Soltanto per una sera
Hermione se ne stava
seduta, tutta imbacuccata, sulla scalinata esterna di Hogwarts. Nella mano
destra reggeva un libro aperto poggiato sulle ginocchia mentre scaldava l’altra
mano vicino ad un piccolo ed azzurro fuocherello magico.
Il clima non era
certamente dei migliori per trascorrere del tempo all’aperto dato che era la
seconda settimana di dicembre e aveva nevicato parecchio nei giorni precedenti,
tuttavia la ragazza non sopportava più quell’aria frivola ed estremamente festaiola che si
respirava all’interno del castello. Da quando la professoressa McGranitt aveva
annunciato che a Natale, in occasione del Torneo Tre Maghi, si sarebbe svolto
anche il famoso Ballo del Ceppo, tutti gli abitanti di Hogwarts -studenti,
fantasmi e persino alcuni professori- sembravano impazziti. Ad Hermione pareva
che non fosse più rimasto un singolo luogo ad Hogwarts dove poter stare un
attimo in pace.
Per i corridoi non si
vedevano altro che gruppetti di ragazzine petulanti che continuavano a sghignazzare
ogni qualvolta passava accanto a loro un
ragazzo carino; mentre i maschi se ne andavano in giro con aria tronfia
lanciando sguardi ammiccanti ad ogni ragazza che incontravano.
Gli studenti di Beauxbatons
e di Durmstrang purtroppo non erano da meno e di certo non contribuivano a
migliorare la situazione.
Tutti erano così
eccitati all’idea del ballo imminente, che non facevano altro che parlarne.
Hermione era
semplicemente stufa. Non si era mai considerata una ragazza da balli scolastici
e non capiva il motivo di tutto quel fermento. Così quel pomeriggio, al termine
delle lezioni, era partita alla ricerca di un luogo tranquillo dove poter
leggere in santa pace.
“Ehi, Granger, che ci
fai qui fuori tutta sola?”
Una voce familiare la
riscosse dalla sua lettura. La ragazza non poté fare a meno di sbuffare.
Possibile che anche qui fuori non si possa leggere
tranquillamente? Pensò stizzita.
La ragazza alzò lo
sguardo e vide, in piedi di fronte a sé, uno dei gemelli Weasley.
“Ehm, ciao… Fr-Ge…”
“Fred.” Le venne in aiuto il
ragazzo, sghignazzando di fronte alla sua indecisione.
Accipicchia! Non sono ancora in grado di distinguere i
gemelli dopo 3 anni che li conosco!
“Ciao Fred.” Lo salutò
secca la ragazza.
“Ciao Granger, che ci
fai qui fuori? Non hai freddo?”
“Potrei farti le stesse
domande.” Rispose acida lei.
“Oh, come siamo
scontrosi oggi. Che c’è? Il mio fratellino non ti ha ancora invitata al ballo?
È per questo che sei così suscettibile?” chiese Fred, divertito.
Hermione chiuse con un
scatto sonoro il libro. “Che stai dicendo, Fred? Io non sono suscettibile. E
poi che cosa centra Ron con il ballo?”
“Come che sto dicendo?
Gira voce che tu abbia una cotta per il piccolo Ronni. Mi sbaglio forse?”
Hermione rimase così
allibita di fronte a tanta sfacciataggine che dovette fare tre respiri profondi
per evitare di perdere il controllo e affatturare subito Fred.
“Sono tutte
sciocchezze, Fred! Che razza di stupidaggini! Chi ha messo in giro queste voci?”
“Si dice il peccato ma
non il peccatore, giusto? Non è un tipico detto babbano?” Fred aveva stampato
in volto un sorriso così canzonatorio che Hermione cominciava ad averne
abbastanza.
“Senti Fred,” iniziò
sicura, alzandosi. “non so chi abbia messo in giro queste voci ma ti assicuro
che sono del tutto infondate.” Hermione richiuse il suo fuocherello azzurro in
un barattolo di vetro e se lo mise in borsa insieme al libro che stava
leggendo. “E adesso, se vuoi scusarmi, me ne torno dentro.” E senza aspettare
una risposta si incamminò su per i gradini di marmo voltandogli decisa le
spalle.
