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Autore: AngelsOnMyHeart    23/11/2013    4 recensioni
[FANFICTION IN REVISIONE DAL 15/11/2015]
[Capitoli revisionati: 11/15]
Gli anni sono trascorsi dalla vittoria dei Guardiani e la conseguente sconfitta di Pitch, l'Uomo Nero.
Dieci anni, ad essere precisi.
Tutte le attività delle Leggende sono tornate alla normalità e di quei difficili giorni, non è rimasto altro che un lontano ricordo.
Ma non tutto è esattamente tornato come prima, poiché, da quella notte, una luce sul Globo ha smesso di brillare.
Scarlett è una studentessa di diciotto anni, una semplice ragazza la cui vita non ha nulla che possa ritenersi degno di nota ma che cela nel proprio petto un peso oscuro, il quale sta lentamente trascinando la sua mente nell'oblio.
Incubi.
Da che la ragazza riesca a ricordare, la sua mente è sempre stata tempestata da neri, asfissianti ed orribili incubi e non è mai stata in grado di capire il motivo per cui questi infestassero il suo sonno. Sapeva solamente che erano sempre presenti e che, qualunque cosa facesse, sarebbero tornati notte dopo notte.
Ma il tempo inizia a stringere e, con questo, molte verità verranno a galla, portandosi dietro altre domande le cui risposte non sempre saranno un sollievo per l'anima.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI

Elfi cleptomani e slitte truccate





:-Cercate di farmi capire...-. Furono le parole che Scarlett pronunciò forse per la quindicesima volta. Tra le mani, bendate con cura da Dentolina, stringeva una tazza piena di cioccolata fredda. Circa un'ora prima la bevanda era stata dir poco bollente ma per la ragazza la voglia di berla si era dimostrata piuttosto scarsa, nonostante emanasse un allettante profumo speziato.
:-...voi sareste i cosiddetti “Guardiani dell'Infanzia”, giusto? Rispettivamente- ed andò ad indicarli uno ad uno, partendo da North – Santa Clause, la Fata del Dentino, Sandman, Jack Frost e...e... - balbettò imbarazzata e le sue guance arrossirono -..il coniglietto di Pasqua?-.
:-Coniglio, prego-. Mormorò Calmoniglio poggiandosi con la schiena contro una delle colonne presenti nello studio, incrociando contro il petto le zampe pelose.
Come aprì bocca, Scarlett sobbalzò versando buona parte della sua densa bevanda sul grande tappeto rosso e dorato che adornava la stanza, volgendosi poi con sguardo dispiaciuto verso North, il quale la rassicurò scuotendo appena la grande mano e mostrandole un ampio e rassicurante sorriso.
:-Sì, il Coniglio di Pasqua-. Si corresse quindi la ragazza, chinando il capo ed iniziando a fissare il vuoto dinanzi a lei. Assorta all'improvviso da ben altri pensieri.
Loro, i Guardiani, avevano tentato di tranquillizzarla, spiegandole che Calmoniglio, lo Spirito delle feste pasquali, non le avrebbe di certo mai torto un capello. Non era che lei non gli credesse ma, se già nella vita di tutti i giorni, aveva le sue difficoltà nello star vicino ad un qualsiasi, soffice ed “innocuo” coniglietto, figurarsi come sarebbe mai potuta riuscire ad abituarsi alla presenza di un coniglio alto due metri o quasi. Armato, per di più.
Scosse il capo, cercando di tornare a pensare al suo problema principale.
:-E l'uomo nel bosco, invece, era...-.
:-Pitch Black, l'Uomo Nero-. La interruppe Calmoniglio, ricevendo subito in cambio uno scappellotto sulla nuca da parte di North, mentre Scarlett ormai versava il rimanente contenuto della tazza dopo l'ennesimo sobbalzo.
Quanto poteva sembrare sciocca, aver timore di un coniglio.
