
GRAZIE A TUTTI! :)

 

 

 
  
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