Fred la affiancò. “Non
ti dispiace se ti tengo compagnia, Granger, vero?”
Hermione scosse la
testa, rassegnata.
“A proposito, cosa ci
facevi tu
fuori? E dov’è George?”
“George aveva da fare e
io dovevo parlare con la professoressa Sprite e mentre mi spiegava i mille usi delle
foglie dell’Ophrys argolica subsp crabronifera, ecco… un sacchetto di fagioli pruriginosi è casualmente
finito nelle mie tasche.”
Tra le mani di Fred
fece infatti capolino un piccolo sacchetto trasparente contenente dei fagioli
color viola scuro che poi, con grande dimestichezza, il gemello si affrettò a
far sparire nelle tasche della propria divisa.
“Hai RUBATO quei
fagioli alla Sprite?”
“Mmmm… che esagerata
che sei Granger! Li ho presi in prestito. Se non ci serviranno per i nostri
scopi io e George li restituiremo.”
I due stavano
percorrendo i corridoi affollati verso la loro Sala Comune.
“E non pensi che io
possa dirlo alla professoressa?” Hermione sfoderò un sorriso trionfante vedendo
per un attimo l’espressione preoccupata di Fred ma poi il ragazzo scoppiò a
ridere.
“Furba, Granger, ma non
abbastanza. Non pensare che ti abbia rivelato questo segreto per niente.”
“Che intendi dire?”
“Semplice, voglio
proporti un patto.” Disse Fred in tono autoritario fermandosi di botto in mezzo
al corridoio di fronte al quadro della Signora Grassa. I due erano infatti
arrivati all’ingresso della torre di Grifondoro.
“Un patto?”
“Si, Granger. Un patto.
Tu manterrai questo piccolo segreto sui fagioli pruriginosi e io, ogni qualvolta
sentirò delle strane
voci su di te e Ronni le smentirò all’istante. Siamo d’accordo?” concluse
facendole l’occhiolino.
Hermione non poté fare
a meno di arrossire a proposito del riferimento fatto da Fred sul suo conto e
su quello di Ron ma scosse la testa risoluta.
“No, non sono
d’accordo. Le voci di cui parli non esistono. Perciò io prometterei di tenere
il tuo segreto in cambio di nulla.”
“Dici che le voci che
girano sono solo dicerie? Allora perché sei arrossita?” Fred sghignazzò.
Mannaggia a questo diavolo di rossore! Com’è possibile che
la gente sappia che ho una cotta per Ron? Lo sa solo Ginny e lei non lo direbbe
mai a nessuno.
Eppure Hermione si
ricordò in quel momento che erano giorni che Lavanda e Calì, quando la vedevano
passare con Harry e Ron, non la smettevano di sghignazzare. Che sapessero
qualcosa?
Hermione non seppe come
replicare e Fred le tese la mano.
“Allora siamo d’accordo,
Granger? Un segreto per un segreto?”
Hermione esitò ma
infine strinse la mano del gemello.
Fred accennò uno dei suoi
soliti sorrisi sghembi e poi se ne andò lasciando Hermione alquanto stupefatta.
Il giorno seguente la
temperatura si era abbassata ulteriormente ed Hermione decise che non era il
caso, questa volta, di uscire dal castello e rischiare di beccarsi una polmonite
solo per poter trovare un po’ di pace. Fu così che nel pomeriggio, si armò di
santa pazienza e si diresse verso la biblioteca.
Appena arrivata si
accorse che la situazione era peggiore del previsto. Anche se non c’era il caos
che regnava in Sala Comune, in Sala Grande, nei corridoi o in qualunque altro
posto del castello, non si poteva di certo dire che in biblioteca ci fosse
silenzio.
L’aria era intrisa di
un chiacchiericcio diffuso e, anche se bisbigliato, Hermione pensò subito che
non sarebbe riuscita a concentrarsi a dovere con tutto quello sgradevole
sottofondo.
Ma perché Madama Pince non fa qualcosa?
La ragazza si sporse
oltre una fila di scaffali per vedere meglio il bancone della bibliotecaria.