:-Okay è tutto così assurdo che, sì, posso anche crederci- iniziò a dire, cercando di dimenticarsi che un coniglio mutante si trovava a pochi passi da lei -Dopo tutto quel che ho visto oggi alla fine di cosa dovrei mai stupirmi? Inoltre, mi sento fin troppo sveglia per credere di stare sognando o almeno voglio credere che sia così-. Esclamò Scarlett indicando la sala in cui si trovavano: uno studio con una grande scrivania al centro, adorno di giochi incantati che riempivano gli scaffali e sculture in ghiaccio che si animavano al semplice comando di North. Quelle piccole sculture erano la prima cosa che l'omone le aveva fieramente mostrato quando l'aveva accompagnata nel suo studio, dopo che avesse ripreso i sensi ovviamente, senza nemmeno curarsi di spiegarle dove si trovasse. In quel momento si sarebbe sicuramente ritrovata ancora ad osservare, in un lungo ed imbarazzato silenzio, tutti quei curiosi giocattoli e nuovi prototipi di ogni tipo se non fosse intervenuta Dentolina, la quale l'aveva fatta sedere sulla sedia dove ora si trovava e le aveva pacatamente spiegato, per ben quindici volte, chi loro fossero e cosa fosse effettivamente successo. A quanto pare la fata sembrava averla presa sotto la sua ala. Scarlett sorrise fra se e se, pensando a quel suo sciocco gioco di parole.
Il suo sguardo sfuggì distrattamente su di un piccolo gruppetto di elfi che di tanto in tanto faceva capolino, con la loro testolina adorna di cappello a punta, dalla porta. Le piccole creature la adocchiarono con vivo interesse. Forse non erano abituati a ricevere visite di ospiti umani, in quel luogo.
:-Quindi- continuò a dire cercando di non perdere il filo del discorso -le cose sono due: o sono completamente impazzita ed in questo momento sto probabilmente parlando con un muro in qualche istituto psichiatrico o, forse, tutto questo è reale come sembra e..-. Si interruppe un istante, portando la mano sul petto mentre chiudeva gli occhi, stringendoli forte. Era sempre così, quando anche la più piccola speranza iniziava ad insinuarsi dentro di lei, il suo cuore la rigettava, facendole tremare le membra, lasciandole nient'altro che la paura di fallire.
:-Quel che vorrei esattamente, in questo momento- si affrettò a cambiare discorso -è capire cosa questo Pitch Black abbia messo dentro il mio cuore. Anche se credo di essermi già fatta una mezza idea, a giudicare dal suo aspetto e la sua ben conosciuta nomea. Ed anche sapere perché, se eravate a conoscenza di tutto, avete deciso di intervenire solo ora? Non avreste potuto comunicare con me, avvisarmi in qualche modo? Farmi sapere che tutto quel che ho visto e che mi è capitato non è stato solo frutto di una malattia mentale. Avrebbe potuto cambiare molte cose..-.
Dentolina le volò subito vicino, stingendole delicatamente le spalle con un braccio ed accarezzandole i capelli. Scarlett glielo lasciò fare e chiuse gli occhi, beandosi di quelle carezze per alcuni istanti. La fata le piaceva, sembrava una di quelle bambole che molti bambini desiderano: bella, dal viso dolce e colorata. Forse anche troppo colorata.
:-Vedi tesoro, so che può essere difficile da capire per te in questo momento, ma non fraintendere le nostre intenzioni. Anche se non ci siamo mai mostrati direttamente a te, come in questo momento, abbiamo sempre avuto al cuore il tuo bene- si volse quindi verso il piccolo omino dorato, indicandolo col palmo della mano aperto -Sandman, in particolare, ti è sempre stato accanto in questi dieci anni. È venuto a farti visita ogni notte, sperando di riuscire a donarti anche solo un sogno ma, purtroppo, quel che Pitch ha fatto al tuo cuore è sempre stato un enigma per noi. Ci ha letteralmente messo con le spalle al muro per tutto questo tempo. È dura per noi ammetterlo ma ci ha reso incapaci di aiutarti come avremmo altrimenti fatto per qualsiasi altro bambino. Ed intervenire, irrompendo improvvisamente nella tua vita con il rischio di sconvolgerla più del dovuto, non avendo alcun un aiuto concreto da offrirti, non ci è mai sembrata una buona idea. Non sino ad oggi, almeno-.
Scarlett alzò lo sguardo sulla fata, i suoi occhi viola erano così belli che avrebbe potuto fissarli per ore :-Quindi, se ho capito bene, è questo il motivo per cui non ho più nemmeno il vago ricordo di un sogno? Quest'oscurità che mi ha lasciato dentro, ha annullato l'effetto che i vostri poteri hanno su qualsiasi bambino. E' così, vero?-.
