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Autore: mysterious    23/11/2013    1 recensioni
Red John, finalmente, non rappresenta più una minaccia. La sua morte ha posto fine ad uno dei capitoli più tristi della vita di Patrick Jane. Ma che ne sarà di lui, ora? E' proprio vero che la vendetta fa sentire meglio?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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 (P.o.v. Lisbon)

 

Decisamente, Cho è stato troppo irruento, visti i risultati...

D'altra parte, temevo che, se Jane ci avesse notato fuori della porta, non avrebbe neppure aperto, oppure avrebbe richiuso subito, senza darci la possibilità di entrare. Per questo abbiamo chiesto al portiere di precederci e di porsi in bella vista dinanzi allo spioncino, mentre io e Cho ci siamo tenuti nella zona “cieca”, in attesa che Jane venisse ad aprire.

La spinta che Cho ha dato al battente deve averlo colto di sorpresa. Di certo, non si aspettava la nostra visita. Probabilmente, non se ne aspettava alcuna.

Mi affaccio sulla porta in tempo per vederlo battere la testa sul bordo del comodino:

“Jane!”, urlo precipitandomi verso di lui, ma realizzo immediatamente che dovrò attendere un po' per ottenere una risposta articolata!

Dopo un rapido controllo per verificare l'entità del danno, mi rivolgo al portiere:

“Non è nulla. Se la caverà con un bernoccolo e un leggero cerchio alla testa! Vada pure...”, aggiungo “... ci pensiamo noi, ora, grazie!”

Alquanto perplesso, l'uomo chiude la porta dietro di sé, lasciando me e Cho a prenderci cura del suo cliente.

Lo issiamo sul letto, che sembra disfatto da giorni, e probabilmente non sono lontana dal vero.

La stanza è molto piccola e semplice, come possono esserlo quelle dei piccoli alberghi di periferia. Niente fronzoli o arredamento in eccesso. Alle pareti, neppure una stampa. Le tende sono ancora tirate, ma le lascio così. Tutto ciò che volevo vedere è qui davanti a me, e non ho bisogno di altra luce.

Vorrei sedermi accanto a Jane, ma la presenza di Cho mi induce a mantenere un atteggiamento più “professionale”, per cui resto lì, in piedi, le braccia incrociate sul petto, a guardarlo un po' di sottecchi mentre sembra dormire il sonno innocente di un bambino. La rasatura non è perfetta e i capelli sono arruffati, ma, non so perché, trovo che il suo fascino ci guadagni.

I minuti sembrano eterni.

E' Cho a rompere il silenzio: “Se qui non ci sono problemi, io andrei.”

E' chiaro che lo fa per lasciarci soli. Lui è così: sa sempre che cosa fare e quando.

“Sì, certo, Cho. Vai pure, se hai da fare”, dico, assumendo un tono di voce quanto più apatico, sperando di riuscire a dissimulare il sollievo che la sua decisione mi sta procurando.

Saluta con un semplice cenno e con un cenno identico gli rispondo, ma giurerei di cogliere sul suo volto, mentre esce, un abbozzo di... sorrisetto compiaciuto.

Ora siamo soli, io e Jane. Non ho più motivo di perseverare nel mio ruolo di “agente-severa-e-tutta-d'un-pezzo”: mi levo la giacca e gli stivaletti e mi siedo all'indiana sul letto, al suo fianco, in attesa che riprenda i sensi.

Ha cambiato look. E' la prima volta che lo vedo in jeans e camicia e, a dire il vero, spero non sia l'ultima! Faccio scivolare lo sguardo su di lui e noto la fasciatura alla mano... che avrà combinato? Non posso lasciarlo solo un attimo che subito ne combina una delle sue!

E poi... sparire così, da un giorno all'altro, senza dir nulla... neppure a me. E' stato chiaro fin dal primo momento dopo la morte di Red John che avrebbe avuto bisogno d'aiuto: anziché sentirsi liberato da un fardello pesante, è apparso subito come stranito, disorientato, quasi più angosciato di prima. Quando l'ho visto indietreggiare davanti al cadavere del suo nemico, con quello sguardo tra il disgustato e lo smarrito, ho capito che il suo dramma non era ancora terminato. Avrebbe dovuto parlarne con qualcuno, confidare le sue emozioni... ma lui no, lui non vuole mai appoggiarsi a nessuno, deve sempre affrontare tutto da solo .. Che testa dura! Sono sicura che il danno maggiore se lo sia procurato il comodino, poco fa!

“Uhmm...”

Jane sta rinvenendo. Mi chiedo che reazione avrà, vedendomi.

 

 

  
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