Madama Pince stava con i gomiti appoggiati al bancone e sembrava stesse
intavolando una piacevole conversazione con Gazza che, di fronte alla loquacità
della donna, sfoderava un sorriso sdentato e un po’ ebete. Madama Pince rise
sommessamente di ciò che lei stessa doveva aver detto e anche Gazza sghignazzò.
Hermione scosse la
testa incredula. Questo
Ballo del Ceppo sta facendo ammattire tutti quanti! Pensò sbuffando, risentita.
“Possibile che ogni
volta che ti incontro tu debba
sempre sbuffare, Granger? Su con
la vita! È quasi Natale!”
Hermione si spaventò a
morte quando sentì una voce parlarle all’orecchio. Non riuscì a trattenere un
urletto e si girò all’improvviso con la bacchetta levata.
“Ehi, ehi. Calmati,
Granger. Metti via la bacchetta o Madama Pince penserà che stiamo per
affrontarci, mentre io voglio solo parlarti.”
La bibliotecaria
infatti, all’urlo di Hermione, si era sporta dal bancone con un cipiglio severo
per controllare cosa stesse accadendo.
Fred abbassò la
bacchetta di Hermione e indirizzò un sorriso amichevole a Madama Pince prima di
trascinare la ragazza lontano dallo sguardo minaccioso della donna.
“Fred! Perché sei Fred,
giusto?
Il gemello annuì
soddisfatto.
“Mi hai fatto prendere
un colpo! Ho il cuore che mi batte a mille.”
“Dai Granger, non farla
così tragica. Rilassati, sono solo io. Il buon vecchio Fred.”
“Che cosa vuoi da me?”
chiese la ragazza, sbrigativa.
“Volevo solo parlarti e
per fortuna che ti ho trovata qui. Sai, stavo pensando di fare un giretto fuori
dal castello. Magari questa volta ti avrei trovata vicina al lago, o alle
serre, o forse al campo di Quidditch…”
“Oh, Fred, andiamo.
Cos’hai? Sei venuto a cercarmi per sapere se ho mantenuto il segreto? Guarda
che sono una ragazza di parola.”
Fred non fece caso a
ciò che la ragazza gli aveva appena detto e fece sedere Hermione ad un tavolino
vicino alla finestra.
“Lo so perfettamente che
sai tenere un segreto, ma controllare non fa mai male. Comunque il vero motivo
per cui ti cercavo è… totalmente diverso.” E abbozzò un sorrisetto ambiguo.
“Avanti, Fred. Sputa il
rospo. Dimmi quello che devi.”
“Ronni ti ha invitata
al ballo?” gli chiese in un sussurro.
Hermione lo guardò con
sguardo truce. “Ancora con questa storia? Ti ho detto che io e Ron siamo solo
amici.”
“Tu in realtà non me
l’hai mai detto.”
“Ecco, allora te lo
dico ora e apri bene le orecchie. Qualunque diceria tu possa sentire in giro
non è vera e anche se lo fosse sono affari miei. Ron è mio amico e, per
rispondere alla tua domanda, non mi ha invitata al ballo e penso anche che non
lo farà. Ma non mi importa. Contento?” gli disse Hermione tutto d’un fiato.
“Bene, era proprio ciò
che volevo sentirmi dire. Quindi Granger non hai ancora un cavaliere, giusto?”
Hermione non capiva
perché Fred fosse così insistente.
“Si, è esatto.” Confermò.
“Però non mi preoccupo molto perché se prima di Natale non dovessi trovare
nessuno, tornerò a casa per le vacanze. I miei andranno a sciare in Francia e
saranno felici di avermi a casa, almeno per un po’.”
Fred rimase un attimo
spiazzato da quest’ultima precisazione e ribatté troppo velocemente. “No, non
c’è bisogno che tu rientri a casa.” Lo disse con un tono di voce leggermente
più alto e alcune teste si voltarono a guardarli.
Hermione dispensò dei
timidi sorrisi qua e là finché gli spettatori non tornarono alle loro ciance
sul Ballo. La ragazza tornò a concentrarsi su Fred che ora sembrava più
tranquillo, quasi divertito da quella strana situazione.