Sandman, in piedi ad un paio di passi da lei, annuì velocemente e sulla sua testa dorata iniziarono a vorticare diverse immagini, talmente veloci e confuse che la ragazza non riuscì a coglierne nemmeno una :-Mi dispiace- si scusò subito lei, dispiaciuta -ma io proprio non riesco a capire cosa stai cercando di dirmi-.
:-Quello che Sandman sta cercando di dire te– intervenne North, chinandosi per posare una mano sulla spalla del suo piccolo amico -è di aver provato con sua Sabbia, per migliorare tuoi sogni, per anni ma adesso finalmente sappiamo perché di questo insuccesso: oscurità in tuo cuore è molto salda perché ha germogliato in esso per anni e...- il suo viso barbuto si rabbuiò -...quando buio si annida e ramifica dentro cuore, è difficile da sradicare via-.
Scarlett rimase momentaneamente immobile, continuando a fissare quel tappeto di cui ormai conosceva tutta l'intelaiatura :-Questo però continua a non spiegare il motivo per cui voi non siate mai intervenuti nella mia vita, se non dopo avermela fatta buttare completamente a gambe all'aria. Non avevate la soluzione, ok questa non è certo una vostra colpa ma almeno avreste potuto avvisarmi in qualche modo. Mostrarvi come avete fatto oggi, spiegarmi la situazione. Non volevate incasinare la mia vita più di quanto non lo fosse già? Guardate come è andata e ditemi se peggio di così può andare. Avete la benché minima idea di quello che ho passato ogni giorno, tutti questi anni, senza sapere cosa ci fosse di tanto sbagliato in me?-.
L'imbarazzo era palpabile tra i Guardiani. Solo Frost, che sembrò non essere particolarmente colpito, piantò con noncuranza il suo bastone ricurvo a terra e ci si appoggiò con tutto il suo peso, come era suo solito fare :-Non abbiamo deciso di spuntare fuori solo ora- disse lui marcando di parecchio le parole da lui pronunciate -La situazione ce lo ha impedito se non fino a questo momento a dir poco critico. E poi, ad essere onesti, non sei mai stata sola, c'è sempre stato Jaime con te. Inoltre, non so se hai ascoltato bene quello che stiamo cercando di spiegarti ma, come ha detto Dentolina, Sandman è da dieci anni che cer...-.
:-Come scusa? Cosa c'entra Jaime in tutto questo?-. Domandò Scarlett ora di nuovo confusa.
Dentolina si sbrigò ad intervenire, frapponendosi tra Scarlett e Jack, lanciando uno sguardo di fuoco a quest'ultimo, prima di rivolgersi alla ragazza :-Sì Jamie, tesoro. Noi lo conosciamo da parecchio tempo, è lui che ha sempre cercato di vegliare su di te, laddove noi non abbiamo potuto-.
Scarlett iniziò a scuotere velocemente la testa, magari scuotendosi le idee sarebbero tornate a posto :-Perché non me ne ha mai parlato?-. Mormorò infine, sconsolata e di nuovo confusa.
:-Oh ma lui l'ha fatto, quando eravate piccoli- si intromise nuovamente lo Spirito dell'Inverno -ma tu eri già stata contaminata dall'oscurità di Pitch, e non sei riuscita a dare peso alle sue parole. Ricordi? Anzi, a tal proposito, come sta? -.
:- Influenzato- rispose subito e freddamente Scarlett, cercando di chiudere quanto più celermente possibile l'argomento “salute di Jaime”.
:-Ora, scusatemi la franchezza..- si alzò quindi, trattenendo a stento una risata di nervosismo, posando la tazza vuota sulla sedia dietro di se -...io non vorrei criticare o mettermi a spiegarvi cosa dovrebbe fare un Guardiano dell'Infanzia, anche perché non avevo neanche la vaga idea che ne esistessero sino ad ora, ma non credo di sbagliare se vi dico che forse avete sbagliato qualcosa nel vostro lavoro. Perché, davvero, io mi chiedo come abbiate potuto credere che Jaime, un normalissimo ragazzo, allora un bambino, potesse essermi di aiuto contro una non identificata maledizione lanciatami da un tizio conosciuto come Uomo Nero. Con tutti gli strabilianti poteri di cui sarete sicuramente in possesso? No no...mi dispiace dirlo ma avete sbagliato tutto. Già. Nulla contro Jamie, questo è chiaro, sebbene continua sfuggirmi come vi siate conosciuti...ma non è questo il punto!
