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Autore: mirandas    22/11/2013    3 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto vorrei chiarire alcune cose:
1) aggiornerò la fic settimanalmente, così se durante la settimana non riuscirò a scrivere più di un capitolo non rimarrò potrò postarne lo stesso uno perchè mi sono già messa avanti.
2) per chi ne ha voglia, è altamente consigliabile leggere questa parodia della Divina Commedia con il testo originale davanti, per farsi ancora più risate. Ma questo vale solo per chi ne ha voglia, state tranquilli, non voglio costringervi a rileggervi la vera
opera.
Ecco, con questo ho detto tutto, ancora una volta vi auguro buona lettura ;)

Canto II
 
Dante
 
Il giorno volgeva ormai al termine (di nuovo) e tutti gli animaletti della foresta stavano andando a dormire (Bambi e Tamburino compresi), mentre io mi preparavo al lungo viaggio che mi aspettava in compagnia del mio maestro, che avrei raccontato non appena fossi tornato a casa, grazie alla mia memoria infallibile. Oh memoria mia, non venirmi meno quando avrò bisogno di te!
Mi rivolsi a Virgilio: “Oh Virgilio, ma siam sicuri che posso farlo questo viaggio? No, perché non ho mica il passaporto, sai, per l’oltretomba. Tu scrivesti nella tua opera che Enea andò nell’Aldilà ancora vivo e col proprio corpo. Perché Enea era raccomandato da Dio, in quanto padre di Roma, dove tutt’ora poggia le sante chiappe il papa carissimo Bonifacio VIII. E lì ascoltò la profezia di suo padre Anchise che gli avrebbe fatto vincere la guerra con i latini. Ci è andato anche san Paolo per rinforzare la sua fede. Ma io perché ci dovrei andare? Io non mi chiamo Enea e nemmeno Paolo, chi mi raccomanda? Non sono degno!!!!!!! Non è che faccio dei casini andando giù? Tu che sicuramente hai capito quello che ho detto, puoi spiegarlo anche a me, per favore?”
E come una donna con il ciclo, che è parecchio lunatica, così mi comportai io e cambiai idea sull’intraprendere quel viaggio che pareva impossibile.
“Spero di aver capito male il tuo discorso perché io non ti facevo così vigliacco! Sei come un piccolo animaletto della foresta che si spaventa per un nonnulla. Se proprio non riesci a calmarti ti dirò perché venni da te e ciò che provai quando posai per la prima volta il mio sguardo su di te.”
Arrossii leggermente a queste parole molto equivoche. Ma no, Virgilio non pensava di me in quel modo. Figuriamoci!
Il poeta latino andò avanti nel suo racconto: “Mi trovavo tranquillo seduto nel limbo, quando mi chiamò una sbrisolona così bella (Nota: dolce tipico mantovano, qua usato come complimento per dire che Beatrice è una bella gnocca) che non potevo dire di no alla richiesta che mi fece in seguito. Aveva due fanali al posto degli occhi e cominciò a scandirmi le parole come se fossi scemo:- Oh cortese mantovano, già che sei in piedi, puoi andare a pigliare quel povero sfigato che mi correva dietro quando ero ancora in vita, che si è incasinato a tal punto da prendersi una strizza micidiale ed ora sta tornando nella foresta? E temo che, scemo com’è, si sia perso tra due stecchi, infatti io ero al salone di bellezza del Paradiso e non sono potuta accorrere prima in suo soccorso. Ora vai e portalo qui, non mi importa come lo convincerai, se con le parole o coi fatti. Ah, se non lo avessi capito, io sono Beatrice. Ora che ci siamo chiariti, posso tornarmene su in cielo, tranquillo, metterò una buona parola con quello che sta ai piani alti, forse, se me lo ricorderò. – Allora finalmente si zittì e mi lasciò parlare:- Oh sbris…signora altissima, purissima e levissima, non che mi dispiaccia andare da Dante, ma come mai ti sei presa il disturbo di venire a romp…a trovarmi quaggiù?- E lei mi rispose:- Dal momento che farti gli affari tuoi su questioni intime ti riesce difficile, ti dirò in breve che io sono superiore a tutti voi perché, cè, siccome io sono importante, cè tipo, il Boss lassù mi considera, quindi voi plebèèèèèèèèi non mi potete nuocere, cè, io all’inferno mi ci faccio le lampade! Cè, anche la Madonna, che è un’altra che sta ai piani alti, ma che tu non conosci (e sei fortunato perché è una che si lagna, eh!), si preoccupa per Dante a tal punto che ha infranto le leggi divine!! Dicevo che la Madonna chiamò Lucia e...- e…” La mia guida si bloccò tutto d’un tratto. “Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice! Dunque: che hai?! Perché?! Perché cavolo ti fermi, perché dopo che queste tre benedette donne ti hanno raccomandato ed io sono salito apposta per te, dubiti ancora di essere degno?!”
La strigliata di Virgilio mi fece recuperare il coraggio perduto nella foresta oscura. “Oh, Beatrice! Visto che tieni così tanto a me, io compirò questo lungo viaggio! Ora andiamo, mia guida, mio maestro!” Così gli dissi e lo seguii per il sentiero difficile e selvaggio (di nuovo!) lungo il quale si era già incamminato.
  
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