“E perché non dovrei
tornare a casa, scusa?”
“Beh, perché ti ho
cercato apposta per chiederti se ti andrebbe di venire al Ballo con me.” Disse
semplicemente il gemello.
Hermione rimase a bocca
aperta.
Aveva sentito bene? Fred le aveva appena chiesto di andare
al ballo con lui?
Poi scoppiò a ridere
tanto forte che dovette tapparsi la bocca con la mano.
“Che c’è da ridere,
Granger?” le chiese Fred con un sorrisetto furbo.
“Dai, che scherzo
stupido è mai questo, Fred? Dov’è George? Mi state proprio prendendo in giro!”
Fred scosse la testa
tranquillo e non smise di fissare gli occhi castani di Hermione.
“S-stai dicendo sul
serio?” balbettò la ragazza.
“Mai stato così serio
in vita mia. Mi farebbe piacere accompagnarti al ballo, Granger. Se ti va
naturalmente.”
Hermione non sapeva
cosa rispondere.
Come se gli avesse
letto nel pensiero Fred aggiunse: “Non c’è bisogno che tu mi dia subito una
risposta. Posso aspettare fino a… diciamo domani.” E le sorrise. “Ok, ora ti
saluto. Tu pensaci. Ci vediamo domani.” E senza aggiungere altro uscì dalla
biblioteca.
Fred le aveva fatto
sapere che si sarebbero trovati di fronte alla statua della strega orba alle 4
del pomeriggio, ma a quanto pareva, o il gemello era in ritardo, o era tutto
uno stupido scherzo.
Giuro che se si tratta di una burla, Fred se ne pentirà per
il resto della sua vita.
Hermione aveva appena
finito di formulare questo pensiero quando vide Fred avvicinarsi di corsa.
“Ehi, Granger.” il
ragazzo aveva il fiatone e si appoggiò alla statua per cercare di riprendersi.
“Respira, Fred. Non
voglio che tu muoia qui.” Cercò di sdrammatizzare la ragazza. Quando aveva
visto il gemello, il cuore di Hermione aveva fatto una piccola capriola ed ora
batteva più velocemente di prima.
Ci siamo, pensò. Devo dargli una risposta.
“Scusami per il
ritardo. Mi sono dimenticato che oggi avrei avuto la punizione con Piton. Per
fortuna ho convinto George ha prendere il mio posto. Spero solo che Piton non
se ne accorga troppo presto perciò avrei una certa fretta, capisci? Hai pensato
alla storia del ballo?”
“Si, Fred. Ci ho
pensato. E accetto il tuo invito.” Disse arrossendo un po’.
Fred sfoderò un gran
sorriso malandrino e disse: “Ottimo, almeno il sacrificio di George è servito a
qualcosa. Dovrò informarlo dell’accaduto.”
“Hai detto a George che
mi hai invitata al ballo?” chiese Hermione un po’ intimidita.
“Non ancora. Ma per
fargli prendere il mio posto ho promesso che gli avrei raccontato che cosa
stavo combinando perciò mi toccherà dirglielo. Qualche problema, Granger?”
“N-no.” Balbettò la
ragazza. “Però preferirei che tu non lo dicessi ad altri. Il ballo è tra
una settimana e lo sapranno tutti a
tempo debito. Perciò…” Hermione non sapeva più come giustificarsi. E se Fred si
fosse offeso perché lei gli stava dicendo che non voleva che tutti sapessero
che lui l’avrebbe accompagnata al Ballo? E se lui ci avesse ripensato?
“Tranquilla, Granger.
Non c’è nessun problema. Rimaniamo d’accordo per il ballo. Alle 9 nella sala
d’Ingresso. Ora devo proprio scappare. Ci becchiamo in giro.” E Fred scomparve
correndo nel corridoio.
Ma
Ron stava fissando Hermione come se
all’improvviso
la vedesse sotto una nuova luce.
“Hermione,
Neville ha ragione… tu sei una
ragazza…”
“Però,
sei un fulmine” ribatté lei, acida.
“Be’…
puoi venire con uno di noi due!”
“No,
non posso” replicò Hermione.