Il fulcro della questione è che sareste potuti intervenire prima! Adesso chi volete crederà alle mie parole? Cosa dovrei raccontare a mia madre... “Oh mamma, non ti preoccupare da oggi non avrai più una figlia schizofrenica, è tutto sistemato. Pitch, il Re degli Incubi, ha tormentato per anni i miei sogni per farsi tirare fuori da una buca scavata sotto un letto abbandonato nel boschetto dietro casa. No ma tu stai tranquilla! Santa Clause & Co. Sono riusciti a portarmi in salvo ed ora stiamo studiando un piano per far sì che questo svitato se ne ritorni nella sua buca” Certo, sono sicura che tutti crederanno a questa mia versione dei fatti. Specialmente per non farmi fuggire, MENTRE TENTANO DI METTERMI LA CAMICIA DI FORZA! -. Pronunciò le ultime parole urlando e stringendo con forza i pugni lungo i fianchi. Aveva preso a fare avanti ed indietro per l'intero studio, gesticolando con le mani sotto lo sguardo perplesso dei presenti. Si stupì di se stessa. Non aveva mai perduto le staffe in vita sua, adesso invece era giunta a tre sfuriate, di cui una sfociata in un tentato omicidio, nel giro di un solo giorno.
:-Ci dispiace- disse infine North, mortificato, tenendo il capo chino e giocherellando con un piccolo scalpello tra le proprie mani -ma vedi, una di nostre regole è di non mostrarci mai a bambini. Nel tuo caso forse avremmo potuto farlo ma abbiamo sempre creduto che questo avrebbe potuto mettere te in guai peggiori. Non potevamo sapere che sarebbe finita così-.
Sinceramente non aveva idea di cosa potesse essere peggio per loro ma le parole di Santa Clause riuscirono a placare la sua ira. La rabbia nei suoi occhi svanì ed il suo sguardo volle addolcirsi mentre si lasciava cadere nuovamente sulla sedia alle sue spalle. La tazza vuota era sparita, un elfo era arrivato quatto quatto mentre lei urlava e se l'era portata via. “Ecco svelato il motivo del loro interesse”, pensò Scarlett.
:-Non è da me perdere la pazienza in questo modo-. Mormorò infine fra se e se, volgendosi verso Sandman, il quale fra tutti sembrava avere il volto più crucciato degli altri. Scarlett aveva la vaga impressione di averlo già visto da qualche parte e, se davvero le cose stavano come dicevano loro, adesso aveva un'idea del perché. Una piacevole sensazione di calore andò a posarsi sulla sua guancia. :-Grazie Sandman. Non era mia intenzione offenderti, sono sicura che hai fatto del tuo meglio, sono io ad essere un disastro-. Scherzò ed il Guardiano dei Sogni le sorrise, lei ricambiò istintivamente e per un attimo si stupì di quel piccolo gesto spontaneo. Era da tanto tempo che non rivolgeva un sorriso sincero a qualcuno.
:-Cosa dovrei fare adesso?-. Si decise a chiedere, infine era quella la cosa che le premeva di più sapere.
I Guardiani si fissarono perplessi prima che Jack Frost prendesse parola :-Non siamo ancora sicuri sul da farsi, al momento stiamo improvvisando a dire il vero. Beh...lo abbiamo fatto per tutti questi anni e credo proprio tu te ne sia accorta eheh- mormorò imbarazzato mentre si grattava la nuca -Nel frattempo, comunque, pensiamo che non sia il caso di lasciarti tornare a casa, sempre che tu sia d'accordo. Saresti un facile bersaglio per Pitch e dobbiamo capire bene cos'ha in mente, prima di fare qualsiasi mossa. Capisci vero?-.
Scarlett annuì parzialmente consolata da quelle parole. Non era ancora pronta per tornare a casa ed affrontare il caos che probabilmente già si stava scatenando. Sua madre aveva probabilmente già ricevuto una chiamata da parte della scuola, costretta a staccare dal suo turno di lavoro per andarla a cercare...
:- Se posso dire la mia- intervenne Calmoniglio –dovremmo essere noi a fare la prima mossa. L'ultima volta abbiamo lasciato che fosse lui il primo ad agire. Beh..abbiamo visto come è andata a finire no? E, lasciatemelo dire signori, non ci tengo proprio a ripetere quel teatrino. Dobbiamo essere i primi ad attaccare, stanare quell'ombra strisciante e costringerlo a parlare!-.
