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Autore: Shayla_the_angel    23/11/2013    2 recensioni
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Pacchetto utilizzato:
NATALE
-Parola: Pianoforte
-Immagine: http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTslaAX9a2gb_OQwpXfTTYBu6x3YBQ7uZszd6wtTjZhaHzOj80qpw
-Canzone: E non serve che sia Natale, Pooh
E' Natale in casa Capuleti. A cosa pensa la giovane Giulietta? Come vive questo Natale lontana dal suo amato Romeo?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non serve che sia Natale, per scoprire d’avere un cuore

 

Era la mattina di Natale.

Le sue dita carezzarono delicatamente i tasti del pianoforte.

Era uno strumento antico, appartenente alla sua famiglia da generazioni.

La sua mano candida seguì freneticamente il profilo di quei tasti a lei così familiari eppure tanto odiati.

Suo padre l’aveva costretta ad imparare a suonare quello strumento, nonostante a lei non importasse.

Giulietta Capuleti aveva in mente solo Romeo, solo lui.

Pensava ai suoi occhi, alla profondità del suo sguardo, al sapore delle sue labbra, così piene e morbide.

Così calde mentre s’incontravano con quelle rosee e delicate della giovane fanciulla.

Eppure durante il periodo natalizio non riusciva ad odiare la propria famiglia o quella del suo amato.

Si sedette elegantemente sullo sgabello in mogano e cominciò a suonare.

Pigiando con la solita pacatezza delicata i tasti d’avorio ed ebano.

Chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.

Avrebbe voluto cantare, sfogarsi eppure le parole le morivano in gola. Si vergognavano ad uscire e rimanevano nascoste nel petto.

S’interruppe quando sua madre entrò nella stanza.

«Giulietta, prosegui pure. Vorrei poter dipingere mentre tu suoni» disse sfoderando il suo solito, elegante, sorriso.

«Come desiderate, madre» sussurrò la giovane erede della casata dei Capuleti.

Mentre proseguiva con l’esecuzione della melodia, Giulietta s’azzardò con qualche fugace occhiata al lavoro di sua madre.

Si trattava di un dipinto decisamente strano.

C’erano degli alberi candidi, circondati da un panorama il cui cielo sfumava dal verde all’azzurro, dal blu al viola in un turbinio di colori e discromie eleganti.

«Madre, posso chiedervi cosa rappresenta il vostro quadro?» chiese la ragazza, troppo curiosa per continuare a suonare.

«Bambina mia, questa è l’aurora boreale. Si tratta di un fenomeno meraviglioso raccontatomi da alcuni amici che hanno viaggiato molto a nord» rispose la donna.

Giulietta era affascinata da quel dipinto, ma tutte le sue domande, pronte a riversarsi come un fiume in piena, furono interrotte dall’ingresso di una domestica.

«Vogliate perdonarmi, mie signore, ma il signor padrone gradirebbe godere della vostra compagnia prima dell’arrivo degli ospiti» disse, inchinandosi più volte.

Le due dame annuirono, quindi raggiunsero il capofamiglia che le attendeva seduto su un’imponente poltrona rivestita di velluto rosso cupo.

«Mie care, sono contento che non mi abbiate fatto attendere più del dovuto».

Il padre di Giulietta Capuleti era un uomo scontroso, scorbutico e per nulla gentile con la moglie e la figlia, eppure durante il periodo antecedente il Natale sembrava quasi trasformarsi in un altro uomo.

** Flashback**

«E non serve che sia Natale 
per scoprire di avere un cuore, 
per capire, per sperare un po'. »

Aveva detto una volta Giulietta a sua madre.

«Perché non riesce ad essere così gentile anche in altri momenti?» aveva aggiunto in uno dei rari momenti d’intimità con la donna.

«Accontentati di questi pochi giorni, Giulietta e ringrazia Nostro Signore di averti dato un padre di buona famiglia» aveva risposto seccamente la donna, interrompendo il breve idillio.

** / **

La ragazza sospirò, quindi s’apprestò a trascorrere un’altra cena condita dai discorsi di politica di suo padre e dai sorrisi impostati di sua madre.

Dalla falsa cortesia degli ospiti e con la vana speranza che Romeo sarebbe riuscito ad imbucarsi alla festa.

Non sarebbe accaduto, ovviamente.

Era il giorno di Natale e il suo amato l’avrebbe certamente trascorso con la sua famiglia.

S’azzardò a guardare fuori da una finestra, mentre la neve cadeva leggera su tutta Verona.

Chissà Romeo cosa stava facendo, già, chissà se l’avrebbe mai più rivisto.

Forse suonare il pianoforte non era la cosa peggiore che le fosse capitata durante la sua giovane vita.

 

 

Dunque, vorrei precisare alcune cose.

1) Non so per quale raro e malsano motivo mi sia venuto in mente, ma alla fine ho optato per fare la Shakespeariana e mi sono dilettata a raccontare Natale in casa Capuleti.

2) So benissimo che tutto ciò non può essere assolutamente mai successo, dato che la vicenda dei due poveri innamorati non accade durante il Natale, ma concedetemi la licenza poetica.

3) Il pacchetto completo per la ff è il seguente:

 NATALE

- Parola: Pianoforte

- Immagine:  http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTslaAX9a2gb_OQwpXfTTYBu6x3YBQ7uZszd6wtTjZhaHzOj80qpw

- Canzone: E non serve che sia Natale, Pooh

 

4)     Detto ciò, spero che la mia breve storia vi sia piaciuta e spero anche di non aver combinato qualche cazzata.

Xoxo

Shayla

   
 
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