“Oh,
andiamo” disse lui impaziente, “abbiamo bisogno
di
una compagna, faremo la figura degli stupidi se
non
troviamo nessuno, tutti gli altri hanno…”
“Non
posso venirci con te” disse Hermione, e arrossì,
“perché
ci vado già con un altro”.
“No,
non è vero!” disse Ron. “L’hai detto solo per
liberarti
di Neville!”
“Oh,
davvero?” disse Hermione, gli occhi che
lampeggiavano
pericolosamente.
“Solo
perché tu ci hai messo tre anni per
accorgertene, Ron,
non
vuol dire che nessun altro ha capito
che sono
una
ragazza!”
Ron
la fissò stupefatto. Poi sorrise di nuovo.
“Ok,
ok, lo sappiamo che sei una ragazza” disse.
“Va
bene? Adesso ci vieni?”
“Te
l’ho già detto” ripeté Hermione, molto arrabbiata.
“Ci
vado con un altro!”
E
uscì precipitosamente, diretta al dormitorio femminile.
“Sta
mentendo.” Disse Ron tranquillamente, guardandola allontanarsi.
“Non
è vero” disse Ginny piano.
“E
allora chi è?” chiese Ron in tono brusco.
“Non
sarò io a dirtelo, sono affari suoi” disse Ginny.
Ginny in effetti era
rimasta piuttosto sorpresa quando Hermione le aveva confidato che sarebbe
andata al ballo con Fred ma si era dimostrata anche estremamente entusiasta. In
effetti, molto più entusiasta di quanto Hermione si fosse aspettata.
“Hai fatto bene ad
accettare, Herm. Mio fratello Ron è uno stupido. Se ne pentirà e intanto tu al
Ballo ti divertirai come una pazza. Fred è molto spassoso! Vedrai, devi solo
dargli una possibilità e ti sorprenderà davvero.”
Hermione aveva annuito,
incoraggiata dalle parole dell’amica. Adesso doveva solo rilassarsi e aspettare
il giorno del Ballo.
Hermione aveva
impiegato secoli a prepararsi e ora, guardandosi allo specchio, faceva fatica
lei stessa a riconoscersi.
Indossava un abito di
un morbido tessuto blu pervinca, molto elegante. Ma il vero cambiamento erano i
suoi capelli: non erano più cespugliosi, ma lisci e lucenti, legati in modo
elegante dietro la testa.
Ginny entrò come un
tornado nel dormitorio e rimase a bocca aperta appena scorse la figura di
Hermione.
“Wow. Sei davvero
magnifica, Herm!”
“Grazie Ginny.” E
arrossì per il complimento.
“Dai, andiamo. Il
nostri cavalieri ci stanno aspettando.”
Hermione scendeva
nervosamente le scalinate che portavano alla sala d’Ingresso mentre Ginny
camminava sicura al suo fianco. A quanto pareva, sembrava che tutti gli
studenti si fossero dati appuntamento lì, in attesa che le porte della Sala
Grande si aprissero e rivelassero le splendide decorazioni che gli insegnati di
Hogwarts avevano allestito per impressionare le scolaresche di Beauxbatons e di
Durmstrang.
Un chiacchiericcio
emozionato si diffondeva nella sala mentre ragazzi e ragazze si cercavano tra
la folla.
Neville intercettò
subito Ginny e le porse un braccio.
Ginny ridacchiò.
“Grazie Neville, sei davvero gentile.” Gli disse sincera.
La rossa fece
l’occhiolino ad Hermione prima di allontanarsi con il suo accompagnatore.
Hermione iniziò a
guardarsi attorno spaesata. Dove
diavolo era Fred?
Tutti attorno a lei si
muovevano eccitati. Hermione scorse i campioni del Torneo, compreso Harry, che,
accompagnati dalle loro dame e dall’unico cavaliere per Fleur, venivano messi
in fila dalla professoressa McGranitt.
La ragazza udì
distintamente Fleur lamentarsi: “Acidonti, ma crede che noi essere dei bambini?”
Roger Davis, il suo accompagnatore, annuì con sguardo ebete.