Ad ogni parola del coniglio Scarlett desiderava diventare sempre più piccola, sfuggendo con lo sguardo al tanto affidabile tappeto. Così da non dover realizzare, ogni volta, di avere dinanzi un coniglio gigante.
:- Il cangur....ehm. Calmoniglio ha ragione. Questa volta dobbiamo impedire a Pitch di provocare altri danni-. Esclamò Frost, trattenendo a stento una risata e Scarlett non comprese esattamente il motivo, questo sino a quando il Coniglio di Pasqua non lanciò uno sguardo truce all'albino :-Scusa ghiacciolo, com'è che mi stavi chiamando? Prova a ripeterlo-. Il ragazzo volse lo sguardo altrove fischiettando e portando il bastone in spalla con fare spensierato:-Non ho la più vaga idea a cosa tu ti stia riferendo-.
:-Oh adesso te lo ricordo io-. Gli rispose Calmoniglio avvicinandosi a lui con fare minaccioso, fermato subito dalle grandi mani di North :-Suvvia ragazzi basta litigare per questa vecchia storia-. Li ammonì lui ma ovviamente il battibecco non si fermò lì, trasformandosi presto in una buffissima lite di inseguimenti e palle di neve tra il Guardiano della Speranza e quello del Divertimento per lo studio di North e poi per il resto della grande Fabbrica di Giocattoli.
Assistendo a quella scena, Scarlett parve percepire qualcosa smuoversi dentro di lei, percependo un lieve calore spargersi per tutto il suo petto. Le ricordò vagamente la sensazione che si prova quando si riceve un abbraccio inaspettato.
Sì perché in presenza di quei Guardiani, seppur uno di loro fosse un coniglio alieno gigante, si sentiva protetta. Si sentiva a casa. E questo, per lo meno, riuscì a convincerla di non stare sognando.
Quando le acque finalmente si calmarono, i Guardiani decisero di attuare il piano di Calmoniglio.
Di certo non gli ci volle molto per rintracciare Pitch, bastava una semplice occhiata sul grande Globo posto al centro del Polo Nord per vedere il vasto manto nero allargarsi a dismisura. In quel particolare momento l'Uomo Nero sembrava essersi concentrato sulla metropoli di New York.
In una città grande come quella stava sicuramente dando gran soddisfazione al suo appetito, rimasto a dieta per tutti quegli anni.
:-Con le buone o con le cattive-. Aveva esclamato Calmoniglio mentre uscivano dallo studio di North.
A Scarlett in realtà il Guardiano spirava una certa simpatia, solo che non poteva nulla contro il timore che gli incuteva il suo aspetto. Ciò che maggiormente la intristiva era non avere nulla per cui potersi giustificare di quell'insensata paura. Ci aveva pensato per parecchio tempo ma, nonostante si sforzasse, non vi era alcun ricordo che riuscisse a riportarla a questa paura infondata. Anche se, a onor del vero, erano molti i ricordi rimasti incastrati dietro un alto muro nero, solo pochi erano ancora presenti nella sua mente. Come quello della notte in cui suo padre se ne era andato di casa, abbandonando lei e sua madre.
Memorie che facevano male e che alimentavano il peso che gravava sul suo cuore.

:-Niente scuse Calmoniglio, noi andremo con Slitta-. Esclamò perentorio North, dinanzi al suo veicolo rosso fiammante con cui ogni notte di Natale volava sopra i tetti di tutto il mondo, consegnando doni ai bambini che se ne erano dimostrati degni.
Quando Scarlett la vide, rimase particolarmente colpita dal suo aspetto, completamente diverso da quello che lei, e tutti gli altri bambini nel mondo, aveva sempre immaginato visto illustrato nei libri di fiabe. Sì, era rossa, scintillante e trainata da delle renne ma la sua struttura aveva un qualcosa di più moderno, e nella parte anteriore dove sedeva North vi era una miniatura del globo dorato che aveva visto nel centro della Fabbrica di Giocattoli.
“ Una slitta da corsa” sorrise Scarlett tra se e se, osservandola meravigliata.
