Quel giorno me lo immaginavo dal 28 settembre dell’anno prima.
E finalmente era arrivato quel momento tanto agoniato e sospirato.
Stavo per andare dai miei idoli.

Stavo per realizzare il mio sogno.

La notte era stata tutto meno che tranquilla, una buona dose di pianti, sorrisi e ‘scleri’ non mi avevano lasciata dormire. Finalmente il mattino.
Ore 6.30. Pronta davanti la porta.  La loro maglia, un paio di short e le mie amate converse erano le uniche cose che avevo con me, senza contare il cellulare e l’I-Phod. Mia madre indaffarata cercava la sua borsa.
‘Andiamo???’
‘Un attimo Vero, per favore un attimo!’
Fantastico era già incazzata nera. Uscì di casa prima che riversasse la sua rabbia su di me. Urlando come al solito. Ma quello era il mio giorno. Il giorno più bello della mia vita. Poi l’illuminazione.
‘Cazzo il cartellone! E i CD per il viaggio! E i biglietti!’
Cominciai ad urlare e corsi in camera a mia a prendere tutto quello che mi ero dimenticata. Prima di uscire dalla mia stanza guardai ancora una volta i miei poster.
‘Ci vediamo a Milano ragazzi!’
Mia madre mi aspettava al piano di sotto in silenzio. Ci incamminammo verso la macchina. Il mio sorriso avrebbe potuto illuminare il mondo.
‘Sei contenta amore?’
Guardai mia madre con fare ovvio.
‘Me lo chiedi pure?’
‘Si!’
‘Non posso essere più felice di così, ho le farfalle nello stomaco, sento un nodo alla gola, le lacrime minacciano di scendere e ho l’eccitazione alle stelle!’
‘Sei proprio come tua madre eh!’
‘Perché?’
‘Anche io avevo il mio idolo e quando sono stata al suo concerto mi sentivo proprio come te!’
‘Dio mamma, non sia quanto io.. io.. possa essere felice!’
Salimmo in macchina.
Tra Genova e Milano c’era poco, non poi così tanto un ora e mezza di viaggio, ma quella mi sembrò l’ora e mezza più lunga della mia vita. Parlammo molto io e mia madre. Del concerto ovvio.
Arrivammo a Milano.
I miei occhi si riempirono piano piano di lacrime non appena vidi lo stadio, il magico stadio che avrebbe fatto realizzare il mio sogno.
Mia madre posteggiò e mi incitò a scendere dalla macchina prima che si riempisse troppo di gente. Ma era tardi.
Il posteggio era a fanculo e da dove eravamo noi non si vedevano tutte le ragazze. Camminando camminando intravidi le prime anime, poi ancora e ancora. Era tutto pieno. Tutte stavano cantando. Corsi verso di loro. Mia madre dietro rideva divertita.
‘Mamma, cazzo ridi?’
‘Perché già sei insopportabile te da sola, pensa qui che siete una mandria!’
‘Mamma! Lo sai che è il mio giorno! Lasciami divertire!’
‘Si si ovvio! Ma ho solo detto che parlerete tutto il giorno dei cosi!’
‘One Direction mamma, One Direction!’
‘Come dici tu!’
Cominciai subito a parlare con le ragazze li. Sembrava tutto troppo bello.
Il mio cellulare cominciò a suonare imperterrito, tutti che mi chiamavano per sapere com’era li, chi c’era se mi stavo divertendo. Le risposte erano ovvie. Il pomeriggio arrivò insieme al caldo. Ero tanto agitata da non riuscire a mangiare, ma per rimanere in piedi mi toccò mangiare uno stupido panino. Fino alle 16.30 cantammo a squarcia gola. Poi aprirono i cancelli, avevo l’adrenalina che mi sembrava far volare, le lacrime cominciarono a scendere veloci, sempre più veloci fino a che non si formò un piccolo lago sulle mie guance. Strapparono i biglietti ed entrai. Non appena trovai il mio posto e poggiai le mie cose guardai lo stadio, il prato, il palco e le luci. Mi sedetti nel mio seggiolino e cominciai a parlare con una ragazza incontrata li. Mia madre in disparte parlava al cellulare e mi faceva un vero e proprio book fotografico.
Arrivò il momento più atteso.
Loro.
Entrarono.
E parlarono.
‘Ciao Milanoooooooooo’
Un boato scoppiò nello stadio. Mi guardai intorno. Tutte che piangevano. Compresa io. Compresa mia madre. Era felice di vedermi così felice.
Iniziarono a cantare.
Strong.
Alzai il mio cartellone. ‘YOU MAKE ME STRONG.’
Quante lacrime per una sola canzone.
Diana.
Stavo per sentirmi male. Erano troppe emozioni tutte in un colpo solo. Cantai a squarcia gola fino ai twitter question. Ne avevo mandato uno anche io. Ma non mi avrebbero mai notata, non avrebbero mai preso il mio tweet fra 1.000.000.
Invece non andò così. L’ultimo era proprio il mio. Non ci potevo credere.
LO SAPETE DI SALVARE VERE E PROPRIE VITE?
Era il mio tweet.
Lacrime, solo tante lacrime.
Mi cercarono e le ragazze intorno a me cominciarono ad urlare
‘She’s hereeeeeee!’
Mi salutarono con la mano. Rimasi immobile. Poi dopo qualche secondo Louis mi parlò.
‘Who we’ve saved?’
‘ME.’
Sorrise e riprese a parlare. Avevo urlato quel ‘Me.’ Con tutta la forza che avevo in corpo e lui mi aveva sentita.
Il concerto riprese e per penultima canzone cantarono Forever Young. Altre lacrime. E poi arrivò il meglio del meglio. Per ultima.
TORN.
Sentivo di morire. Era tutto cominciato da quella canzone e ora erano in uno stadio, la più grande band al mondo. Il concerto si concluse con lacrime anche da parte loro.
Quando riuscii ad uscire dallo stadio ancora mi tremavano le gambe.

Avevo appena realizzato il mio sogno ed ero più felice che mai. 

Spazio autrice.
Ohhh che bello dire spazio autrice mi fa sentire più importante lool <3
Comunque, la stroria sarà piena di errori, ma non ho voglia di rileggerla, l'ho scritta ieri sera mentre ero più di là che di quà :) è TUTTA una mia immaginazione, è come immaggino che andrà quel giorno, anche se la cosa del twitter question è un po' una fantasia GIGANTE :) HAHHA:) ma io sono così mi lascio prendere dall'imaginazione (: dai vado che arriva mia madre che è convinta che sto studiando italiano per la verifica di domani <3 ciauzzzz <3