“Ehi, Granger, sei tu?
Non ti basto io come cavaliere? Ho visto che stavi adocchiando, Davis.” Una
voce allegra la colse, come sempre, alla sprovvista.
Hermione si voltò e
vide Fred che le sorrideva.
La ragazza rimase senza
fiato di fronte allo sguardo seducente che il gemello sfoderò ma anche Fred
perse per un attimo la sua baldanza di fronte alla bellezza di Hermione.
“Sei proprio carina,
Granger.” affermò serio.
Hermione si sentì
avvampare e prese la mano che il ragazzo le porgeva.
“Allora, sei pronta per
vivere una serata memorabile?” le disse facendole l’occhiolino dopo aver recuperato
la sua usuale spavalderia.
Hermione annuì. Si
sentiva un po’ stupida dato che non aveva ancora detto una parola ma sembrava
che le sue corde vocali avessero qualche problema ad emettere suoni.
Si lasciò condurre da
Fred tra la folla festante di studenti quando finalmente le porte della sala
grande si aprirono e tutti loro furono invitati ad entrare.
I ragazzi rimasero
stupiti di fronte al luogo scintillante che i professori erano riusciti a
creare all’interno della sala ma subito dovettero disporsi ad ala rispetto alla
porta per lasciare il passaggio libero
ai 4 campioni del Tremaghi.
Cedric, Krum, Fleur ed
infine Harry varcarono la soglia seguiti da migliaia di occhi e diedero inizio
alle danze.
“Hermione?”
La ragazza si sentì
chiamare e ancora prima di girarsi, sapeva già chi si sarebbe trovata di
fronte: Ron.
Ron infatti era lì,
dietro di lei, al fianco di Padma Patil. Guardava Hermione con un misto di
stupore, rabbia e tradimento.
“Ehi, ciao, fratellino?
Tutto bene? Alla fine vedo che hai trovato una dama anche tu.”
Ron fulminò Fred con lo
sguardo. “E così non potevi venire con me o con Harry perché dovevi uscire con
Fred! E da quanto tempo va avanti questa storia?” Ron tremava di rabbia
repressa, ma, ignorando completamente il fratello, si era rivolto direttamente
ad Hermione.
“Calmati, Ronni. Che
problemi hai?” gli chiese il gemello, facendo il finto tonto e intromettendosi
nel discorso. “Ho invitato Hermione e lei mi ha detto di sì. Quante storie! È
solo un ballo!”
Il cuore di Hermione
per un attimo parve fermarsi. Cosa
voleva dire Fred con la frase: è solo un
ballo? Voleva dire che andare con lei o andare con qualcun’altra era per
lui praticamente la stessa cosa?
Ron guardò con disgusto
Fred ma il gemello fece spallucce e in risposta, gli sorrise.
Per fortuna, in quel
momento, la canzone d’apertura delle danze era terminata e una molto più
ritmata aveva preso il suo posto.
“Vieni, Hermione.
Questa è bellissima!” Fred prese la ragazza per mano e la condusse sulla pista
da ballo.
Harry, che in quel
momento abbandonava la pista con una riluttante Calì al suo fianco, intravide
Hermione che ballava con Fred e rimase di sasso.
Arrivò da Ron e vide
che l’amico era di pessimo umore.
“Hermione è venuta al
ballo con Fred?” chiese.
Ron mugugnò. Harry capì
che quella sarebbe stata una serata molto lunga e difficile per Ron e lasciò
cadere il discorso.
Nel frattempo Fred
faceva volteggiare Hermione con estrema destrezza e non smetteva di sorriderle
entusiasta, così alla fine, anche lei, si rilassò e si lasciò coinvolgere da
Fred.
“Non mi hai ancora
parlato, Granger. Cosa ti succede?” le chiese il gemello sempre sorridendo.
“Niente. Mi stavo solo
chiedendo perché mi hai invitata al ballo?” Hermione non riuscì a trattenersi.
Fred si fece serio per
un attimo continuando a farla volteggiare a ritmo di musica. “Vuoi la verità,
Granger?”
Hermione non era sicura
di volere davvero la verità ma, disubbidendo alla parte più trasgressiva di sé, annuì.