:-Potrei tranquillamente utilizzare le mie gallerie invece di rischiare che tu possa spezzarmi l'osso del collo su...su questo aggeggio infernale-. Sbraitò Calmoniglio cercando di disperatamente di sfuggire alla stretta di North mentre questi gli cingeva saldamente le spalle, ridendo sonoramente :-Suvvia non fare coniglio!-.
:-Ah-ah-ah...spiritoso-.
La prima a salire fu proprio Scarlett, alla quale tremavano le gambe dall'emozione, vero che aveva 18 anni, seppur compiuti da poco ma...diamine! Stava salendo sulla slitta di Santa Clause. Quanti bambini avrebbero potuto vantarsi di un tale privilegio?
Vicino a lei prese posto Sandman, il piccolo Guardiano le era stato accanto per tutto il tempo senza perderla d'occhio e, seppur fosse il più minuto tra i Guardiani, era proprio vicino a lui che si sentiva più al sicuro.
Dietro di loro invece presero posto Calmoniglio, Jack Frost e Dentolina, anche se lei non aveva esattamente bisogno di prendere posto in slitta, vista la capacità di volare.
Scarlett stentava a crederci, in vita sua non era mai stata al di fuori di Burgess ed ora non solo aveva appena finito di visitare il Polo Nord, guidata da North, il suo anfitrione, ma ora stava per partire in direzione di una delle metropoli più grandi del mondo, la città dalle mille luci che desiderava visitare da anni ormai.
Senza alcuna avvisaglia, North schioccò le redini ed il veicolo partì con un violento scossone, incanalandosi alla velocità della luce all'interno di un tunnel ghiacciato che si rivelò essere la pista di lancio che li avrebbe condotti fuori dalla Fabbrica. In un primo momento Scarlett sentì l'aria mancarle mentre afferrava istintivamente il bracciolo alla sua sinistra, affondandovi il viso. Sebbene non vi fosse mai salita, immaginò che quella dovesse essere la sensazione di quando si va sulle montagne russe e così un altro dettaglio che non avrebbe minimamente immaginato, si aggiunse alla lista dei miti da sfatare: Santa Clause era un vero e proprio pirata dei cieli.
La slitta correva ad una velocità tale che, se ci fossero stati dei limiti di velocità per slitte ed una patente per portarle, North avrebbe senza dubbio subito la sospensione della stessa.
Inizialmente tenne gli occhi chiusi con forza, timorosa innanzitutto all'idea di cadere ma alla fine la sua curiosità riuscì ad averla vinta, spingendola ad affacciarsi, seppur molto lentamente.
Sotto di loro si stendeva un'immensa distesa di neve e ghiacciai illuminati dalla luce del tramonto che sfumava il bianco paesaggio invernale dal rosato all'arancio per chilometri e chilometri.
:-E' fantastico-. Esclamò ad alta voce, inspirando a pieni polmoni l'aria fredda mentre i corti capelli le si scompigliavano a causa dal vento forte.
Sandman le bussò ad una spalla e quando ebbe la sua attenzione, puntò l'indice contro la sua chioma bionda, formando poi un punto interrogativo dorato sulla sua testa. Questa volta Scarlett comprese.
:-I capelli?- domandò lei, afferrando una ciocca e ruotandola distrattamente attorno al suo indice –Non so se riuscirei a spiegarmi bene, è la prima volta che spiego veramente questa cosa a qualcuno ma...lunghi mi facevano sentire osservata. Mi sentivo strana e così li ho tagliati e colorati, so che è strano ma in questo modo mi fanno sentire meno al centro dell'attenzione- fece un attimo una pausa, riflettendo sulle proprie parole -Detta così sembra proprio una cosa insensata-. Aggiunse rivolgendo un sorriso imbarazzato all'omino dei sogni, il quale la rassicuro con una piccola pacca sulla mano destra.
:-Direi che è alquanto difficile non notare quel giallo canarino- scherzò Frost dietro di lei, intromettendosi nella conversazione. Scarlett si ritrovò sul punto di ribattere ma lui glielo impedì -Fidati di me Scarlett. Essere ignorati, a lungo andare, non è per niente divertente-. Sentenziò infine incrociando le braccia contro il petto e guardando altrove.
Dal tono triste con cui il Guardiano aveva pronunciato quelle parole, Scarlett comprese che il ragazzo sapeva di cosa stava parlando, motivo per cui decise di restare in silenzio, lasciandolo alle sue ragioni.
   
 
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