Fred fece un respiro
profondo e parlò: “Tu mi piaci, Granger. Per questo ti ho invitata. So che tu
non ricambi l’interesse che io provo per te ma stasera mi piacerebbe almeno che
tu fingessi. Per una sera soltanto. Poi tornerò ad essere il fratello-combina-guai
del ragazzo Weasley per il quale hai una cotta.”
Hermione rimase
sorpresa da tanta semplicità e sincerità e ancora una volta le guance le si
imporporarono.
“Sei deliziosa quando
arrossisci.” Fred non poté trattenersi dal farle una lieve carezza sul volto.
Hermione rabbrividì a
quel contatto. “Non qui.” Disse semplicemente, guardandosi attorno allarmata.
Fred capì. “Dai,
vieni.” Con naturalezza e senza farsi notare troppo, i due sparirono, lontani
dalla pista da ballo.
Si ritrovarono a
passeggiare fianco a fianco nel giardino di Hogwarts. La serata era bella anche
se molto fredda. Ma Hermione era accaldata non solo per il ballo ma anche per
le parole di Fred.
“Allora? Ti ho proprio
scioccato con la mia dichiarazione, vero?” Fred non riusciva a smettere di
sorridere. Sembrava che per lui fosse sempre tutto uno scherzo.
Hermione annuì e poi
decise di parlare. Che
razza di Grifondoro era se non riusciva ad affrontare quella difficile
situazione?
“Devo dire che mi hai
preso un po’ alla sprovvista, Fred. Beh…non me l’aspettavo.”
“Stupire è il mio
mestiere. Non te l’ha forse detto anche Ginny?” e ammiccò.
“Si, però non pensavo
davvero una cosa simile.”
“E cosa ne pensi,
Granger? Ti va di fingere per me almeno per una sera?”
Hermione sospirò e,
preso il coraggio a due mani, lo guardò negli occhi.
“Non penso che sarà
necessario fingere, Fred.” disse timidamente la ragazza.
Questa volta fu Fred a
rimanere senza parole. La guardò allibito e poi improvvisamente non capì più
nulla. Si ritrovò a intrecciare le sue dita nella capigliatura elaborata di
Hermione mentre le sue labbra si posarono avide su quelle di lei. Hermione,
sopraffatta dal gesto inaspettato, gli si aggrappò al collo e ricambiò il bacio
con tanto entusiasmo che quasi i due persero l’equilibrio ma per fortuna Fred
riuscì a sostenere entrambi.
Il gemello scoppiò a
ridere. “Granger, non ti facevo così focosa.” Scherzò divertito.
“Se lo dici a qualcuno
giuro che ti affatturo.” Gli rispose di rimando lei.
“Te lo prometto. Sarò
una tomba.”
“Ok, lo spero per te.”
Hermione rabbrividì e Fred se ne accorse.
“Meglio rientrare, o
diventerai un ghiacciolo. Conosco posti migliori per concludere la serata.”
Hermione gli diede una
spintarella. Il gemello rise.
“Stavo scherzando. Dai,
torniamo alla festa.”
Fred la prese per mano
e i due intrapresero il percorso inverso per raggiungere il castello.
Quella sera qualcosa in
Hermione era cambiato. Non sapeva come sarebbe andata a finire con Ron, ma
sapeva perfettamente che, la storia con Fred, non sarebbe stata soltanto per una sera.
Angolo Mirty_92:
Eccomi qui di nuovo con una Fremione! Sarà che sono
stata ispirata, sarà che l’ho presa un po’ come una sfida personale e così ho
scritto un’altra fic su questa coppia. Ho cambiato un po’ le carte in tavola
rispetto al libro della zia Row e spero che non me ne vogliate troppo male. In
realtà doveva essere una fic mooooolto ma moooolto più corta ma a quanto pare…
be’, portate pazienza.
Ringrazio in anticipo chi leggerà e chi vorrà lasciare
un commento. GRAZIE!
P.S: un grazie particolare a
RosePotter00, Notteinfinita e Hoon21 per aver recensito la mia precedente
Fremione ;)
A presto!!
Mirty_92